Benetton Rugby: la differenza tra Permit Player ufficiali e ‘Giocatori invitati’

Due figure che appaiono simili, eppure sono piuttosto diverse

Benetton Rugby

Permit player e invitati (ph. Benetton Rugby)

Dopo aver sistemato la rosa dei giocatori full time sotto contratto per la stagione ’20/’21 – che inizierà con l’appendice del Pro14 ’19/’20, con un doppio derby celtico agostano -, il Benetton Rugby, nelle ultime settimane, ha comunicato ufficialmente i 6 Permit Player ufficiali ed i primi 3 ‘Giocatori invitati’, atleti giovani con background interessante tra Under 20 e Top12, che faranno parte dell’organico biancoverde nella prossima annata agonistica. Figure simili, quest’ultime, nell’immaginario collettivo – entrambe accomunate dal fatto di essere tesserate con un club di Top12 -, eppure caratterizzate da differenze niente affatto banali.

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Qual è la diversità tra queste due figure in casa Benetton Rugby?

I Permit Player ufficiali, infatti, sono a tutti gli effetti giocatori biancoverdi. Sotto contratto (annuale) con il Benetton Rugby, la franchigia con sede a Treviso paga integralmente i salari di questi atleti. Per avere la possibilità di giocare – nel caso in cui non trovino spazio a Monigo -, possono essere messi a disposizione dei club di Top12 con cui sono tesserati, nel corso dell’annata, per allenamenti e partite nel massimo torneo nazionale.

Per quanto concerne il loro utilizzo e la loro presenza alla Ghirada, ovviamente, la decisione – di settimana in settimana – è totalmente appannaggio del team di Kieran Crowley, che sceglie quando è il caso di schierarli o comunque di tenerli con sé per tutti e 7 i giorni, magari anche solo per averli a disposizione come ‘riserve non a distinta gara’, o quando vale la pena mandarli in Top12.

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Discorso diverso per gli invitati

Gli invitati, invece, sono giocatori non solo tesserati, ma anche già sotto contratto con un club di Top12. Il Benetton trova un accordo con la compagine del torneo nazionale in cui milita il ragazzo prescelto – pagando, in questo caso, solo una parte dello stipendio del giocatore -, ottenendo la presenza dell’atleta alla Ghirada per tutta la preparazione e nei giorni di lunedì e martedì nel corso delle fasi di campionato.

In questo caso, però, a differenza dei permit, il club di Top12 ha maggiore voce in capitolo relativamente all’utilizzo del giocatore. I Leoni, dunque, per avere a disposizione un inviato oltre il martedì, per allenamenti ed eventualmente giorno di gara, devono accordarsi con la società con cui il ragazzo è tesserato.

Difficoltà per lo stallo attuale post emergenza sanitaria

L’incertezza che aleggia attorno alla data di ripartenza del rugby italiano, e del suo massimo campionato, sta rallentando la definizione di alcuni aspetti formali legati agli accordi Permit/invitati. Ci sono ad esempio alcuni Permit, come Manuel Zuliani, Matteo Drudi e Gianmarco Lucchesi, che non sono ancora stati tesserati ufficialmente da club di Top12. Esiste un’idea di massima sulle squadre che verranno coinvolte, ma c’è la necessità più tempo, rispetto ad annate normali, per far quadrare il tutto e mettere l’accordo nero su bianco.

Situazione medesima anche nel verso opposto, con altri ‘potenziali invitati’ – già individuati dal direttore sportivo Pavanello – che verosimilmente si aggregheranno al gruppo a breve, ma per i quali serve ancora definire qualche dettaglio con i club.

In che categoria rientra Charly Trussardi?

Charly Trussardi – annunciato nelle scorse settimane come un nuovo giocatore del Rovigo – è un permit player ufficiale, avendo un contratto che lo lega al Benetton Rugby sino al termine della stagione sportiva ’20/’21. All’ex numero 9 di Clermont, che nella passata stagione ha trovato poco spazio con i Leoni, è stata garantita la possibilità di usufruire del ‘percorso permit’. Tesserato con i Bersaglieri, così, avrà l’opportunità di giocarsi al meglio le sue carte al ‘Battaglini’, sotto la guida di Umberto Casellato.

Matteo Viscardi

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