E’ scomparso uno dei mostri sacri del gioco. Da un anno lottava con la malattia
Il rugby saluta Colin Meads, leggenda All Blacks dell’era amatoriale
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RIP
RIP
Coliin non è più in casa. Il famoso cartello all’entrata del suo paese reciterà così. Un vero mito già in vita
Uno dei grandi di questo sport, niente da dire, e una leggenda per gli All Blacks. Certo, per come triturò il ginocchio a Catchpole mi ha sempre perso qualche punto… RIP
Un mostro sacro, uno di quelli nell’olimpo del rugby
Sir, ho quella sua foto, famosa, con quel ghigno, salvata, da un sacco di anni, su pc e iPhone. Ho alcune delle sue gesta immortalate su cd. Nel 2016, riuscii a recuperare il suo indirizzo in NZ, via web, e non fu facile, e le scrissi una lunghissima lettera. Ricorderà l’ intuibile tenore e che le chiedevo un autografo. La pregavo di addebitarmi il costo, ove possibile, della risposta. Scesi all’ ufficio postale sotto il mio ufficio di Padova, alla stazione, affrancai e impostai. Mi rispose presto e mi onorò di belle parole, e di quanto richiesto.
I rugby men non muoiono, passano. Che la terra le sia lieve.
Bella testimonianza.
Grazie, ma è la verità. Per me era il rugby. Ne scrissi con l’amico @mezeena, anche lui di quelle parti, e con relazioni mediche, quando si seppe della malattia. La prima volta che trovai il sito degli AB’s, con le foto e i curricula, tanti anni fa, in rete, andai, di corsa a compulsare quello di Sir Colin. Ho un filmato in cui entra in campo, nel corso di un test in UK, forse Inghilterra, scavalcando la paglia accumulata ai bordi del pitch, allora si usava così, per tenerlo asciutto. I rugbysti non muoiono, passano. Kia kaha, Sir Colin.
2006, non 2016. Scusate.