Splendido primo tempo delle ragazze azzurre, che nella ripresa contengono la reazione avversaria vincendo in trasferta
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brave tose siete l’orgoglio del rugby italiano, toste fino alla fine e grande
tecnico.
Hai detto tutto. Grazie ragazzetto, nostro orgoglio.
Grazie ragazze.
Magari si riuscisse a portare il recor di vittorie al 6N delle nazionali seniores e U20 al livello di quella femminile…
Brave.
Su 15 partite di 6N (uomini, donne, u20) le uniche due vinte sono le loro. E se con la Scozia femminile la vittoria è ormai abbastanza scontata, con il Galles non lo era per nulla. Brave!
brave,brave,brave!!!!!!!!
come sempre, rendete la sitauzione un po’più……. rosea
noi amanti della pallaovale dovremmo farvi un monumento!!!!!1
#unaladypresidenteFIR
Magiche!!!
Brave il prossimo anno le femmine all’olimpico e i maschi nei campi di periferia insieme al loro presidente.
Grandissime ragazze, orgoglio nazionale!
Non ci sono parole per ringraziarvi. Se questo nostro disgraziato sport può vantare credito è solo per merito di queste ragazze le quali con grandi sacrifici e pochi mezzi tengono alta la bandiera.
Un’ulteriore conferma che c’è bisogno di pulizia e sacrificio.
Grazie ancora!
scusate tose ma sicuramente sarete contente di questa notizia.
Rugby giovanile (quello vero)
club che si sono qualificate x le fasi finali campionato u.18 elite’
girone 1 petrarca / vincente rovigo-bemetton del 03.04.2016
girone 2 viadana /asd milano
girone 3 medicei firenze / ur prosesto
girone 4 capitolina/s.s.lazio
favorito il mio petrarca ma attenti al duo viadana/capitolina
Non solo nel rugby, ad onor del vero, le donne italiane spesso e volentieri son meglio di noi maschietti
Brave continuate così, all’asilo mi dicevano: vuoi farti bagnare il naso dalle femmine? spero che i nostri maschiacci si sbrighino nell’arrivare vicini al vostro livello (sono 8e nel ranking mondiale !)
RIPRENDO QUANTO DETTO SOPRA DA MASSIMO 1 , PERCHE’ NON PENSARE
AD UNA PRESIDENTESSA DONNA ?
SONO MOLTO PIU’ PRECISE , CORRETTE E COERENTI E CON LE PALLE .
VEDASI A TREVISO PER ESEMPIO LA PRESIDENTE DEGLI INDUSTRIALI .
APPREZZATA E BEN VOLUTA DA TUTTI ED UN OTTIMO ESEMPIO DI PRESIDENTE,
MAMMA ED IMPRENDITRICE .
Non male come idea 😉
Grandi ragazze !siete noi il nostro orgoglio!!! E zero accademie
era presente anche l’ex coach degl’aironi roland philips
Grande!
Grandissimo!
Enorme
Complimenti grandissimi alle ragazze che terminano il 6 nazioni battendo le due squadre che nel ranking stavano più o meno al loro livello: Scozia e Galles (per incredibile che possa sembrare visto come siamo messi a livello maschile). Contenute anche le sconfitte con le grandi Irlanda e Inghilterra mentre è stata netta solo quella con la Francia, vincitrice del torneo.
Stupende, fantastiche, straordinarie.
Voi siete l’orgoglio del rugby italico.
Se i nostri ragazzi prendessero esempio da queste splendide guerriere!
Splendide Azzurre! Brave brave brave!!!! 😀
Brave ragazze!
Grazie Donne.
Siete il mio sogno.
Lo erano anche il mio, poi mi sono sposato e sono invecchiato. 🙂
#lamiagioia
PS Donna, mamma, lavoratrice, appassionata di rugby: mi candido alla presidenza 🙂
vai Eva, sei tutti noi!!!
#unaladypresidenteFIR
Se una futura mamma si candida a sindaco di Roma allora tu puoi candidarti alla presidenza FIR che è cosa sicuramente più impegnativa.
Io ce la avrei una vecchissima e cara amica, che legge sempre il blog, interviene rarissimamente, è carica di meriti rugbistici, da candidare alla presidenza FIR. Affetto, riconoscenza e rispetto per il nostro splendido 15. Stagne, cattive, solide. Bravissime, grazie. Davvero. Di Di Giandomenico, che non conosco, mi dicono benissimo, quanto a qualità. Brava @Eva P., falli neri.
Intanto complimenti alle atlete italiane, uniche che ci permettono di guardare l’Europa rugbistica con il naso verso il sole o, se preferite, verso la luna! Mi permetto, peraltro, di utilizzare i loro successi a mero scopo propedeutico per lanciare una provocazione, una sfida verso le tante polemiche e critiche che sempre più spesso caratterizzano il rugby maschile italiano di alto livello, per la verità, stimolate da ridondanti e reiterati insuccessi.
Per quale motivo per le atlete di sesso femminile la pochezza formativa e del know how dei tanto vituperati tecnici italiani, accusati di non essere all’altezza delle esigenze dell’alto livello, piuttosto che di non essere adeguati alla formazione delle skilling dei giovani rugbisti, non risulta essere così deficiente o, comunque, causa di nefasti risultati nelle performance? Come mai la pochezza del bacino nazionale a cui si attinge non risulta così poco confacente rispetto alle più blasonate union del 6N, come si lamenta per giustificare i fallimenti internazionali del rugby maschile? Come mai la mancanza di pratica del rugby, piuttosto che di altri sport nella scuola dell’obbligo, ma anche successivamente (il rugby si inizia a praticare tra la fine del ‘700 e l’800 proprio nei college), sembra non essere un problema per la nazionale rosa? Se fosse un fatto legato più agli stimoli, alle motivazioni, al senso di rivalsa che spinge un atleta, che contribuisce, in modo particolare nel rugby, ad essere performanti al punto giusto, a trovare quelle energie e quella convinzione senza le quali è complicato trovare importanti risultati nella competizione? Riflettendo, in Italia, rispetto i più evoluti, socialmente parlando, paesi europei, il mondo femminile deve ancora conquistare quelle posizioni di parità o, perché no, di supremazia a cui, giusto o sbagliato anche in funzione di come la possa pensare il maschio medio italiano, aspirerebbe. Insomma, forse e dico forse, spero non me ne vogliano le rugbiste in rosa, le scozzesi, piuttosto che le gallesi, ma anche le altre colleghe del 6N, hanno intrapreso un certo percorso evolutivo di emancipazione e riconoscimento sociale un po’ prima delle nostre atlete, hanno in cuor loro meno bisogno di elevarsi attraverso una vittoria nel 6N perché si sentono già adeguatamente paritetiche nell’assetto sociale del paese in cui vivono. Le nostre rugbiste in rosa, come tante concittadine in altri contesti della vita civile di questo paese, sentono ancora forte il bisogno di dimostrare le loro capacità, la loro adeguatezza nel saper performare e di essere all’altezza del maschio medio, di poter essere brave indipendentemente dal loro sesso. Se fosse così e, ripeto, se fosse così, si aprirebbe un sipario curioso, sarebbe un modo diverso e, forse, imprevisto, di spiegare tante défaillance rugbistiche, di conferma di quanto importante sia nello sport le motivazioni personali. Meditiamo, meditiamo ….
Ci sarà anche questo aspetto – ma non credo sia tanto diversa la situazione negli altri paesi del Sei nazioni, anzi, la differenza nella tradizione del rugby femminile è ancora superiore rispetto ai maschi.
Quello che è completamente diverso , è il sistema di reclutamento e come ci si arriva in nazionale , da una parte accademie, asterischi e franchigie, dall’altra selezione fatta su squadre di club , da una parte uno staff maschile che si ritiene di Alto Livello e comunque “altro” rispetto a tutti gli altri, dall’altro persone motivate, poco riconosciute e meno inquadrate.
I problemi non è che manchino, ma i risultati sono oggettivamente migliori.
Perché il rugby femminile da noi è snobbato dai soloni FIR. Rimanendo in un ambito molto più tranquillo e senza pressioni politiche, gli addetti lavorano meglio senza nessuna interferenza e conflittualità….. Finché alcuni in FIR continueranno a ritenere il rugby non adatto alle donne, le donne e il loro staff sono fortunati.
Come fai a dire queste cose con cotanta sicumera?
Ciao Dagoberto. Interessante teoria.
Però, avendo avuto una conoscenza diretta del rugby femminile, tenderei a pensare che non sia così.
Per quello che ho potuto osservare, le ragazze o donne che fanno rugby lo fanno per puro e incontaminato amore per questo sport.
E’ un mondo curiosamente indipendente da quello maschile, che le ignora abbastanza platealmente a tutti i livelli e che a loro volta ignorano-
Per praticare i questo sport,le ragazze fanno spesso sacrifici personali enormi, in termini di tempo, denaro, lavoro, ecc…perchè purtroppo al rugby femminile viene di solito concesso – e già è grasso che cola – metà del campo nelle serate in cui si allenano gli old o i ragazzini e spesso la squadra più vicina è a decine, se non centinaia, di chilometri di distanza.
I successi delle nostre ragazze scaldano davvero il cuore, perchè sono il frutto di un ottimo lavoro, loro e sicuramente dell’allenatore, che in sei/sette anni ha saputo selezionare, sta creando un pò di profondità e ha creato una struttura di gioco che funziona e che è davvero bella da vedere.
Bisogna anche tenere conto delle trasformazioni che sono state indotte e incoraggiate, per quel poco che so, da Maria Cristina Tonna.
Il torneo della Coppa Italia, con un gioco a sette a mezzo campo e tornei che si sviluppano come concentramenti, ha permesso di moltiplicare – letteralmente – le squadre esistenti e quindi le giocatrici che provano il rugby.
Da un paio d’anni, poi, il sistema del tutoraggio consente un meccanismo di “travaso” delle giocatrici da questo campionato “minore” e semplificato nella struttura e nel gioco, a quello maggiore del XV,
con allenamenti congiunti ed esperienze di gioco che migliorano in termini quantitativi (pare un’ovvietà, ma nel rugby femminile è un grosso problema sia arrivare al numero per giocare le partite, sia per allenarsi in modo decente) che qualitativi.
Direi che l’aumento del numero delle giocatrici, delle squadre presenti sul territorio, comincia a dare i suoi frutti anche nel senso che le ragazzine dotate atleticamente si avvicinano al rugby e quindi l’intero livello si alza.
Quanto alla qualità tecnica, sicuramente c ‘è e credo emerga più che nella parte maschile del nostro movimento, perchè con le ragazze non ci si concentra particolarmente sulla parte “muscolare” del gioco, ma su quella degli skills e della tattica.
Le nostre ragazze non sono “palestrate” come i nostri accademici U20 (palestre e tempo da dedicare non sono loro concessi!!) ma di sicuro sanno cosa fare quando hanno la palla in mano e lo sanno fare con stile, cosa che purtroppo davvero non si può dire degli accademici e in generale dei ragazzi che si vedono sui campi dall’ Eccellenza in giù.
Ora, questo fatto che le ragazze non siano abbastanza “palestrate” è, per l’alto livello, chiaramente all’origine della batosta presa per esempio con la Francia, laddove la differenza fisica era mostruosa. E quindi in prospettiva, sarà un aspetto da migliorare, speriamo però non a scapito delle abilità tecniche personali e collettive, come è successo con i ragazzi.
Che brave le nostre ragazze!
Davvero bravissime! 5 successi nelle ultime 10 uscite nel torneo: una media invidiabile.
Quando si parla del nostro diritto a partecipare al 6N allora si tenga conto anche del rugby femminile per favore.
soprattutto direi!
Quello che mi piace e’ che sono una squadra vera, hanno entusiasmo, si parlano sempre
Meno male che ci siete voi a rendere meno pesanti i week end ovali.
Grandissime ragazze…Raisport dovrebbe ricordarsi di voi il prossimo anno.
Bravissime! meno male che ci siete voi!
Eva P. Presidente!!