Da Ben Curry a Michela Sillari: quando il “crocodile roll” diventa pericoloso

Quello del centro azzurro è solo l’ultimo dei tanti infortuni causati da questa manovra nel breakdown

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Bala Sporca 25 Marzo 2024, 12:51

    tecnica odiosa e per lo più in entrata laterale la gran parte delle volte.. ma ormai non la si fischia più..
    (vi giuro si vede ormai anche nei tornei u10 dove alcune squadrette per essere “vincenti” la fanno fare… a margine queste “vincenti” non producono giocatori di alto livello da secoli.. ).

    • Terza Linea 25 Marzo 2024, 13:00

      Ciò che si insegna ai bambini per vincere il torneuccio della domenica è a volte scandaloso. Il tutto per la mera soddisfazione di coach malati e genitori malati. I bambini eseguono così da essere gratificati dagli adulti, ma smetteranno di giocare presto, come dici tu, perché nessuno ha insegnanti loro i veri valori da portare in campo. Aggiungo che mi incazzo sempre quando i grandi si divertono a fare sentire e cantare ai piccoli canzonette che incitano a tombare l’avversario, a distruggerlo, a ridurre il rugby a sangue e fango. Per fortuna c’è molto di più in un campo da rugby, laddove le società sono in mano a persone serie.

      • LiukMarc 25 Marzo 2024, 13:17

        Assolutamente d’accordo. Anche io in passato (nemmeno troppo lontano) ho assistito a scene davvero poco edificanti, con coach e genitori a incitare i ragazzi (in alcuni casi bambini) quasi a “far male” all’avversario.
        Come se i figli dovessero veicolare in campo l’aggressivita’ e voglia di vincere degli adulti invece che imparare a giocare e divertirsi.

        • ChrisRosso 25 Marzo 2024, 14:13

          Purtroppo succede in tutti gli sport, ho un amico che insegna calcio a bambini tra gli 8 e i 12 anni a lui piace molto perché piace stare con i bambini ma più di una volta mi ha detto che non sa se continuare perché vede colleghi e soprattutto genitori scannarsi sugli spalti e soprattutto incitare alla violenza sia fisica che verbale i propri pargoli. O incitare ad asfaltare l’avversario, quando ci sta perdere e anche di molto ma a quell’ età il tuo primo pensiero non deve essere dare 10 gol o 20 mete ai bambini tuoi avversari.
          Senza considerare le parole o le minacce che si è preso da genitori o perché il figlio giocava poco in partita o persino perché giocava in un ruolo a detta del genitore non suo. Ma sti genitori non di rendono conto dei danni che fanno e del contesto? Poi ci sono allenatori che seguono tale andazzo e così fanno giocare solo di cattiveria o solo in modo che piaccia ai genitori, soprattutto a quelli “importanti” come se uno che allena in terza categoria a cinquant’anni abbia tutte ste possibilità di finire in serie a. Senza considerare così mi raccontavano altri di ciò che avviene nel ciclismo anche ai livello di ragazzini o giovani ragazzi.
          La mentalità dello sport in Italia è totalmente sballata, anche all’estero succede ma negli anni hanno lottato molto contro questa mentalità e Hanno provato ad istituzionalizzare il tutto con le scuole.
          Anche nel rugby a 12 anni deve pensare a divertiti ed intanto ad imparare bene la tecnica base , l’alfabeto del rugby, poi crescendo si impara la tattica e prossimi alla maturità fisica si inizia ad irrobustirsi. Se al bambino gli togli il divertimento difficilmente continua e se non gli insegni la tecnica ma solo concetti tattici magari più speculativi e basati sul far male all’avversario troverai dei ragazzi magari dominanti fisicamente ma che non sanno fare una rimessa dritta in touche o calciare una palla nei 22.

      • Eva P. 26 Marzo 2024, 12:53

        Da 9 anni in questo mondo, con mio figlio che è partito in U8 e continua in U18 adesso, e da un anno è anche arbitro di giocatori fino alla U16 élite, ho visto in media, in tornei raggruppamenti e partite in giro per il Lazio e altre regioni, la maggior parte degli allenatori e dei genitori concordi con l’idea di divertimento, sano agonismo in campo ma relax sugli spalti, incoraggiamento e applausi per tutti. Ma ci sono stati anche alcuni episodi, alcuni picchi negativi di tifo becero, di offese verso ragazzini avversari, di insulti verso gli arbitri, di “proteste vibranti” soprattutto dalle mamme che nonostante io ne faccia parte come categoria, riconosco fastidiosissime, querule, ignoranti e arroganti. Ho visto società impostare tutto alla “vittoria” (sì, della coppa del nonno), a spese della crescita umana e sportiva di ragazzini e ragazzine che prima di tutto vorrebbero (e dovrebbero) solo divertirsi in modo sano. E anche casi (per fortuna ancora sporadici) di allenatori che, per soddisfare il loro ego ipertrofico di poveri ominicchi frustrati che campano di soddisfazioni riflesse, incoraggiano ragazzini di 14, 15, 16 anni a comportamenti e atteggiamenti da ribrezzo, in campo e fuori. Le società sane per fortuna esistono e mi spingo a dire che sono la maggioranza, ma in alcuni casi, anche a livello giovanile, c’è da aver paura.

  2. bis-steak 25 Marzo 2024, 14:29

    Parole sante le vostre… soprattutto sulla ricerca della competitività già dalla più tenera età!
    Il rugby un poco ancora si salva rispetto ad altri sport, ma il vento del professionismo mischiato alle frustrazioni degli adulti sta intaccando anche qua alcuni valori. Alleno l’U10 di una piccola società e purtroppo capita sempre più spesso di vedere atteggiamenti assurdi proprio da parte dei alcuni educatori e organizzatori di tornei e raggruppamenti. Ricerca esasperata della vittoria attraverso la classificazione in squadra A e squadra B (per chi ha numeri per farlo), arbitraggi ridicoli dove (spero) involontariamente vengono avvantaggiati alcuni elementi del gioco funzionali al proprio mulino ecc… il tutto quando la Federazione si sforzi di insegnare proprio tutto il contrario, cercando di far capire l’importanza del piacere del gioco a quest’età e insistendo sulla non precoce specializzazione ecc, cose che ormai appurato aumentino il drop out negli anni successivi, ma i fenomeni della domenica guardano al proprio orticello credendosi dei vincenti, ma creando un movimento “perdente” che con l’andare del tempo perde tesserati e società. Però sai che soddisfazione quando vinci?!?

  3. Terza Linea 25 Marzo 2024, 18:46

    So di genitori che cambiano squadra ai figli in U14 per andare in società più blasonate (magari molto più lontane da casa) in cui sperano di vincere e che i figli diventino professionisti (manco avessero un Garbisi in casa). Poi li incontri, perdono la partita contro la loro ex squadra e rosicano. Stessa cosa al femminile: le ragazzine che sono andate in società più in vista (zona Roma) hanno smesso, quelle che hanno seguito i suggerimenti del pirla che scrive ora giocano nelle nazionali giovanili (sono le persone che fanno la differenza, non il nome della società).

  4. franzele 25 Marzo 2024, 20:36

    Ora, posto che sono d’accordo con quanto scritto sopra, il coccodrillo è una delle tante posizioni di lotta che si insegnavano ai bambini, ma adesso non si insegnano più, perché è effettivamente pericoloso.
    Il fallo dell’inglesona non era neanche un coccodrillo, per la verità, è proprio un tentativo ben riuscito di far male, forse non voluto, ma figlio dell’imperizia e della scarsa preparazione atletica della tipa stessa, che ha una panza che fa provincia e non è in grado di stare sugli appoggi, alzare l’avversaria e girarla.

  5. spike 25 Marzo 2024, 22:54

    Alla fine comunque perdiamo una delle giocatrici più precise nei calci di tutto il torneo

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