Benetton, Zebre e Italia: il punto di vista di Francesco Pierantozzi

Più che perdere palloni (e comunque è successo alcune volte), il problema è che l’attacco è molto prevedibile. Pochi raddoppi, pochi incroci, praticamente zero angoli di corsa. Si parte da un ottimo Zanon che va sempre dritto per dritto, un Fekitoa solido, ma che per ora non salta mai l’uomo o lo fa molto di rado. Odogwu sta pian piano entrando nei meccanismi, Mendy, per ora, è il più fantasioso, quello che riesce a creare dubbi alla difesa. Padovani ordinato come sempre. Watson non pervenuto: ha giocato pochissimo e non bene. Uno degli schemi che l’anno scorso funzionavano meglio, e cioè il passaggio lungo dall’apertura all’ala saltando i centri, quest’anno riesce meno, un po’ per imprecisione nel passaggio e un po’ perché gli avversari ormai conoscono questa giocata. Poi le terze linee non sono ancora performanti in attacco come si richiederebbe. Io vedo spesso squadre dell’URC, dove trovi una seconda linea o una terza, a ridosso dei raggruppamenti, che sfondano il primo placcaggio e si trovano una prateria davanti con il sostegno ai lati. Questa cosa la Benetton ancora non è riuscita a farla (ammesso che ci provi). Insomma, non è solo un problema di handling, ma anche di schemi e varietà di gioco.