13+7=15. Il rugby Union del futuro guarda sempre più a Seven e League?

Per far fronte alle esigenze di un gioco sempre più veloce, attacchi e difese si stanno attrezzando. Guardando anche altre discipline…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Mr Ian 26 Maggio 2016, 08:50

    Bellissimo articolo, ne vorrei leggere sempre di più con spunti tecnici.
    Quello relativo al far rotolare il pallone durante un breakdown è da un paio d anni che si studia, la prima volta lo sentì spiegato da Greenwood su skysport. Il rugby evolve e si affina sempre di più, questo è l aspetto che mi innamorare sempre di più di questo gioco.

  2. Stefo 26 Maggio 2016, 09:24

    Sulla difesa e’ ormai diversi anni che si sta prendendo spunto dal League, lo stesso choke nasce anche come esigenza di bloccare la possibilita’ di offload del portatore di palla non a caso e’ Kiss altro ex-league ad aver sviluppato questa pratica.
    Nell’area dei breakdown io vedo piu’ che altro sempre piu’ squadre cercare di leggere la situazione ed adeguarsi, cercando di selezionare quando aggredirli cercando il turnover e quando invece rischierare una linea di difesa folta e compatta, molto spesso questo anche dipende dall’area di gioco in cui ci si trova.
    In fase di possesso si sta accentuando sempre piu’ il tentativo di tenere vivo il gioco e l’esempio del far rotolare la palla indietro e’ perfetto, una critica pero’ visto che si parla di arbitri io ogni tanto vedo un po’ troppa leggerezza nel permettere di raccolgiere l’ovale facendo un “mezzo in avanti” a terra.

  3. Katmandu 26 Maggio 2016, 10:03

    Beh la “contaminazione” da parte di altri sport non la vedo come una cosa negativa se favorisce lo spettacolo, inteso come velocità di esecuzione del gesto e riduzione dei tempi morti, per intenderci ricordo Co stupore di molti quando si è sentito che il piccolo Yashvili aveva “noleggiato” un killing coach proveniente dalla palla tonda o Yarde che si allenava con una quattrocentometrista allenatrice di medaglie olimpiche nell’atletica. Il problema a mio avviso è un’altro la poca competenza ella classe arbitrale mondiale nel mettere focus nei due momenti in cui il rugby ha le sue peculiarità.
    Prendiamo la mischia chiusa
    Primo nessun mediano sulla faccia della terra (da Aaron Smith al mediano di riserve dell’ultima in serie C) introducono storto, quindi da una fase di contesa si è passati, dopo un iniziale cambiamento dovuto alle nuove regole, ad una fase di conquista
    Secondo piloni a terra e l’arbitro fa giocare lo stesso in nome del gioco, io a livello di salute non la vedo una genialità
    Terzo le “terze” che non son mai legate, possibile che non si possa intervenire, e a volte son proprio palesi
    Passiamo alla Maul
    Possibile che ci si possa legare davanti al portatore di palla? Cioè solo la difesa deve intervenire da dritto mentre l’attacco può fare quello che vuole?
    Capitolo decoy runner
    Prendiamo in prestito come esempio la meta di Gilroy di semi finale, per esempio chiaro, Pieenar introduce storto, va beh, McCloskey dal lato aperto entra come un siluro sul primo difensore e Gilroy gioca a nascondino e si trova a correre nel mar rosso manco fosse Mosè, e di questi episodi me ne ricordo a valanghe.
    Per cui il problema non credo sia tanto la contaminazione ma il rispetto delle normative

    • pesopiuma 26 Maggio 2016, 10:29

      Vero. Fra l’altro, c’è da dire che nel primo anno e mezzo dopo l’introduzione delle nuove regole di mischia gli arbitri facevano molta attenzione che l’introduzione del pallone fosse dritta. Dopo un po’ hanno cominciato ad essere molto meno fiscali e oggi non c’è un 9 che introduca dritto.

    • Stefo 26 Maggio 2016, 10:43

      Sulla mischia ordinata il vero problema che il non applicare le regole secondo me fa si che diventi un casino che al nuovo spettatore non piace, quando basterebbe far valere le due regole che citi introduzione dirtta e terze lagate per far gia’ migliorare la situazione. Dal SR di questa stagione poi prenderei anche la regola sul fuorigioco del mediano di mishcia della squadra che non intorduce in mishcia ordinata.

      • Katmandu 26 Maggio 2016, 10:50

        Ok ma la domanda rimane, se tutto lo stadio si accorge che la palla non è inserita non solo dritta ma nemmeno “plausibile di contesa” e gli unici 3 fessacchiotti che non se ne accorgono vuoi che son proprio i 3 con la maglia diversa?
        Ricordo quando han ricambiato le regole e Ferrari aveva appena messo mano alla mischia di TV mischie di 40 secondi con la palla a due spanne letteralmente dai musi dei tallonatori, in questo lasso di tempo che è cambiato?

        • Katmandu 26 Maggio 2016, 10:50

          Ps il non applicare le regole in generale è il problema

        • Stefo 26 Maggio 2016, 11:01

          kat e’ chiaramente una scelta avvallata…

          • sentenza 26 Maggio 2016, 14:50

            Ormai è un tormentone. Se si deve copiare si può copiare anche dagli altri sport dove c’è contesa. Ripeto, in tutti è uno contro uno e l’ingaggio lo fa l’arbitro. La soluzione all’introduzione storta è semplice: la fa l’arbitro.
            Che poi il problema più grande resta la mischia ben più che breakdown o maul.
            Ho rivisto l’altra sera la semifinale calvisano-padova e in tutta la partita sono riuscite al primo colpo la bellezza di una sola mischia, due con quella finita in meta di calvisano, su un totale che non ho contato ma sicuramente sulle quindici o più. Uno spettacolo…

          • Stefo 26 Maggio 2016, 14:54

            L’introduzione dell’arbitro non servirebbe se applicasse la regola…

          • sentenza 26 Maggio 2016, 15:04

            Apllica la regola e cosa fa? Interrompe e da l’introduzione all’altra squadra che introduce storto a sua volta? E via così per quante volte prima di dare punizione?
            Questo vorrebbe dire far funzionare la mischia?
            La soluzione sotterfugio è quella di farne sempre meno in pratica come dicono sotto. Non la si elimina per regola ma per pratica. Si da ragione all’esimio Camp, ma senza dirlo, che sennò ci si snatura. Poi quando capitano 20 mischie come nella infima eccellenza è un disastro.

          • Stefo 26 Maggio 2016, 15:14

            Veramente in caso di intorduzione storta si da calcio libero non un reset con introduzione dall’altra parte.
            Quando per qualche mese con le nuove regole d’ingaggio era stato ufficialmente sottolineato agli arbitri di tenere d’occhio l’introduzione casualemnte si erano visti bei progressi poi si e’ ritornato indietro.
            Una volta che l’arbitro ti da 2 calci liberi contro sta tranquillo che il mm sveglio smette di introdurre storto.
            La regola c’e’ ma non viene applicata e’ questo il problema.

          • sentenza 26 Maggio 2016, 15:26

            E perchè non viene applicata? Se è per una direttiva come dici, qual è il motivo della direttiva? Forse sempre di non farla finire con una punizione?
            E’ più snaturante eliminare la mischia o tenerla ma farla finire sempre con una punizione, e quindi eliminarla di fatto?

          • Stefo 26 Maggio 2016, 16:02

            Non lo so il motivo, forse che l’arbitro deve gia’ tenere d’occhio “troppe” cose in quella fase da non poter concentrarsi su quello o piu’ probabilmente per farle durare di meno, pero’ le regole come quella delle terze linee legate ci sono ma non si applicano.
            E riepto in quei mesi in cui si era fatto valere stava funzionando.

  4. gian 26 Maggio 2016, 11:17

    regolamenti che puntano a favorire la viaione televisiva al telespettatore generico invece che tutelare il gioco stesso, arbitriaggi che sembrano quelli dell’U10 in cui vale tutto purchè non sia nell’immediato decisivo per una segnatura e ci stupiamo che staff e giocatori mutuino per sfruttare al meglio le nuove possibilità, tecniche di altre specialità? piuttosto domandiamoci dove vogliamo andare prima di fare troppi danni al 15

    • M. 26 Maggio 2016, 12:14

      anche questo è vero…

    • 100DROP 26 Maggio 2016, 13:12
    • Giorgio Brera 26 Maggio 2016, 14:43

      Da onnivoro sportivo, che segue 100 sport senza capirne davvero nessuno, devo però spezzare una lancia in favore del 15. Negli anni è stato uno sport che ha cercato di migliorare il gioco senza snaturarlo, Secondo me ci sè riusciti abbastanza, sia pur con qualche errore, e infatti in qualche caso si è tornati indietro (carrettino sì, carrettino no). Un tempo la mischia era l’unico sbocco di ogni situazione di palla non giocabile. Una noia mortale. Il tutto sperando di vedere una delle due squadre riuscire a spazzare via l’altra e fregarsi il pallone. Oddio, cosa rara assai. Oggi si è codificata la ruck al punto che o la palla esce subito o c’è quasi sempre un fallo fischiato. Meglio così, la palla esce prima, se possibile si evita di formare ammucchiate ingestibili e si cerca la superiorità. Non mi sembra un modo acritico di scopiazzare il 13, mi sembra un buon modo per rendere più spettacolare, ma anche efficace, il gioco.

      Se guardo la famosa semifinale AUS-NZ del 2003, partita che ricordo come una delle più belle e emozionati che ho visto, e la confronto con l’ultima finale, bhe, meglio l’ultima.

      La tutela del gioco è un valore, certo, ma da tutelare, oltre alla salute degli atleti, cosa su cui IMHO ci sarebbe da fere di più senza machismi inutili, c’è anche lo spettatore. Non parlo di WWF o di NFL, ma di rugby union bello da vedere sportivamente.

      • gian 26 Maggio 2016, 19:42

        a parte il copia/incolla che denota un grande senso critico, ti posso suggerire almeno una decina di regole, fatto dalvo il fuorigioco ed il passaggio in avanti, da ” ottimizzare” , ma poi non chiamarlo più rugby
        , vhe si basa su un rquilinrio tra combattimento ed aggiramento.
        gli autoscontri sono del 13, la palla che vola a prescinderr del 7. ergo se. cerchi wuello dai coda andare a. vedere

  5. Giorgio Brera 26 Maggio 2016, 14:25

    Articolo interessante, davvero, anche per uno come me che di tecnica sa pochino.

    Leggo da anni critiche rivolte alla presunta deriva del rugby a 15 che si avvicinerebbe sempre di più al 13 e spesso leggo che il rugby del sud è meno puro di quello rude del nord perché contaminato da una spettacolarizzazione spinta che deriva proprio dal cercare di scopiazzare il league.

    Bho, sarà vero, ma intanto NZ e AUS hanno fatto la finale del’ultima RWC , per la prima volta insieme, ricalcando quello che è successo nelle ultime tre della RLWC. Hanno vinto 5 edizioni su 8 e sono andate in finale l’una o l’altra sempre salvo nel 2007. Quindi saranno più spettacolari, ma sono anche più forti e il loro rugby a 15 continua imperterrito ad essere il più efficace, anche se contaminato, ma non solo perché hanno i giocatori più forti.

    Guardando il SR si vedono un mucchio di mete e difese che a volte sembrano leggerine (sembrano, eh), ma si vede anche un gioco che nulla a che vedere con il league se non per il tentativo di velocizzare l’uscita del pallone dopo un placcaggio e prima che si formi una ruck. Per il resto i pacchetti di mischia pesano di più di quelli europei e ciò magari non serve più tanto in chiusa, visto che sono diminuite di molto con le modifiche regolamentari nel corso degli anni, ma quando c’è da fare a sportellate in maul o in ogni tipo di raggruppamento.

    Intendo dire che il rugby oceanico è più bello non perché cerca di copiare il league, ma perché laggiù portano all’estremo la sostanza del gioco. E l’aumento della velocità di esecuzione dei gesti e delle azioni collettive è da sempre una caratteritiche di tutti gli sport, tutti. Se vai piano perdi, se vai veloce vinci. Poi siccome gli australiani e i neozelandesi vedono più rugby a 13 di noi è chiaro che ne possano restare influenzati in alcuni aspetti.

    Per fare un esempio, che non è farina del mio sacco, ma me l’ha fatta notare un amico rugbysta, una volta i tallonatori prendevano la palla in mano nel gioco aperto solo se, dopo una touche, si trovavano vicini alla linea laterale e un loro compagno non sapeva a chi altro darla. Vedere oggi Dane Coles che sistematicamente partecipa alle azioni alla mano come fosse un’ala, è un’evoluzione del gioco che consiste nello sfruttare ogni pertugio per infilare una corsa, per velocizzare l’avanzamento e la conquista territoriale senza doversi necessariamente accatastare uno sopra l’altro, che se lo eviti la palla corre e l’avversario magari sbaglia un placcaggio e tu sei in superiorità.

    Detto questo, trovo irritante che Aaron Smith introduca a 45° sempre e comunque e che gli arbitri lo lascino fare 🙂 E che le terze appoggino il braccio e basta e che gli 8 si alzino ancor prima che la palla sia introtta…
    Ma questo deriva dal fatto che la mischia chiusa ormai è poco frequente ed è sempre meno una situazione tattica decisiva. Certe volte sembra che sia fatta pro forma.

    Scusate se ho detto corbellerie, e aspetto magari qualche parere 🙂

    • Katmandu 26 Maggio 2016, 15:12

      Vuoi il mio parere? Magari no ma te lo dico lo stesso 😉
      Nel rugby del mesozoico (anni 70 in avanti) intanto le touche le battevano le ali (!?) Ma la frase che hai scritto
      “Guardando il SR si vedono un mucchio di mete e difese che a volte sembrano leggerine (sembrano, eh), ma si vede anche un gioco che nulla a che vedere con il league se non per il tentativo di velocizzare l’uscita del pallone dopo un placcaggio e prima che si formi una ruck”
      È sempre per citarli una corbelleria
      Intanto all’epoca che fu il MM toccava gli stessi palloni circa del MA è si aspettava il famoso “mucho de ossi” e guai a mettersi nella asse 9-10, quindi evoluzione portata dal league
      Poi i Decoy runner da dove pensi li han pescati? E i ricicli?Ma è in difesa che han fatto il lavoro più provate, non asse caso Gatland si tiene stretto Edwards più dell’anello di Frodo, il chooke tackle le linee di difesa il mettere sempre meno uomini a contestare le ruck è un sinonimo di league

      • Giorgio Brera 26 Maggio 2016, 17:03

        Grazie per il parere 🙂 Io sono quasi del mesozoico, ma non abbastanza per ricordarmi le ali che battevano le touche, fortunatamente 🙂 E grazie per le spiegazioni, così le prossime partite che guardo cerco di farci caso e di capirci qualcosa.

  6. mezeena10 26 Maggio 2016, 14:52
  7. Giovanni 26 Maggio 2016, 15:08

    Far rotolare la palla all’indietro da parte del placcato è legato molto alla capacità dei compagni di tenere il passo del carrier: nel caso nostro solitamente i sostegni arrivano con ampio ritardo, un tipo d’azione simile significherebbe riconsegnare la palla agli avversari. Insomma è la velocità complessiva dei singoli giocatori a determinare la possibilità di compiere quel tipo di gesto. Sul placcaggio alto per prevenire l’offload, mi torna in mente lo schema difensivo adottato dai giapponesi contro i boks ai mondiali: ogni placcaggio era sistematicamente raddoppiato, uno basso ed uno alto. Certo, in quel caso era dettato dall’esigenza di colmare il gap fisico nei confronti dei sudafricani, ed inoltre comporta un dispendio fisico enorme, perchè una volta portato a terra il carrier, almeno uno dei due placcatori deve essere rapidissimo nel rialzarsi e riposizionarsi, il chè nell’arco degli 80 minuti si fa sentire parecchio. D’altra parte scegliere di andare deliberatamente alti, presta il fianco al creare uno-contro-uno perdenti, in cui il carrier può guadagnare parecchi metri in profondità nel territorio avversario. Gente come Itoje o Nakarawa, se non la porti giù in fretta, può crearti molti più danni di un offload gestibile dalla difesa.

    • mezeena10 27 Maggio 2016, 09:52

      bravo Gio hai colto nel segno!
      è chiaro che in base al tipo di azione, sostegni, placcaggi, ergo in base alla situazione (e non come fondamentale) puoi far rotolare il pallone verso i sostegni..oltretutto rendi “libero” il pallone!
      e concordo anche sul tipo di placcaggio!

      • mezeena10 27 Maggio 2016, 09:56

        chiudo:
        a me sta cosa che il rugby per evolversi debba “scopiazzare” da questo o quell’ altro sport\codice\disciplina fa un po girare i marosi..
        io son fiero dell’ unicità e tipicità del nostro sport! a me piace cosi!!!

  8. Danthegun 26 Maggio 2016, 15:20

    Bell’articolo perchè riavvicina anche i vari stili di rugby che per crescere devono necessariamente contaminarsi.
    Se il 15 guarda al 7 e al 13 per migliorare, molti giocatori del 15 stanno passando al 7 in vista delle olimpiadi e molti altri fanno avanti indietro tra 13 e 15. Non sappiamo invece quanto ci sia compenetrazione tra 13 e 15.

    Se a livello di contaminazione tecnica è già stato scritto mi piacerebbe parlare anche di contaminazione tra giocatori, almeno in Italia.
    Da sempre reputo necessario utilizzare il 7 come palestra per 3/4 proprio per sviluppare skills tipiche del gioco a 7 ma che possono essere velocemente mutuate a 15.
    Nella nostra nazionale a 13 abbiamo giocatori professionisti del campionato Australiano con i quali si potrebbe pensare di creare momenti di confronto e interscambio e magari pensare di convocarne qualcuno nella nazionale a 15 in ruoli dove potremmo trovarci scoperti.
    Tutto con la finalità di alzare il nostro livello di gioco e esplorare delle innovazioni che possano metterci al passo con il resto del mondo ovale.

  9. Hullalla 26 Maggio 2016, 15:40

    Solo un piccolo dettaglio: anche negli anni Novanta si usava spesse volte far uscire il pallone dalle mischie facendolo rotolare anziche’ appoggiandolo fermo a terra.

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