L’assistente allenatore del Benetton Treviso ha speso due settimane in Nuova Zelanda a contatto con gli staff di Crusaders e Highlanders: ci racconta com’è andata
Il rugby neozelandese visto da Marco Bortolami
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Altra intervista interessante che fa ben sperare per il futuro di Treviso. Opinioni e non frasi fatte, spunti tecnici e spiegazioni interessanti. Mi piace questo accenno alla voglia di sperimentare qualcosa di nuovo; magari posso non condividere totalmente, e in qualche occasione due secondo linee vere avrebbero fatto comodo in campo, ma la voglia di fare di questo gruppo entusiasma.
Grande Bortolami, dentro e fuori dal campo
Ecco, con questo spero che i criticoni, quelli che non capiscono e deridono, siano soddisfatti e che comincino a pensare che se qualcuno è arrivato a fare delle scelte non è in seguito all’assunzione di sostanze psicotrope ma perché ha delle idee, magari supportate da studi.
Scherzi? Ne capiamo molto di più noi che scriviamo sui blog…
e supportato invece dai fatti che la mischia italiana e’ molto meno performante da quando giocano senza seconde di ruolo,tipo lui e gelde,una terza puo’ essere adattata in seconda?si,ma nel caso dell’italia non mi sembra stia andando molto bene,poi ci si potrebbe anche chiedere come mai in una nazione non ci sono seconde abbastanza valide eci debbano giocare le terze in quel ruolo,anche perche’ nelle altre nazionali questa alternativa non mi sembra cosi’ tanto utilizzata….il problema piu’ evidente e’ questo,certi esperimenti provati a treviso hanno funzionato,perche’ in nazionale c’e’ questa enorme differenza?
Per il semplice fatto che il rugby internazionale è un gradino sopra.
I livelli di un Test Match non sono quelli del Pro 14 e lo si vede anche dalla capacità di far emergere i problemi degli avversari.
si pero’ anche franchigie come il leinster sono giusto un gradino sopra treviso,io ho visto miglioramenti di franchigie che lavorano per la nazionale,che hanno fatto bene,ma una nazionale che proprio non va.
Bell’articolo, grazie. Mi ha stupito un po’ l’affermazione secondo cui i Crusaders avrebbero un organico inferiore a certe squadre europee. A leggerla isolata dal resto sembrerebbe un’eresia. Però, a guardarci bene, non è per niente campata in aria. La differenza la fa la mentalità, l’approccio mentale, il modo di fare gruppo in campo, la leadership di certi giocatori, l’aria che respirano, sin da ragazzini. Infatti i Blues, a conti fatti, non sono proprio dei brocchi, se si confronta il loro organico con quello delle più forti non ci sono gli ordini di grandezza di differenza che si percepiscono leggendo la classifica del SR. La differenza è probabilmente mentale, origanizzativa, ecc.
In relazione alle 2/3 linee c’è da fare un distinguo importante fra le seconde in grado di fare anche le terze tipo Witheloch o Barret potenti ,mobili e tecnici, e le terze adattate in seconda come stiamo facendo noi, che non essendo potenti penalizzano le prime perchè puntellano meno e penalizzano anche se stesse perchè essendo leggerine devono spendere più energie a scapito della potenziale mobilità…….
preciso…un pò come il discorso Sgarbi, in un contesto di Permit Players non ha senso mettere Sgarbi in terza linea, non è un esperimento che porta chissà che benefici, ma solo pezze.
Per il resto bell intervista e ottimo che i tecnici nazionali vado all estero a specializzarsi
“L’errore non esiste, ma non perché non lo commettono, ma perché non ne tengono conto: c’è solo un processo di apprendimento positivo. Questa metodologia, se applicata con consistenza, crea dei giocatori invincibili a livello mentale. Hanno la confidenza di poter raggiungere qualsiasi traguardo”.
A me piace questo passaggio, credo sia un mantra, sopratutto per i piccoli…