Dal Lelo Burti ai Mondiali: la Georgia tra tradizione e potenzialità

Seconda tappa alla scoperta delle nazioni del Sei Nazioni B

georgia rugby

ph. Sebastiano Pessina

Se ne discute ormai da mesi, se non da anni: la Georgia è una forza crescente del rugby europeo con la quale è necessario fare i conti. Vediamone quindi da vicino storia, caratteristiche e curiosità.

 

La storia

Le origini del rugby in Georgia risalgono al periodo sovietico; tuttavia, già nel Medioevo alcuni villaggi si sfidavano tra loro in un gioco chiamato “Lelo burti” (letteralmente pallacampo), il cui nome viene ancora oggi utilizzato nella lingua locale per indicare una meta o la stessa nazionale georgiana (i Lelos). A differenza del resto dell’URSS, nella quale il rugby venne introdotto principalmente in Russia per poi diffondersi nelle altre repubbliche socialiste, nel Caucaso l’ovale venne scoperto in maniera autonoma, anche se inizialmente senza grande successo: fu Jacques Haspekian, un armeno da tempo residente in Francia, a compiere gli sforzi più grandi per far conoscere il nostro sport alla popolazione locale, riuscendovi definitivamente tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

La prima partita ufficiale sul suolo georgiano si svolse nel 1959, e due anni più tardi nacque la prima lega interna, un campionato tra tre squadre, tutte con sede a Tbilisi. L’anno successivo i clubs georgiani erano già tredici, impegnati in numerosi tour nelle altre repubbliche sovietiche. L’introduzione di un vero e proprio campionato sovietico, avvenuta nel 1966 (cosa, peraltro, che non impedì ai georgiani di mantenere un domestic proprio), non fece che aumentare livello e competitività delle squadre georgiane, salite sul podio della competizione in dieci occasioni. Negli anni Ottanta, il Kutaisi dominò la scena locale, vincendo tre titoli consecutivi e piazzandosi tra le prime tre classificate in altre due occasioni.

Con il disintegrarsi dell’Unione Sovietica, la Georgia venne ammessa nell’IRB come membro a pieni titoli nel 1992. Un anno dopo i Lelos giocarono la loro prima partita internazionale contro lo Zimbabwe: grazie all’esperienza dei propri giocatori, che costituivano il cuore della nazionale sovietica, la sfida si risolse con una vittoria per 16 a 3.

 

 

Le competizioni interne

Nonostante la maggioranza dei giocatori georgiani appartenenti al giro della nazionale giochi ora in Francia o Inghilterra (grazie all’appartenenza del Paese al Consiglio d’Europa, che ne consente il libero movimento all’interno dell’Unione), la Georgia possiede una competizione domestica di buon livello, chiamata Didi 10: metà dei club partecipanti provengono dalla capitale, e la lega è stata recentemente dominata dai Lelo Tbilisi, vincitori delle ultime quattro edizioni del torneo. Esiste anche un secondo livello, chiamato Pirveli Liga, le cui squadre disputano anche, assieme a quelle del Didi 10, un torneo ad eliminazione diretta chiamato Georgia Cup (al momento organizzato soltanto a intermittenza). Nel panorama delle coppe europee, la Georgia ha messo in campo nel 2014 una rappresentativa di club chiamata Tbilisi Caucasians, sconfitta dal Rovigo nella finale della “terza coppa” valida per accedere alla successiva Challenge Cup.

 

 

La nazionale

La prima presenza dei Lelos alla Coppa del Mondo risale al 2003, dopo aver di poco fallito la qualificazione nel 1999. La nomina di Claude Saurel a coach della nazionale, unita alla crescente forza e competitività dei singoli giocatori, ha fatto della Georgia una delle forze dominanti del rugby Tier 2 in Europa, aiutata anche dall’uscita di Italia e Francia da quella che un tempo era nota come “Coppa FIRA”, successivamente trasformatasi in European Nations’ Cup. Nel 2003, davanti a 50mila persone, la piccola nazione caucasica riuscì a qualificarsi per la prima volta ai mondiali, battendo la Russia (con la quale esiste una forte rivalità, talvolta estesa anche alla Romania). Prima di volare in Australia, dove persero ogni incontro del proprio girone, i Lelos disputarono anche un’amichevole contro l’Italia, ad Asti, perdendo 31 a 22 in quello che, ad oggi, è l’unico confronto tra le due nazionali maggiori. La crescita di forma dei Lelos divenne evidente ai Mondiali del 2007 e 2011, dove registrarono una vittoria a testa (contro Namibia e Romania, rispettivamente), mentre nel 2015 il bilancio sale a due vittorie, ottenute sulla Namibia e su Tonga. Nel frattempo, la Georgia è al sesto tito

lo consecutivo di ENC, e grazie al terzo posto nel girone ai Mondiali di due anni fa è già automaticamente qualificata alla RWC del 2019.

Sul fronte dei tours, nel 2016 i Lelos hanno battuto tutte e tre le nazionali “isolane”, venendo poi sconfitti a novembre dalla Scozia per 43 a 16 a Murrayfield e subendo una sconfitta evitabile contro il Giappone per 22 a 28. Dei trentuno convocati all’attuale ENC dall’attuale coach, il neozelandese Milton Haig, quattordici giocano in Francia, due in Russia, due in Inghilterra ed il resto in Georgia. Domenica è in programma la sfida decisiva contro la Romania per l’edizione 2017 del rinominato Rugby Europe Championship (ex ENC): per i caucasici potrebbe essere il sesto titolo consecutivo.

 

di Marco Meneghetti

 

Prima puntata: Germania

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