“Un momento importante per il rugby italiano”: il Benetton di Kieran Crowley alza il volume

Il coach dei Leoni analizza l’impresa dei suoi, offrendo anche un commento sulla questione dell’Accademia Under 20

benetton kieran crowley 2018

ph. Ettore Griffoni

DUBLINO – È una di quelle straordinarie notti che, anni dopo, suscita l’invidia di amici e conoscenti dicendo “Io c’ero”. Una di quelle sere di cui ricordi tutto: l’applauso convinto deI 12.000 della RDS alla fine della partita, i giocatori che festeggiano felici in mezzo ai tifosi. Il Benetton meritava una notte così, dopo moltissime delusioni, ma se la meritava un po’ tutto il movimento.

I Leoni se la godono e festeggiano questo 15-17 a Dublino come fosse un Grande Slam. Per la prima volta dall’inizio del Sei Nazioni e dopo ben 18 tentativi delle squadre di club, una squadra italiana espugna Dublino. Per ora è biancoverde, un giorno (speriamo presto) sarà azzurra. Aveva ragione l’allenatore delle Zebre, quando il sabato precedente aveva detto: “Sarà una bella partita. Il Benetton in questo momento non è l’avversario ideale per chi ha la testa alla semifinale di Champions”. Per dare un’idea dell’impresa dei Leoni: nelle 44 partite casalinghe delle ultime tre stagioni, quella di sabato per Leinster è stata la quarta sconfitta, la prima nel 2017/18.

La notte della Rds regala anche momenti memorabili anche durante le conferenze stampa alla fine della partita. Leo Cullen parla mentre in sottofondo si sentono i cori dallo spogliatoio biancoverde: “Leoni! Leoni!”. I cori di giocatori e staff si alzano sempre più forti, fino a quando Leo Cullen interrompe una frase e si lascia andare a un sorriso benevolo. Oppure l’espressione di soddisfatta meraviglia con la quale Allan e Sgarbi sentono che la loro vittoria alla Rds era data 16/1 dai bookmakers, con un handicap di 29 punti. Per gli intenditori insomma, il Benetton avrebbe dovuto perdere con 30 punti di scarto.

– Leggi anche: le dichiarazioni di Sgarbi e Allan 

Crowley, visibilmente soddisfatto, risponde così alla domanda sulla storicità della vittoria: “Avete visto la reazione dei ragazzi alla fine della partita. Se si pensa all’avversario allo stadio e a tutto il resto, è sicuramente una gran bella vittoria. Un momento importante per il rugby italiano”. L’analisi della partita sottolinea l’attenzione difensiva: “Sapevamo di dover essere alla loro altezza fisicamente e lo siamo stati fin dall’inizio e per tutta la gara. Abbiamo fatto qualche errore e fallo di troppo ma la fisicità difensiva è stata sicuramente una delle chiavi del successo”.

Poco ma sicuro: basta dire che nelle precedenti nove partite casalinghe in Pro14 Leinster aveva segnato una media 35 punti. “In attacco – prosegue Crowley – abbiamo avuto giocatori che hanno portato la palla bene nei momenti chiave della gara, per esempio Manu e Negri”.

Quella a Dublino è la vittoria numero 11 di Treviso in questa stagione di Pro14, più del doppio rispetto a un anno fa e record assoluto in un singolo torneo. “Abbiamo costruito fiducia durante la stagione – spiega Crawley – Abbiamo conquistato un paio di vittorie in campi e contro squadre dove l’anno scorso eravamo usciti sconfitti e da lì siamo ancora cresciuti”.

“Questo è il mio secondo anno a Treviso. Pavanello è un ottimo direttore sportivo, che fin dall’inizio è stato chiaro su quello che voleva: un cambiamento nell’atteggiamento degli allenamenti, nella cultura del lavoro e nella professionalità in genere. Abbiamo introdotto alcuni cambiamenti lo scorso anno, altri in questa stagione e altri ancora li introdurremo nella prossima”.

“Come allenatore vedo che tutto l’ambiente lavora duro, e qualche risultato si inizia a vedere. Non so se riusciremo ad andare ai playoff per la Champions. Cercheremo di fare più punti possibile ma non possiamo controllare quello che fa Ulster, quindi francamente non so quante siano le nostre vere possibilità in questo senso”.

Qualcuno chiede della tendenza del rugby italiano a livello internazionale a prendere cartellini gialli inutili. “Per qualche giocatore è vero – dice Crowley –, siamo la squadra di Pro14 con più cartellini gialli. Allo stesso tempo abbiamo uno dei record migliori giocando in 14, quindi c’è anche un lato positivo. Comunque la disciplina è una cosa sulla quale dobiamo lavorare, lo sappiamo”.

Quell’Accademia a Treviso

Arriva anche il momento dell’argomento Accademia, e del rinvio pressoché certo da parte della federazione. “Non è una decisione che dipende da me né che posso controllare – spiega – Credo che basti guardare a club come Leinster: la loro accademia è una delle migliori in assoluto per quantità e qualità dei giocatori professionisti che produce. In Italia abbiamo un gap in questo senso, ma Conor O’Shea sta lavorando duro per colmare questo gap e risolvere questo problema. Ci sono molti aspetti che influiscono su decisioni come quella. Quello che noi possiamo fare, come squadra e come franchigia, è cercare di avere una voce quando si decide. Poi non resta che tornare a concentrarci su quello che possiamo fare, su ciò che davvero dipende da noi”.

Leo Cullen rende onore

Leo Cullen, allenatore del Leinster, non può che riconoscere i meriti dell’avversario. “Sapevamo che Treviso era in un buon momento, li avevamo studiati vedendo i problemi che avevano causato, ad esempio, agli Scarlets. Loro sono stati molti fisici nei contatti, come previsto, e moto diretti nel loro modo di giocare. Pensavamo di aver indirizzato la partita dalla parte giusta con la meta alla fine del primo tempo”.

“In generale la prima parte della nostra partita è stata buona – ha spiegato l’irlandese – ma nel secondo abbiamo concesso due mete troppo facili in contropiede. In questo modo ci siamo complicati la vita da soli perché allora Treviso ha moltiplicato le energie e la vitalità, ha portato l’inerzia della gara dalla propria parte e non è stato più possibile portarla dalla nostra parte. Avevamo un po’ di giovani in campo, per loro quella di stasera è una lezione importante anche se dolorosissima”.

Questa sconfitta mette a rischio il primo posto di Leinster nella conference. Arrivare primi significherebbe, oltre a giocare la semifinale di Pro14 in casa, avere una settimana di pausa prima della finale di Champions. Cullen risponde così alle pressioni dei giornalisti irlandesi per la prospettiva delle prossime settimane. “Treviso ha dimostrato di essere una buona squadra, aveva vinto 10 partite prima di stasera e altre le aveva perse di pochi punti. Hanno giocato bene e meritato di vincere giocando un ottimo secondo tempo”.

“In questo momento della stagione si giocano partite come questa che sono come dei playoff, sfide senza domani contro squadre che vogliono vincere a tutti i costi – ha concluso Cullen – Adesso dobbiamo metterci questa partita dietro le spalle e prepariamoci al meglio per la semifinale di Champions di sabato prossimo. Siamo dove eravamo l’anno scorso: alla vigilia di due semifinali. Ovviamente non vogliamo altre due sconfitte, come 12 mesi fa”.

Damiano Vezzosi

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