Quando la palla da rugby è una goccia di umanità tra Libano e Siria

Maeco Pastonesi racconta un progetto che unisce una terra divisa. E una parte della storia è ovale

COMMENTI DEI LETTORI
  1. narodnik 11 Dicembre 2016, 10:22

    il libano accoglie circa 1 milione e mezzo di siriani,contando che ha 3 milioni di abitanti possiamo dire che la palla da rugby in libano e’ proprio una goccia in mezzo all oceano di umanita’ che il popolo libanese sta gia’ dimostrando da anni,il sottotitolo e’ abbastanza fuorviante libano e siria non sono una terra divisa e per quanto riguarda la guerra forse sarebbe il caso di ricordare chi vende armi ad assad chi ai ribelli chi ha distrutto il libano e chi ha aiutato ad occuparlo militarmente,tipo israele e italia,ogni tanto oltre al buonismo ci vuole anche amaro realismo.

    • Dusty 11 Dicembre 2016, 18:56

      Grazie per questa tua precisazione, è giusto dire come stanno le cose.

  2. San Isidro 12 Dicembre 2016, 02:43

    Bell’articolo e complimenti alle due organizzazioni per il lavoro che stanno facendo in un villaggio che si trova a pochi km dalla più grande area di crisi umanitaria internazionale…
    In merito non posso non commentare la frase dell’utente di sopra, sostenere che l’Italia abbia “occupato militarmente” il Libano è un’affermazione falsa e qualunquista…il contingente militare italiano è impegnato in Libano fin dal 2006 in una missione dell’ONU (UNIFIL 2) che garantisce la sorveglianza della zona-cuscinetto che divide il sud del Paese con il nord di Israele, un’area cruciale che dieci anni fa è stata il teatro del sanguinoso conflitto tra i miliziani sciiti di Hezbollah e le forze armate israeliane (negli scontri rimase gravemente ferito anche un ufficiale italiano, il capitano dell’AVES Punzo, che era lì in qualità di osservatore per la precedente missione UNIFIL)…il compito dell’Italia e quello degli altri contingenti esteri è stato determinante per far si che che il conflitto non riesplodesse, da non dimenticare anche il ruolo umanitario della missione, le nostre unità militari del genio, della logistica e della sanità sono state di supporto alla popolazione civile del sud del Libano attraverso la costruzione di infrastrutture, lo sminamento di ordigni esplosivi e l’assistenza medica…UNIFIL 2 è una missione che si occupa del mantenimento della pace in una porzione di territorio libanese in cui le ostilità potrebbero riprendere da un momento all’altro (Israele infatti è stato sempre contrario alla missione), chi sostiene che sia un’ “occupazione militare” evidentemente non è informato su quello che l’Italia ha fatto/sta facendo, perchè “è giusto dire come stanno le cose” e magari anche informarsi un pò senza esprimersi con pregiudizio…

    • narodnik 12 Dicembre 2016, 07:55

      io mi riferivo alla missione in libano dall 82,dopo che fu invaso da israele e poi occupato da eserciti italiani francesi usa e inglesi,missione nazionale perche’ l onu pose il veto,per te sara’ stata missione di pace per i libanesi e’ stata occupazione militare e conta quello che dice chi ci vive non quello che dici tu o io,anche perche’ sono morti decine di migliai di libanesi e il contingente italiano venne spesso attaccato se stai pensando che fu un intervento gradito sei molto lontano dalla realta’,verrebbe da chiederti come mai missioni solo in determinati posti e con certe alleanze..ma qua si parla di rugby lasciamo perdere.

      • frank 12 Dicembre 2016, 08:18

        L’Europa fuori dalla NATO!

      • San Isidro 13 Dicembre 2016, 00:36

        è anche lontano dalla realtà far passare una missione di peace-keeping come una missione di guerra o un’occupazione militare, in ogni caso ti assicuro che invece nel sud del Libano la presenza italiana, e in generale quella delle Nazioni Unite, è ben gradita dalla popolazione locale…lasciando da parte la dietrologia forzata, l’Italia partecipa a determinate missioni e con certi Paesi semplicemente perchè fa parte di organizzazioni internazionali (NATO, ONU, UE) e finora laddove ha operato ha sempre dato il suo importante contributo, anche in ambito umanitario e di supporto ai civili, ti ricordo inoltre che abbiamo partecipato ad operazioni fuori dai soliti contesti, come la Somalia e Timor Est, tra l’altro sempre nel Corno d’Africa siamo ancora presenti per contrastare la pirateria nel Golfo di Aden e con la missione dell’UE “EUTM Somalia” che provvede prevalentemente all’addestramento delle forze militari del governo somalo…probabilmente i più non lo sanno, ma in questi ultimi anni ci sono state anche nostre missioni ed operazioni estemporanee di supporto umanitario e/o di sicurezza in alcune aree di crisi/contesti a rischio, come in Sud Sudan, Gabon, Repubblica Democratica del Congo, Haiti, tra le altre ho il piacere di sottolineare la missione del Corpo Sanitario Aeronautico in Mauritania che ha guarito numerose persone a rischio cecità per una banale malattia agli occhi che lì non avevano i mezzi per curarla…
        Ok, continuiamo a parlare di rugby, ma se dobbiamo parlare di altro cerchiamo di informarci…

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