Identificazione e crescita del talento nel rugby professionistico inglese

Primo di tre articoli curati da Francesco Dimundo Strength & Conditioning Coach per Worcester Warriors

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Dusty 19 Aprile 2021, 08:59

    Quindi il famoso “Progetto statura” di Ascione aveva dei fondamenti; il problema casomai è che noi abbiamo una base a cui attingere che è numericamente troppo esigua. Inoltre le risorse che noi possiamo investire sono minime rispetto agli standard richiesti da un sistema veramente professionistico.

    • luke10 19 Aprile 2021, 09:24

      “Classicamente, gli allenatori e gli addetti ai lavori del mondo del rugby preferiscono selezionare fin dalle giovani età i ragazzi più “grandi e grossi”, spesso senza considerare il loro vero livello di maturazione. Gli inglesi hanno capito questa particolarità, infatti raccolgono ed interpretano diversamente le misure rilevate dai camp giovanili per la selezione delle future promesse della palla ovale.”
      Insomma, ni. Giusto selezionare atleti, ma devi anche capire se quello che a 16 anni è 1.80 poi diventa effettivamente 2 metri, o se magari lo diventerà quello di 1.70, che maturerà fisicamente più tardi ma che rugbysticamente è avanti anni luce rispetto a quello più grosso. Come al solito è una coperta corta per chiunque, bisogna solo capire come metterla.

    • alleno 19 Aprile 2021, 10:08

      il problema è che se hai 5 giocatori di pari livello tecnico puoi scegliere i 3 più performanti fisicamente. se hai solo 3 giocatori buoni in generale non puoi fare lo schizzinoso. in più dopo una certa eta la stazza è più facile da allenare rispetto la tecnica, quindi un giocatore piccolo ma bravo ha comunque più potenziale.
      Basta guardare Hamish Watson e metà della squadra scozzese.

  2. oliver63 19 Aprile 2021, 09:54

    con la base che hanno gli inglesi è facile fare qualunque tipo di selezione ed è anche facile sbagliarla !!! tanto dove caschi, caschi bene … quindi questa serie di articoli è priva di qualunque tipo di interesse per quanto riguarda la nostra situazione … sarebbe molto più interessante un articolo del tipo: come lavora sul rugby di base la RFU ??? così tanto per avere qualche spunto di riflessione in una realtà che è comunque lontana anni luca dalla nostra e, quindi, proprio per questo motivo, non meriterebbe tanta attenzione da parte di un portale di rugby italiano …

    • Superignazzio 19 Aprile 2021, 12:45

      perdonami, ma con cortesia e rispetto, non sono per niente d’accordo col tuo punto di vista

      certi spunti sono preziosissimi per quelli a cui interessa il rugby in generale, il suo funzionamento nel mondo professionistico e tutto quello che ci gira attorno, meccanismi e funzionamenti

      non esiste il rugby solo a casa nostra, che comunque è un interesse che rispetto, quindi leggo con estremo piacere

  3. Mr Ian 19 Aprile 2021, 10:37

    bell articolo, complimenti. Tra l altro a Worcester hanno sempre avuto un attenzione particolare sullo sviluppo dei giovani.
    Sui grandi e grossi, è inutile girarci intorno, gli aspetti legati alla fisicità sono fondamentali in uno sport di collisione come il rugby. L errore è forse avere la presunzione di volergli insegnare a giocare e pensare a rugby a 16 anni, quando ormai diventa tardi se si pensa di formare atleti di alto livello.

  4. Davide 19 Aprile 2021, 13:25

    Spunti interessanti.. grazie a @redazione

  5. Davide 19 Aprile 2021, 13:30

    Pensare che in un club inglese c’è uno Strength & Conditioning Coach mentre alle Zebre la gestione dell’alimentazione è lasciata ai singoli giocatori (da una dichiarazione di un giocatore di qualche tempo fa) fa riflettere..
    Queste sono competenza e professionalità che si dovrebbero cercare e sulle quali si dovrebbe investire!

    • Winchester 19 Aprile 2021, 23:00

      Se il pubblico e gli sponsor in Italia non sono al livello (per avere un budget di livello), anche gli investimenti non saranno al livello (di chi ha il budget). A qualcosa bisogna rinunciare.

  6. GioDuke 19 Aprile 2021, 14:12

    Fortuna che grazie alla programmazione riescono a far a meno degli equiparati

    • franzele 19 Aprile 2021, 14:23

      Sì, esatto. Tante storie e poi vanno a pescare nel Pacifico

  7. franzele 19 Aprile 2021, 14:12

    L’altro giorno stavo fargli gnocchi, ne ho fatti una marea e così ho deciso che avrei potuto selezionare quelli più ben fatti, tutti della stessa misura, per poi passarli sulla grattugia e rifinirli.
    Le patate erano di ottima qualità, le dosi perfette, quindi alla fine ho ottenuto 5 porzioni di gnocchi da campionato mondiale del gnocco di patate.
    Nella nostra situazione abbiamo tutta una serie di problematiche da affrontare:
    Abbiamo delle patate abbastanza buone?
    Certamente, ma molte vengono usate per altre specialità e a noi arrivano quelle un po’ scadenti, o comunque la quantità di patate buone o ottime si riduce drasticamente.
    Gli altri ingredienti, i dosaggi, le procedure, l’umidità, l’ambiente, le attrezzature….
    Mettiamo tutte le varianti possibili e avremo come risultato pochi gnocchi fatti bene, tanti fatti così così e tantissimi che vanno benissimo per le riunioni familiari, ma non saranno certo da concorso.
    Quindi servono un sistema unico e riconosciuto, una selezione, una formazione, adeguati spazi, clima, ambienti ed attrezzature, per arrivare al massimo risultato possibile a partire dalla quantità e qualità di patate che abbiamo a disposizione.
    Poi potremo cominciare a fregare le patate buone a chi le usa per le altre specialità (creare appeal, così posso usare anch’io un termine anglofono) e ampliare la produzione.

  8. western-province 19 Aprile 2021, 15:11

    Io credo che uno dei grandi problemi dell’Inghilterra sia proprio la ricerca del fisico a discapito del talento e dell’intelligenza rugbystica.
    E anche uno dei problemi dell’Italia dove a livello professionistico si vedono persone che non sono in grado di prendere le giuste decisioni in campo, che sia quando spendere un calcio di punizione, quando calciare e come ecc ecc

  9. Bimbubam 19 Aprile 2021, 16:50

    Commento tangenziale al punto dell’articolo
    Dall’introduzione:” la Gran Bretagna ha investito più di 20 milioni di sterline (circa 23 milioni di Euro) per migliorare la qualità della performance sportiva dei suoi atleti nei giochi olimpici di Londra del 2012. Tutte le sue squadre partecipanti alle Olimpiadi del 2012 e a Rio 2016 sono state quelle che hanno vinto più medaglie in rapporto al numero di atleti partecipanti”
    Vero, però ricordo che si sono attirati anche una valanga di critiche perché han deciso quali erano gli sport su cui potevano investire e avere un ritorno in termini di medaglie e hanno dirottato lì la maggior parte dei fondi, trascurando tutti gli altri e facendo dei danni che vedranno per decenni. I fondi di basket, nuoto sincronizzato, pallanuoto e sollevamento pesi praticamente sono stati decimati (e ancora di più tra le olimpiadi di Londra e quelle in Brasile) per investire in sport dove era possibile un ritorno di immagine maggiore, e più recentemente hanno tagliato anche canottaggio e equitazione. Inoltre tanti atleti hanno denunciato una situazione ai limiti dell’abuso (sia fisico che mentale) per la ricerca della prestazione a tutti i costi. Insomma, io non so quanto siano un esempio da seguire, al di là dei risultati ottenuti. Applicando il “sistema inglese” in Italia, probabilmente deciderebbero che sul rugby non è il caso di investire e chiuderebbero la baracca in favore di altri sport dove abbiamo margini sia sportivi che economici ben migliori (basket, pallanuoto, ciclismo, calcio, pallavolo eccetera)

    • Bimbubam 19 Aprile 2021, 16:52

      Riguardo l’articolo in sé invece, molto interessante. Ma ci tenevo a fare questa osservazione a monte di tutto il discorso, credo sia importante

    • Winchester 19 Aprile 2021, 23:04

      Infatti l’Italia non ha investito praticamente nulla nel rugby VII, che e’ sport olimpico.

      • Bimbubam 20 Aprile 2021, 10:16

        E pure questa è una bella porcheria, soprattutto considerando che il grano lo passa il CONI

  10. yes nine 20 Aprile 2021, 15:34

    Abbiamo un Strength & Conditioning Coach italiano apprezzato in Inghilterra e nel nostro rugby utilizziamo ancora il “preparatore atletico” che dividiamo con il salto in lungo. Robe da matti

  11. yes nine 20 Aprile 2021, 15:38

    …e pensare che il Strength & Conditioning Coach viene utilizzato nel rugby anche qui nel nordest della Francia dove il 70% dei giovani gioca a pallamano e solo il 5% conosce il rugby

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