Italia: 3 nodi da sciogliere per Kieran Crowley in vista del Sei Nazioni

Pilone destro, terza linea e centri sono i ruoli dove c’è maggiore indecisione, per motivi diversi

Giovanni Pettinelli durante Italia-Argentina (ph. Sebastiano Pessina)

Giovanni Pettinelli durante Italia-Argentina: sarà tra i convocati dell’Italia di Kieran Crowley per il Sei Nazioni? – ph. Sebastiano Pessina

L’Italia di Kieran Crowley per il prossimo Sei Nazioni, il primo con il neozelandese a capo degli Azzurri, sarà svelata giovedì 13 gennaio.

Per il tecnico ex Benetton le difficoltà vengono dal poco tempo a disposizione per lavorare e costruire sulle precarie fondamenta messe in piedi a novembre, dal precario stato di forma, tutti i fattori compresi, dei giocatori delle Zebre e dalla latitanza dai campi di gran parte dei giocatori impiegati all’estero.

Tutto sommato, nonostante Crowley possa avere qualche asso nella manica dopo aver contattato qualche giocatore eleggibile all’estero, le sorprese dovrebbero comunque essere limitate. Ci aspettiamo di vedere all’opera lo stesso gruppo che ha iniziato il percorso due mesi fa con questo staff tecnico.

Restano però dei nodi da sciogliere. Tre particolarmente intricati.

Pilone destro

Il ventaglio di scelte a pilone destro di Kieran Crowley non sarebbe di scarsa qualità, se non fosse per i numerosi infortuni che si sono abbattuti sulla categoria.

Il giocatore numero 1 nel ruolo, Marco Riccioni, sarà fermo fino all’estate, vittima della rottura del legamento crociato nella seconda partita dei test di novembre.

Simone Ferrari è assente esattamente da un anno dopo l’infortunio a gennaio del 2021 che ha coinvolto il legamento collaterale del ginocchio.

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Giosué Zilocchi è stato recentemente rimosso dalla lista degli infortunati delle Zebre e potrebbe fare presto il suo rientro, ma, sempre che torni sul campo prima dell’inizio del torneo, si tratta di un giocatore rimasto fuori per 9 mesi.

Matteo Nocera, infine, è incorso in una lesione del tendine rotuleo nel raduno della nazionale proprio questo autunno. Sarà fermo come minimo fino a marzo.

In questo quadro, le scelte per lo staff tecnico azzurro rimangono limitate. In cima alla lista di Crowley c’è sicuramente il nome di Tiziano Pasquali, assente a novembre. Il pilone destro del Benetton è il giocatore più solido ed esperto a disposizione del CT.

Saranno però almeno tre i giocatori da convocare nel ruolo, e per gli altri due posti i nomi sono quelli di Ivan Nemer, utility prop capace di adattarsi a destra, Pietro Ceccarelli, già in campo nelle tre gare di novembre, e i tre della nazionale Emergenti: Ion Neculai, Filippo Alongi e Entienne Swanepoel.

Alongi e Swanepoel non sembrano in questo momento vicini a raggiungere gli standard richiesti per far parte del gruppo azzurro. Il primo ha all’attivo 5 presenze nel Mogliano ed è attualmente scomparso dai radar del Benetton, preferendo adattare Tomas Baravalle quando l’emergenza l’ha richiesto. Il secondo è un giocatore certamente di fascia alta per il Top 10, ma sotto il par già per le franchigie, figuriamoci per il rugby internazionale.

Neculai, classe 2001, sembra essere l’unico in grado di insidiare Nemer e Ceccarelli. Sebbene Crowley abbia in passato affermato di preferire non affrettare bruscamente la richiesta di una immediata crescita del pilone delle Zebre, potrebbe essere costretto a inserirlo già nel gruppo della nazionale maggiore.

Terza linea

C’è un reparto nel quale le scelte di Kieran Crowley sono rese complicate dall’abbondanza: la terza linea.

Ci sono 9 giocatori in ballo per quelli che si prevede possano essere 6 posti. Uno è indubbiamente appannaggio del capitano Michele Lamaro, che non lo merita solo per la fascia che porta metaforicamente al braccio, ma anche per il rendimento dimostrato durante la stagione di United Rugby Championship.

Crowley non vorrà rinunciare nemmeno a Sebastian Negri, uno dei leader dello spogliatoio biancoverde e dei senatori di questa giovane nazionale. Il flanker nato in Zimbabwe è anche uno dei candidati ad avere subito una maglia da titolare: a novembre è stato presente dal primo minuto in tutte e tre le gare dell’Italia e il livello delle sue prestazioni si è progressivamente innalzato nel corso della stagione.

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Chi possa completare al meglio la coppia formata dai due flanker è uno degli interrogativi chiave. Il fatto che Toa Halafihi sia azzurrabile rende la sua candidatura a numero 8 piuttosto accattivante. D’altra parte Giovanni Licata non è nel momento migliore della sua carriera e Renato Giammarioli, dopo mesi di eccellenti prestazioni, deve ancora recuperare dall’infortunio patito a novembre in nazionale.

Sergio Parisse aleggia: da capire quale potrà essere il suo eventuale contributo alla causa, se continuativo durante tutto il torneo o episodico.

Alla finestra però ci sono anche Giovanni Pettinelli, Braam Steyn e Maxime Mbanda.

Il primo è stato tra i migliori nelle recenti prestazioni del Benetton e vorrebbe avere l’opportunità di costruire qualcosa sulle fondamenta del suo esordio internazionale a novembre.

Il secondo è un giocatore di cui è difficilissimo fare a meno per il suo ruolo esemplare all’interno dello spogliatoio, ma da inizio stagione ha giocato davvero poco rugby, appena 165 minuti.

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Mbanda, invece, aveva saltato i test di novembre a causa del Covid-19, come da lui stesso annunciato sui proprio account social. Da capire quale potrà essere il suo coinvolgimento nel nuovo progetto tecnico di Crowley. Ad oggi il giocatore delle Zebre ha messo insieme 400 minuti, ma ha giocato solo 2 partite fra ottobre e dicembre.

Centri

Nelle precedenti uscite della sua Italia, Kieran Crowley ha dimostrato di essere ancora alla ricerca del proprio numero 12 titolare.

Tramontata l’idea smithiana di Carlo Canna come primo centro, a novembre Marco Zanon e Luca Morisi si sono alternati nel ruolo, con Tommaso Boni tornato nel giro della nazionale dopo qualche anno di assenza. Nacho Brex, invece, si è preso la maglia numero 13 e sembra averla fatta indiscutibilmente sua.

In questo caso le alternative sono piuttosto limitate, ma potrebbe esserci un nome nuovo, quello di Tommaso Menoncello. Il giovane biancoverde, classe 2002, è una delle stelle della nazionale under 20, ma il suo inizio di stagione al Benetton, dove è il giocatore con il minutaggio più alto in stagione, ha chiaramente dimostrato come, in questo momento, sia il giocatore più in forma delle franchigie.

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Menoncello è cresciuto come numero 13, ma a Treviso è stato impiegato anche come numero 12 e come ala. Questa polivalenza può tornare ulteriormente utile in ambito internazionale, dove l’Italia deve completare la propria backline e manterrà prevedibilmente Brex nel cruciale ruolo di secondo centro dove l’argentino può far valere le sue grandi doti difensive.

A meno di non ingrossare le fila dei centri con qualche nome eleggibile a sorpresa, le scelte da fare riguardano questi cinque giocatori, con Federico Mori che eventualmente può adattarsi nel ruolo che ha rivestito durante gli anni delle giovanili e alle Zebre.

Non è però definita quale sia la gerarchia attuale fra i giocatori in lizza per la maglia numero 12. Luca Morisi gode probabilmente della stima più genuina da parte del suo ex tecnico al Benetton, visto che gli ha accordato la titolarità in novembre nonostante non fosse fondamentalmente mai sceso in campo. Il problema è che le cose non sono migliorate: ha finora giocato davvero poco rugby, solo 140 minuti in stagione.

Un po’ meglio di lui ha fatto Marco Zanon (247 minuti), che però non gioca da ottobre. Boni è il più costante e forse uno dei giocatori meno arresi fra quelli messi in campo dalle Zebre durante l’ultimo derby.

Se la scelta viene fatta sulla base della forma attuale, non c’è dubbio che Tommaso Menoncello sia più avanti degli altri per quanto visto finora, ma probabilmente ci saranno diverse altre variabili che Kieran Crowley ha intenzione di tenere in considerazione.

Lorenzo Calamai

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