Cinque momenti decisivi nell’impresa del Benetton Treviso

I Leoni ritrovano concentrazione e coesione in difesa, annullando il Leinster soprattutto nel secondo tempo

benetton 2018

ph. Ettore Griffoni

Il Benetton Treviso delle ultime due settimane è il più fulgido esempio di come l’aspetto mentale, in alcune occasioni, sia il reale motore immobile di una prestazione sportiva, capace di far funzionare al meglio qualità atletiche, tattiche e tecniche. Non più quattro componenti sullo stesso piano l’uno influenzato dall’altro, bensì una sola barra di comando che regola tutti gli altri parametri, a cascata.

Non si spiegherebbero, altrimenti, prestazioni disomogenee come le ultime due contro la seconda peggiore e la seconda migliore squadra del Pro14 (e allargando il campo ci sarebbe anche la partita contro i Kings, l’ultima in classifica). Che quello biancoverde fosse un problema prettamente di concentrazione è scritto nei numeri: i più semplici sono quelli relativi ai punti subiti, ben 27 in casa contro i Dragons e solo 15 in trasferta contro Leinster, mentre la percentuale di placcaggi realizzati è passata dal 78 all’84%.

Se ci fossero stati problemi realmente seri di organizzazione difensiva e capacità di lettura degli attacchi avversari, difficilmente lo staff avrebbe potuto risolverli nel giro di soli sette giorni, soprattutto con una formazione come Leinster dietro l’angolo. I Leoni necessitavano probabilmente di una sfida ben più stimolante rispetto alle due precedenti (che è una colpa, non un vanto), per alzare a loro volta il livello e dimostrare realmente lo status raggiunto rispetto alla corazzata di Dublino.

Così è stato, in effetti. Il Benetton non avrà un impianto difensivo perfetto, ma da qualche settimana sembrava aver smarrito quella solidità che l’aveva contraddistinta in un certo periodo della stagione. Ritrovarla un po’ all’improvviso, per di più sul prato della RDS Arena, dimostra che alle ottime fondamenta generali bisognava aggiungere quella necessaria cattiveria agonistica individuale.

Sfruttando anche la giornata negativa del Leinster, il Benetton ha “lasciato il sangue in campo“, per usare le parole di Tommaso Allan, e ha potuto festeggiare una vittoria insperata diventando la quarta squadra a battere gli irlandesi tra le proprie mura nelle ultime quarantaquattro partite. Per fissare meglio l’impresa, ripercorriamo cinque momenti chiave della partita di sabato sera.

1. Nasi Manu, come togliere le castagne dal fuoco

Dopo aver chiuso il primo tempo con la meta subita da Daly, l’inizio della ripresa è altrettanto difficile per il Benetton, che però si complica la vita da solo con il calcio di liberazione di Tebaldi stoppato dagli irlandesi, anche a causa della scarsa protezione al mediano di mischia. Il rimbalzo dell’ovale favorisce Treviso (come favorirà più tardi Hayward) e l’ovale termina in touche, ma il Leinster ha l’occasione di mettere grande pressione ai Leoni.

Il lancio di Bigi e la raccolta di Lazzaroni sono sicure, e la exit strategy passa per la carica di Nasi Manu a pochi metri dalla linea di meta; il neozelandese rompe due placcaggi e mette i suoi sul piede avanzante (non sarà l’unica volta in una grande partita personale), consentendo a Tebaldi di trovare lo spazio per un discreto calcio fuori dai 22.

2. Controruck in zona rossa

Nonostante il pericolo scampato nell’azione precedente, possesso e territorio sono una prerogativa dei boys in blue anche nei minuti immediatamente successivi. Per gli ospiti è il momento di massima sofferenza, perché i dubliners prendono l’abbrivio giusto e soprattutto danno continuità ad un primo tempo dal copione pressoché simile. La difesa trevigiana indietreggia, ma resta sempre sul pezzo, e non appena riesce a togliere spazio all’attacco avversario (il placcaggio di Iannone su Reid) fa scattare il blitz.

La controruck parte da Nasi Manu e viene rifinita da Iannone che scippa il pallone dalle mani avversarie, mentre Ferrari mette la guarnizione finale sulla torta; la ciliegina spetta a Tebaldi, che ricaccia indietro il Leinster fino alla metà campo. E per gli irlandesi, sebbene sia solo il 46′, sarà la penultima apparizione nei 22 trevigiani.

3. La meta di Allan

Facile, direte voi. Però la terza marcatura del Benetton arriva in un momento particolare, e non perché sono passati appena quattro minuti dalla meta di Ruzza. In mezzo, infatti, Leinster torna ad attaccare in maniera organica per l’ultima volta nel match, salvo poi perdere l’ovale su un allargamento troppo azzardato; il Benetton libera la propria metà campo e alza il proprio baricentro e la fisicità degli impatti, non permettendo agli irlandesi di avere palloni rapidi.

Le difficoltà dei padroni di casa alla fine sfociano in uno sgangherato passaggio di Jack McGrath verso la seconda linea d’attacco, che però non raggiungerà mai; sull’ovale si avventa Allan, lucido nel non raccoglierlo dopo il primo rimbalzo – la raccolta sarebbe stata difficile – e cinico nel punire l’errore altrui. È 12-17.

4. La mischia che domina

Il Leinster accorcia con un piazzato di Carbery, ma nel frattempo il vento è definitivamente cambiato. Treviso si è installato nella metà campo irlandese e sta gestendo al meglio il possesso, grazie alle grandi prestazioni di Negri (24 palloni portati), il già citato Manu, Sgarbi, Fuser e Traorè nel garantire sempre metri in avanzamento.

L’ingenuo cartellino giallo rimediato da Tebaldi, che mette fine a quasi due minuti consecutivi di possesso biancoverde, tuttavia sembra poter essere un turning point nella partita, anche perché il mediano di mischia di riserva è… Iannone. Leinster però continua a commettere tanti piccoli errori anche nella propria metà campo, e al 67′ il Benetton ha una chance di far indietreggiare ancora gli irlandesi in mischia. I Leoni dominano l’ingaggio e ottengono un prezioso calcio di punizione, impostando poi un altro multifase di 2’34” in cui nascondono il pallone ai padroni di casa. il tutto in 15 contro 14.

5. Il sigillo finale

La palma di Man of the Match è andata a Tommaso Allan, ma nessuno avrebbe storto il naso se fosse andata a Nasi Manu, la cui prestazione va decisamente oltre i tre placcaggi sbagliati sui nove tentati.

Dopo aver trascorso tutti i 10′ di superiorità numerica nella propria metà campo, Leinster si affaccia per la prima volta in quella del Benetton dopo circa ventiquattro minuti. Sarà un’apparizione fugace, perché è ormai evidente come la squadra di casa non sia mai riuscita a trovare la quadratura del cerchio per aggirare la difesa ospite. I Leoni, che hanno concesso qualche calcio di punizione di troppo (12 in totale), arginano l’attacco irlandese da prima fase e riescono a mettere le mani sul pallone, quando ormai l’ovale sembrava essere in controllo del Leinster.

Manu legge bene la situazione, guida da solo un’imperiosa controruck e si impossessa dell’ovale, guadagnando poi il fallo che riporta il Benetton nei 22 irlandesi fino a fine partita. Sarà del terza linea neozelandese anche l’ultima carica del match, prima che Allan spedisca il pallone in tribuna per il fischio finale.

Daniele Pansardi

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