Martyn Williams e quella volta che i Cardiff Blues uscirono ai “rigori ovali” contro i Leicester Tigers nella semifinale di Heineken Cup
I rigori sbagliati ti segnano per la vita
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I rigori sono peggio di un sorteggio. E’ vero che ci si affida comunque a qualità dei giocatori, ma un calcio non può decidere le sorti di match a volte molto pesanti.
Parlo per il rugby, dove comunque è strano ancora oggi, per quanto “i rigori” si verifichino raramente, non allenare il fondamentale del calcio piazzato. Ma questa considerazione la trasporto anche nel calcio, nel football americano e nell’hockey.
Calciare un rigore, un piazzato, a turno non può determinare il vero merito di una squadra. A volte ho assistito a match nei quali una squadra ha prevalso per tutta la partita senza tuttavia riuscire a segnare, per poi vedersi eliminata ai rigori.
Gli sport da combattimento, dai quali personalmente provengo, finiscono spesso ai punti. Sarebbe il caso introdurre un sistema di valutazione simile anche negli sport di squadra, al termine dei supplementari. In questo modo eviteremo partite noiose e antisportive, sopratutto nel calcio, in cui una squadra sta per 90′ chiusa in difesa sperando di tirarla per le lunghe e giocarsela ai rigori contro una squadra più forte o che comunque sta giocando meglio.
Le regole del rugby di fatto impediscono la classica “perdita di tempo”; hai l’ovale e devi giocarlo altrimenti ti asfaltano. Non esiste modo di temporeggiare e far morire il gioco. Ma nel calcio è diverso: squadre indegne che difendono in 11 e poi la spuntano ai rigori. A vedere poi le statistiche, sono state surclassate in termini di possesso palla e territorio, tiri in porta, calci d’angolo, punizioni concesse e falli commessi.
I rigori non sono niente. Non dimostrano niente. Non significano niente.