Marco Bortolami intervista in esclusiva per OnRugby una delle più grandi aperture del rugby mondiale
Speciale Rugby World Cup: 10 domande a Jonny Wilkinson
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È come Maradona a Napoli!!!!
e non pippa come un cavallo! potrebbe avere una vita dopo lo sport:-)
Se vai a Tolone e lo nomini diventano matti. Oltretutto chi l’ha conosciuto dice che è una persona straordinaria.
immagina maradona giocatore senza coca.
complimenti a Marco per questa intervista
sono convinto che sarebbe un ottimo tecnico …
quindi Marco che aspetti ? 😀
Jonny. È stato per ragioni anagrafiche il mio giocatore preferito di sempre. Quel drop con il suo piede “debole” è l’emblema della fiducia nei suoi mezzi che ha sempre avuto.
Uno dei pochi giocatori al mondo che riusciva ad avere un impatto devastante sulla partita e sulla sua squadra. Quando c’era, tutto girava a meraviglia. Quando non c’era, si sentiva tantissimo la sua mancanza.
Grande Marco, bellissima intervista. I ragazzini delle accademie dovrebbero leggerla ogni giorno. C’è solo un modo per diventare jonny Wilkinso: lavoro, lavoro, lavoro, anche a trenta e passa anni, anche quando hai già alzato il trofeo più prestigioso; non fermarsi mai
Non c’e’ molto da dire su questo giocatore immenso se non che debba essere preso da esempio per chi si avvicina al rugby.
Avevo gia’ postato mesi fa ma riposto la splendida pubblicita’ fatta dalla Guinness dedicata a Sir Johnny:
@Redazione. C’è modo di avere l’intervista originale, immagino in inglese?
Grazie
Solo poche parole, lo ho promesso a me stesso.
Ancora oggi mi viene Il Magone a sapere che ha smesso di giocare.
Un grazie a Marco Bortolami, egregio lavoro 😉
Forza Monsieur Jonny, accetta la proposta di Mr. B che qui a Roma stiamo organizzando il RCT Toulon Pilou Pilou Rome Club !!!
Ovalicamente,
HVDR
Bella, fratè!
uno dei Grandi – ovviamente dello sport in genere.
trovo però fuori luogo l’accostamento con maradona.
diego è stato l’unico praticante di uno sport di squadra in grado di cambiare le carte in tavola e cavare il sangue dalle rape.
da solo
il napoli non era affatto una squadra forte, tantomeno l’argentina del 1986.
con lui diventarono tutti fortissimi.
coca o non coca
leggenda..era un grande napoli: garella, pino taglialatela, ferrara, careca, bagni, marino, romano, renica, de napoli, carnevale, bruno giordano, ciro muro e bruscolotti..nell’ 87..
nel 90 c’ era il grandissimo Gianfranco “magic box” Zola, Fusi, Alemao..
una grande squadra!
Argentina: Passarella, Burruchaga, Cuciuffo, Jorge Valdano, Enrique, Giusti, Olarticoechea, Pasculli, Oscar Ruggeri, Brown, Claudio Borghi, Sergio Batista..
grandissimi giocatori..
neanche Maradona, el mas grande, vinceva da solo..
crippa mi son scordato..
scusa se mi permetto ma ho l’impressione che di calcio non te ne intenda moltissimo….tra nazionale argentina 1986 e napoli calcio, gli unici compagni di diego davvero al di sopra della media furono jorge valdano, bruno giordano e antonio careca. mentre gli avversari schieravano squadre infarcite di veri numeri uno.
diego era, è e resterà unico nello sport di squadra.
meglio di larry bird o earvin johnson saltando da uno sport all’altro.
Scusa se mi permetto, ma ho l’impressione che di basket non te ne intenda moltissimo….
sicuro sicuro?
guarda che l’ho praticato per anni….non dico di essere valerio bianchini o sandro gamba ma qualcosa mi ricordo…
Sir Gianfranco Zola MBE: un grande in campo e fuori…uno dei pochi calciatori che ammiro…
un grande veramente! ho avuto la fortuna di conoscerlo quando giocava alla Torres, reincontrato anni dopo sempre a Tempio per il ritiro del Cagliari, sempre lo stesso squisito ragazzo, allegro, disponibile, umile e molto simpatico..poi quando parla con la r tipica barbaricina, mi ricorda mia nonna!
un eroe per noi Sardi!
due personaggi ebbero la cittadinanza onoraria di Napoli: Maradona per meriti sportivi e Gadamer per la costante attività presso il prestigioso Istituto di Studi Filosofici…
“Comunque, credo che l’aspetto più rilevante di un atleta sia la sua personalità, il suo carattere.”
Grazie per questa intervista.
Ma che c’entra Maradona, altro sport, altra personalità e non mi fate dire altro…
Wilkinson è un vero esempio, alquanto difficile da seguire ma fuori e dentro un campo sportivo ed è stato e sarà un fuoriclasse della vita. La fortuna del nostro amato sport è che abbia deciso di giocare a Rugby.
…. ma fuori e dentro un campo sportivo è stato e sarà….
olè olè olè olè Diegooo Diegooo.. 🙂
“E senti, verresti in Italia a fare il coach dei calciatori e trequarti?”
Buonasera,
Parto da Marco Bortolami che è un grande giocatore e si sta dimostrando un ottimo comunicatore.
Ho avuto modo di dirglielo a voce a Reggio Emilia durante uns partita della nazionale.
Scriveva su la Meta e dava delle ottime e lucide analisi tecniche.
Bravo Marco, sono sicuro che tu darai un ottimo contributo al rugby italiano ancora per molti anni!
Su Jonny nom vorrei scrivere banalita, ma che rappresenta una grandissima persona aldilà del giocatore e pura verità.
Mi e capitato di vederlo giocare a Padova con il Tolone in coppa qualche anno fa.
Disponibile con tutti fuori dal campo e un professionista che si e allenato ore ed ore sui calci, nonostante la partita fosse “semplice” per le differenze in campo.
Ricordo anche chr al Plebiscito ad attendere il pulmann eravamo quattro gatti ed Pasquale Presutti, allenatore del Petrarca di allora,usci dagli spogliatoi e mi disse “da dove vieni?….nom e piu il rugby dei miei tempi…qui dovrebbe essere pieno di persone per Wilkinson…e invece ad aspettare il pulmann ci siamo io e te”
Poi una sua pacca sulle spalle e tutti e due a salutare il pulmann…
Scusate la digressione ed anche lo sviamento dall argomento dell artucolo…ma Marco, Pasquale e Wilkinson…sono tre esempi di uno splendido mondo che sono orgoglioso di aver conosciuto e di continuare a vivere.
#wilkonelcuore
Le cose dette da Wilkinson in questa intervista sono molto interessanti. Mi piace citare qui la frase che, per come ho sempre visto Wilko, mi pare la “Summa” del suo modo di essere rugbysta e sportivo: “Il talento è importante, ma la maggior parte del talento è il risultato di un duro e intelligente lavoro. Quando ero un giovane giocatore c’erano centinaia di ragazzini con tanto talento quanto il mio, se non superiore… quello che conta però è come sviluppi e accresci le tue abilità”. Questo non è solo un insegnamento per i giovani rugbysti, ma è un insegnamento di vita per tutti. Bravo, Wilko! Lo Zen e l’arte del drop e del calcio piazzato… E bravo anche il nostro Marcone a porgergli le domande giuste! Bravo, come giornalista, quasi quanto @San Isidro…
Scherzo… @San Isidro è più bravo 😀
Wilkinson: “I always read San Isidro: why does he write so late in the night…?” 🙂
“Hey @San, but you never sleep, at night??” 🙂
ecchime, tacci vostra…
oh, cavolo, l’ora è tarda, domani devo pure andà all’università…
visto che canzonate, mò ve faccio un’intervista alla Bortolami a voi due, anzi intervista doppia, come le Iene…
Grandissimo giocatore, senza tutti quegli infortuni avrebbe di sicuro infranto decine di record, è anche un esempio fuori dal campo, sempre educato, intelligente, parla poco e non dice mai cose scontate, in più, come donna, non posso non notare che è anche un bel ragazzo!