6 Azzurrini del 2000 che avremmo voluto vedere al Mondiale Under 20

I migliori talenti della selezione azzurra che avrebbe partecipato al torneo casalingo

rugby italia under 20 matteo moscardi

Matteo Moscardi con la nazionale Under 20 (ph. Luca Sighinolfi)

Il Mondiale iridato casalingo, ultimo step giovanile della loro carriera, avrebbe potuto rappresentare un lussuoso trampolino di lancio definitivo verso l’arena internazionale del piano di sopra, quello dei “grandi”, per diversi azzurrini. Purtroppo, però, l’emergenza sanitaria ci ha privato, e soprattutto ha privato loro di questo palcoscenico così importante.

Abbiamo deciso di raccogliere 6 (più 1) azzurrini classe ’00, che avremmo tanto voluto vedere al Mondiale, ma che siamo sicuri ritroveremo presto protagonisti in rassegne ancora più prestigiose.

Leggi anche: 5 talenti che avremmo potuto vedere al mondiale Under 20

Manuel Zuliani

Non tutti i talenti nascono con le stigmate del fenomeno chiaramente riconoscibili. Dopo il primo anno di Accademia Nazionale, l’ex capitano della under 18 del Benetton Manuel Zuliani non ha centrato l’obiettivo di essere convocato per il World Rugby under 20 Championship in Argentina, lo scorso anno.

Quest’anno però l’alacre lavoro in palestra e sul campo ha premiato, e Zuliani è stato uno degli Azzurrini che più si è messo in mostra nella sfida di gennaio a Napoli, contro la Francia, e nel debutto vincente nel Sei Nazioni 2020, in casa del Galles. Un flanker moderno, con un approccio fisico al gioco importante e una discreta dose di atletismo. Un numero 7 capace di essere sia ball carrier che rubapalloni. Uno di quei giocatori pestiferi che non vorresti mai nella squadra contro cui giochi.

Dice Fabio Roselli, che a questo mondiale giovanile lo avrebbe portato eccome: “Ultimamente si riesce a tirare fuori il meglio non solo da coloro che mostrano subito lampi di talento abbagliante, ma anche e forse soprattutto da diversi atleti che – ad inizio processo – non sono istantaneamente in grado di far la differenza. Ragazzi che magari lì per lì destano qualche perplessità sulla loro capacità di incidere ai massimi livelli, ma che dopo una conoscenza approfondita con lo staff ed un percorso di lavoro ad hoc, sono esplosi raggiungendo livelli di assoluto valore. Penso ad esempio a […] Manuel Zuliani. […] Lo avete visto in azione in Galles quest’anno, e lo potrete apprezzare con i Leoni.”

Già, perché purtroppo il mondiale under 20 italiano è saltato, ma il flanker classe 2000 è approdato direttamente in Pro14, con un contratto da permit player con il Benetton che gli permetterà di giocarsi sin da subito le sue chance al più alto livello possibile.

Matteo Moscardi

Il centro rodigino è passato un po’ in secondo piano, visto che il suo impiego con la nazionale under 20 quest’anno è stato reso impossibile da un infortunio alla caviglia a gennaio, impedendogli di contribuire al Sei Nazioni degli Azzurrini. Lui, però, di mondiali giovanili ne ha già disputati addirittura due: nel 2018 è stato convocato con un anno di anticipo a far parte della rassegna internazionale in Francia, giocando anche tre partite da titolare contro Inghilterra, Argentina e Galles; nel 2019, poi, pienamente nella categoria under 20, è tornato a rappresentare l’Italia al Sei Nazioni di categoria e poi in Argentina al World Rugby u20 Championship, tra l’altro con una prestazione maiuscola contro la Scozia.

Il suo primo anno di Top 12 non è andato esattamente come sperato, prima con lo stop per infortunio e poi per la cancellazione del campionato, ma fino a gennaio è comunque riuscito ad accumulare 6 presenze, di cui 4 da titolare, segnando anche una meta.

Moscardi è un giocatore particolare, tecnico e intelligente, con doti fisiche più limitate rispetto ad altri colleghi che giocano nello stesso ruolo. Questo potrebbe rendere più complesso il suo salto al livello di Pro14, ma il talento che ha espresso in questi anni di giovanile fanno ben sperare per la sua crescita futura.

Gianmarco Lucchesi

Altro talento classe 2000 passato direttamente dall’Accademia Nazionale al ruolo di permit player con il Benetton Rugby è Gianmarco Lucchesi da Livorno, un tallonatore pieno di talento che si è fatto un buon nome fra gli addetti ai lavori negli anni in cui ha passato la trafila dei centri di formazione e delle nazionali giovanili.

Fermato da un fastidioso infortunio alla caviglia subito contro la Scozia al Sei Nazioni under 20 2019, ha dovuto fermarsi ed è rimasto fuori dal giro che conta per quasi tutto il suo primo anno di giovanile. Ha recuperato col botto nella sua seconda stagione a Remedello, ottenendo la convocazione in nazionale e dimostrando tutte le sue qualità nelle tre gare del Sei Nazioni di categoria.

Tallonatore molto preciso al lancio e assai dinamico nel gioco aperto, può dare nuovo vigore ad un ruolo dove le opzioni, per il Benetton, sono andate ad assottigliarsi. Per la under 20 di Fabio Roselli è stato un buon ball carrier, ma soprattutto un ottimo placcatore, una vera e propria tagliola.

Paolo Garbisi

Il capitano. Il giocatore probabilmente più atteso della rassegna tra i ragazzi guidati da Fabio Roselli, reduce da un primo anno integrale in massima serie con la maglia numero 10 del Petrarca, una delle squadre più importanti del torneo, è pronto al grande salto in Pro14, dove si affaccerà nel 2020/2021 tra le fila del Benetton Rubgy, con cui ha firmato un contratto da Permit Player.

Da anni punto di riferimento all’apertura delle selezioni giovanili italiane, l’ex Mogliano – club con cui ha esordito nell’allora Eccellenza non ancora maggiorenne – sul finire dell’annata agonistica ’17/’18 – è un giocatore oltremodo solido. Meno appariscente, meno da guizzi luminosi rispetto a colleghi del presente e del recente passato, ma dotato di una vasta gamma di soluzioni offensive, tutte portate con know-how di livello, e di una presenza difensiva niente affatto banale nel suo ruolo. Gli dedicheremo un pezzo ad hoc, la prossima settimana.

Leggi anche: Nazionale Italiana Rugby Under 20, gli Azzurrini

Federico MoriGiulio Bertaccini

Tra le note più liete, nel corso delle ultime uscite degli azzurrini, ci sono sicuramente le prestazioni della coppia di centri, Federico Mori (a numero 13) e Giulio Bertaccini (12), che in mezzo al campo hanno dato mostrato grande consistenza sia in difesa che in attacco.

“Con Giulio mi sono trovato molto bene come persona. Lo reputo un grandissimo amico, e penso si veda come il feeling tra di noi fuori dal campo si trasformi in sintonia sul rettangolo verde. Un aspetto fondamentale per una coppia di 12-13, ruoli così delicati. Siamo stati molto consistenti in difesa, sia dai lanci del gioco che in generale, e questo ti conferisce una marcia in più”

“In attacco, invece, siamo giocatori – seppur con morfologia differente – dalle caratteristiche simili. Ad entrambi, anche se lui magari è più elusivo ed io più da dritto per dritto, piace essere diretti ed incisivi, lavorando nel miglior modo possibile sull’offload. Anche perché la continuità diretta è uno degli aspetti più importanti del gioco di oggi. Spero di poterci tornare a giocare assieme in futuro”, ci ha raccontato Federico Mori, tratteggiando il suo rapporto tecnico ed umano con il collega di reparto.

Bonus track – Michael Mbà

Il trevigiano Michael Mbà – nonostante qualche acciacco di troppo ne abbia impedito un impatto particolarmente incisivo nella stagione d’esordio in Top12 tra le fila delle Fiamme Oro – è un’ala veloce e potente, con doti da finisher di assoluta rilevanza.

Qualità messe in mostra con costanza anche nell’abbrivio del Sei Nazioni 2020, torneo nel corso del quale è sempre stato la prima scelta di Fabio Roselli nella corsa alla maglia numero 11, marcando anche una meta nella sfortunata serata di Reggio Emilia .

L’ex giocatore di Casale, ormai da due anni nel giro della selezione Junior, con cui ha anche disputato un ottimo Mondiale lo scorso anno in Argentina, peraltro, è stato inserito negli scorsi mesi, da RugbyPass, tra i 50 rugbisti Under 20 migliori del Mondo, addirittura a ridosso dei Top30, in 31esima posizione.

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