Non è stato un semplice processo

Tutte le tappe della vicenda legata a Paddy Jackson e Stuart Olding: il processo, le proteste in Irlanda e il licenziamento

ph. Sebastiano Pessina

DUBLINO – C’è una domanda che molti, non solo in Irlanda, si stanno facendo: perché la Federazione irlandese e Ulster hanno rescisso il contratto di Paddy Jackson e Stuart Olding, nonostante l’assoluzione dalle accuse di stupro al termine del processo? La risposta non soffia nel vento, come direbbe Dylan, piuttosto nei conti correnti bancari. Lo si capisce ricostruendo le tappe della storia dopo la fine del processo.

Cos’era successo

Un brevissimo riassunto della vicenda: al termine di una festa, una donna va nella casa di Paddy Jackson insieme a lui, l’altro giocatore Stuart Olding e gli amici Blane McIlroy e Rory Harrison. È il 28 giugno 2016 e la donna, poche ore dopo, denuncia di aver subito una violenza sessuale. I due giocatori sono accusati di stupro, McIlroy di atti osceni e Harrison di ostacolo alla giustizia. Tutti negano le accuse. In particolare, i giocatori dicono che con la donna c’è stato un rapporto, ma consensuale. Nella notte e nella mattina seguenti i fatti, i quattro e un altro giocatore dell’Ulster, Craig Gilroy, si scambiano su WhatsApp messaggi sulla nottata.

Immaginate un gruppo di amici che si scambia messaggi sulle conquiste di una notte. Fatto? Ecco, adesso abbassate un po’ il livello e più o meno ci siamo. Il dettaglio è fondamentale, perché il contenuto di quei messaggi è il vero motivo per cui Jackson e Olding oggi non sono più giocatori di Ulster e della Nazionale.

Il processo

La vicenda aveva in sé tutto ciò che occorreva per far discutere e spaccare in due l’opinione pubblica. Gli sportivi famosi, la festa, la donna, il sesso: un cocktail micidiale per un mondo, quello vicino alle secondary rugby schools (le scuole superiori che tradizionalmente riforniscono il rugby dell’isola), che una parte consistente della società irlandese considera creatore di una mentalità misogina. Basti dire che non di rado queste rugby schools (per esempio Blackrock, Belvedere e St Michael’s a Dublino) sono solo maschili.

Il processo si è svolto durante l’ultimo Sei Nazioni. A questo proposito, bisogna precisare la differenza fra regole processuali della Repubblica d’Irlanda e l’Ulster. Nei processi per stupro, a Dublino gli imputati non possono essere resi identificabili fino alla fine del processo e, anche in quel caso, lo si può fare solo se vengono condannati e se questo permette di mantenere l’anonimato della vittima.

A Belfast, invece, è stato possibile solo tenere nascosto il nome della vittima. Occorre aggiungere che la legge nordirlandese impone di soddisfare due condizioni per condannare qualcuno per stupro: l’assenza di consensualità nel rapporto e la consapevolezza dell’accusato. Inutile aprire il vaso di Pandora dei dettagli del processo, ma si possono però ricordare due episodi che, aggiunti a quanto scritto, hanno acceso ancora più gli animi e accresciuto il risentimento delle associazioni femminili.

Il primo è stata la presenza di Rory Best, capitano della nazionale, in aula insieme ai compagni di squadra Iain Henderson e Craig Gilroy durante parte dell’interrogatorio della vittima; il secondo è la durata della testimonianza in aula della vittima, lunga otto giorni. La sentenza del 28 marzo scorso ha poi assolto i quattro imputati.

Tutto finito? Non proprio

La discussione fra innocentisti e colpevolisti è diventata presto un dibattito culturale. Molte organizzazioni femministe si sono mobilitate in Ulster e Irlanda. Giovedì 29 marzo, oltre 1.000 persone hanno manifestato a Dublino sulla spinta dell’hashtag #Ibelieveher, diventato il simbolo dei colpevolisti. Il 3 aprile, il governo irlandese ha annunciato tramite il ministro dell’educazione Richard Bruton che tutti gli studenti delle scuole superiori riceveranno lezioni di consenso sessuale, secondo l’Irish Times “il maggior cambiamento nell’educazione sessuale degli ultimi 20 anni”.

Manifestazioni si sono svolte anche a Belfast, dove un gruppo di donne ha comprato una pagina sul Belfast Telegraph per chiedere provvedimenti poiché “lo scambio di messagi su WhatsApp era riprovevole”. IRFU e Ulster Rugby hanno annunciato un’inchiesta sul caso subito dopo la sentenza. I tifosi intanto si sono mobilitati, acquistando anche loro una pagina del Belfast Telegraph nell’edizione di mercoledì 11 aprile, mentre la sera precedente una petizione su Change.org che chiedeva di reintegrare in squadra i due giocatori aveva raccolto oltre 13mila firme.

Il ruolo di Bank of Ireland

In tutto questo, è anche arrivato il comunicato di Bank of Ireland giovedì 12 aprile. “Come sponsor dell’Ulster Rugby, Bank of Ireland è molto preoccupata per i gravi comportamenti emersi in seguito al recente processo. La banca ha formalmente trasmesso queste preoccupazioni al CEO di Ulster Rugby. È di fondamentale importanza per Bank of Ireland che la nostra attività di sponsorizzazione sia in linea con i nostri valori fondamentali e li supporti”.

“Comprendiamo che è in corso una revisione interna: ci aspettiamo che affronti pienamente le questioni sollevate e che vengano prese delle decisioni – politiche e di protocollo – nei confronti dei problemi sorti”. Al comunicato, già abbastanza chiaro, si sono aggiunti i commenti di tutti i media irlandesi (della Repubblica e dell’Ulster), concordi nel dire che la banca stava di fatto rivedendo la sponsorizzazione con la franchigia di Belfast.

In pratica, con Jackson e Olding ancora in squadra, Ulster rischiava seriamente di perdere un’importante partnership. A quel punto mancava solo il comunicato di Ulster e Federazione: il destino di Jackson e Olding era segnato (ricordiamo che per lo scambio di messaggi, invece, Craig Gilroy è stato sospeso fino al 26 aprile), arrivato venerdì 13 aprile. Alcune associazioni femministe, dopo aver mobilitato migliaia di persone nelle manifestazioni, parlavano anche di boicottare alcuni degli sponsor. Secondo molti, alla fine sarebbe stato questo, oltre a tutto il dibattito pubblico ancora molto acceso in queste ore, ad aver messo sotto pressione Ulster e Federazione.

Quale futuro per i due?

La carriera dei due (che hanno espresso delusione per la decisione sul loro contratto) dovrebbe proseguire in Europa. In particolare, Jackson era dato in trattativa nientemeno che con i gialloblù di Clermont, con un contratto più ricco di quello irlandese, ma ieri l’allenatore Franck Azéma ha dichiarato che “non c’è nessun desiderio da parte del club di ingaggiarlo”, adducendo sia ragioni tecniche (la presenza di altri giocatori nel ruolo di apertura) sia per le restrizioni imposte dal Salary Cap.

Per Olding, invece, si parla genericamente di Inghilterra, ma anche in questo caso è arrivata la prima smentita di rito da parte di un club – Exeter – attraverso l’allenatore degli avanti Rob Hunter.

La decisione ha invece infuriato i tifosi di Ulster, che stanno decidendo in queste ore come protestare in occasione della prossima partita casalinga. Si parla di disertare lo stadio o di entrare in notevole ritardo rispetto all’inizio della gara. È evidente insomma che Ulster non scenderà in campo in condizioni ideali, né tecnicamente né psicologicamente. I suoi avversari saranno Glasgow e Munster, mentre il Benetton attende alla finestra nella corsa al quarto posto.

Damiano Vezzosi

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