Italia femminile: finalmente si è visto l’attacco. E ora qual è l’obiettivo Mondiale?

Azzurre strepitose nell’ultimo test pre-Mondiale, e adesso si può davvero sognare

Italia femminile: finalmente si è visto l'attacco. E ora qual è l'obiettivo Mondiale? (Ph. Federugby/Getty Images)

Italia femminile: finalmente si è visto l’attacco. E ora qual è l’obiettivo Mondiale? (Photo by Federugby/Federugby via Getty Images)

Un successo incredibile, il 26-19 di Biella, che replica quello ottenuto al Sei Nazioni di 3 anni fa sempre contro la Francia. Non c’era modo migliore per chiudere la serie di test pre-Mondiale, contro una squadra di altissimo livello e con la migliore prestazione fatta vedere quest’anno.

Quella di ieri è stata probabilmente la prima volta, nel 2022, in cui abbiamo visto un’Italia davvero brillante e in grado di sfruttare concretamente le proprie – grandi – potenzialità. Nonostante le assenze importanti, le azzurre hanno messo in piedi una partita solida e concreta in difesa, come visto già a Nizza, ma trovando finalmente quel quid in più in fase offensiva.

La chiave è stata la gestione del possesso, di gran lunga migliore rispetto alla settimana precedente. Al primo calo di concentrazione della Francia, le azzurre hanno colpito sfruttando la prima occasione del loro match con grande concretezza. Da lì, la partita è diventata una vera e propria guerra di nervi, con le francesi che hanno gradualmente perso la testa, come dimostra il modo incredibile in cui hanno preso la seconda meta: merito del piede e della corsa di Aura Muzzo, bravissima a leggere la situazione, e dell’intuizione di Sillari, che ha visto il pallone fuori dalla ruck ed è intervenuta al momento giusto.

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Il secondo tempo si può liberamente inserire tra le cose più belle viste dall’Italrugby (non solo femminile) negli ultimi anni. Una meta, la terza, in cui tutti i fondamentali hanno funzionato, e un’altra – quella decisiva – conquistata con un’azione furiosa, che ha ancora più valore considerando le tante giovani coinvolte nel finale di partita. La mediana di mischia, Granzotto, era al secondo cap, così come era giovanissima la prima linea di riserva (in particolare Stecca e Seye, che non avevano avuto grande minutaggio finora) che ha tenuto molto bene contro il fortissimo pacchetto francese.

E poi va segnalata prestazione delle trequarti. Madia – migliore in campo – e Rigoni si intendono come sempre a meraviglia. Ostuni Minuzzi è e sarà una degna sostituta della capitana Furlan, e le ragazze entrate dalla panchina non hanno minimamente abbassato il livello, anzi. Cose da migliorare ce ne sono, chiaramente. Una in particolare: il gioco tattico al piede. Escludendo un paio di calci di Madia e Sillari nel primo tempo, tante volte le azzurre hanno regalato palloni facili alle francesi, come dimostra il 50:22 conquistato da Tremouliere nel secondo tempo dopo un pallone consegnato senza troppa pressione dal nostro triangolo allargato.

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Questa Italia, considerando anche le tante assenze, comincia ad avere una profondità fondamentale per affrontare un Mondiale in cui a questo punto l’Italia non potrà più nascondersi. Questi due test contro la Francia hanno confermato quella che sarà la mediana del futuro (Granzotto-Stevanin) e valorizzato ulteriormente le potenzialità di Alyssa D’Incà.

Certo, sarà quasi impossibile recuperare Manuela Furlan (ma Di Giandomenico non ha ancora escluso del tutto l’eventualità di portarla in Nuova Zelanda) e questo è un brutto colpo, ma per fortuna le altre ragazze uscite infortunate a Biella – Sgorbini, Magatti e Maris – non dovrebbero compromettere la loro presenza al Mondiale.

L’obiettivo dichiarato è il passaggio del turno, ma a questo punto le azzurre devono essere consapevoli di poter ottenere anche un piazzamento importante nel girone, che di conseguenza permetterebbe di giocare un quarto di finale abbordabile. E una volta arrivate lì, a quel punto la semifinale non sarebbe soltanto un sogno, ma un traguardo concreto da raggiungere.

Francesco Palma

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