Italia, Ugo Gori ricorda la “fox” di Twickenham contro l’Inghilterra: “Fu un colpo di genio, non ci stavano capendo nulla”

Il mediano di mischia racconta quell’incredibile pomeriggio di Londra: “Peccato per quelle 2 mete a inizio secondo tempo che li hanno rimessi in partita, sarebbe stato bello vincerla”

Italia, Ugo Gori ricorda la "fox" di Twickenham: "Fu un colpo di genio" (ph. Sebastiano Pessina)

Italia, Ugo Gori ricorda la “fox” di Twickenham: “Fu un colpo di genio” (ph. Sebastiano Pessina)

Quando si parla di Italia-Inghilterra non si può non pensare a una sfida in particolare, quella del Sei Nazioni 2017 a Twickenham, quando Brendan Venter e Conor O’Shea si inventarono la “fox” e misero in crisi la squadra guidata da Eddie Jones.

Gli Azzurri sfruttarono una zona grigia del regolamento, come raccontato ai canali ufficiali della Fir da Ugo Gori, mediano di mischia di quella partita: “Fu una strategia geniale. Placcando un giocatore senza rimanere a terra con lui non si formava la ruck, quindi non c’era il fuorigioco e potevamo avanzare e disturbare gli avversari. Abbiamo impostato tutta la partita su questa cosa, e funzionò, e fu un peccato non essere riusciti a vincere. Giocavamo con un difensore sull’asse della ruck e con le due guardie ai lati. Il mediano di mischia, in quel caso io, doveva poi fare il giro e disturbare gli inglesi”.

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Molti ricordano lo sguardo spaesato degli inglesi, zittiti anche dal direttore di gara Poite alla loro richiesta di spiegazioni: “Sono l’arbitro, non il vostro allenatore”. Eppure, prima della partita anche tra gli Azzurri c’era un po’ di preoccupazione: “Non sapevamo se avrebbe funzionato, perché non l’avevamo mai fatto prima di quella settimana e in alcune zone del campo sarebbe stato pericoloso. Ad esempio, farlo troppo vicini alla nostra linea di meta sarebbe stato molto rischioso perché agli inglesi sarebbe bastato fare un pick&go per passare. Durante la settimana avevamo avuto nei problemi nel capire come difenderci in queste situazioni”.

“Poi però ha funzionato – ha proseguito Gori – e loro non ci hanno capito niente. Prima della partita avevamo parlato con gli arbitri, ci confermarono che il regolamento ci avrebbe permesso di andare oltre il raggruppamento e che se lo avessimo fatto non ci avrebbero fischiato contro. Peccato per quelle due mete a inizio secondo tempo che li hanno rimessi in partita, sarebbe stato bello riuscire a vincerla”.

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Gori ha anche un rimpianto personale, essendo stato costretto ad uscire all’intervallo a causa di una concussion: “Non superai il controllo nonostante stessi bene, ai tempi il test era solo in inglese, e una parte consisteva nell’ascoltare 10 parole slegate l’una dall’altra e poi ripeterle più volte in pochissimo tempo, questa cosa poi la rifacemmo nuovamente alla fine del test. Il mio inglese non era perfetto e alla fine non riuscii a superare il controllo, fu un peccato perché pensavo di stare bene”.

Dopo quella partita, e dopo le veementi proteste degli inglesi, World Rugby cambiò il regolamento: “Credo sia stata la cosa giusta – spiega Gori – perché se tutti avessero usato questo sistema non si sarebbe più potuto giocare a rugby. Sapevamo che si trattava di una tattica da usare ‘una tantum’, ma quando affronti avversari così forti è giusto provare ad usare tutti i mezzi che hai a disposizione. L’avevamo studiata bene e ci permise di essere competitivi contro una squadra molto più forte di noi. Fu un colpo di genio”.

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