Speciale Rugby World Cup 2015: le città – Cardiff

La capitale gallese: un luogo imperdibile per gli amanti dell’ovale

Millennium Stadium dal Castello

Due sono le alternative consigliate per raggiungere Cardiff. Se siete in gruppo (e c’è da giurarci!) dirigete su Londra (numerose le soluzioni dalle diverse località di partenza, con offerte ─ anche piuttosto convenienti ─ proposte da compagnie di bandiera e low cost), e affittate un’auto. Non lasciatevi scoraggiare dalla guida a sinistra, ma prestate la massima attenzione! Oltre alle difficoltà iniziali, ricordate che Oltremanica sono giustamente rigidissimi quanto a limiti di velocità, parcheggi “fantasiosi” e ogni genere di spregiudicatezza al volante (per saperne di più). Dalla capitale inglese impiegherete circa 3 ore (secondo le condizioni del traffico). Treni e autobus rappresentano una buona alternativa al noleggio della macchina, ma se già viaggiate in due valutate i costi. Dalla stazione di Paddington c’è una linea ferroviaria che raggiunge la capitale gallese in circa 2 ore. La seconda possibilità è Bristol, la destinazione più comoda per chi arriva dall’Italia se si vogliono evitare scali. Se optate per un volo con scalo su Cardiff c’è da sapere che il piccolo aeroporto dista circa 20 km dal centro cittadino. L’autobus T9 della Cardiff Airport Express (partenze ogni 20 minuti, 7 giorni su 7) lo collega, con tariffe a partire da 5 sterline, alla Cardiff Bay effettuando diverse fermate intermedie (fra queste una in centro e una alla Cardiff Central Rail Station). In taxi impiegherete circa mezz’ora, traffico permettendo, e il costo del viaggio è di circa 31 sterline.

 

Cardiff nel 1801 contava circa 1000 abitanti, oggi è la città più grande del Galles del quale è diventata capitale nel 1955.
A metà degli anni ’90 ha subìto un grande rinnovamento urbanistico grazie alla riqualificazione del Waterfront. Oggi è, come si suol dire, “a misura d’uomo”, dinamica e vivace, offre la possibilità (non banale) di sfuggire alla dimensione urbana, dal Castello a Llandaff Cathedral (a circa 3 km dal centro) ci sono meravigliosi parchi.
Chi è stato in trasferta a Cardiff in occasione di un match del Sei Nazioni è sicuramente rimasto travolto (nel vero senso della parola) dall’atmosfera che si respira in quei giorni. Le stime parlano di 250.000 persone che si accalcano nelle vie pedonali intorno allo stadio, cifra di non poco conto se si considera che la popolazione totale ammonta a circa 340.000 abitanti (850.000 con l’area metropolitana). Il caos festoso che regna nelle strade prima della partita e la bolgia del post sono senz’altro indimenticabili. Un’esperienza da fare, magari proprio per assistere a un match della Rugby World Cup, senza però lascarsi sfuggire l’opportunità di visitare la capitale gallese e magari un po’ del bellissimo comprensorio.

Nello spazio di qualche centinaio di metri il piccolo centro cittadino è affollato di fortezze.
Passeggiate fra Westgate St (che abbraccia il Millennium e l’Arms Park, sul lato est e sull’angolo della quale si trova l’Angel Hotel ─ sul quale torneremo perché questo albergo è stato teatro di un celebre aneddoto ─), la parallela e pedonale St. Mary St, il suo proseguimento High St, la perpendicolare Queen St.
L’incredibile Millennium (un’icona a cui è dedicato un articolo a parte, come per tutti gli stadi che accoglieranno i match di England 2015) si erge in tutta la sua imponenza nel cuore della città. È là, come un diamante nel suo castone, a ricordare ─ alla squadra avversaria, prima ancora che ai tifosi ─ l’appuntamento che promette di essere qualcosa di più di un evento sportivo: un rendez-vous col destino.
Il glorioso Arms Park (che deve il suo nome all’omonimo hotel demolito nel 1878) oggi una struttura da 12.500 posti, sorge all’ombra del Millennium, ma non si lascia intimidire dalla sua grandiosità. Anzi, varcarne il cancello dà come l’impressione di fare un salto indietro nel tempo, qui ancora riecheggiano le grida incitanti le squadre che vi hanno combattuto le epiche battaglie di cui è stato teatro. In questa struttura i Blues sono tornati a disputare le loro partite interne nella stagione 2012-2013, dopo il periodo trascorso al Cardiff City Stadium (dove hanno giocato dal 21 agosto 2009 ─ amichevole inaugurale contro i Leicester Tigers ─ alla fine di maggio 2012).

Ma torniamo alla città, in fondo a Westgate St imbocchiamo Castle St, dall’altro lato della strada c’è il Bute Park (grande circa 75 campi da calcio, polmone verde di Cardiff) a recintarlo l’Animal Wall (su cui, appunto, diverse statue di pietra, che riproducono i più svariati animali, guardano i passanti dall’alto); poco più avanti troviamo il castello.
Il Cardiff Castle ─ aperto al pubblico ─ si erge nel luogo in cui i romani (che occuparono l’area nel 75 d.C.) innalzarono un forte e dove, nel 1093, i normanni edificarono un castello i cui resti si trovano ancora nel parco. Poco distante c’è il National Museum Cardiff che accoglie importanti mostre d’arte, reperti archeologici, geologici e di storia naturale della regione. Il Cardiff Story Museum, a ingresso gratuito, situato all’interno della Old Library, è un museo etnografico che offre un interessante spaccato delle storia delle città e dei suoi abitanti.

Passeggiamo per le vie pedonali del centro disseminate di grandi magazzini ed eleganti negozi. Suggeriamo una visita al Cardiff Central Market (1891) e attraversiamo le romantiche gallerie vittoriane ed edoardiane in ferro e vetro, sono 6 quelle situate nel Castle Quarter e nel Morgan Quarter. Se siete shopping addicted non perdetevi i grandi centri commerciali St David’s, Capitol e Queen’s Arcade. Per gli appassionati di musica lo Spillers Records è il più antico negozio di dischi del mondo. Cardiff city centerSiamo certi che nei giorni in cui si disputeranno i match della Rugby World Cup non vi sarà difficile trovare un pub accogliente dove stare in compagnia nella migliore tradizione ovale. Sappiate comunque che la maggior parte della vita notturna si svolge in St. Mary Street (dunque nel cuore del centro), a Greyfriar ─ dove, tutte le sere, si può ascoltare anche musica dal vivo in locali come il Barfly, il Clwb Ifor Bach e il Coal Exchange ─ e sul lungomare di Cardiff Bay.

Non vi sfuggirà che ovunque vi giriate c’è qualcosa che si chiama Bute… La storia recente di Cardiff e il suo sviluppo coincidono, infatti, con l’ascesa di una ricchissima famiglia aristocratica scozzese, i Bute, imparentata con la dinastia reale degli Stuart. Nel 1766, dopo il matrimonio con Charlotte Jane Windsor (nobildonna locale), Lord John Mount Stuart (elevato a Pari d’Inghilterra nel 1776 come barone di Cardiff) entrò in possesso di vasti possedimenti e iniziò ad acquisire svariati diritti di sfruttamento delle miniere del Galles meridionale. La zona era ricchissima di giacimenti di carbone ─ esportato già dal ‘600 ─ e di ferro, questi fecero la fortuna della città e della famiglia Bute che, nel 1794, realizzò il Glamorganshire Canal per il trasporto del ferro dalle valli del nord. Nel 1839 John Crichton-Stuart, II marchese di Bute, costruì a Butetown (a sud di Cardiff) uno dei primi bacini portuali della città. Ben presto Cardiff divenne il porto più importante del Galles. Nel 1913 era il più importante del mondo per il commercio del carbone. Alla fine dell’800 gli abitanti erano già 170.000, negli anni trenta del secolo scorso 227.000.
A onor del vero, la famiglia Bute, che aveva interessi in tutto il Regno Unito e oltre, trascorreva ben poco del suo tempo a Cardiff. Cionondimeno è a loro che si deve anche lo sviluppo architettonico della città. John Patrick Crichton-Stuart, III marchese di Bute (colto e illuminato, nonché uno degli uomini più ricchi del mondo), grazie al sodalizio con l’architetto William Burges, genio eccentrico, costruì l’eclettico Cardiff Castle (in stile neogotico), il neoclassico Civic Center (inaugurato nel 1906, sede dell’università e dell’amministrazione locale) e Castell Coch (altra bizzarria architettonica gotico-vittoriana situata a Tongwynlais, raggiungibile in bicicletta percorrendo il Taff Trail che costeggia l’omonimo fiume). Anche il terreno, originariamente chiamato Great Park, su cui sorgono l’Arms Park e il Millennium, erano di proprietà della famiglia. I Bute lasciarono Cardiff dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando nel 1947 l’industria del carbone fu nazionalizzata, donando il castello e gran parte delle loro terre alla città.

Cardiff Bay stretta tra i fiumi Taff ed Ely è un’area molto vasta. Pressoché abbandonata dopo la chiusura dei commerci minerari, divenne degradata e fatiscente. Oggi è giustamente motivo di vanto. Un luogo di grande interesse urbanistico e architettonico, in cui convivono alcuni suggestivi edifici vittoriani (come il rosso Pierhead) con costruzioni modernissime e monumentali, fra queste spiccano la Welsh Assembly e il Millennium Centre. Quest’ultimo è un’autentica icona del rinnovamento nazionale. È sede della Welsh National Opera e della BBC National Orchestra del Galles. Nel grande atrio, all’ora di pranzo, si volgono concerti gratuiti. La sua inaugurazione nel novembre del 2004 ha segnato la fine di un periodo difficile per la città, ma la festa che nessun gallese scorderà è quella iniziata pochi mesi dopo al Millennium Stadium (altro simbolo dell’orgoglio gallese), quando i dragoni si aggiudicarono la vittoria del Sei Nazioni 2005 con un Grande Slam. Qualcosa che non succedeva dal 1978 e che ha contribuito a rafforzare ulteriormente il senso di identità nazionale. In Galles il rugby non è solo un gioco: è una religione!

 

Prima di darvi qualche “dritta” sulle bellezze della zona, torniamo al celebre aneddoto che coinvolge l’Angel Hotel. Tutto avvenne nel 1972, durante il tour degli All Blacks in Gran Bretagna. Il giocatore Keith Murdoch, nella notte che seguì la sofferta vittoria contro il Galles (terminata 16-19, proprio grazie a una meta segnata dal pilone neozelandese), dopo una serata di baldoria, lasciò la sua camera alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Sceso nella hall si trovò di fronte il portiere di notte che gli fece notare, data l’ora, che le cucine erano chiuse. Evidentemente la fame del prop kiwi doveva essere davvero grande, perché “indispettito” non esitò a sferrargli un micidiale cazzotto. Quanto ci mise il concierge a rimettersi non lo sappiamo, fatto sta che il giocatore fu immediatamente radiato dalla squadra e per la vergogna non fece più ritorno in Nuova Zelanda, ritirandosi per sempre in Australia…

Il Galles è terra di draghi e di castelli. Non perdete l’occasione per fare una gita nel comprensorio. Di Castell Coch (Castello rosso), a circa mezz’ora di auto dal centro, vi abbiamo già parlato, suggeriamo di recarvi anche al vicino Twmpath Castle. Oppure imboccate l’autostrada (M4) che si allunga fra il mare e le colline; l’entroterra, in una campagna dal fascino straordinario, è disseminato di zone archeologiche e antichi fortilizi, di cui spesso restano solo le suggestive rovine (memoria delle occupazioni romane, vichinghe e normanne), ma anche di eleganti dimore elisabettiane e vittoriane.
Assolutamente imperdibile il parco nazionale di Brecon Beacons, la cui visita vale un viaggio.

Per saperne di più visitbritain.com e visitwales.com.

 

In ogni città toccata dal Torneo (oltre che in quella di Rugby) saranno allestite delle Fanzones, aree super attrezzate per accogliere al meglio appassionati e tifosi. Ogni Fanzone avrà le sue peculiarità, secondo le tipicità del territorio. Vi si svolgeranno eventi e attività di animazione (musica e giochi), si potrà acquistare il merchandising ufficiale, mangiare e, c’è da scommetterci, scorreranno fiumi di birra. Per saperne di più.

 

Francesca Lupoli

 

Scopri le altre mete della RWC 2015: Londra, parte 1 – Londra, parte 2 – Londra, parte 3 – Leeds – Exeter – Birmingham – Manchester – Newcastle – Gloucester – Leicester – Milton Keynes – Brighton

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