Il Pro14 vorrebbe le sudafricane nella Champions Cup in futuro

Il CEO del torneo celtico spinge affinché questo accada nel minor tempo possibile

cheetahs

ph. Ettore Griffoni

Dopo che nelle scorse settimane era tornata prepotentemente in voga l’ipotesi di un nuovo allargamento del Pro 14, con altre compagini sudafricane coinvolte nel fu torneo celtico a partire dalla stagione ’18/’19, negli ultimi giorni, Martin Anayi, CEO del campionato che vede impegnate anche Zebre e Benetton, ha parlato apertamente del desiderio di permettere il prima possibile la partecipazione alle coppe continentali dei club della Rainbow Nation iscritti alla lega europea sovrastatale.

Il dirigente britannico, dichiaratosi ampiamente soddisfatto dell’impatto sul campo dei Cheetahs e fiducioso sul futuro dei Southern Kings, che, nonostante risultati rivedibili, hanno rifirmato parecchi giocatori per l’anno prossimo, mostrandosi una società stabile, ha tenuto a sottolineare come, soprattutto all’interno di un torneo senza retrocessioni, la qualificazione alle coppe sia uno stimolo fondamentale per mantenere il più alta possibile la tensione sportiva di tutte le squadre nel corso dell’annata. “Una volta che hanno iniziato a giocare nel Pro 14, e mostrato di poter essere competitive, il passaggio successivo per le compagini sudafricane non può che essere l’eleggibilità e la conseguente partecipazioni alle manifestazioni continentali”, ha recentemente sentenziato Anayi, prima di affrontare e smontare anche una presunta problematica geografica. “Anche dei team russi stanno partecipando alla Challenge Cup, eppure la Siberia (da dove provengono Enisei e Krasnoyarsk) non sarebbe Europa, almeno per come abbia sempre inteso l’Europa”, ha argomentato.

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Insomma, stando alle parole della principale figura dirigenziale del torneo celtico, la strada verso l’ingresso delle sudafricane in Champions Cup pare l’unica percorribile nell’ottica di una nuova crescita, sotto ogni punto di vista, della competizione regina, nonostante i problemi relativi all’organizzazione delle trasferte nel continente nero (un “problema” reale, attenuabile, però, con l’esperienza nel corso del tempo). Ma, per bocca dello stesso Anayi, per ottenere tale risultato, sarà fondamentale, nel futuro prossimo, attuare con efficacia un’opera di convincimento sugli altri membri fondanti di EPCR, cercando di far comprendere pienamente tutte le potenzialità dell’ingresso integrale del Sudafrica ovale nel mercato europeo, e non solo nel Pro 14.

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