Il caso Jack Willis, la posizione federale e quella dei club pensando al prossimo quadriennio
L’eleggibilità dei giocatori inglesi che giocano in altri campionati, all’estero? Per il momento non se ne parla. Oltremanica la discussione, stimolata anche dal nuovo ct della nazionale, è diventato un tema di discussione, ma al momento senza alcun margine di apertura.
Inghilterra: è caos sull’eleggibilità. Per ora vince il fronte interno della Premiership
Tutto parte da Jack Willis: il giocatore ha dovuto lasciare i Wasps, a causa dei problemi finanziari, per spostarsi a Tolosa nel Top14. Ora però il terza linea è intenzionato a rinnovare il suo contratto con i francesi, ma questo potrebbe precludergli la possibilità di giocare per la nazionale viste le regole attuali sulle convocazioni; elemento questo che, dal post Rugby World Cup 2023, potrebbe toccare anche altri giocatori come Luke Cowan-Dickie, Sam Simmonds, David Ribbans e Joe Marchant.
Ma i club da che parte stanno? Simon Massie-Taylor, il CEO della Premiership, a tal proposito ha affermato: “Per la Federazione e per i club è importante, al netto di deroghe speciali (citazione caso Willis, ndr), che i giocatori facciano parte del massimo campionato interno. Poi sappiamo che esiste un mercato internazionale in continua evoluzione e che i giocatori hanno la possibilità di valutarlo”.
Non propriamente d’accordo invece, raccogliendo consensi anche da una buona parte dei suoi colleghi, Mark McCall, il Director of Rugby dei Saracens: “Per me la cosa importante sarebbe quella di iniziare a gestire il tutto con l’introduzione dei contratti centralizzati, in accordo tra i club e la RFU. Così si avrebbe la possibilità di gestire in maniera più comoda e meno pesante il salario di un giocatore di interesse nazionale e non stare a creare diatribe tra le società e le rappresentative nei vari periodi di gioco internazionale. Inoltre i giocatori, probabilmente, avendo un contratto federale sarebbero anche più responsabilizzati e meno orientati a valutare offerte all’estero”.
Nelle prossime settimane sono attesi ulteriori sviluppi sulla vicenda, non tanto per le selezioni verso l’imminente Rugby World Cup 2023, quanto per il periodo 2024-2027.
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