Super Rugby: guida ai quarti di finale

Si parte con Hurricanes-Chiefs, la sfida più attesa del fine settimana. Partita agevole per i Crusaders contro gli Sharks

Super Rugby crusaders

I Crusaders festeggiano il titolo 2017 a Johannesurg. I rossoneri sono ancora i favoriti (ph. Reuters)

Il Super Rugby si appresta a vivere la fase più calda della stagione con i playoff, che inizieranno venerdì in Nuova Zelanda. La formula con cui le otto squadre si sono qualificate ai quarti di finale, come di consueto, non è esente da controversie e critiche: la ripartizione dei posti non è basata solo su un criterio meritocratico, bensì anche in base alle squadre vincitrici delle rispettive conference che – nel caso di quelle sudafricane e australiane – hanno meno punti della terza miglior squadra neozelandese.

La stagione regolare, a sua volta, ha sì regalato i consueti momenti di grande spettacolo e fascino, ma non soddisfa tutti nell’emisfero Sud per logistica, calendario, arbitraggi e richiamo di pubblico sugli spalti, spesso desolatamente vuoti (e non solo perché si gioca negli stadi più grandi di ciascun Paese). In attesa di eventuali riforme che possano far ritrovare la rotta via al torneo (se mai ce ne sia una), comunque, c’è un titolo da assegnare: vediamo le sfide in programma tra venerdì e sabato nel dettaglio.

(1) Crusaders – (8) Sharks (sabato ore 9:35)

Gli Sharks si sono guadagnati il diritto di accedere ai playoff all’ultima giornata, ricevendo in cambio i biglietti per la trasferta più difficile tra quelle potenzialmente previste dal Super Rugby: a Christchurch. Per i sudafricani, sulla carta, non sembra esserci una via d’uscita, e forse non ve ne saranno a tutti gli effetti. La squadra di Durban si troverà di fronte la miglior squadra dell’emisfero Sud, che Scott Robertson ha ulteriormente rifinito dopo il trionfo dello scorso anno rendendola quasi invincibile.
Il record stagionale parla di 14 vittorie (tre in più della prima inseguitrice), 2 sconfitte, secondo miglior attacco e – con buon distacco – miglior difesa. In campo, i ‘Saders restituiscono l’idea di un monolite: avanzano sempre ed inesorabilmente, forti di una squadra equilibrata e capaci di combinare accelerazioni brucianti a fasi di controllo in cui il pallone viene nascosto agli avversari.
Gli Sharks, insomma, avrebbero bisogno di un miracolo. A guidarli ci sarà la famiglia du Preez – Robert è l’allenatore, Daniel e Robert jr sono i figli in campo -, più The Beast Mtawarira alla sua 150esima presenza con la franchigia e l’estroso centro Lukhanyo Am, per citare i volti più noti. I sudafricani non hanno entusiasmato durante la stagione regolare, alternando diversi bassi (il 10-40 subito dai Bulls, da cui sono stati sconfitti due volte) e alcuni alti (le vittorie in casa dei Blues e contro Chiefs e Highlanders in Sudafrica). Nemmeno la cabala è dalla loro parte: una squadra sudafricana non ha mai vinto in casa di una neozelandese ai playoff.

Le formazioni

Crusaders: 15 David Havili, 14 Seta Tamanivalu, 13 Jack Goodhue, 12 Ryan Crotty, 11 George Bridge, 10 Richie Mo’unga, 9 Bryn Hall, 8 Kieran Read, 7 Matt Todd, 6 Jordan Taufua, 5 Samuel Whitelock (c), 4 Scott Barrett, 3 Owen Franks, 2 Codie Taylor, 1 Tim Perry
A disposizione: 16 Andrew Makalio, 17 Wyatt Crockett, 18 Michael Alaalatoa, 19 Luke Romano, 20 Pete Samu, 21 Mitchell Drummond, 22 Mitchell Hunt, 23 Manasa Mataele

Sharks: 15 Curwin Bosch, 14 Kobus van Wyk, 13 Lukhanyo Am, 12 Andre Esterhuizen, 11 Lwazi Mvovo, 10 Robert du Preez, 9 Louis Schreuder, 8 Daniel du Preez, 7 Jacques Vermeulen, 6 Philip van der Walt, 5 Ruan Botha (c), 4 Tyler Paul, 3 Thomas du Toit, 2 Akker van der Merwe, 1 Tendai Mtawarira
A disposizione: 16 Chiliboy Ralepelle, 17 Juan Schoeman, 18 John-Hubert Meyer, 19 Hyron Andrews, 20 Wian Vosloo, 21 Cameron Wright, 22 Marius Louw, 23 Makazole Mapimpi

(4) Hurricanes – (5) Chiefs (venerdì ore 9:35)

Da questa sfida conosceremo l’avversaria dei Crusaders (?) in semifinale. Considerando l’andamento della stagione fin qui, insomma, qualunque incrocio verrà fuori dal prossimo turno in questa parte del tabellone potrebbe essere definito come una finale anticipata. Anche per questo, il match tra Hurricanes e Chiefs sembra essere il più interessante e stuzzicante del fine settimana, nonché quello più incerto; l’altro motivo, banalmente, è l’enorme quantità di talento presente sul campo.
Le due squadre si sono incrociate appena una settimana fa per l’ultima giornata di regular season, ma a Hamilton. Hanno vinto i Chiefs 28-24 e, anche se la posta in palio sarà ben diversa, quel match ha detto qualcosa sullo stato di forma delle due squadre.
I Chiefs sembrano aver chiuso in crescendo e, per la prima volta in stagione, potranno contare su tutti e quattro i suoi uomini più rappresentativi allo stesso momento: Brodie Retallick, Sam Cane, Damian McKenzie (che come apertura sta andando bene, checché se ne dica) e Charlie Ngatai. Per la squadra allenata da Colin Cooper sarà la settima partita consecutiva da giocare in trasferta ai playoff, una prospettiva che comunque non può spaventare i Chiefs.
Soprattutto se gli Hurricanes non si risveglieranno dal torpore in cui sono caduti da un paio di mesi. Dopo aver inanellato dieci vittorie consecutive, i gialloneri hanno perso quattro delle ultime cinque partite e solo raramente hanno fatto sfoggio delle proprie qualità tecniche ed atletiche, soprattutto a causa di un pacchetto di avanti a volte poco incisivo e di una certa sufficienza con cui i ragazzi di Boyd hanno approcciato alcuni momenti di partita. Per la sfida che vale la stagione della franchigia; in dubbio capitan Brad Shieds.

Le formazioni

Hurricanes: 15 Nehe Milner-Skudder, 14 Julian Savea, 13 Jordie Barrett, 12 Ngani Laumape, 11 Ben Lam, 10 Beauden Barrett, 9 TJ Perenara, 8 Blade Thomson, 7 Gareth Evans, 6 Brad Shields (c)/Reed Prinsep, 5 Sam Lousi, 4 Michael Fatialofa, 3 Jeff Toomaga-Allen, 2 Ricky Riccitelli, 1 Toby Smith
A disposizione: 16 James O’Reilly, 17 Chris Eves, 18 Ben May, 19 Vaea Fifita, 20 Reed Prinsep/Sam Henwood, 21 Jamie Booth, 22 Ihaia West, 23 Wes Goosen/Jonah Lowe

Chiefs: 15 Solomon Alaimalo, 14 Sean Wainui, 13 Anton Lienert-Brown, 12 Charlie Ngatai, 11 Shaun Stevenson, 10 Damian McKenzie, 9 Brad Weber, 8 Liam Messam, 7 Sam Cane, 6 Lachlan Boshier, 5 Michael Allardice, 4 Brodie Retallick, 3 Angus Ta’avao, 2 Nathan Harris, 1 Karl Tu’inukuafe
A disposizione: 16 Liam Polwart, 17 Sam Prattley, 18 Jeff Thwaites, 19 Jesse Parete, 20 Mitch Karpik, 21 Te Toiroa Tahuriorangi, 22 Marty McKenzie, 23 Alex Nankivell

(2) Lions – (7) Jaguares (sabato ore 15:05)

Stessa conference di provenienza, stesso numero di vittorie (9), stesso numero di sconfitte (7). Ma ben otto lunghezze di differenza nella classifica finale, da ricercare negli otto punti di bonus in più conquistati dai Lions rispetto ai Jaguares nel corso dell’anno. Non a caso, i sudafricani vantano il terzo miglior attacco del campionato (una delle tre squadre ad essere oltre i 500 punti segnati), che hanno spesso coperto la lacuna di una difesa che si posiziona invece al settimo posto complessivo per punti subiti.
Gli argentini hanno invece il decimo attacco del torneo e addirittura la quarta miglior difesa, che comunque non ha consentito loro di chiudere con una differenza punti positiva la stagione. Poco male, in ogni caso, perché alla terza stagione i sudamericani hanno finalmente dimostrato di poter essere una squadra più concreta (anche molto bella da vedere) e soprattutto meno indisciplinata (solo 5 cartellini gialli per esempio, dopo gli 8 del 2016 e i 12 del 2017).
Dopo un inizio in sordina, per i Jaguares la svolta è arriva in modo impronosticabile nel Trans Tasman con le vittorie in serie contro Rebels, Brumbies, Blues e Chiefs. La striscia positiva è poi continuata in casa con altri tre successi, che a quel punto hanno garantito il primo ingresso nei playoff alla franchigia argentina, attorno a cui le perplessità stavano aumentando di partita in partita.
Coach Ledesma, al momento, ne ha spazzate via un po’, e si prepara ad affrontare con ragionevoli speranze di passare il turno i Lions a Johannesburg. La franchigia sudafricana non è dominante come un anno fa, ma può contare ancora sul talento di Marx, Cronje, Whiteley, Jantjies, Dyantyi e Kwagga Smith, oltre che su un fattore casa non indifferente, soprattutto quando puoi giocare a 1753 metri sul livello del mare. I favoriti, in ogni caso, sono ancora loro.

Lions: 15 Andries Coetzee, 14 Ruan Combrinck, 13 Lionel Mapoe, 12 Harold Vorster, 11 Aphiwe Dyantyi, 10 Elton Jantjies, 9 Ross Cronjé, 8 Warren Whiteley (c), 7 Cyle Brink, 6 Kwagga Smith, 5 Franco Mostert, 4 Marvin Orie, 3 Ruan Dreyer, 2 Malcolm Marx, 1 Jacques van Rooyen
A disposizione:16 Corne Fourie, 17 Dylan Smith, 18 Johannes Jonker, 19 Lourens Erasmus, 20 Marnus Schoeman, 21 Dillon Smit, 22 Courtnall Skosan, 23 Howard Mnisi

Jaguares: 15 Emiliano Boffelli, 14 Bautista Delguy, 13 Matias Orlando, 12 Jeronimo de le Fuente, 11 Matias Moroni, 10 Nicolas Sanchez, 9 Gonzalo Bertranou, 8 Javier Ortega Desio, 7 Tomas Lezana, 6 Pablo Matera (c), 5 Marcos Kremer, 4 Guido Petti, 3 Nahuel Tetaz Chaparro, 2 Agustin Creevy, 1 Santiago Garcia Botta
A disposizione: 16 Julian Montoya, 17 Juan Pablo Zeiss, 18 Santiago Medrano, 19 Matias Alemanno, 20 Tomas Lavanini, 21 Juan Manuel Leguizamon, 22 Martin Landajo, 23 Sebastian Cancelliere

(3) Waratahs – (6) Highlanders (sabato ore 12:05)

Entrambe le squadre possono definirsi delle incognite, per motivi diversi. Per gli stessi motivi, entrambe possono essere considerate il miglior avversario possibile in questo momento per l’altra.
I Waratahs hanno chiuso la regular season addirittura con il miglior attacco della stagione (pesano i 77 punti segnati in una partita ai Sunwolves) e hanno vinto la conference australiana con un gioco esuberante e offensivo, anche per sfruttare al meglio le caratteristiche di talenti come Folau, Beale, Naiyaravoro e Foley sulla trequarti. La squadra di Sydney, tuttavia, non si è certo distinta per regolarità, costanza di rendimento ed efficacia difensiva (nona miglior difesa per punti subiti), tanto da perdere dai Brumbies in casa nell’ultimo match subendo 40 punti.
Dall’altra parte, gli Highlanders arrivano al quarto di finale in trasferta dopo due pesanti sconfitte contro Crusaders e Chiefs e una vittoria risicata contro i Rebels in casa, in cui è risultato decisivo un placcaggio di Naholo allo scadere con gli avversari lanciati in meta. I neozelandesi hanno ottenuto lo stesso numero di punti (44) degli australiani e hanno subito lo stesso numero di punti (445), ma segnandone di meno (437). Ciò non vuol dire che gli Highlanders non abbiano una fase offensiva armonica e divertente, anche perchè sarebbe difficile il contrario con Aaron Smith, Lima Sopoaga, Ben Smith, Waisake Naholo e Rob Thompson. Eppure, le incognite sui neozelandesi restano: potrebbero essere i favoriti, ma a Sydney, e contro una squadra capace di fare e disfare a proprio piacimento, sarà tutto in bilico. Nelle formazioni, tra i Waratahs spicca l’assenza pesante di Michael Hooper, infortunato.

Waratahs: 15 Israel Folau, 14 Alex Newsome, 13 Curtis Rona, 12 Kurtley Beale, 11 Taqele Naiyaravoro, 10 Bernard Foley (captain), 9 Nick Phipps, 8 Michael Wells, 7 Will Miller, 6 Ned Hanigan, 5 Rob Simmons, 4 Jed Holloway, 3 Sekope Kepu, 2 Damien Fitzpatrick, 1 Tom Robertson
A disposizione: 16 Tolu Latu, 17 Harry Johnson-Holmes, 18 Paddy Ryan, 19 Tom Staniforth, 20 Brad Wilkin, 21 Jake Gordon, 22 Cameron Clark, 23 Bryce Hegarty

Highlanders: 15 Ben Smith (co-captain), 14 Waisake Naholo, 13 Rob Thompson, 12 Teihorangi Walden, 11 Tevita Li, 10 Lima Sopoaga, 9 Aaron Smith, 8 Luke Whitelock, 7 James Lentjes, 6 Liam Squire, 5 Tom Franklin, 4 Jackson Hemopo, 3 Tyrel Lomax, 2 Liam Coltman, 1 Daniel Lienert-Brown
A disposizione: 16 Ash Dixon (co-captain), 17 Aki Seiuli, 18 Kalolo Tuiloma, 19 Shannon Frizell, 20 Elliot Dixon, 21 Kayne Hammington, 22 Josh Ioane, 23 Matt Faddes

 

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