Sei Nazioni 2021: infortuni e calendario, chi arriva al Torneo favorito dal caso

Come si compone la griglia di partenza del Torneo

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Sei Nazioni 2021: infortuni e calendario – ph. Adrian DENNIS / AFP

Non dal solo campo viene deciso il Sei Nazioni: se la legittimazione della squadra più forte passa necessariamente per il rettangolo di gioco, è anche vero che ci sono fattori esterni decisivi nel determinare la classifica finale del Torneo.

In particolare, infortuni e calendario sono due fattori decisivi che portano le squadre più avanti o più indietro in una immaginaria griglia di partenza per il Sei Nazioni 2021, in partenza da Roma il prossimo 6 febbraio.

Qui Irlanda

La squadra che arriva al Sei Nazioni con meno giocatori fermi ai box è l’Irlanda: fra gli abituali convocati di Andy Farrell solo Jacob Stockdale sarà assente.

L’ala dell’Ulster è ufficialmente bloccata da un infortunio, anche se non era stato comunicato da Ulster come di consueto, tanto da far sospettare che quella di Andy Farrell in conferenza stampa sia una mezza verità: d’altronde, il trequarti non ha particolarmente brillato nelle ultime uscite in maglia verde.

Il vero e proprio cruccio di Farrell risiede nella disponibilità e nella forma nella quale Jonathan Sexton si presenterà alla prima giornata del Torneo: il 35enne mediano di apertura è ancora imprescindibile per l’Irlanda.

La nazionale irlandese ha anche uno dei calendari migliori, con due sole partite in casa, ma contro le avversarie più dure, Inghilterra e Francia. Se riuscirà a passare indenne dal Principality Stadium di Cardiff, quest’anno la squadra in verde sarà una brutta gatta da pelare.

Tanti infortuni, ma quanta profondità

Sia Inghilterra che Francia arrivano al Sei Nazioni 2021 con tantissimi talenti in bacino di carenaggio. L’Inghilterra dovrà fare a meno sia di Mako Vunipola che di Joe Marler, lasciando quindi lo spot di pilone sinistro ad Ellis Genge e a qualche altro talento finora mai testato a questo livello.

Assenze pesanti anche quelle di Joe Launchbury, Sam Underhill, Jack Nowell e Manu Tuilagi. In seconda linea, in terza e all’ala, però, le alternative si sprecano: sostituire Underhill con un talento come Jack Willis è un lusso che nessuna altra squadra del Sei Nazioni può permettersi.

Il ruolo forse meno coperto è quello di secondo centro. Eddie Jones ha lasciato Jonathan Joseph nella sua shadow squad, scegliendo di portare Ollie Lawrence, già numero 13 durante la Autumn Nations Cup, e Paolo Odogwu. I due si contenderanno la maglia da titolare grazie alla loro capacità di generare palloni avanzanti, mentre sembrano più labili le possibilità di una cerniera centrale formata da Ford, Farrell e Slade.

L’Inghilterra è la decisa favorita per il Torneo non solo per la qualità della squadra, il fatto che siano i campioni in carica e la squadra attualmente più forte d’Europa: giocherà anche 3 partite in casa, accogliendo nel fortino di Twickenham l’avversario numero uno, la Francia.

I transalpini partono con un grosso handicap: mancheranno Virimi Vakatawa, Romain Ntamack, Thomas Ramos, Jean-Baptiste Gros, Uini Atonio, Demba Bamba e Gregory Alldritt.

Tuttavia Fabien Galthié ha dimostrato di poter rinunciare a buona parte dei titolari mantenendo alta la qualità, e l’inizio contro l’Italia permetterà ai francesi di prendere abbrivio. Alldritt dovrebbe essere disponibile per la parte finale del torneo, così come Ramos e Ntamack. Saranno quasi sicuramente out per la temibile trasferta a Dublino, però, alla seconda giornata.

Il calendario della Francia non è per nulla facile: in casa solo Scozia e Galles (terza e quinta giornata), trasferte a Roma, Dublino e Londra.

Le incognite

Galles e Scozia si presentano ai nastri di partenza come le due principali incognite di questo Sei Nazioni 2021.

Gli highlanders hanno 3 partite in casa, ma dovranno affrontare trasferte proibitive a Londra e Parigi. Vincere una delle due, li inserirebbe direttamente nella competizione per il titolo finale, ma a Twickenham contro l’Inghilterra Townsend deve fare a meno dei suoi due tallonatori principali (McInally e Brown) e dei due ricambi migliori in mediana (George Horne e Hastings): assenze decisamente pesanti per una squadra che deve tirar fuori il proprio lato migliore per sperare di vincere, un lato che non vediamo emergere ormai da quasi un anno.

I Dragoni hanno la solita lista numerosa di infortunati, 9 fra lungodegenti ed acciaccati, ma ha potuto recuperare un giocatore importante come Josh Navidi ed è oggi in una situazione di rosa assai migliore rispetto a quella dello scorso autunno, con qualche giocatore particolarmente in forma (Jarrod Evans, l’immarcescibile Justin Tipuric).

Le sfide delle prime due giornate contro Irlanda (in casa) e Scozia (in trasferta) saranno decisive: almeno un successo potrebbe dare fiducia alla squadra di Wayne Pivac, dimostrare di essere entrata in sintonia con i dettami del tecnico neozelandese e proiettare in positivo un torneo che poi diventerà davvero duro.

Il Galles non vincerà questo Sei Nazioni, ma potrà essere decisivo per far fare un passo falso alle favorite: che l’Inghilterra possa uscire malconcia dal Principality Stadium non è una novità e non sarebbe una sorpresa. Lo stesso vale per l’Irlanda, mentre la Francia ha ancora fantasmi da esorcizzare nonostante la vittoria a Cardiff dello scorso anno.

Gli Azzurri

Da par suo, l’Italia di Franco Smith spera che le prospettive del Galles non si indirizzino poi in modo così positivo, in modo da accogliere a Roma, alla quarta giornata, una squadra con il minor numero possibile di certezze.

A dicembre solo un brusco calo nel finale di partita consentì ai Dragoni di salvare baracca e burattini e non perdere in casa: Smith e soci sperano però di finire il compito lasciato a metà l’ultima volta a Roma. È decisamente quella la partita da segnare col circoletto rosso sul calendario nel Sei Nazioni di quest’anno.

L’avvio azzurro sarà durissimo: anche se in casa, affrontare la prima contro una delle favorite al titolo come la Francia, con le assenze di Minozzi, Steyn e Polledri, sembra un compito davvero improbo, a cui seguirà una trasferta in Inghilterra ancor più dura.

Dopo lo stop del 20 febbraio, nel quale Bigi e compagnia potranno riprendere fiato, ci sarà però da affilare le armi: le sfide casalinghe a Irlanda e, come detto, Galles sono l’occasione per interrompere il filotto infinito di sconfitte nel Torneo, e chissà mai che, con le giuste condizioni, non possa essere di nuovo Edimburgo il teatro di una grande impresa.

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