Il produttore di Full Contact: “Volevamo cancellare lo stereotipo del rugbista grosso che beve birra. Seconda stagione? Speriamo”

Il “producer” della serie Netflix sul Sei Nazioni, James Gay-Rees, ha raccontato a OnRugby le difficoltà e gli obiettivi del primo grande prodotto dedicato alla palla ovale

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Fabfab 2 Febbraio 2024, 11:06

    La più grossa critica che posso fare alla serie e mi pare strano che degli appassionati come dicono di essere loro non se ne siano accorti, è che manca totalmente uno degli aspetti più caratteristici del rugby che è lo spirito di squadra. Puoi avere il più grande fuoriclasse del mondo (vedi la puntata dedicata a Finn Russell), ma senza una squadra attorno che ti consente di mettere in mostra le tue doti, non si parla più di rugby. Le vittorie non dipendono da un singolo giocatore. La seconda critica, invece, è relativa al taglio che viene dato alle partite dove si dà molto più risalto agli impatti (compresi rumori aggiunti dei colpi sferrati e presi) che allo schema o alla giocata del singolo, qua sì importante. Anche perché, se si vedono solo le botte che si prendono e si danno in campo, difficilmente un ragazzino decide di giocare a rugby perché si sente inadeguato. Viceversa, se prendi un normodotato come Capuozzo e fai vedere i suoi scatti e le sue corse, forse un ragazzino si sente più invogliato a giocare

  2. mic.vit 2 Febbraio 2024, 11:08

    e allora tacchi a spillo e rossetto possono accompagnare solo, verso una nuova normalità rugbystica…

  3. Bala Sporca 2 Febbraio 2024, 11:24

    mi sono affermato più come il descritto stereotipo che come rugbista …

  4. Parvus 2 Febbraio 2024, 12:04

    Io per fortuna leggo e non guardo netflix!!!!
    Mi “dispiace” di non essere in grado di esprimere un giudizio.

  5. carletto76 2 Febbraio 2024, 12:06

    A me queste pacchiane spettacolarizzazioni, generalmente “made un U.s.a.”, non piacciono proprio.
    Sembrano fatte per fruitori estemporanei e superficiali (che difficilmente si appassionerà al rugby) con il solo fine di intrattenerli con l’ effetto wow.
    Che si tratti di rugby, leoni della savana o genocidi poco importa; lo stile ed il fine è sempre quello.
    L’ interesse vero verso qualcosa, che poi si trasforma in passione, è ben altro.

  6. conan 2 Febbraio 2024, 12:29

    Redazione, un’altra cosa si poteva chiedere: perchè come doppiatori italiani hanno preso quelli di Holly e Benji??

  7. davo 2 Febbraio 2024, 12:45

    c’e’ anche una bella serie amazon sugli All Blacks…forse fatta leggermente meglio?

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