Perché il Benetton non può essere contento

Una stagione straordinaria coronata da una partita fantastica, che per pochissimo non è diventata un ulteriore pezzo di storia

ph. Ettore Griffoni

Il Benetton deve essere soddisfatto della propria stagione? La squadra di Treviso lascia dei rimpianti sul campo del Thomond Park? In entrambi i casi la risposta è sì.

Intendiamoci subito: in alto i calici non solo per l’annata del Benetton, contraddistinta dalla prima qualificazione alle fasi finali di Pro14 della storia del rugby italiano, ma anche per la partita giocata a Limerick, in uno stadio dove nessuna squadra del Belpaese ha mai vinto e da cui nessuno esce indenne.

Per 77 minuti, invece, il Benetton ha condotto l’incontro, legittimando con un secondo tempo dominante i sacrifici fatti nella prima frazione. Poi, il calcio dal centro esatto del campo di JJ Hanrahan ha dato il vantaggio agli irlandesi, e i biancoverdi non sono più riusciti a tornare davanti.

Come sono andate le cose: la cronaca della partita di Limerick

Se alla vigilia della partita era impronosticabile che il Benetton potesse arrivare a un passo dalla semifinale, adesso risulta quasi doloroso ripensare a quanto vicino i giocatori di Kieran Crowley siano arrivati dal centrare un successo che sarebbe andato oltre lo storico, dritto nell’Olimpo ovale del nostro movimento. Un dolore, quello del Benetton, che dev’essere però un sentimento positivo, da non rifuggire: se, mentre il popolo del rugby italiano giustamente applaude la cavalcata di questa stagione dei Leoni, nel chiuso dello spogliatoio i biancoverdi si gioveranno della ferita causata dal ricordo dei piccoli momenti che hanno cambiato l’ultima partita in loro sfavore, senza cedere all’italica abitudine dell’autoindulgenza, allora questo potrà essere il motore per tornare a mettersi nella stessa posizione in futuro, cambiando il risultato finale.

In questo senso il Benetton non può essere contento: c’è ovviamente molto di cui essere orgogliosi e soddisfatti dopo una stagione così, ma la crescita ulteriore dei singoli giocatori e del gruppo passa per la consapevolezza che questa partita, giocata alla grande, è sfuggita dalle mani quando poteva essere portata a casa.

La grande partita del Benetton

Il Benetton ha girato la partita a proprio favore nel primo quarto di gioco, quando si è trovato sul 3 a 3 avendo sostanzialmente difeso per venti minuti i propri 22 metri, e per lunghe fasi la linea di meta. A Munster manca, già da qualche settimana, quella brillantezza offensiva che solo le stilettate del ballerino Carbery hanno saputo regalare in stagione, e l’head coach Van Graan già promette, difatti, di aggiungere un allenatore dell’attacco per la prossima stagione.

I biancoverdi hanno quindi messo in campo tutta la loro esplosività fisica dando vita a venti minuti di resistenza, in una guerriglia senza quartiere dove è emersa tutta la qualità di Marco Riccioni, autore di una prestazione mostruosa che farà assai riflettere lo staff della Nazionale quando lo avrà a disposizione a Pergine Valsugana.

Dopo aver resistito all’offensiva della maul irlandese con un furto con scasso di Braam Steyn e aver costretto all’in-avanti sulla linea di meta Tadhg Beirne, il Benetton ha ceduto 3 punti a Bleyendaal per un fallo abbastanza gratuito di Bigi, salvo poi replicare immediatamente per portare il punteggio in parità.

Emersa praticamente indenne dall’inferno iniziale, la squadra italiana ha cominciato a dire la sua, fino a colpire con l’incredibile meta di Tavuyara proprio sullo scoccare del minuto 40. Si va al riposo sul 3 a 10, mentre le statistiche dicono 62% di possesso e 68% di territorio a favore del Munster.

Mentre nella ripresa avremmo potuto aspettarci un calo del Benetton, è proprio la squadra ospite a farla da padrona, ribaltando completamente le cifre statistiche e ammassando nei secondi quaranta minuti il 68% di possesso e il 72% di territorio. Sfumano occasioni ghiotte per Steyn e Faiva, che non riescono a controllare due offload difficili dopo azioni travolgenti di Tebaldi, Ioane e Hayward prima, e di Tavuyara poi. Il coraggio e la spavalderia con cui giocano i Leoni sembrano essere premiati dal +7 firmato Allan a venti dalla fine.

JJ Hanrahan, entrato a mezz’ora dalla fine per Bleyendaal, firmerà poi 6 punti consecutivi per andare sul 12 a 13, prima di sancire il risultato finale con la sua bomba da 50 metri. Rimangono comunque negli occhi le prestazioni dei ragazzi in biancoverde, in un Thomond Park relativamente silenzioso e insolitamente vuoto: il Benetton ha pareggiato la battaglia fisica nel reparto degli avanti, principale risorsa degli avversari; ha eccelso in mischia chiusa e in touche (un lancio perso in totale, controbilanciato da una rubata vitale di Ruzza a cinque metri dalla meta); è stato all’altezza nel gioco tattico al piede e ha contrattaccato con grande efficacia grazie ad un triangolo arretrato in giornata di grazia, non la prima della stagione a dire il vero.

I piccoli dettagli che hanno fatto la differenza

Negli ultimi tre minuti di partita il Benetton ha l’eccezionale forza di riportarsi per ben due volte nella metà campo avversaria. Nel primo caso, gli avanti avanzano fin dentro i 22 metri, poi Tito Tebaldi sceglie di passare il pallone al nuovo entrato Rizzi non esattamente nel momento migliore per effettuare il drop. Arriva tanta pressione sul giovane mediano d’apertura, che manda il pallone alla destra dei pali. Poco dopo, sarà Jayden Hayward a spedire l’ovale a spegnersi nella stessa zona, provando un calcio di rimbalzo disperato da distanza notevole, quando gli avanti, a corto di benzina, non riuscivano più a guadagnare terreno.

La scelta di provare il drop non dovrebbe essere una questione di discussione: Munster in questa stagione, e durante la partita parimenti, ha dimostrato di essere in grado di non concedere calci di punizione e il calcio di rimbalzo era la situazione più ovvia da ricercare in quella circostanza per vincere la partita. In entrambi i casi la preparazione non è stata perfetta, ma d’altra parte quante volte i Leoni si saranno trovati a preparare l’evenienza?

Piuttosto, quando nell’ultimo quarto d’ora la partita si è trasformata in una battaglia punto a punto, il Benetton ha senza dubbio giocato il miglior rugby rispetto gli avversari ed ha avuto le più chiare opportunità di segnare, eppure la partita è finita con la vittoria di Munster.

Sono fondamentalmente tre i momenti in cui la partita gira, ancor prima di arrivare ai due drop.

Il primo arriva al 68′: dopo una prolungata azione offensiva, Faiva viene servito sull’out di destra e avanza fino ai cinque metri dalla linea di meta. Si giocano due penetrazioni vicine con Appiah e Steyn, poi il pallone passa da Duvenage ad Allan, quindi a Hayward. L’estremo ha un due contro due in uno spazio di campo molto largo, con Tavuyara schierato lontano in isolamento contro il diretto avversario. E’ una situazione comunque difficile da gestire, contro una difesa che può salire sparata e che non concede mismatches: il numero 15 biancoverde viene catturato e deve cedere il pallone, che tramite l’arrivo di Ioane giunge in qualche modo a Tavuyara sulla linea laterale sinistra, dove però è molto facile per la difesa sospingerlo fuori. Sfuma un’occasione molto importante di replicare immediatamente ai 6 punti in fila di Munster.

La difesa preme forte dall’interno, così che il diretto avversario di Hayward (Farrell), può andare a prenderlo senza che il 15 biancoverde possa sfidarlo efficacemente. Tavuyara è lontano, chiamava un gioco al piede ad Allan visto che la seconda linea di difesa di Munster era lontana. Un colpo difficile e rischioso, ma dai possibili alti dividendi. Più sicuro ancora sarebbe forse stato continuare a giocare vicino con gli avanti

Subito dopo, il Benetton si riporta in avanti a partire da una rimessa laterale offensiva. Con dodici fasi di gioco abrasivo che niente hanno da invidiare al miglior Munster, i biancoverdi si riportano insistentemente nei cinque metri degli avversari. Dopo la carica di Halafihi si crea un tre contro uno molto interessante sul settore destro dell’attacco, ma Duvenage commette il peccato di saltare sia Allan che Sgarbi per cercare immediatamente il talismano Tavuyara. Il passaggio lungo permette alla difesa di rinvenire e di fermare, questa volta, l’ala avversaria.

Proseguono le cariche degli avanti biancoverdi alla ricerca di quella che sarebbe la meta risolutiva, ma la difesa regge e Dean Budd si fa cogliere colpevolmente impreparato quando il pilone avversario Ryan lo carica passando correttamente dal gate della ruck, e successivamente recupera il pallone.

L’ultimo difensore del Benetton non sembra in posizione per una salita velocissima che tolga tutto lo spazio ad Allan di ricevere e prendere la giusta decisione per andare in prima persona o far segnare un compagno. Il passaggio lungo è invece l’opzione che consente alla difesa di rientrare

Si arriva quindi al momento che decide la partita. Minuto 74, mischia sulla linea mediana del campo in favore del Benetton. Sgarbi carica la linea e prende un buon avanzamento per i suoi. Allan attacca la linea e mette bene a disposizione, Duvenage decide di cambiare senso al gioco e tornare a destra da Halafihi, che guadagna ancora metri. C’è una nuova ruck con Morisi prima che il pallone vada verso destra per Hayward. L’estremo serva Ioane al suo interno, che porta il pallone sulla linea dei 10 metri avversari. L’ala viene però abbrancata da CJ Stander: il numero 8 lo mette a terra e in un attimo rialza le ginocchia da terra e contende l’ovale, vincendo il calcio di punizione per tenuto.

Si può discutere sulla correttezza del fischio di Nigel Owens in questa occasione, come hanno fatto diversi commentatori britannici e irlandesi: Stander è totalmente sbilanciato in avanti, non è in equilibrio sui propri appoggi e mette mani e avambracci a terra prima di andare sul pallone. Tutto vero, anche se succede in un battito di ciglia e anche se costantemente vediamo questo gesto tecnico premiato dagli arbitri, come lo premia nell’occasione Owens. Meno da discutere c’è su quello che accade, come riportato da Ruaidhri O’Connor dell’Irish Independent, mentre le telecamere della diretta televisiva sono impegnate a mostrare il replay dell’azione: Duvenage, frustrato, calcia via il pallone, i giocatori di Munster si lamentano e Owens accorda dieci metri di penalità ulteriori contro il Benetton. Si arriva così alla punizione sulla linea di metà campo che Hanrahan converte nei 3 punti del sorpasso.


Una partita sul filo del rasoio come quella di Thomond Park si gioca inevitabilmente sugli episodi: questi tre hanno fatto sì che il Munster riuscisse a scamparla grossa davanti al proprio pubblico e a presentarsi alle semifinali di Pro14.

Dove si va da adesso in poi? 

Lorenzo Calamai

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