Rugby e formazione: dieci anni di Accademie, tra polemiche e cambiamenti

Comunque vadano le elezioni, il sistema è destinato a subire modifiche. Ecco i possibili scenari

COMMENTI DEI LETTORI
  1. dart2002 5 Settembre 2016, 08:51

    Il problema secondo me non è accademie o non accademie.
    Il problema è cosa viene insegnato a questi ragazzi che spendono tutto questo tempo a fare sport…
    Vi siete chiesti come mai a livello di under 18 le nostre nazionali hanno discreti risultati che poi non continuano a livelli superiori??
    I ragazzini di 15-16 anni nelle accademie e nei centri di formazione passano un sacco di tempo in palestra, così sono tutti grossi e quando giocano coi pari età li mettono sotto fisicamente.
    Poi anche gli altri, che prima hanno lavorato molto su tecnica e altre abilità, iniziano a fare palestra e quindi, a parità di livello fisico, si vede la differenza.

    • Dusty 5 Settembre 2016, 09:02

      Sei proprio sicuro di quello che dici con tanta sicurezza’?

      • dart2002 5 Settembre 2016, 13:50

        Non posso avere la certezza che in tutti i centri di formazione lavorino così, so con certezza di quello di calvisano. Chiedendo a gente che conosce bene le realtà accademiche ho avuto queste informazioni.

    • Antonio9 5 Settembre 2016, 17:42

      Non è solo questo , anche se il fisico resta la prima cosa (e l’unica) che serve per l’accademia .
      La U18 nazionale seleziona da 10 accademie = 230 ragazzi + una 25/30 di esterni, la U20 nazionale dai 27-30 della Francescato + una dozzina di esterni …

  2. Dusty 5 Settembre 2016, 08:52

    Beh, la cosa positiva è che comunque tutti concordano che un sistema di Accademie sia utile e quindi debba esserci. C’è qualche distinguo su come farle funzionare ma in sostanza siamo tutti sulla stessa linea. Bene, la cosa mi consola.

  3. Aber 5 Settembre 2016, 09:27

    Premetto che non ho letto i programmi di nessuno, ma sono totalmente in disaccordo con il sistema accademie. Ritengo che l’unico vero modo per far crescere il nostro rugby sia quello di formare il più possibile gli allenatori dei club. Certo è che se chi forma gli allenatori è da riformare, perchè giurassico, non si andrà da nessuna parte.
    Cordialità

    • Dusty 5 Settembre 2016, 09:36

      E chi è che forma chi forma gli allenatori?

      • Aber 5 Settembre 2016, 11:31

        Qui dovremmo investire. Di sicuro basta con Ascione e compagnia bella, che, risultati alla mano, non hanno portato la crescita desiderata.
        Se proprio dobbiamo pagare qualcuno di professionista in federazione, che almeno sia competente. Quindi bisogna scovare all’estero queste figure, almeno fino a quando non ci saranno Italiani con un grado di competenza tale da poter formare gli allenatori.

  4. Bigpaci 5 Settembre 2016, 09:42

    “i ragazzi arrivano la domenica sera e ripartono il venerdì per giocare con il club”

    questa è la cosa cosa che comprendo meno, cioè giocano con il club avendo fatto un solo allenamento con la squadra? Non sono esperto di formazione e di metodi di allenamento, ma non mi pare la strategia migliore, anche perchè si rischia di non sviluppare quel senso di appartenenza, il vedere la maglia della squadra per cui si gioca come una seconda pelle che, stando alla storia di questo sport, è uno dei fondamenti del rugby e la base per costruire delle vittorie.
    Questo “suddivisione” della settimana, il togliere i giovani dal club, a mio avviso è il punto dolente del sistema accademie

    • Giovanni 5 Settembre 2016, 13:15

      A parte il senso d’appartenenza, c’è un forte problema d’ordine pratico: dalla domenica al venerdì lavori e t’alleni con un certo staff e determinati compagni di squadra. Il sabato all’improvviso ti ritrovi a giocare con compagni sconosciuti. Un pesce fuor d’acqua in mezzo ad un branco ittico ignoto.

  5. malpensante 5 Settembre 2016, 10:02

    I candidati sarebbero tre.

  6. Pro veritate 5 Settembre 2016, 10:34

    …perchè 3..? Gavazzi-Giovannelli una cordata, Innocenti l’altra, o sbaglio..

  7. fracassosandona 5 Settembre 2016, 11:14

    accademie o non accademie, leggetevi le formazioni dell’U20 degli ultimi dieci anni e pensate a quanti “campioncini” ci siamo persi per strada…
    non pretendo che tutti i dicianovenni diventino giocatori professionisti, dubito tuttavia che nelle altre nazionali ci sia una dispersione di titolari in nazionale U20 che l’anno dopo smettono o vanno a giocare dalla serie B in giù per ragioni di studio o lavoro…

    • Katmandu 5 Settembre 2016, 12:24

      Beh io non son del tutto sicuro che i “campioncini” c’è li siamo persi per strada, insomma U20 ha giocatori di 19-20 anni nel rooster, insomma tranne per le prime linee son giocatori fatti e formati
      Violi e Palazzani giocavano nel Calvisano da titolari e nessuno ha detto beh!
      Diciamo che i club han dimostrato di non saper formare giocatori per l’alto livello (tranne rari casi). Ma che il sistema formativo sia da rivedere siamo tutti concordi

    • cammy 5 Settembre 2016, 15:04

      Nelle nazioni a cui fai riferimento tu, gli U20 giocano x accademie di club professionistici quindi mal che gli vada sono già indirizzati verso una carriera.. in italia una volta finita l’accademia devi capire se vuoi rischiare nei semipro o cambiare vita..

  8. 6nazioni 5 Settembre 2016, 13:04

    ” se avessimo prima dovuto formare nuovi allenatori il progetto sarebbe partito
    troppo tardi perdendo ulteriore tempo” alfredo gavazzi presidente f.i.r. .
    Visto che sono dieci anni che il sistema (*) non si e’ cambiato x niente sono
    sempre gli stessi responsabili gli stessi allenatori,gli stessi preparatori, perche’
    continuare?
    Io personalmente la penso come il sig. Cuttitta, i ragazzi bisogna farli crescere
    nei club, poi in un secondo tempo verso 19/20 anni quelli BRAVI mandarli nelle
    due (*) collegate alle ns squadre di pro12.
    Investire i piccioli nella formazione degli allenatori (tipo coverciano/calcio) con
    allenatori stranieri (n.z.australiani,s.a.etc… ma BRAVI )

    Piano B investire nel rugby giovanile dall’eta’ di 10/12 anni con preparatori di qualsiasi nazione straniera dove il rugby e’ sport nazionale.

  9. Giovanni 5 Settembre 2016, 13:25

    Fa piacere sapere che, dopo quattro anni, l’attuale presidente si sia reso conto della differenza tra Veneto e Sicilia nella capacità di produrre giocatori. Il punto è chiedersi cosa sono le accademie e cosa rischiano di diventare. Se parliamo di centri di supporto tecnico ai club delle aree rugbysticamente depresse, allora hanno senso, se invece diventano serbatoi di voti in cambio di percorsi/situazioni privilegiate, allora sarebbero non solo inutili ma perfino dannosi. Inoltre chi ci dice che i talenti attuali prodotti dal sistema federale – da Favaro a Zanusso – non sarebbero emersi anche nei club, se opportunamente supportati? Magari con minore dispiego di risorse…in attesa di conoscere ufficialmente il bilancio FIR 2015.

    • Giovanni 5 Settembre 2016, 13:32

      Aggiungo che il presidente uscente, nel proprio programma elettorale, ha preannunciato l’intenzione di varare una seconda accademia under20. Alcuni mesi fa ebbi modo di dire che l’idea dei “polli in batteria” è errata, perché sottrae ai ragazzi la possibilità di giocare al fianco di compagni più esperti da cui apprendere per esempio e suggerimento. Leggo che invece che si vuole procedere nella direzione opposta. Auguri.

    • mistral 5 Settembre 2016, 16:41

      …è anche interessante che si sia reso conto che, logisticamente, esistono differenze sostanziali tra il triveneto, la piana padana e l’hinterland romano e napoletano rispetto alle fasce pedemontane, alle isole ed al meridione estremo… non ci vuole uno scienziato per accorgersene, basta chiedere ad un qualsiasi camionista o commesso viaggiatore, pardon, rappresentante di commercio…

  10. cammy 5 Settembre 2016, 14:55

    Se si guardano i convocati in nazionale direi che il sistema accademie funziona visto che la maggioranza dei giocatori proviene da lì.. poi resta da capire se han fatto un buon lavoro di scelta/allenamento oppure il livello di allenamento nei club italiani sia molto basso.. probabilmente x molti giocatori non funziona il passaggio accademia–>eccellenza quindi sarebbe meglio creare accademie connesse con le franchigie x farli rimanere in un ambiente + professionale possibile..

    • mistral 5 Settembre 2016, 16:32

      …se però si guardano i risultati della nazionale, qualche dubio legittimo può venire circa la validità del sistema… o no?

      • Antonio9 5 Settembre 2016, 17:38

        Quelli che sono arrivati in nazionale sono TUTTI prodotto dei club, e la stagione o due fatta a Tirrenia o Parma non ha certo influito più di tanto, i “titolari” poi, da Benvenuti a Favaro a Furno a Palazzani ai Sarto a Canna a Violi sono molto più prodotto del campionato under 20 elite nazionale !

        • mistral 5 Settembre 2016, 17:54

          e quindi secondo te il sistema accademie non funziona, o meglio non è cosi determinante per l’arrivo in nazionale maggiore?

      • cammy 5 Settembre 2016, 18:00

        Non mi pare che anche prima battavamo le avversarie del 6N con una certa continuità.. si combatte contro nazioni che hanno + praticanti + soldi e + conoscenze di questo sport.. finchè sarà così il gap potrà solo aumentare..

  11. zappinbo 5 Settembre 2016, 16:44
  12. massimiliano 5 Settembre 2016, 21:39

    Mi sembra che i ragazzi alla fine siano per quasi tutti solo un argomento elettorale. Avete rotto, sono persone, e se non vostri, sono i nostri figli, fratelli, amici. Vergogna.

  13. Diesel83 6 Settembre 2016, 15:19
  14. dmc63 7 Settembre 2016, 21:21

    per quello che ho visto io,le accademie funzionano.mancano i club professionistici.i 30 ragazzi che escono ogni anno,nn trovano ingaggi degni di questo nome,molti smettono si cercano un lavoro.i + fortunati,vincono il concorso alle fiamme

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