Quando il calcio cerca di placcare il rugby

L’allenatore del West Ham “attacca” il rugby. E si scatena subito il polemico dibattito

COMMENTI DEI LETTORI
  1. gian 19 Ottobre 2012, 13:43

    che il rugby non sia mai stato lo sportpiù innocuo del mondo e che le porcherie si facciano, non lo scopre lui, di superiore al calcio un po’ tutti gli sport hanno che chi li pratica sà che può vincere o perdere e magari anche farsi male, ma lo accetta e non ne fa’ una tragedia greca ogni volta. il rugby è sicuramente mititzzato dai media intercettando gli ignoranti e facendogli credere che in un campo da rugby castrogiovanni o chi per lui non usi trucchetti e mestiere per portare a casa la partita o che in mischia sia una lotta furiosa, ma assolutamente cavalleresca (eheheh, per fortuna che le telecamere non possono entrare in campo!), di sicuro il rugby ha una cosa che il calcio si sognerà per sempre: chi ha giocato o ha anche solo seguito il rugby sarà sempre un tifoso, ma fuori dal campo per prima cosa si sà che è uno sport e che si è tutti lì a vederlo per divertirsi insieme e anche chi in campo ci scende, una volta finita la partita, esclusi tristi rari casi, ci si torna a confrontarsi da “amici” a prescindere dal risultato

    • Rabbidaniel 19 Ottobre 2012, 14:02

      Ti potrei rispondere che le modalità di affezione nei confronti del rugby sono le medesime che in molti paesi “civili” si riscontrano verso il calcio. Allora non è una questione di sport, ma di cultura sportiva del paese. Essendo lo sport più popolare del mondo il calcio attira tutti, il rugby rimane, per ora, uno sport di relativa scarsa diffusione.

      • Full Back 19 Ottobre 2012, 16:14

        Potresti, ma non vorrebbe dire che è così. Purtroppo per lo sport del calcio sono rari eccezioni. Ovunque nel calcio ce una sotto cultura di tifo organizzato che molto spesso è anche violento. In nessun parte del mondo è così per il rugby, nemmeno dove è molto diffuso (Australia, NZ, Irlanda ecc). I Sud Africani sono quelli che si avvicinano di più al tifoso antisportiva ma nemmeno loro possono essere confrontati con gli hooligan del calcio.
        Quello che trovo sbagliato in Italia è che in tanti credono che sia un esclusiva per il rugby quando in realtà la sportività e i tifosi misti sugli spalti è la norme per la maggiore parte degli sport. In Irlanda per Hurling e Calcio gaelico, negli stati uniti per il football e baseball ed è anche il caso per il basket.
        Calcio purtroppo sembra tirare il peggio e gli hooligan ci sono ovunque, dal Olanda, Argentina, Inghilterra al Italia, Spagna e Francia.

    • Jetmarin 19 Ottobre 2012, 19:30

      il calcio è più popolare per la sua semplicità regolamentare.
      tutti comprendono quello che sta succedendo in campo, mentre nel rugby è difficile capire cosa ha fischiato l’arbitro.
      io sono un arbitro e ho avvicinato al rugby degli amici solamente perché li ho seguiti, spiegandoli cosa aveva fischiato l’arbitro,le regole, i ruoli specifici dei giocatori con le loro peculiarità.
      è semplice comprendere una partita di calcio è solamente più immediato.

  2. Marco89 19 Ottobre 2012, 13:48

    Tsh , sempre li andiamo a sbattere.

  3. Rabbidaniel 19 Ottobre 2012, 13:51

    Trovo l’uscita dell’allenatore del West Ham piuttosto capziosa e ha posto la questione in termini sbagliati. Tuttavia può essere uno spunto di riflessione.
    Il rugby è uno sport di contatto estremo, ma ha anche un apparato di regole che tende a prevenire, sanzionare e punire comportamenti scorretti e pericolosi.
    Devo dire però che questo apparato è stato realizzato in tempi relativamente recenti. Mi ricordo ancora quando gli AB (e altri) facevano stamping micidiali senza che intervenisse il fischio dell’arbitro. Ricordo che io ogni volta mi arrabbiavo ma molti dei miei compagni di squadra commentavano “tutto ciò che è a terra è calpestabile”. È così “morale” infliggere danni fisici a un avversario che, tutto sommato, non sta commettendo chissà quale scorrettezza? È così “morale” godere nel vedere inflitto gratuito danno? Per fortuna l’atteggiamento è cambiato.
    La vera o presunta superiorità morale mi ha sempre dato fastidio. Il rugby è uno sport stupendo, ma da lì a dire che è imbevuto di un’aurea mistica, che chi lo pratica è antropologicamente superiore agli altri, be’ ce ne passa.
    La questione sarebbe lunga, ma interessante. Investe primariamente la psicologia e il rapporto tra maggioranze (calcistiche) e minoranze (rugbistiche), soprattutto in Europa, che si declinano in vario modo nei vari paesi.
    Il rugby non è stato investito da alcune degenerazioni del mondo calcistico per questioni numeriche ed economiche, ma anche sociali (in Inghilterra il rugby è percepito come lo sport delle classi medio-alte). Col professionismo penso che molto sia cambiato o stia cambiando. Fenomeni come il doping sono dietro l’angolo, o l’angolo stesso l’hanno già girato.
    Io non ho il tempo, e forse nemmeno la preparazione, per fare uno studio “antropologico” sul rugby, chi lo gioca, chi lo guarda ecc. Però sarebbe interessante, per una volta, andare aldilà della prosopopea, della celebrazione e dell’autocelebrazione degli imperituri e magnifici valori della palla ovale.

  4. giobart 19 Ottobre 2012, 13:52

    Bisognerebbe rispondere a questo tizio…”..e allora? Sono tutte cose che succedono anche nel calcio, soltanto che nel rugby succede raramente, mentre nel calcio succede spesso in campo e sempre fuori dal campo!”

    Sciaquate la bocca prosciutto dell’ovest!

  5. M. 19 Ottobre 2012, 14:06

    “tutti lo ritengono accettabile” di calci in testa e dita in occhi è affermazione risibile. Non a caso per cose del genere ti becchi squalifiche belle pesanti. Anche perché da noi si usano le telecamerine in modo un po’ più sensato che dagli amici pallonari…

  6. Hrothepert 19 Ottobre 2012, 14:27

    Una volta, in Gran Bretagna, si soleva dire che “Il Rugby era un gioco da bestie praticato da gentlemen e il calcio un gioco da gentlemen praticato da bestie”, il fatto era che il Rugby (Galles a parte, dove era lo sport dei minatori) era praticato, per lo più, dalle classi agiate, soprattutto nelle università e nei circoli militari o dell’ alta o medio alta borghesia e quindi con un approccio molto più “cavalleresco” (fair play, come dicono da quelle parti), il football invece era lo sport popolare (anche perchè molto più semplice, basta fare due porte e sapere poche regole e lo puoi praticare) e quindi approcciato in maniera molto più viscerale, con il livellamento delle società si è assistito ad un avvicinamento tra le due realtà, l’ arrivo del professionismo nel Rugby ha poi fatto il resto, quindi Mr. Allardayce non ha espresso un giudizio completamente sbagliato; che il mondo della palla ovale non sia più così moralmente superiore lo si può evincere anche dai fatti, riportati qui in recenti posts, riguardanti, ad esempio, le pressioni fatte dal dirigente austaliano allarbitro reo, secondo lui, di non aver tutelato sufficentemente la propria squadra o del dirigente neozelandese che imputava all’ arbitro la colpa di aver consentito che il pack italiano umiliasse quello ABs, o semplicemente, per rimanere dentro i confini patrii, tutte le polemiche pre e post elettorali sulla Fir. Detto ciò, il gioco una volta, ai tempi “nobili” era più “sporco”, la famosa strizzatina agli zebedei o il pulire la palla dalle mani nelle ruck usando le famose tacchettate (senza parlare di quello che si sono sempre detti i componenti delle prime linee durante l’ ingaggio) ne sono un esempio lampante, ciò che rimane ancora abissalmente superire per il Rugby, più che all’ approccio sul campo, è quello sulle tribune, anche se nel football molto è stato fatto (almeno in Gran Bretagna), andare a Park Head (lo stadio del Celtic per fare un esempio) e pensare di assistere al match con le tifoserie mescolate o versare alla spina della birra (al posto del…brodo!!) all’ interno dello stadio è una ancora una chimera. Bella la foto che immortala i giocatori della nazionale tedesca di football che giocano a Rugby, ricordando anche che la germania è stata campione olimpica di questa disciplina.

  7. giusei 19 Ottobre 2012, 14:57

    Penso che sia più una questione di cultura sportiva che di calcio o rugby. Credo ci siano persone e tifosi esemplari nel mondo del calcio come nel mondo del rugby, così come ci sono persone pessime in entrambi i mondi. Però è vero che nel rugby, sia a livello di giocatori che di appassionati, si percepisca una sorta di aria di superiorità, che secondo me è solo parzialmente giustificata. In ogni caso mi lascia perplesso quando l’articolo precisa che ci sono diversi giocatori di calcio che invidiano il successo del rugby. Beh se dobbiamo essere sinceri i numeri del calcio a livello globale il rygby se li sogna, quindi credo che semmai possa essere l’opposto.

  8. mick67 19 Ottobre 2012, 15:21

    Ho giocato quindici anni a football americano, forse lo sport di squadra più violento che ci sia. I giocatori “sporchi” esistono in tutti gli sport, e il rugby non ne é esente. Come si dice giustamente nell’articolo, le sanzioni però, verso chi commette scorrettezze gravi, sono esemplari. Credo che la diversità di molti sport rispetto al calcio stia nella correttezza di compie le porcate, sembra un paradosso ma é la veritá, cioé, i comportamenti scorretti, e per tali intendo non solo, quelli “fisici”, ma anche simulazioni o proteste verso l’arbitro, sono eventi sporadici, all’interno di una stagione, (per singola squadra), e non sistematici all’interno di una partita. Inoltre bisogna guardare anche la cornice dentro la quale si svolgono le partite, e faccio due esempi: rugby Italia-Pumas aTorino, sono andato a vederla con la maglia degli argentini addosso, sono la mia squadra preferita dopo l’Italia, e nessuno mi ha detto nulla, Italia-ABs a Milano, 80000 spettatori e 11 poliziotti. Vado a vedere una partita di calcio settore FF.AA e mi ritirano l’accendino, quando in curva entrano i motorini. Forse l’allenatore del West Ham dovrebbe fare un discorso a più ampio respiro, e analizzare tutto il contesto, altrimenti é solo invidia.

  9. rick94 19 Ottobre 2012, 15:34

    Forse dimentichiamo che quelle “scorrettezze” che vengono sanzionate nei massimi campionati, grazie soprattutto alle riprese video, il più delle volte non vengono neanche viste dagli arbitri delle serie minori, e molte volte neanche dagli stessi grandi arbitri. Il motivo è semplice: in ruck, in mischia e in maul sono cose che capitano (soprattutto i calci alla testa, testate, e i pugni), e se l’arbitrof oltre a controllare cosa succede in quel frangentef deve anche controllare il fuorigioco o il vantaggio, è logico che quello che succede nel “fondo” non può essere nemmeno visto, e tantomeno sanzionato. Sto parlando di quelle piccole “incomprensioni” che avvengono nelle situazioni di più grande confusione. Ma sappiamo tutti che questo è parte integrante del nostro sport, e che nel rugby le regole non scritte valgono di più di quelle del board. Mi hai tirato un pugno? Bene, sei nel mio mirino, ti butto giù con un placcaggio duro oppure entro a mille in ruck. Semplice, brutale qualcuno potrebbe dire, ma è il rugby. Quelle scorrettezze che sulla carta vanno giustamente sanzionate dal board inf verità si pagano già sul campo. Sinceramente, quante volte in una partita la seconda non rompe la testa al tallonatore con frequenti testate? Chi poi non ha mai visto entrare un pilone sullo sterno del suo dirimpettaio, all’ingaggio? E le ginocchiate sul portatore del pallone a terra, nessuno le ha mai considerate? Tutte queste cose l’arbitro non le vede, e quando ci riesce prima di buttarlo fuori (a meno che non sia un pugno in campo aperto) avvisa il giocatore che sta giocando sporco; quello dice “ok capo”, e la prossima volta cerca di farlo di nascosto, quando l’arbitro non guarda. Ma come ho detto, tutte le cose si pagano: il rugby è impossibile da giocare senza qualche “scorrettezza”, che viene chiamata così solo perché per “dovere etico” è stata inserita dal board nelle cose da non fare. Ogni giocatore è il primo giudice e il primo esecutore della condanna, e questo lo sappiamo tutti. Quindi, alle parole di questo big del calcio io risponderei: “Si, è vero, ma quando mi danno una testata, io l’azione dopo rispondo con un placcaggio duro, e non corro dall’arbitro”.

    • mezeena10 19 Ottobre 2012, 16:18
    • frank 19 Ottobre 2012, 21:38

      😉 solo un giocatore di rugby può parlare così

      • mezeena10 20 Ottobre 2012, 09:10

        no..secondo me non è cosi, ma son punti di vista..sembra che sto tizio vada in campo quasi esclusivamente per fare “giustizia sommaria” (se cosi si puo definire)..cercar di colpire l’avversario quando l’arbitro non vede è tipico del soccer!!! si puo comprendere perche forse è un ragazzino (94 anno di nascita???) ed è ancora alle prime esperienze..o almeno lo spero per lui, perche dimostra di non averci capito granchè!!! in my opinion!!!

        • rick94 20 Ottobre 2012, 18:29

          94 fu l’anno in cui cominciai a giocare, quando avevo quindici anni. feci il primo mese di allenamento con la prima squadra perché mancava molto all’inizio del campionato giovanile, e tutti stavano per finire le vacanze. la prima cosa che mi dissero fu “occhio per occhio” e ancora adesso lo sento insegnare ai ragazzi più grandi. e, in my opinion, sei tu che non hai capito granché di quanto ho scritto. non ho parlato di andare in campo per fare volutamente del male; ma se ti arriva una pignatta sul muso in ruck, sale la rabbia a mille e la prima cosa che desideri di fare è farla pagare a chi ti ha fatto male. non sto dicendo cosa è giusto o sbagliato, buono o cattivo: sto dicendo quello che è reale, quello che accade veramente in un vero campo da rugby. chi non è mai stato teso in ogni partita come una corda di violino, significa che non ha molto capito quanta dedizione pretenda questo sport. e, nella tensione, qualche “cappella” può capitare, sia da parte tua che dalla parte dell’avversario. non sto giustificando l’azione, ma la sto solo descrivendo: e questo succede in ogni partita che non sia quella del campionato dei pensionati o degli amici del bar.

  10. robertopack 19 Ottobre 2012, 15:38

    anche nel rugby girano tanti soldi, e siccome per i soldi si é disposti a utilizzare qualsiasi mezzo anche nel rugby le cose peggioreranno sensibilmente. anche con l’ampliarsi del bacino di praticanti e seguitori il livello culturale si abbasserá. ieri su on rugby si parlava dell’arbitro che ha subito pressioni da parte degli australiani, e munari dice costantemente che su certi campi le regole cambiano, e oggi c’é la foto di klose che l’altra settimana ha detto all’arbitro di annullargli un gol perché aveva toccato il pallone con la mano, cosa che non hanno fatto i francesi sul passaggio in avanti con gli all blacks ai mondiali. quindi secondo me, come dice munari, bisogna prendere esempio dalle cose positive di entrambi gli sport per cercare di migliorare, e spiegare al presidente del west ham come funziona il rugby.

  11. claude 19 Ottobre 2012, 15:41

    penso che il problema del calcio sia che qualsiasi idiota senza un briciolo di cultura sportiva si interessa,cosa che nn succede nel rugby..ma x esempio io gioco a calcio da una vita e ho grande rispetto x il rugby e x i suoi valori..pero’seguendolo ormai da anni con grande rispetto e passione,mi sono accorto che le furbate e la slealta’ ci sono anche nella palla ovale,solo son sotto forme diverse!!poi invidio un sacco la possibilita’ di potersi fare giustizia da soli durante la partita,rimanendo nei limiti del regolamento..mentre nn capiro’mai perche’l’arbitro nn si puo’criticare..e’l’unica cosa su cui mi trovo in disaccordo col mitico munari,perche’a farsi andar sempre bene tutto,nel2080 saremo qui ancora a dire che in galles e’difficile vincere!!

  12. mezeena10 19 Ottobre 2012, 15:58

    avendolo praticato non esiste altro sport che “alleni” alla furbizia, al trarre vantaggio dall’avversario a qualsiasi costo (vedi simulazioni), alla cultura del sospetto quanto il calcio! la lealtà, l’amicizia, il rispetto per gli altri e per le regole (oltre un maggior divertimento a giocare) che ho potuto assimilare e coltivare nella mia seconda “carriera” (dilett) sportiva nel rugby, nel calcio non le ho mai sfiorate!!! per concludere, da quale pulpito viene la predica!!!

    • mezeena10 19 Ottobre 2012, 16:03

      chiaro è un estremizzare..esistono brave persone e bravoi ragazzi anche li..riporto solo quello che è l’andazzo generale, se cosi si puo dire!

    • claude 19 Ottobre 2012, 16:12

      sulla lealta’del confronto fisico niente da dire..ma il giorno in cui mi farai vedere un giocatore che rinuncia a una meta ammettendo di aver fatto un passaggio in avanti,di aver fatto un velo, di aver fatto un fallo professionale x rallentare il gioco avversario,di avere torto in una mischia crollata ecc.ecc. allora ti daro’ragione sul resto..e’ovvio che se simuli nel rugby sei solo che uno sfigato,ma i modi x fregare ce ne sono mille e piu’..se poi ti sei divertito di piu’ a giocare a rugby,significa che ti piaceva di piu’secondo il tuo gusto personale e forse ti riusciva meglio

      • mezeena10 19 Ottobre 2012, 16:28

        sinceramente non ho mai pensato di “fregare” un avversario! non in maniera sporca..certo capita che uno ti stia piu sulle balle di un altro (giocando nelle serie inferiori o regionali gli avversari son quasi sempre gli stessi) e cerchi di tirargli un bel placcaggio alla “samoana”..o magari cerchi di “conoscerlo” meglio accapigliandoti un po, ma niente di che..poi i cheaters ci sono in tutti gli sports!

        • mezeena10 19 Ottobre 2012, 16:29

          nel senso, gioco per divertirmi e perche mi piace, mica per far le risse!!!

          • claude 19 Ottobre 2012, 17:29

            beh io gioco a pallone da una vita e nn sono mai entrato x fregar qualcuno o x fare le risse,e nn ho mai simulato..pero’ammetto di aver beneficiato di decisioni sbagliate dell’arbitro senza dire edi essermi trovato attivam in qualche rissa..quello che intendevo era: in ogni sport succede questo ,ma nn c’e’premeditazione,ivalori sono altri..sono la crescita del carattere,lo spirito di sacrificio,il coraggio,il rispettodell’avversario quando e’leale..e ci sono anche nel calcio

  13. Rabbidaniel 19 Ottobre 2012, 16:01

    Come al solito si perde una buona occasione per guardare un po’ più in là. “Farsi giustizia da soli”, “essere nel mirino”. Questi sono i valori del rugby? Scusate, sarò di stomaco troppo debole, ma mi sembrano cose da età della pietra. Nel senso, in campo succede ciò che succede, ma che questi comportamenti siano reificati come l’essenza del rugby (essenza buona), be’ mi lascia perplesso.
    Mi ricorda di un tizio che giocava con me, antipatico a tutti per motivi più o meno futili (ma non gravi), che in allenamento era massacrato sistematicamente e brutalmente. Il ragazzo, ovviamente, smise di giocare, fiutato l’ambiente a lui ostile. Anche questi comportamenti sono ascrivibili ai valori del rugby? Visto così mi pare “io sono la mia legge, mi faccio giustizia da me”.
    Mi piacerebbe che per una volta si riuscisse ad andare un po’ al di là, e il gancio offerto da Paolo, nel proporre in chiave critica un’uscita poco felice di una allenatore di calcio, era allettante.

    • claude 19 Ottobre 2012, 16:17

      giustizia da soli era un linguaggio colorito,ma intendeva dire che e’difficile tu faccia il furbo perche’all’azione dopo sei fregato ti torna tutto con gli interessi..tutto qua..dai cosi’hai avuto la possibilita’di fare un’uscita da grande professore di etica e lealta’

      • Rabbidaniel 19 Ottobre 2012, 16:43

        Non sono un professore di etica e non parlo praticamente mai di valori. Non ho mai giocato a calcio e non lo seguo, quindi non devo difendere niente e nessuno per partito preso.
        Mi dà semplicemente fastidio quando si parla di valori, di superiorità, di rugby antropologicamente superiore.
        Che sia un ambiente più sano e più educativo di tanti altri non lo metto in dubbio, altrimenti non avrei giocato 14 anni e non lo seguirei, ma penso che ci siano diversi fattori che concorrono alla “salubrità” di uno sport, e non lo sport in sé che rende virtuoso chi lo gioca e chi lo segue. Altrimenti dovremmo fare una metafisica del rugby, dare per scontato che esso abbia un’essenza virtuosa per se, immutabile nel tempo e nei luoghi.

        • claude 19 Ottobre 2012, 17:38

          ma infatti io sono d’accordissimo con i tuoi interventi precedenti,se leggi il mio capisci che la penso esattamentecome te,..semplicemente ho puntualizzato su quel tuo commento sul”farsigiustizia”che avevo scritto io..x farti capire che era un’espressione colorita di un vecchio calciatore che ha avuto a che fare con tanti coglioni,che probab su un campo da rugby,ci penserebbero due volte prima di comportarsi male

    • mezeena10 19 Ottobre 2012, 16:38

      quoto rabbi!!!

    • rick94 19 Ottobre 2012, 17:04

      Non ho parlato di alcuna “essenza buona”, né ho cercato di dividere quello che è “buono” da quello che è cattivo” in un campo da rugby, perché sarebbe una cosa ridicola. Se accettiamo il fatto che una partita di rugby è una battaglia, non esiste il “buono”, il “bello”, oppure il “cattivo”. Realmente, ci sono due avversari che si incontrano sul campo, e ambedue con il desiderio di vittoria. Tu fai un torto a me, e io ti ripago; preferibilmente non con la stessa moneta, ma con qualcosa che il regolamento mi concede, come un placcaggio duro. Se si perde di vista il fatto che sul campo siamo due antagonisti, si perde tutta la determinazione a vincere che nel rugby è FONDAMENTALE, e che dalle mie parti si chiama aggressività. Del resto, tu stesso hai detto che un vostro compagno non molto simpatico “era massacrato sistematicamente e brutalmente”. In pratica, con le tue parole hai avvalorato la mia tesi: e infatti la vostra squadra non si è forse resa “giudice ed esecutore”, costringendo questo vosto antipatico amico ad andarsene dal rugby? Inoltre, se me lo consenti, il rugby E’ uno sport da età della pietra. Non combattiamo forse metro per metro, sacrificando noi stessi per i nostri compagni? Non sferriamo forse assalti frontali, uomo contro uomo, per demolire l’avversario? La logica di base è che o io ho il pallone o faccio tutto il possibile per averlo, tutto il resto è filosofia (cito Francesco Volpe).

  14. Katmandu 19 Ottobre 2012, 16:03

    ma cavolo è vero , in parte ciò che dice, ma proprio l’allenatore dello united viene a farci la morale?
    “I’M FOREVER BLOWING BUBBLE”
    INTER CITY FIRM THE BEST FIRM IN UK!

  15. SAMU 19 Ottobre 2012, 16:11

    ma l’allenatore del calcio è mai stato a vedere una partita di rugby?ha mai provato a tenere in mano una palla ovale?Ma di cosa sta parlando?

  16. mezeena10 19 Ottobre 2012, 16:12

    personalmente e paradossalmente, l’unica cosa che ha “lasciato” il calcio è il modo di calciare il pallone..scoperto poi utilissimo anche in un campo da rugby!

  17. blascobar 19 Ottobre 2012, 16:42

    La differenza tra il rugby e il calcio? E’ tutta in questa discussione: magari la pensiamo diversamente ma ci rispettiamo! Andate a leggere un blog calcistico qualsiasi, anche su una domanda banale.

  18. Silverfern 19 Ottobre 2012, 18:24

    Sono stato abbonato al calcio per 25 anni esatti, fino al 2005 (oltre ad averlo praticato fino al ’95).
    Dal 2007 seguo il rugby in maniera sempre più intensa, fino a spingermi a Dublino ed a Twickenham, oltre che essere frequentatore abituale di Viadana da diversi anni (ma spessp pure a TV ed anche PD e RO).
    La differenza che più è palese, secondo me, è questa: nel rugby esistono regole che, salvo rare eccezioni, vengono idiscutibilmente rispettate (e le sanzioni sono puntuali, precise e, soprattutto, CERTE!!); nel calcio esistono regole che vengono sistematicamente eluse e le infrazioni NON sanzionate.
    Basterebbe solo questo, per far pendere l’ago della bilancia, se poi ci mettiamo il clima che si respira sugli spalti e l’atmosfera di qualsiasi impianti rugbystico, bè, non torno alla mia “vita precedente” nemmeno se mi pagano a peso d’oro.
    Il Mr.del West Ham rode, e non poco.

  19. Jetmarin 19 Ottobre 2012, 19:38

    il calcio è più popolare per la sua semplicità regolamentare.
    tutti comprendono quello che sta succedendo in campo, mentre nel rugby è difficile capire cosa ha fischiato l’arbitro.
    io sono un arbitro e ho avvicinato al rugby degli amici solamente perché li ho seguiti, spiegandoli cosa aveva fischiato l’arbitro,le regole, i ruoli specifici dei giocatori con le loro peculiarità.
    è semplice comprendere una partita di calcio è solamente più immediato.
    non commento cosa insegnano nelle scuole calcio, tipo buttarsi a terra al primo contatto, i falli sistematici o cosa non insegnano, il rispetto per gli altri a partire dall’avversario per arrivare all’arbitro.

  20. Giovanni 20 Ottobre 2012, 22:41

    Oggi i tifosi di una squadra di calcio hanno insultato la memoria di un giocatore morto: eccola la differenza col rugby. Mi auguro che non capiti mai una vergogna simile su un campo di rugby di qualsiasi campionato.

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