Sei Nazioni 2021: l’Inghilterra di Eddie Jones

La situazione in casa britannica, ad un paio di giorni dal kick-off del torneo

Autumn Nations Cup Inghilterra Ben Youngs

Sei Nazioni 2021: l’Inghilterra è ancora la squadra favorita per la conquista del torneo? (Ph. Sebastiano Pessina)

L’inizio del Sei Nazioni 2021 è sempre più vicino e per tifosi e addetti ai lavori, nonostante la risalita a velocità folle della Francia di Galthiè, c’è una squadra che nelle gerarchie e nei pronostici, seppur di un’incollatura, è davanti a tutti nell’ideale griglia di partenza del torneo: l’Inghilterra di Eddie Jones, che difende peraltro il titolo conquistato in ottobre, al termine di un’edizione 2020 interminabile.

Andiamo quindi ad analizzare nel dettaglio la situazione dei convocati, il momento, le aspettative e come è andata l’ultima edizione del Sei Nazioni dalla Rappresentativa della Rosa.

Sei Nazioni 2021: l’Inghilterra, i convocati
Fra i 28 convocati scelti, gruppo tirato all’osso anche per motivi logistico-sanitari, a fare da punto luce è sempre la leadership consolidata di Owen Farrell ed il gruppo di veterani costituito da Itoje, George e Daly, oltre a Billy Vunipola.

In un collettivo piuttosto rodato, le novità sono rappresentate dai tre ‘uncapped’: il trequarti dei Wasps Paolo Odogwu – che era nel mirino anche dell’Italia -, il mediano di mischia Harry Randall e il pilone di Bath Beno Obano.

La nota positiva è il ritorno di Courtney Lawes, quelle negative invece sono rappresentate dalle assenze di Kyle Sincler, Mako Vunipola, Joe Marler, Joe Lanchbury e Sam Underhill: tre piloni, un seconda linea e un terza linea, in pratica un’ecatombe di avanti.

Il pack per Eddie Jones è sempre stato un asset fondamentale del gioco, vedremo come risistemerà le cose.

Sei Nazioni 2021: l’Inghilterra, il momento
La situazione per la nazionale inglese, nella marcia d’avvicinamento al torneo, non è stata delle più semplici e l’insofferenza di Eddie Jones, che ha poco margine per sperimentare e poco spazio per far esplodere tutta la sua abituale dialettica, è emersa a più riprese.

Leggi anche, Inghilterra, verso il Sei Nazioni 2021: i tormenti di Eddie Jones

L’Inghilterra sarà chiamata a creare una bolla nella bolla: dovrà gestire la stranezza del torneo reggendo anche tutte le pressioni che inevitabilmente ci saranno sulla squadra, che non può esimersi dal lottare – nei panni di favorita – per il torneo.

Sei Nazioni 2021: l’Inghilterra, le aspettative
Oltre alla volontà di voler alzare un altro trofeo a metà marzo, che sarebbe il terzo consecutivo dopo il Sei Nazioni 2021 e l’Autumn Nations Cup, in patria l’opinione pubblica ha fatto capire a Jones e al suo staff che vorrebbe vedere una nazionale con uno stile di gioco più gradevole.

Una critica mossa al comparto tecnico che però, dal canto suo, ha fatto capire che l’estetica non può andare a discapito dell’efficacia: giocare meglio e in maniera più identitaria è una volontà, ma il focus principale dev’essere rivolto al voler portare le partite a casa; anche se in una sfida si rinunciasse quasi interamente al gioco alla mano per vivere di battaglie al piede e “macinato”.

Sei Nazioni 2021: l’Inghilterra, l’ultima edizione del torneo
Macchina del tempo per spezzare il Sei Nazioni 2020 in due parti. Quella di febbraio/marzo e quella conclusiva di fine ottobre.

Nelle prime quattro prove, i vicecampioni del mondo partono male incappando in una sonora sconfitta – più di quanto dica il punteggio – in casa della Francia (24-17), salvo poi riuscire a risollevarsi battendo la Scozia (6-13 a Murrayfield), l’Irlanda (24-12) e il Galles (33-30).

A ottobre, vista anche una serie di risultati incrociati verificatisi prima della lunga pausa, arrivano col match point sulla racchetta: all’Olimpico battono l’Italia col punteggio di 5-34, ma è il 35-27 con cui la Francia batte l’Irlanda (differenza +44 per gli inglesi, e invece di soli +21 per i transalpini, con entrambe a quota 18 punti) a consegnare loro il trofeo.

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