Pro14: l’approccio delle Zebre all’esame Ulster

I ducali arrivano alla complessa sfida di Belfast con innesti di peso davanti e tanta voglia di ripetere quanto fatto con Leinster

Joshua Renton – Zebre Rugby (ph. Luca Sighinolfi)

Bicchiere mezzo pieno, per il punto di bonus e la piacevole sensazione della competitività al cospetto di una big, o mezzo vuoto, per non essere riusciti ad archiviare uno successo di prestigio?

In seguito alla gagliarda prestazione contro Leinster, il dilemma, in casa Zebre Rugby, ha tenuto banco per qualche ora, con il peso dei rimpianti per quello che avrebbe potuto essere (ma non è stato) e quello dell’orgogliosa consapevolezza di aver sfoderato una prestazione (soprattutto difensivamente) di alto profilo pressoché equivalenti, su un’ideale bilancia emozionale.

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Fortunatamente per gli uomini di Michael Bradley, però, il tempo per rimuginare (o, di contro, correre il rischio di esaltarsi) per quanto (non) è successo sabato scorso, al Lanfranchi di Parma, è già finito. La quinta giornata di Guinness Pro14, infatti, incombe, con la sfida contro Ulster, in programma venerdì (ore 20.35, diretta DAZN) a Belfast, ormai alle porte.

Una gara oltremodo insidiosa, al cospetto di una compagine nobile del torneo celtico, la cui rosa è stata intaccata molto marginalmente dalla rassegna mondiale (Iain Henderson, Jacob Stockdale, Jordy Murphy e Rob Herring, quest’ultimo solo in corso d’opera, i convocati di Joe Schmidt per la Rugby World Cup 2019 in terra nipponica).

Ciononostante, sono diversi i giocatori a disposizione di coach MacFarland in grado di fornire uno standard prestativo vicino a quello richiesto dal palcoscenico internazionale (su tutti, la brillante coppia di mediani composta dall’apertura Billy Burns e dal numero 9 John Cooney, protagonisti assoluti nel recente successo contro Cardiff), all’interno di un contesto, quello nordirlandese, che nelle ultime settimane sta costruendo un momentum notevole, dopo il pesante k.o. contro i Cheetahs.

Il ritorno dei nazionali

Gli Ulstermen (terzi a quota quindici punti nella Conference A), soprattutto tra le mura amiche, sono una vera e propria macchina da guerra (2 vittorie su 2, in stagione, contro Blues ed Ospreys) e rappresenteranno un banco di prova di spessore per i ducali. Un test, ricco di quesiti impegnativi, che, tuttavia, le Zebre potranno affrontare con tutti i nazionali (o quasi) i nazionali a disposizione.

Dopo aver ritrovato i trequarti azzurri, più David Sisi, nella sfida casalinga contro i dubliners (gara in cui sono tornati in campo anche i lungodegenti Marcello Violi e Tommaso Boni), infatti, a partire da questo weekend, Michael Bradley tornerà a disporre anche degli altri avanti presenti in Giappone.

Oliviero Fabiani, Luca Bigi e Maxime Mbandà, il cui acciacco alla schiena sembra ormai alle spalle, andranno così ad alzare notevolmente l’asticella della competizione per un posto tra i primi otto uomini multicolor, a breve corroborati anche da Andrea Lovotti, ancora costretto ai box in seguito alla squalifica rimediata al Mondiale.

A caccia di conferme in difesa

“Siamo ovviamente molto delusi per i giocatori e la squadra, ma la difesa è stata fantastica. Prima della partita tutti pensavano che non avremmo avuto chance contro il Leinster, ma dopo il match si parla di rimpianti. Per noi è un miglioramento. Siamo felici della nostra difesa, dopo tre partite difficili”, ha commentato Bradley a margine della sconfitta contro Leinster, sottolineando la crescita esponenziale emersa sul piano difensivo. Un salto di qualità, da confermare a Belfast, propiziato dalla prova oltremodo positiva, in tal senso dei primi otto uomini.

Su tutti, probabilmente, Danilo Fischetti che in prima linea ha disputato una gara di grande livello su entrambi i lati del campo. L’ex Calvisano si è dimostrato efficace al placcaggio (tra i migliori nel fondamentale assieme a Licata e Manfredi, sempre più a proprio agio a livello Pro14), tenendo botta brillantemente in chiusa (coadiuvato dall’ottimo lavoro dei compagni di reparto Manfredi e Zilocchi) e dando un contributo eccellente anche nel gioco aperto.

Obiettivo: salire di colpi in attacco

“In attacco avremmo dovuto gestire meglio gli ultimi 15 minuti e continuare a mettere pressione su di loro. Dobbiamo prenderci più rischi”, ha sentenziato lo stesso Bradley, riferendosi, invece, alla performance offensiva contro i Dubliners. Uno ‘statement’ chiaro sull’atteggiamento richiesto per le prossime sfide, a partire da quella di Ravenhill.

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