Italia, Goosen sul match col Galles: “Quando si attacca tanto poi bisogna segnare”

L’allenatore della difesa, dati alla mano, ha fatto il punto sulla prestazione degli Azzurri riservando anche un occhio alla Scozia

Italia Marius Goosen

Marius Goosen

Il quarto turno del Sei Nazioni 2023 non è andato esattamente come la nazionale italiana avrebbe voluto. Il Galles arrivato a Roma si è rivelato un avversario scaltro e ha portato a casa la vittoria.

Nel match concluso 29 a 17 in favore dei Dragoni ci sono stati molti errori di rifinitura, ma anche situazioni positive in cui gli Azzurri hanno messo in concreta difficoltà gli avversari.

Adesso gli uomini di Crowley hanno il compito di fare reset rispetto alla delusione maturata all’Olimpico per andare a Murrayfield e cercare di concludere al meglio il Torneo.

Sui temi evidenziati sabato scorso è tornato Marius Goosen, allenatore della difesa dell’Italia. Da parte sua c’è la consapevolezza di cosa non ha funzionato e anche la volontà di ripartire in fretta.

“Abbiamo preparato bene la partita, abbiamo creato tanto e poi non abbiamo finalizzato. Abbiamo già rivisto il match con i ragazzi, per capire quali sono le cose che possiamo migliorare in vista di sabato prossimo. – Ha spiegato Goosen sui canali della Federazione Italiana Rugby – Certamente ci sono comunque dei segnali molto positivi che questa partita ci lascia: abbiamo fatto 11 linebreak e battuto 38 difensori in 80 minuti, nemmeno la Francia che ha fatto 50 punti a Twickenham ha fatto così tanto. Sono dei dati impressionanti, il problema è che poi non siamo riusciti a finalizzare tutto quello che abbiamo costruito, è questa la differenza che c’è ancora tra le migliori al mondo e noi”.

Leggi anche: Sei Nazioni 2023: due assenze di peso nella Scozia che affronterà l’Italia

La difficoltà di giocare con gli occhi puntati addosso

Oltre al deficit in fase di realizzazione, la partita è stata contraddistinta da una partenza lampo dei gallesi. Probabilmente un inizio di gara più difficile rispetto a quello che lo staff aveva preventivato. Quasi come se l’Italia avesse un po’ faticato ad adattarsi al carico di aspettative che pendeva su Lamaro e compagni.

“Sicuramente l’aspetto mentale è stato un fattore. Era la prima partita, dopo la Georgia l’estate scorsa, nella quale eravamo non dico favoriti ma comunque molto vicini sulla carta al nostro avversario. Queste aspettative hanno pesato, ma in primis noi dello staff dobbiamo fare meglio per mettere in condizioni i ragazzi di non sentire questa pressione, perché questa ci sarà sempre: è un test match e giochiamo con le migliori squadre del mondo, per cui bisogna affrontarla come un qualsiasi altro aspetto del gioco”.

Come nella sconfitta bruciante con la Georgia, l’Italia non è riuscita a limitare al minimo la quantità di sbavature. Un fattore che inevitabilmente pesa quando si affronta un avversario con un tasso tecnico complessivamente similare.

“In entrambe le partite abbiamo fatto errori che non dovevamo fare, ma dall’altra parte a Batumi non abbiamo creato tutte queste opportunità, proponendo il nostro stile di gioco, e ci è mancata ‘solo’ la finalizzazione. Abbiamo cambiato la mentalità del nostro gioco, ed è una cosa positiva: chiaramente quando si crea così tanto poi bisogna segnare”.

Verso la sfida di Murrayfield

Infine il focus si sposta su Scozia-Italia, un appuntamento che conclude sabato 18 marzo la campagna del Sei Nazioni 2023. A Edimburgo l’Italia troverà una squadra forte, molto efficace e talvolta spettacolare negli attacchi, ma ancora attanagliata da una certa irregolarità di risultati.

“Abbiamo visto anche in Scozia-Irlanda la grandissima intensità che c’è stata nel primo tempo. Siamo entrambe squadre alle quali piace muovere la palla, anche prendendosi dei rischi. Io per primo, da allenatore della difesa, sono consapevole che giocare in questo modo porta anche a degli errori, ma anche la Scozia gioca allo stesso modo, quindi possiamo metterli sotto pressione e cercare di forzarli a sbagliare.”

Poi Goosen fotografa la situazione del gruppo sul piano delle scelte tecniche. Anche se la fatica inizia a farsi sentire, il desiderio dello staff è quello di mettere in campo come sempre i 23 giocatori più in forma.

“Intanto vogliamo far recuperare bene i giocatori. Alcuni di loro dopo la partita non si sentono ancora al 100%, del resto siamo all’ultima giornata di un Torneo molto impegnativo durante il quale non abbiamo cambiato tantissimo la formazione, quindi un po’ di stanchezza c’è. Alla fine però parliamo di ragazzi abituati a giocare ogni settimana con le franchigie o in Inghilterra e Francia, quindi sanno affrontare questi ritmi di lavoro e sicuramente saremo pronti per la Scozia, contro la quale schiereremo la miglior formazione possibile”.

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