Whistleblowers, il documentario sugli arbitri del rugby

Arriva il prossimo 1 febbraio su Rugbypass TV il dietro le quinte sui direttori di gara

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Fabfab 26 Gennaio 2024, 09:45

    Io mi lamento spesso degli arbitraggi, anche sotto nell’articolo su Amashukeli, ma per arrivare ad offenderli o a minacciarli sui social bisogna essere dei malati mentali. Un conto è la critica, basata anche su aspetti psicologici che anche l’arbitro, come ogni essere umano, subisce, un altro è proprio il fatto di arrivare a certi punti. Se avessi la possibilità di parlare con un arbitro che, secondo me, ci ha penalizzati, non mi metterei ad inveire, ma gli chiederei spiegazioni su alcune decisioni. Poi finirebbe lì. Magari lui sarebbe convincente, magari no, ma ormai la partita è andata e sotto alla prossima

    • Eva P. 26 Gennaio 2024, 13:17

      Io però non capisco perché dovresti chiedergli spiegazioni. Cioè, le sue decisioni ci hanno penalizzato “secondo te”, ma perché non partiamo dal presupposto che un arbitro ne sa più di chi arbitro non è? Non so, mi chiedo dove sia il confine. Poi ovviamente dipende anche dal livello di arbitraggio di cui parliamo… assisto a partite di rugby giovanile in cui l’arbitro (spesso un ragazzo anche lui) viene letteralmente insultato da ignoranti e arroganti che andrebbero banditi dai campi (e da qualsiasi consesso di vita civile) e che si permettono anche di esprimere a gran voce pareri e opinioni basate sul nulla, perché “secondo loro” una decisione li ha penalizzati…

      • Fabfab 26 Gennaio 2024, 13:48

        Eva, ti leggo sempre con grande stima e so che sei particolarmente coinvolta avendo il figlio arbitro. Ovviamente non stavo parlando dei campionati giovanili o quelli minori dove, permettimi, l’arbitro è un “eroe” perché non ha assistenti qualificati, non ha TMO né tanto meno telecamere e quindi si deve totalmente fidare di quello che ha visto (che talvolta può anche essere sbagliato, ma è assurdo fargliene una colpa). Io sto parlando di chi invece ha due assistenti professionisti, un numero spropositato di telecamere e un TMO che può rivedere un’azione da svariati punti di vista, ma che, se gli viene fatto osservare da un capitano di andare a guardare altri particolari che potrebbero modificare la sua decisione, si rifiutano di prendere in considerazione il suggerimento o la richiesta fatta. È a questi che, educatamente, chiederei spiegazioni. E bada bene, io sicuramente non ne so quanto un arbitro, ma spesso nemmeno i giocatori (vedi fox dei tempi di O’ Shea). Quindi, sulla virtuale richiesta del perché uno chiede una spiegazione, potrebbe benissimo essere che l’arbitro ti possa spiegare una regola che non conoscevi oppure potrebbe risponderti che non ha ritenuto opportuno indagare, ma di fronte alle immagini potrebbe avere comunque torto. Penso che le critiche civili siano parte stessa dello sport: si critica un giocatore se sbaglia perché non si dovrebbe criticare un arbitro che sbaglia? Senza ovviamente scadere in un atteggiamento offensivo o denigratorio o minaccioso.

        • Eva P. 26 Gennaio 2024, 15:56

          Devo dire che con una replica come la tua non si può che essere totalmente d’accordo…
          Ovviamente hai ragione, sono particolarmente coinvolta in questi discorsi per via di mio figlio che sta vivendo questa esperienza bellissima e molto, molto formativa… diciamo che si sta facendo le spalle molto larghe. Del resto l’ha scelto lui, consapevole degli oneri e degli onori. E’ per questo che mi interrogo sulla situazione più generale, di più alto livello, che chissà, magari mio figlio tra qualche anno si troverà a vivere in prima persona.
          Nel trailer del documentario di cui si parla, l’arbitro viene definito “la persona più odiata in campo”: ecco, a me dispiace quasi fisicamente sentire questo, perché davvero non riesco a credere – nel nostro sport – a dietrologie, complotti e malafede all’origine di decisioni che ci sembrano sbagliate (in altri sport non mi pronuncio). Dai campetti dell’Under14 alla ribalta della finale della coppa del mondo, io, in maglietta gialla e fischietto in mano, vedo solo persone che amano il rugby così tanto da dedicarci così tanto tempo in questo modo così particolare.

          • Fabfab 26 Gennaio 2024, 22:24

            Personalmente ho odiato un solo arbitro (quando giocavo, nella preistoria), ma solo perché era un incompetente che creava il clima per risse e violenza e sembrava ne godesse. Durante una partita, in una ruck, un avversario tirò un pugno in faccia a un nostro pilone, così, senza motivo, a quei tempi funzionava così. L’arbitro era lì davanti e il nostro pilone gli disse: “Arbitro, ha visto?” . E lui rispose: “Su, su. A rugby s’impara a soffrire”. Ero lì accanto, non mi è stato riportato. Ecco lui non lo sopportavo. Fece scatenare una rissa gigantesca durante un’altra nostra partita perché anche lì un nostro giocatore venne picchiato e l’arbitro in questione gli sventolò sotto il naso il cartellino rosso a lui che aveva preso il cazzotto. A quel punto decise di vendicarsi e da lì fu una rissa generale con sospensione della partita. Ma erano altri tempi. Oggi, soprattutto a livello di nazionale, la cosa che mi infastidisce di più è la sudditanza psicologica verso le maggiori squadre che giocano spesso oltre il regolamento, ma a cui viene permesso tutto

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