Fitness, ori olimpici e rugby: nel mondo di Matteo Artina

L’uomo di fiducia di Sofia Goggia e Michela Moioli lavora anche con l’ovale. E approfondisce un tema molto in voga per l’Italia

COMMENTI DEI LETTORI
  1. geo 28 Febbraio 2018, 08:53

    Complimenti. Splendida intervista. Fa capire che con la parola Fitness gli anglosassoni intendono un lavoro molto più ampio di quello che siamo propensi a pensare. é un lavoro a tutto tondo che richiede molto tempo.

  2. gian 28 Febbraio 2018, 11:17

    molto interessante, chiaro ed esplicativo, mi piace molto il concetto espresso in cui si indica come la preparazione atletica sia da mettere in coppia con certi automatismi e la comprensione del gioco da parte degli attori, per ottenere i risultati migliori

  3. LiukMarc 28 Febbraio 2018, 11:28

    “lavorare sulla capacità dei giocatori di anticipare e prevedere il lavoro da fare”. Grossa mancanza dei nostri. La difficoltà nel leggere una situazione e capire come comportarsi di conseguenza (e che spesso vuol dire che uno deve “coprire” un altro che arriva o legge in ritardo) secondo me è una delle cose che ci penalizza di più, sia nel gioco (i loop irlandesi stanno nei nostri incubi) che nella resistenza fisica.
    (non gli avete chiesto se conosce Atkinson…) 🙂

  4. tomo 28 Febbraio 2018, 11:31

    Si, ottima intervista.
    Vorrei aggiungere alcuni miei pensieri …
    Il Fitness e l’alto livello hanno come base i giovanissimi praticanti ed i loro educatori.
    Ora, senza voler offendere nessuno, raconto, sintetizzando, due fatti vissuti che risalgono ad alcuni anni fa.
    Bambini in un campo da Rugby assolutamente incapaci di fare una capriola ed educatori che restituivano sistematicamente la palla a quei due o tre bambini figli o nipoti di ex giocatori che si passavano il pallone sempre tra loro. Gli altri bambini zompettavano simpaticamente nel fango per tutto il tempo.
    Sintetizzo brutalmente e spero nessuno si offenda.
    Quella che una volta si chiamava Educazione Fisica: zero.
    Attività motoria ecc. : zero.
    Ai più grandi attività tecnica degna di questo nome: quasi zero.
    Nelle giovanili i cosidetti allenatori si atteggiavano a selezionatori, questo buono e quest’altro no.
    Non arrabbiatevi lo so che molti si spendono anima e corpo per per questi ragazzi. Lasciatemi sfogare …
    Ai miei tempi, è bello poter dire ai miei tempi, il coordinamento e l’agilità era forse data dalla vita quotidiana. Scavalcare un recinto, salire sopra un albero per mangiare frutta e poi fare il percorso inverso a 200 all’ora forse aiutava. Forse aiutavano i giochi nei vicoli e qualche diverbio con coetanei. Ora tutto questo dovrebbe essere acquisito in giovane età o perduto per sempre … Poi è inutile cercare fenomeni ficisi a tanto al chilo …
    Bell’articolo, non lasciamo cadere l’argomento ma iniziamo a far recuperare ai nostri bambini le capacità psicofisiche che potenzialmente si portano dalla nascita e poi giochino al gioco che vogliono.
    Ecco, mi sono sfogato.

    • aries 28 Febbraio 2018, 14:11

      Da padre di un bambino di 9 anni che gioca a rugby, concordo al 200%…
      Per fortuna gli educatori che si occupano di mio figlio e i suoi compagni\e nella fattispecie sono davvero bravi, il discorso relativo alle capriole e altri rudimenti che si davano per scontati me lo sono trovato sotto gli occhi… Che a 10 anni sia il tuo allenatore di rugby ad insegnarti a fare la capriola è veramente scandaloso! Abitando in campagna vedo la differenza tra mio figlio e altri che non hanno mai visto un albero. una volta per lo meno c’erano il buon vecchio quadro svedese e la pertica… Adesso a scuola fanno ginnastica in delle stanzette 5×5 in jeans e maglione… Ma dove vogliamo andare?! Che tristezza!

    • Hullalla 28 Febbraio 2018, 15:35

      Io ho lavorato con il minirugby e trovo questi commenti parecchio sconcertanti: “io una volta ho visto una cosa orribile…” che lasciano il tempo che trovano.
      Se sei piú bravo a capire le cose degli allenatori, proponiti in prima persona, altrimenti morditi la lingua, visto che nel minirugby chi allena é praticamente sempre un volontario, oppure accetta di pagare una “retta” che permetta di ingaggiare degli allenatori professionisti.

      Detto questo, la mia personale esperienza é che parecchi bambini arrivano in prima elementare che si vede che non hanno mai corso in campo aperto in vita loro. Questa é una cosa che mi ha fatto molto male al cuore e probabilmente é una conseguenza dell’iperprotettivitá della societá e del fatto che molti passano gran parte del tempo a casa dei nonni, davanti alla TV o al tablet.
      Peró anche solo con due allenamenti settimanali si puó migliorare di molto questa situazione. Non é impossibile.

      • gian 28 Febbraio 2018, 15:54

        però è vero che ci sono allenatori/volontari le cui competenze sono fin troppo limitate per crescere un bambino allo sport, io stesso, che ai tempi seguii in maniera appassionata, ma temo troppo poco peofessionale (mi trovavo meglio come assistant agli U15) gli U11, ho visto ai pochi concentramenti che ho avuto la fortuna di seguire, far fare ai bambini delle cose da mani nei capelli, al grido “lascia che si divertano che a fare agonismo c’è tempo”, con il risultato che in campo vedevi che si divertivano le squadre più strutturate che vincevano e i 2/3 più abili che facevano i fenomeni nelle squadrette, mentre nani, imbranati e ciccioni, correvano e pascolavano per il campo chiaramente in cerca dei 30sec di gloria, non dare basi tecniche degne a tutti e creare la squadra è un errore che non bisogna perdonare a nessuno, senza distinzione di preparazione tecnica

        • aries 28 Febbraio 2018, 16:37

          Quello che dici è vero, è vero anche che con ľapproccio un po’ più ludico che agonistico diciamo, ho visto comunque un gran miglioramento in mio figlio ma anche in tutta la squadra nell’arco dell’anno, per ovviare alle situazioni che descrivi tu, mi ci ritrovo benissimo, mio figlio fa parte dei nani, la federazione ho visto che da un paio di mesi ha creato concentramenti su misura… Più esperti e competenti con maggiore esperienza, magari già con alcuni anni di pratica da una parte, raccattati al primo anno più varie ed eventuali a concentramenti più soft…

          • gian 28 Febbraio 2018, 16:56

            ma senza la parte ludica per i piccoli và tutto in vacca, la vera abilità è quella di insegnare i fondamenti tecnici ai bambini senza annoiarli, ed esistono modi che non necessitano di chissà che abilità, basta conoscerli, e ben venga far scontrare i bambini a categorie di peso, ogni tanto, per dargli sicurezza e metterli in grado di esprimersi, ma il problema principale è fargli apprezzare le capacità di tutti (che devono essere sviluppate) nell’insieme della squadra.
            dico una cosa a cui molti non saranno d’accordo, ma io iniziai a giocare quando a 11 anni avevi un ruolo preciso, quindi se eri grosso giocavi in mischia, abile mediano e veloce 3/4, fatto salvo che tutti imparavano i rudimenti della tecnica come passaggio, raccolta a terra ed al volo, nessuno era considerato non importante, perchè senza nanetti veloci perdevi tanto quanto ciccioni e mandoloni, il fenomeno da solo, in un gioco strutturato, non poteva permettersi di correre 3 o 4 volte a dx e sx cercando il buco senza affidarsi ai compagni, non dico di tornare lì, ma certi fondamenti vanno ritrovati, pena perdere ragazzi che nel tempo potrebbero crescere e tenersi fortunati che a 11 anni sono dei fenomeni per poi a 17 essere inadeguati in quanto la natura e la loro stima non avanzano con il livello richiesto

          • aries 28 Febbraio 2018, 17:36

            @Gian
            I tuoi ragionamenti non fanno una piega, concordo…

          • gian 28 Febbraio 2018, 18:26

            grazie, e spero che chiunque possa confrontarsi con i ragazzi che seguono i piccoli spinga in questa direzione per la crescita del movimento, ma soprattutto dei ragazzini che, al di fuori dei risultati che otterranno, frutto del loro talento coltivato o della loro voglia di emergere, capiranno che non esistono scorciatoie e unti dal signore, ma anche che l’impegno sarà premiato e che il singolo può molto, ma senza gli altri ha un orizzonte limitato

      • aries 28 Febbraio 2018, 16:25

        La mia infatti non era assolutamente una critica verso gli educatori del minirugby, anzi… Oltre al fatto di trovarsi 2 volte alla settimana ad allenare per la gloria, senza neanche un rimborso per i concentramenti, kilometri ogni due settimane, sono veramente bravi e preparati e con i bambini ci sanno veramente fare! La mia critica e il mio accordo rispetto al commento, forse mi sono spiegato male, sono rivolti alle scuole che hanno messo ľeducazione fisica all’ultimo posto nelle priorità… Come se imparare a fare una capriola o sapersi arrampicare fosse meno importante di sapere quando casca la pasqua quest’anno… (ogni riferimento all’ora di religione è puramente casuale) con ľ aggravante che a 10 anni per vari motivi, un bambimo è più probabile che sappia formattarmi il computer che correre in un prato! Ormai sono sempre tappati in casa sti ragazzini… Trovo veramente scandaloso che gli allenatori del rugby debbano perder tempo ad insegnare a bambini di 10 anni a fare le capriole e sottrarre tempo a cose sicuramente più interessanti! Tutto qui! Massimo rispetto per i ragazzi che si prodigano, spesso gratuitamente…

      • tomo 28 Febbraio 2018, 17:01

        Penso di aver compreso il senso della tua risposta.
        Credo però che esprimere le proprie opinioni debba essere consentito a tutti senza ” mordersi la lingua”. Quello che ho descritto non riguarda ” una volta”.
        E credo anche che ci si possa accorgere che qualcosa non funziona anche non essendo in condizione di proporsi o non volendo occuparsene in prima persona. Diversamente dovremmo accettare sempre di tutto da tutti senza mai fiatare.
        Per quanto riguarda il volontariato ritengo che il fare qualcosa per gli altri non giustifichi ” il non saperlo fare ” . Pensaci bene, la buona volontà è solo l’inizio del fare. Non giustifica il farlo male. Mai. E pagare una retta alta non garantisce sempre la professionalità. Il tema non è quello dei soldi, è quello di offire le stesse opportunità a tutti; possibilmente con competenza oltre alla passione.
        E pensaci bene se hai lavorato nel Minirugby, qualche volta qualcuno potrebbe anche soddisfare il proprio ego …
        Se sbaglio significa che in questo settore sono tutti santi.
        Amo lo sport … ma proprio per questo non voglio chiudere gli occhi.
        Cordialmente

        • tomo 28 Febbraio 2018, 17:04

          La mia risposta è rivolta a Hullalla che spero ne comprenda il senso e non si offenda

          • Hullalla 1 Marzo 2018, 00:53

            Lo comprendo, ma la soluzione sarebbe avere come minimo laureati ISEF per il minirugby (+preparazione specifica al minirugby), cosa che si puó avere solo pagando quello che giustamente i laureati ISEF costano.
            Non si puó avere la botte piena e la moglie ubriaca.
            Non lamentiamoci se chiediamo professionalitá ma non vogliamo ne’ pagarla, ne’ proporci in prima persona.

  5. berton gianni 28 Febbraio 2018, 13:51

    Classica intervista da non far leggere a ermy e a tutti i detrattori che irridono O’Scena proprio per il fitness.

    • cassinet 28 Febbraio 2018, 14:50

      non penso, da ogni intervista si può sempre prendere quello che interessa e porta acqua al proprio mulino.

      “È un lavoro lungo che però non può essere procrastinato. La cosa migliore è inserirlo nell’adolescenza dei prospetti, per poi continuare a conservarlo e svilupparlo.”

    • gian 28 Febbraio 2018, 15:57

      vuoi che ti copi ed incolli i passaggi su cui ermy ti smonta tale tesi 😉

    • ermy 28 Febbraio 2018, 21:30

      Bert, per tua stessa ammissione sei ignorante della materia, inoltre non credo tu conosca molto l’ambiente… quindi, quando avrai frequentato assiduamente e operativamente le società di Treviso, Tarvisium, Casale e Mogliano, quando avrai maturato esperienza decennale della FIR e conosciuto per un po’ anche la FFR, quando conoscerai approfonditamente da giocatore e da studente allenatori del calibro di Roy Bish, Nairn McEwan, Pierre Villepreux e George Coste, quando avrai frequentato gli spogliatoi di Oxford University e di Southern Cross University – Byron Bay – NSW (Aus), quando avrai, infine, ricevuto un invito dal capitano degli AB per giocare nel suo club ( seconda, terza, quarta squadra, vabbè, non importa…) allora io ti spiegherò le cose che qui scrivo.
      Fino ad allora, fammi una cortesia, lasciami perdere perchè, oltre a fare continuamente brutte figure, mi stai preoccupando… mi pare che tu stia maturando un’ossessione! Stai bene. ?

      • berton gianni 1 Marzo 2018, 00:30

        Ti faccio i complimenti.
        Confermi che la modestia è un tuo pregio innato.
        Non mi permetterò più di frapporre la mia crassa ignoranza alla tua demogorgonica sapienza.
        Loden a te, ermy.
        Amen.

  6. aries 28 Febbraio 2018, 15:08

    Comunque, la Goggia con quelle cosce andrebbe inserita in mischia contro il Galles… Ora capisco oltre alla follia di base, come fa a curvare a 100 km\h su uno sci solo!

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