Rugby World Cup: le mete più belle di ogni edizione

I video, edizione per edizione, delle mete più spettacolari e iconiche del torneo iridato

rugby world cup 2019 all blacks

Rugby World Cup: le mete più belle di ogni edizione

Il Rugby World Cup è l’evento più atteso del pianeta ovale, e ogni edizione ha regalato alcune delle marcature più spettacolari, iconiche e indimenticabili della storia. Nel repertorio delle gesta indelebili, figurano azioni individuali con corse solitarie, ma anche segnature corali frutto di azioni di squadra: ecco le mete più belle di ogni edizione della Coppa del Mondo.

Rugby World Cup 1987: John Kirwan, Nuova Zelanda vs Italia, fase a gironi

Una meta che non ha bisogno di descrizione: tutto il talento di uno dei trequarti ala più forti della storia, segnata contro l’Italia nella fase a gironi della prima edizione della Coppa del Mondo nella storia. Da una ricezione da calcio di rinvio, John Kirwan parte dai suoi 22 e batte sette, forse otto, (nove?) avversari, segnando una delle mete in solitaria più memorabili di sempre.

Rugby World Cup 1991: Ivan Francescato, Italia vs USA, fase a gironi

Il protagonista della meta dell’edizione del ’91 è Ivan Francescato, mediano di mischia storico degli Azzurri. Dagli sviluppi di una rimessa laterale che lascerà basiti i lettori più giovani, Ivan attacca il canale dei 5 metri, e dopo 50 metri di corsa più qualche avversario lasciato sul posto dalle sue agili finte, va a segnare.

Rugby World Cup 1995: Jonah Lomu, Nuova Zelanda vs Inghilterra, semifinale

Un’altra meta frutto di talento individuale, una ‘solo-try’ la definirebbero gli inglesi. Forse la marcatura individuale (verrebbe da dire ‘una delle tante segnate da lui’) più leggendaria di sempre: semplicemente Jonah Lomu, in tutta la sua potenza, velocità, esplosività e avversari annichiliti al momento dell’impatto.

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Rugby World Cup 1999: Christophe Lamaison, Francia vs Nuova Zelanda, semifinale

La semifinale del 1999 è stata la sfida che ha dato inizio alla rivalità tra Francia e Nuova Zelanda. I Galletti, contro ogni pronostico, arrivarono in finale, perdendo poi con l’Australia al Millenium Stadium. La prima meta dell’incontro fu marcata dal numero 10 Lamaison, fondamentale nello storico successo anche per la precisione al piede, dopo una corsa da metà campo fino ai 5 metri di Dominici.

Rugby World Cup 2003: Stephen Jones, Galles vs Inghilterra, quarti di finale

Nonostante la sconfitta nei quarti di finale, contro quella che poi sarà la vincitrice dell’edizione 2003 (il drop di Wilkinson vi ricorda qualcosa?), il Galles ha dato vita all’azione probabilmente più spettacolare del torneo di quell’anno. L’azione parte da un contrattacco delle retrovie in maglia rossa, ed è finita dalla storica apertura gallese Stephen Jones, che dopo corse, passaggi oltre la difesa e offload va a marcare.

Rugby World Cup 2007: Kosuke Endo, Giappone vs Galles, fase a gironi

Per l’edizione del 2007, tra le tante candidate a meta del torneo, la scelta è ricaduta su una meno gettonata ma altrettanto spettacolare. La segnatura in questione è quella di Kosuke Endo, che termina nel migliore dei modi un’azione partita da un turnover nei propri 5 metri.

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Rugby World Cup 2011: Ben McCalman, Australia vs Russia, fase a gironi

Dalla compilation delle migliori mete dell’edizione neozelandese del 2011, abbiamo estratto quella segnata da Ben McCalman, che ha chiuso l’azione, cominciata e generosamente concessa alla fine, dal genio rugbustico di Quade Cooper. Dagli sviluppi di una ruck a metà campo sul lato sinistro, l’apertura australiana vede la fascia del campo opposta scoperta, e serve con un delizioso cross-kick il terza linea Samo. Dopo un paio di offload la palla torna nelle mani di Cooper, il quale aveva offerto sostegno interno, per poi battere con il più semplice dei 2 contro 1 l’ala avversaria, permettendo al suo numero 8 di schiacciare in mezzo ai pali.

Rugby World Cup 2015: Karne Hesketh, Giappone vs Sudafrica, fase a gironi

Per la Coppa del Mondo inglese del 2015, la candidata non poteva che essere la marcatura a tempo scaduto di Hesketh nell’indimenticabile vittoria nipponica ai danni del Sudafrica. Col cronometro già oltre l’ottantesimo, i giapponesi hanno un calcio di punizione a favore: la regola che consente di giocare la touche anche a tempo rosso non era ancora attiva, e tutti si aspettavano un calcio nei pali che avrebbe sancito un pareggio inaspettato. Ma i giocatori in maglia rosso-bianca, allora allenati da Eddie Jones, non si accontentarono. La scelta: tap-and-go, calcio di punizione giocato veloce. Dopo 7 fasi, all’84esimo, è una sventagliata al largo che permette all’ala subentrata di marcare alla bandierina la meta del 34 a 32 finale in favore dei nipponici.

Rugby World Cup 2019: Tj Perenara, Nuova Zelanda vs Namibia, fase a gironi

La meta simbolo dell’ultimo Mondiale nel paese del Sol Levante, non per peso specifico ma per spettacolarità, è l’ultima segnata nella partita dei gironi tra All Blacks e Namibia. Perenara, in campo con Weber, anche lui mediano di mischia, si ritrova a giocare da centro, e trova un bel varco nella difesa in maglia blu. Una ripartenza veloce dalla ruck permette di attaccare il lato chiuso, e la combinazione proprio tra Weber e Perenara, condita con un passaggio dietro la schiena, permette al giocatore maori di segnare con un tuffo per i fotografi alla bandierina, mentre è placcato da due avversari.

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