L’Italia e le altre: una guida al Sei Nazioni under 20 degli Azzurrini

Il Torneo giovanile parte il prossimo 19 giugno. Tutto quello che c’è da sapere sugli Azzurrini

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Sei Nazioni under 20 2021: guida all’Italia – ph. Sebastiano Pessina

Ci sei mancato, rugby giovanile.

Sono stati 16 mesi lunghissimi quelli che hanno separato l’Italia dal ripresentarsi ai nastri di partenza del Sei Nazioni under 20, una competizione straordinaria per la qualità del talento che racchiude e per la curiosità che è capace di infiammare nel veder battagliare i migliori prospetti del Vecchio Continente, pronti al grande salto verso il rugby dei grandi.

Da questa parte delle Alpi in particolar modo c’è sempre una particolare attenzione ai risultati della nazionale giovanile, alla ricerca di nuove speranze con le quali rimpolpare i ranghi della squadra maggiore in vista di un futuro più roseo.

Leggi qui le schede bio degli atleti della selezione azzurra Under 20

Gli Azzurrini del 2021

Negli anni recenti i risultati della nazionale under 20 italiana hanno raggiunto i livelli più alti mai registrati: nel 2018 la squadra è arrivata quarta al Sei Nazioni di categoria, miglior posizionamento di sempre; dal 2017 in poi gli Azzurrini si sono attestati all’interno delle prime dieci squadre del mondiale giovanile; 6 rappresentanti dell’ultima formazione under 20 (Lucchesi, Favretto, Varney, Garbisi, Mori, Trulla) hanno già debuttato e raccolto diversi caps con la nazionale maggiore.

La versione 2021 dell’Italia under 20, quella di Massimo Brunello, è una squadra che può coltivare parimenti discrete ambizioni. Le classi 2001 e 2002 posseggono un buon ammontare di talento, con tanti dei giocatori più grandi che hanno alle spalle un’esperienza di rugby giocato al più alto livello domestico, quello del Top10, senza precedenti.

Tanti dei membri del gruppo hanno mostrato il loro potenziale già al Six Nations Festival del 2019, la manifestazione a livello under 18 che li vide battere Scozia (19-18) e Galles (34-13) e perdere di misura contro la Francia (32-40).

Già, la Francia. La rivale che, con quella sorta di seconda nazionale giovanile che è la formazione di sviluppo, ha beffato per due volte gli Azzurrini nelle due occasioni in cui abbiamo avuto la possibilità di vederli all’opera nella categoria under 20.

Proprio questa incapacità di chiudere le partite e portare a casa il risultato è stata fino ad oggi il problema più importante di questa edizione della nazionale giovanile e di quella precedente, che nelle 3 gare giocate nel Sei Nazioni 2020 ne perse due nel finale di partita dopo essere stata davanti per 70 minuti contro la Francia (quella vera) e per 74 contro la Scozia.

L’Italia di Brunello è una squadra che partecipa al Sei Nazioni per essere giudicata in base alla bontà dei risultati perché è in grado di competere con le rivali. E non è poco.

Sotto la lente d’ingrandimento

Lorenzo Cannone e Simone Gesi sono chiamati a un Sei Nazioni under 20 da protagonisti, perché tali sono stati anche durante il campionato di Top10 con le rispettive squadre, Petrarca e Colorno.

Il terza linea impressionò già nel Torneo dello scorso anno per la quantità di lavoro di cui si era provato capace, sempre al centro dell’azione in entrambi le fasi di gioco. Un giocatore con un potenziale da franchigia e da livello internazionale, entrambi traguardi ai quali arriverà presto o tardi. Intanto a questo livello può essere dominante a livello fisico e atletico.

L’ala livornese invece è stato una sorpresa del massimo campionato italiano, segnando 7 mete e mettendosi in luce soprattutto per la sua grande velocità.

Gli Azzurrini possono anche bearsi della competizione nel ruolo di mediano di mischia, dove Manfredi Albanese e Alessandro Garbisi rappresentano entrambi alternative di valore. Anche i due numeri 9 vengono da una buona stagione di Top10 e tra loro si prospetta una staffetta in funzione delle caratteristiche e del momento della partita.

Infine, fra i giocatori da tenere d’occhio ci sono anche Leonardo Marin, mediano d’apertura in forte crescita con ottime capacità di lettura e le gambe necessarie per rendersi pericoloso in prima persona, e Tommaso Menoncello, centro classe 2002 del Benetton, anch’egli molto dotato nell’uno contro uno.

Non ci sarà, invece, il giocatore più esperto del gruppo: Riccardo Favretto, 14 presenze con il Benetton e una crescita esponenziale delle prestazioni nel corso della stagione. Il seconda linea era uscito dal campo per un colpo alla testa nel derby di ritorno di Rainbow Cup, non la prima concussion della stagione. Si sarebbe così preferito preservarlo.

Calendario e avversari

L’Italia incomincerà la propria campagna contro i padroni di casa del Galles, squadra battuta nelle ultime due trasferte a Colwyn Bay.

Sarà importante partire con il piede giusto per costruire sull’entusiasmo di una eventuale vittoria: i giovani Dragoni sono una delle squadre maggiormente alla portata, nonostante abbiano una squadra più robusta e con profili più interessanti di quella dello scorso anno.

Il 25 giugno sarà la volta della Francia, squadra che parte con le stigmate della favorita per il titolo e che sarà ostacolo assai ostico. Più abbordabile la Scozia del 1 luglio: c’è da vendicare la sconfitta del 2020, che ancora brucia. Tuttavia la formazione giovanile degli highlanders è in crescita rispetto alle prospettive buie degli ultimi anni.

Contro Irlanda e Inghilterra la conclusione, il 7 e 13 luglio. I primi sono campioni in carica dopo il Grande Slam del 2009 e saranno un osso duro contro cui competere, mentre ancor più tosto sarà lo scontro finale contro gli albionici.

Lorenzo Calamai

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