Il sistema di formazione dei giovani scozzesi non sta funzionando a dovere, dicono alcuni
Il problema della Scozia con le accademie
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Sono più bravi di noi quando i giovani entrano nelle strutture professionistiche ( franchigie ) , a naturalizzare , inoltre loro sono più addentro ( e ne fanno parte) nel sistema d’elite con i conseguenti vantaggi.
Bravo, hai già risposto alla domanda: vanno tanto male ma intanto come fanno ad essere continuamente più forti di noi?
Come U20 negli ultimi 3-4-5 anni in media hanno avuto delle prestazioni inferiori alle nostre, tanto che sono stati retrocessi nel campionato mondiale U20, cosa che a noi non capita ormai da diversi anni, mentre in passato eravamo sempre sul filo del rasoio, pero’ come seniores ci sono davanti.
Bisogna anche dire che non bastano 3-4-5 anni di relativa superiorità in U20 per ribaltare una situazione di inferiorità a livello seniores, tanto più che hanno saputo chiudere (bene?) i buchi con una politica spregiudicata di naturalizzazioni di vario tipo.
C’e’ anche da notare, se ho ben capito, che in Scozia hanno quattro accademie e noi ne abbiamo solo una…
Quattro accademie, un percorso che copre dai 14 ai 20 anni con degli step ben definiti, un sistema “ad ascensore” basato su una sorta di draft, due franchigie più solide delle nostre, e soprattutto un DoR a livello federale con un gran passato di campo.
E in più il loro sistema comunque sforna i Fagerson, gli Hogg, i Russell, gli Hastings e i Gray…
Aggiungerei anche che hanno la fortuna di avere Russel e Hogg, entrambi due fuori cleìasse indiscussi e fuori portata rispetto al movimento scozzese. Questo gli ha fatto molta pubblicità in casa e nel resto del mondo
Ho lavorato con varie selezioni scozzezi da allenatore. Qui hanno tanti problemi, il loro bacino di giocatori buoni è ristretto geograficamente (sopra stirling e glasgow sono parecchio trascurate) e di classe sociale con i migliori giocatori generalmente associati ad una scuola privata. molti di quelli bravi poi essendo in scuole private preferiscono andare all’univresità e fare i manager rispetto ad una carriera rischiosa nello sport.
Detto questo i loro giocatori sono più forti dei nostri u20. i forti u20 loro sono all’inizio di un percorso che li fa migliorare, da noi molti dopo faville in u20 rimangono su quel livello per sempre. (qui ci si allena di meno, e questo in parte spiega il gap prestazionale a livelli under e il focus è su skills e competenza rispetto al fisico).
Poi non dimenticatevi che i loro giovani nelle franchigie hanno il compito di vincere nel pro14, competere in europa e se chiamati in nazionale competere alla pari e battere inglesi, irlandesi ecc… non proprio ultima e penultima nel pro14 con vittorie scarse in nazionale. la pressione è diversa e il livello richiesto anche.
ps. Russel il fenomeno era stato scartato dalle selezioni regionali u16 perchè troppo eccentrico.
E consapevoli di questi limiti, ti sembra abbiano agito di conseguenza con azioni mirate?
Sulla differenza di giovani, certamente sapere di arrivare ad un livello per giocarsela e dove effettivamente ce la gioca con i migliori deve essere un’altra cosa, ma vuol dire che arrivi anche preparato per quel livello.
ci provano ad alzare il livello ma non è facile. lavorano tanto sul livello intermedio di selezioni regionali U16-U18.
la loro qualità sta nei tecnici come numero e qualità che sono di livello eccelso ad ogni stage del sistema federale. tutti gli allenatori sono generalmente anche formatori dei corsi per gli allenattori “normali”. credo che la loro qualità maggiore sia quasi tutta qui. la maggior parte dei formatori e allenatori regionali arriva ancora dalle scuole private e quindi non richeidono uno stipendio fulltime dalla federazione.
i club, tolti i borders, fanno poco in ottica nazionale e sono aiutati molto poco e considerati anche meno dalle politiche federali il che però riduce il numero di praticanti.
la scozia ha tanti abitanti quanti il veneto e in realtà pochi sono esposti al rugby.
I giocatori fin da subito sanno che essere i migliori in scozia non serve a nulla. bisogna competere con i vari Itoje e più difficilmente si siedono sugli allori. le under hanno obbiettivi precisi di crescita del giocatore e non di risultati e questo è chiaro a tutti allenatori compresi.
confrontare il sistema giovanile in scozia con quello in italia non ha senso!
pensiamo a far crescere noi i vari fagerson…., aboud è bravissimo ma è troppo solo, ci vorrebbe un aboud in ogni sede dell’accademia.
dovremo investire esclusivamente su tecnici stranieri e sostituire il dott ascione.
…confrontare scozia e italia è come sempre esercizio accademico (pardon, teorico) con ben pochi punti di analisi comparabili: popolazione, praticanti, storia e cultura rugbistica divisi da un baratro incolmabile… c’é però un punto sul quale riflettere, forse: la suddivisione delle risorse destinate alle regioni accademiche segue la densita territoriale, in primis, e la vicinanza ai due poli delle franchigie del pro14… è come se in italia si destinassero il 70% dei fondi federali alle aree a vocazione rugbistica storica ed a lata frequentazione giovanile (nord-est in primis, lombardia e emilia principalmente, in base alle stesse statistiche FIR sulla localizzazione e diffusione delle società recentemente pubblicate)… considerazione che si attirerà gli strali del “non lasciamo nessuno indietro”, mentalità che (la storia lo dimostra) costringe così l’italia intera a rimanere indietro…
In Scozia il rugby rimane sport minore rispetto al calcio. Sono solo 5 milioni ma hanno dalla loro la tradizione, la lingua (sic) e il serbatoio inglese. Beati loro…
Puoi fare tutte le accademie che vuoi ma il fuoriclasse di turno non ha bisogno di troppo “coaching”.