Italia-Sudafrica 2016: dove sono oggi i protagonisti

11 campioni del mondo, tanti ritirati, tanti scesi di categoria: come sono andate le cose a chi scese in campo

italia sudafrica bronzini

ph. Sebastiano Pessina

Rivedere la sfida fra Italia e Sudafrica del 2016, la più recente delle grandi gioie del rugby italiano, ha regalato un sorriso a tutti, nella speranza di tornare presto a combinare qualcosa di così grosso.

Quattro anni, anzi, tre e mezzo da quel magico pomeriggio di Firenze in cui tutto sembrava incredibilmente congiurare per andare bene, per una volta. Un tempo che sembra breve, ma dal quale sembra passata un’era geologica se guardiamo che cosa è successo nel frattempo a Italia e Sudafrica.

Gli Springboks hanno toccato il punto più basso della loro storia ovale recente e si sono poi rilanciati verso l’alto alla grande, vincendo la Rugby World Cup. Era una squadra in pieno ricambio generazionale, con gerarchie non chiarissime e uno staff tecnico guidato da Allistair Coetzee forse non esattamente all’altezza. La metà dei giocatori presenti a Firenze, però, ha alzato il trofeo più ambito di Ovalia appena qualche mese fa.

L’Italia è appena uscita dall’era di Conor O’Shea, che era incominciata nell’estate del 2016 ed è durata proprio fino all’ultimo mondiale. Un’Italia, quella del novembre 2016, destinata a cambiare pelle seppur sotto il medesimo head coach. E’ un dato di fatto che fra il 2017 e il 2018 gli Azzurri abbiano intensificato il ricambio generazionale che pure era già avviato in quell’autunno. Per questo motivo vale la pena andare a vedere dove sono finiti oggi tutti i 46 giocatori in campo il 19 novembre 2016 all’Artemio Franchi di Firenze e scoprire a chi le cose sono andate di bene in meglio, chi invece non ha mantenuto le promesse, chi ha lasciato la palla ovale per volontà o costrizione.

Triangolo allargato

Per il Sudafrica l’estremo titolare era Willie le Roux, all’epoca estremo degli Sharks, oggi campione del mondo in carica con gli Springboks rimasto in Giappone per continuare la sua carriera ai Toyota Verblitz. Compirà 31 anni il prossimo agosto. Alle ali, Bryan Habana era il vice-capitano della squadra, dall’alto dei suoi 33 anni e della sua esperienza. Si è ritirato nel 2018 e oggi lavora principalmente come testimonial e opinionista, oltre ad aver fondato una agenzia di marketing a tema sportivo.  Ruan Combrinck, invece, ha firmato la scorsa estate per lo Stade Français. Dalla panchina dei Boks, nel finale ecco Johan Goosen, allora mediano di apertura del Racing 92, oggi a Montpellier.

L’Italia si presentò a Firenze con Edoardo Padovani estremo. Il giocatore delle Zebre si è operato ad inizio marzo all’anca e non ha per il momento rinnovato il contratto con il club bianconero per la prossima stagione. Giovanbattista Venditti si è ritirato a dicembre 2019, dopo un lungo periodo dove non era riuscito a portare il suo sostegno alle Zebre. A fine febbraio ha deciso di tornare in campo da amatore, in serie B, nella sua Avezzano, ma lo stop dei campionati gli ha impedito di vestire fino a questo momento la nuova maglia. Giulio Bisegni chiudeva il lotto con la maglia numero 14. In questa stagione il laziale ha indossato la fascia di capitano delle Zebre per un lungo periodo di tempo. Tommaso Boni, suo attuale collega, non entrò in campo a Firenze: aveva la maglia numero 23.

Centri

Per i padroni di casa difendevano le maglie numero 12 e 13 Luke McLean e Tommaso Benvenuti. L’equiparato australiano ha lasciato la Nazionale nel 2017 ed è emigrato in Inghilterra per giocare nei London Irish, con i quali ha militato due stagioni. Ha chiuso la carriera alla fine della scorsa stagione, assicurando agli Exiles il passaggio in Premiership. Benvenuti è oggi uno dei giocatori più esperti dell’Italia, con 62 caps. Convocato nel gruppo allargato di preparazione al Sei Nazioni, non ha partecipato a nessuno dei tre incontri. A febbraio ha rinnovato con il Benetton per altri due anni.

Davanti alla coppia del Benetton di quella stagione c’erano l’attuale campione del mondo con gli Springboks Damian de Allende e François Venter, rivisto poi a queste latitudini con i Cheetahs, con cui ha giocato fino al 2018, prima di passare ai Worcester Warriors in Premiership, dove milita tutt’ora.

Mediani

Nel 2016 Carlo Canna era la prima scelta della nazionale italiana e Tommaso Allan la sua riserva. Di lì a poco, i ruoli si sarebbero invertiti. Oggi, con Franco Smith alla guida della nazionale, Carlo Canna e Tommaso Allan convivono contemporaneamente in campo. Giorgio Bronzini ebbe il suo momento di massimo fulgore in quel 2016, collezionando 3 presenze da titolare in nazionale che sarebbero rimaste le sue sole apparizioni dal primo minuto. All’inizio di questa stagione è tornato a Viadana, suo paese natale, dopo tre stagioni al Benetton. Anche Edoardo Gori, che entrò nel finale, ha lasciato il Benetton. Da quest’anno gioca a Colomiers, in ProD2. All’interruzione del campionato si trovava primo in classifica.

Di fronte a loro, il Sudafrica schierava Rudy Paige e Pat Lambie. Paige sembrava poter essere un promettente mediano di mischia, ma nel 2018 venne escluso dai Bulls, finendo ai Cheetahs. Si è trasferito a Clermont all’inizio della stagione con un contratto a breve termine, dopodiché ha raggiunto i Sunwolves per giocare la loro ultima stagione di Super Rugby. Lambie ha dovuto annunciare il suo ritiro dal rugby nel 2019 a causa delle troppe concussions subite. Oggi fa il consulente tecnico per gli Sharks e lavora nel settore immobiliare. Hanno avuto maggiore fortuna i loro rimpiazzi, Faf de Klerk ed Elton Jantjies. Il primo è diventato uno dei numeri 9 più forti del mondo al momento, campione del mondo con la nazionale sudafricana. E pensare che allora era considerato poco più di un raccomandato sopravvalutato. Jantjies è stato parte degli Springboks costantemente negli ultimi 4 anni e parte del Sudafrica campione del mondo.

Terze linee

Sergio Parisse era il giocatore più anziano della terza linea azzurra in campo a Firenze, eppure è ancora l’unico che gioca ad alto livello, quest’anno rigenerato dal trasferimento a Tolone. Simone Favaro lasciò Glasgow dopo che non gli venne rinnovato il contratto nell’estate del 2017, approdando alle Fiamme Oro, nell’allora Eccellenza. Dopo due stagioni nel campionato domestico italiano si è ritirato, appena 30enne, alla fine della scorsa stagione. Percorso simile per Francesco Minto: rilasciato dal Benetton al termine della stagione 2017/2018, ha giocato una stagione in Top 12, ai Medicei. La scorsa estate ha rescisso il suo contratto con il club fiorentino per giocarsi le proprie carte da tecnico: oggi allena alla Brunel University di Londra, collegata agli Ealing Trailfinders, uno dei club più intraprendenti del Championship inglese. Braam Steyn, che aveva debuttato nel Sei Nazioni di quell’anno, ottenne uno dei suoi primi caps contro il Sudafrica, entrando a 20 minuti dal termine. Ha giocato da titolare tutti e tre gli incontri del Torneo di quest’anno.

Il Sudafrica proponeva in terza linea tre ottimi giocatori, che però a non hanno avuto le loro migliori fortune con il verde e giallo della nazionale. Warren Whiteley venne nominato capitano del Sudafrica qualche mese dopo, nel 2017, ma entrò poi in un tunnel di infortuni che si sarebbe risolto solo nel 2018, quando fu il numero 8 titolare degli Springboks. Un ennesimo infortunio, con conseguente operazione, al ginocchio lo ha messo fuori anche per il Super Rugby 2020: la sua carriera, dicono dal Sudafrica, potrebbe essere finita. Willem Alberts giocò a Firenze la sua 43esima e ultima presenza internazionale. Oggi ha 35 anni ed è tornato a giocare in Sudafrica dopo quattro stagioni allo Stade Français. Nizaam Carr avrebbe giocato, e perso, anche la settimana successiva contro il Galles prima di chiudere la sua breve carriera con gli Springboks. Nel 2017 è passato ai Wasps, club dove milita tutt’ora. Oupa Mohoje, entrato dalla panchina, fa parte dei Cheetahs, anche se nelle ultime due stagioni ha raccolto solo una presenza in Pro14.

Seconde linee

Springboks carichi di futuri campioni del mondo in seconda linea, quel giorno di novembre a Firenze. Eben Etzebeth era infortunato e non partecipò, ma Lood de Jager e Franco Mostert, che hanno sollevato la coppa tre anni dopo quella sconfitta, erano in campo. Il primo titolare, il secondo entrato dalla panchina. Al fianco di De Jager era in campo un certo Pieter-Steph Du Toit, l’attuale World Rugby Player of the Year che ha recentemente rischiato di perdere una gamba.

Negli Azzurri militava un sudafricano: Dries van Schalkwyk uscì appena al 27′, facendo però in tempo a segnare la prima delle due mete italiane. E’ tornato in patria nel 2017 per militare nei Southern Kings. Marco Fuser ha disputato 8 partite in questa stagione con il Benetton, ma solo una da titolare. Il suo contratto scadrà a fine stagione e per il momento non è stato rinnovato. George Biagi oggi è uno dei leader delle Zebre e si è tolto la soddisfazione, lo scorso novembre, di giocare con i Barbarians.

Prima linea

I quattro piloni dell’Italia giocarono a Firenze 40 minuti a testa, con il pit stop arrivato all’intervallo. Sami Panico è finito in una brutta faccenda nel 2018, che gli è costata la rescissione del contratto alle Zebre. A febbraio è tornato a giocare con la squadra cadetta del Calvisano, in serie C. Lorenzo Cittadini, 37 anni, ha giocato con Calvisano in questa stagione nell’ennesima iterazione della sua infinita carriera. Nicola Quaglio e Simone Ferrari sono entrambi atleti del Benetton. Nel 2016 fecero il loro debutto in nazionale proprio a Firenze. Dopo 2 anni e mezzo difficilissimi, passati a tentare di ritornare in campo, il tallonatore Ornel Gega ha annunciato il proprio ritiro a gennaio di quest’anno. Tommaso D’Apice, che era in panchina con la maglia numero 16 e non entrò in campo, ha lasciato il rugby ed è emigrato in Australia.

Notevole la prima linea del Sudafrica: Tendai Mtawarira, Vincent Koch, Bongi Mbonambi, Steven Kitshoff e Trevor Nyakane sono tutti e cinque campioni del mondo 2019. Adriaan Strauss, capitano di quel tour, si è invece ritirato dalla scena internazionale una settimana dopo la sconfitta di Firenze e dopo aver perso anche in Galles. Ha chiuso la carriera ai Bulls, ritirandosi nel 2018.

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