Il campione del mondo inglese del 2003, affetto da demenza precoce, ha raccontato la sua difficile convivenza con la malattia
Steve Thompson e il rimpianto di aver giocato a rugby
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Articoli come questo fanno dubitare seriamente dell’opportunità di praticare questo sport e soprattutto di farlo praticare ai prorpi figli…
Vero . Quanti figli di ex giocatori di rugby ora giocano a pallacanestro, incoraggiati da genitori… Anche in Nuova Zelanda. In un articolo Thompson racconta gli allenamenti in cui venivano incoraggiati a rialzarsi dopo un trauma cranico e riprendere come se nulla fosse accaduto. o si va verso un rugby a 7 / 13 o il numero di partite e gli allenamenti a contatto andranno centellinati e tenuti sotto controllo con dei rilevatori, come nelle partite
Concordo, un domani se avrò un figlio mi guarderò bene dal farlo giocare a rugby o sport che richiedono contrasti “importanti”. Se ne parla sempre poco, ma gli infortuni debilitanti a lungo andare di certi ragazzini possono compromettere una vita intera, e non parlo solo di concussion. Quando ero bambino io dicevano che il rugby era di tutti, beh, non è assolutamente vero. Il rugby di oggi è di pochi, e quei pochi si fanno comunque molto ma molto male.
La mia impressione e’ che il professionismo non abbia certo giocato. Prima i giocatori, anche quelli internazionali, si allenavano con contatto al massimo tre sere alla settimana…
Da ex giocatore cerchero’ di orientare mio figlio verso altri sport.
Ragazzi, ricordiamoci che la demenza (piu sottotipi) è una malattia poligenica dove tanti geni con mutazioni influiscono sul fenotipo. Non è che giocare a rugby porta a demenza MA se hai la genetica che ti predispone sei a rischio di svilupparla. Lo sport di contatto può essere un fattore scatenante? Si come lo può essere una infezione presa in concomitanza della diagnosi o presa prima. Legare le due cose non è semplice soprattutto, come questo esempio, hai +40 anni di fattori esterni a contribuire.
Ricordiamo pure che non esiste screening genetico o marker genetico solido, a parte apo-e.
Per favore non arrivate alla conclusione Rugby = demenza. È e sempre sarà genetica + fattori biologici (sesso, età, etc…) + ambinete (sport, virus, altro) + l’interazione tra genetica e questi fattori. Genetica è un fattore importante, se non sei a rischio è improbabile che la persona lo sviluppi.
il problema non è quello di affermare se il rugby moderno sia uno sport a rischio danni cerebrali. E’ ovvio che sia così come tutti gli sport che prevedono possibilità di colpi alla testa e quindi il rugby, il pugilato, il footbal americano possono portare conseguenze negative nel corso degli anni.
per non parlare di infortuni classici che ti porti dietro a vita.
Il vero nodo è : il gioco vale la candela da un punto di vista sportivo e anche e soprattutto economicamente??
io direi proprio di no
Questi articoli fanno male al mondo del Rugby, pare mio si deve contestualizzare la situazione, siamo nel 2003, erano passati 5 anni dall’inizio del professionismo, giravano tantissimi soldi, i rugbisti di allora non ne avevano mai visti così tanti. Ora, nel rugby le concussion sono gestite con molta prudenza, e in presenza di mal di testa post concussion non è possibile entrare in campo, a meno che l giocatore star zitto e ” x fregare” il medico, ma questi sono a…zi suoi!!!