Il tallonatore argentino ha le idee chiare dopo la trasferta dei Leoni in quel di Cardiff
Benetton Rugby, Baravalle: “Dobbiamo lavorare sull’aspetto mentale”
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Sicuramente importante che i giocatori se ne rendano conto, ma vorrei capire da cosa può scaturire questo calo mentale. Specie se vai negli spogliatoi in controllo, ti dici di continuare ed accelerare, ma la prima cosa che fai è subire l’iniziativa altrui senza reagire. Più che semplice calo mentale sembra proprio scarico (quasi totale) e confusione.
Intanto mi compiaccio che Baravalle abbia escluso questioni fisiche sul calo del Benetton: infatti quella della fitness (per squadre di questo livello, almeno) è la solita baggianata cui in Italia ci si aggrappa quasi compulsivamente per spiegare le sconfitte. Come ho già scritto, però, secondo me questi “cali mentali” sono dovuti a un problema di gioco. Infatti, anche primo tempo di Cardiff, pur dominato dal Benetton, sono stati più i Blues a “fare la partita” o a cercare di farla. Solo che sono letteralmente “rimbalzati” sulla difesa trevigiana. Tuttavia non è che Treviso abbia avuto molto possesso o manovrato a lungo: una meta è stata susseguente ad una fase tattica di gioco che ha sbilanciata la linea difensiva gallese da permettere al talento di Ioane di fare quasi tutto da solo. Le altre sono venute da fase statiche presso la linea di meta. Il problema è perciò che il Benetton finisce per giocare troppo mentalmente in difesa, e non riesce a sviluppare un gioco manovrato che permetta di essere efficace in attacco (vedi ali che non hanno mai un pallone decente da giocare) non solamente alla maniera sopramenzionata e che possa anche far respirare (non solo fisicamente ma anche mentalmente) la squadra nella fase difensiva. E alla lunga i giocatori sentono lo stress di questa impostazione, mentre gli avversari prendono coraggio, prendono campo ecc. che è il modo migliore per non sentire la fatica.