I motivi? Incrementare il movimento e dare la possibilità di giocare anche nei weekend di forte pioggia
Inghilterra, la carica dei 100 campi sintetici per la base
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Sono i numeri e le strategie che fanno la differenza.
Le strategie di sicuro.
Se la federazione in accordo con giocatori nazionali e club decidesse di destinare x 4 anni il 10% del budget alla costruzione di campi si potrebbero costruirne una 50ina e sarebbe un momento epocale magari x attirare nuovi sport x partecipare all impresa e magari raddoppiare.
Sapete che ricaduta avrebbe sul movimento italiano?
Il problema è che in Italia poi mancherebbe la gente per riempirli quei campi!!
ricaduta?… non ti basta la caduta?… 😉
Ma soprattutto….. quanto si son fatti male se son ricaduti? 🙂
Credimi su un campo in sintetico i bambini ti ci cadono dentro e puoi fare un attivita massi
va pazzesca.
Bisognerebbe solo avere garanzie bancarie o similari dal club x la giusta gestione e piano di lavoro.
ma potrebbe essere il rilancio del sud.
Se poi al club che magari ha risorse e appoggio dei comuni mancano i tecnici la federazione potrebbe mettere a disposizione per un quadriennio un direttore tecnico aĺenatore con il compito di far crescere e sviluppare tecnici e attivita
faccio una domanda probabilmente idiota da non conoscitore dell’argomento..
mi ricordo che quando giocavo a calcio da piccolo a ogni scivolata in un campo sintetico ti “bruciavi”.. ogni volta che giocavamo contro questa squadra che aveva il campo sintetico le gambe erano distrutte..
capisco che dipende tutto dal budget e quanto puoi spendere per simulare l’erba, ma veramente adesso si riesce a fare un campo sintetico che ha una diciamo “pericolosità” simile a un campo in erba nel caso di caduta?
il campo del Villa Pamphili Rugby a Roma viene bagnato prima di allenamenti e partite e la situazione migliora di molto.
In Italia non la vedo praticabile comunque, nell’articolo c’è scritto che il 60% va a sostituire campi pre esistenti
Tranne poche floride realtà, magari legate a progetti scolastici ci son pochi bimbi nei vari club che fanno attività regolare
I nuovi campi specialmente i misti non hanno più problemi di abrasioni. Nella esperienza romana per esempio capitolina villa panfili e fiamme oro con tre campi diversi possono permettersi attività con numeri compresi tra i 400 e 700 tesserati più centri di formazione,progetti regionali e accademia, manca solo il tempo ma con un campo si può fare tutto questo. I vecchi campi in terra sono solo un ricordo. Vi assicuro un altro modo di giocare a rugby per i ragazzi.
Considerate che anche squadre internazionali come saracene giocano su medesimi campi.
e vai di bistecche!
Il Villa Pamphili del mitico Salvatore non ha avuto una casa per tanti anni, allenandosi nel parco da cui prende il nome o in campi prestati da altre società (a volte il Tre Fontane).
Qualche anno fa gli è stato affidato un campo vicino Corviale (quartiere Arvalia che è stato aggiunto al nome della squadra). Il numero di tesserati è cresciuto tantissimo in questi anni e anche la qualità delle squadre. Il Villa 10 anni fa doveva fondersi con altre squadre (ricordo il Fara in Sabina ad esempio) per mettere in campo una squadra giovanile e la seniores passava intere stagioni senza una vittoria. Con il nuovo campo subito sono riusciti a schierare squadre complete in tutte le categorie juniores e la prima squadra è migliorata molto. Oggi dopo qualche stagione e l’ottimo lavoro di reclutamento e allenamento il Villa ha giovanili di tutto rispetto (Venditti di cui si parla tanto è un prodotto del Villa) e una squadra seniores che si sta giocando l’accesso in serie B.
Salvatore e le altre persone del villa sicuramente hanno tanto merito, ma il campo ha fatto la differenza. Ecco sarebbero da trovare persone e società del genere in tutta Italia a cui dare un cavolo di campo pagato dalla federazione.
Ciao giodeb, bravo a ricordare l’enorme lavoro del Villa Pamphili, ne accennavo proprio l’altro giorno nell’articolo di Pastonesi dove si parlava dei Briganti di Librino a Catania…
E’ vero, a livello giovanile prima del loro approdo a Corviale non sono mai stati regolari nelle annate, non sempre riuscivano ad iscriversi ad un campionato juniores, ricordo anche quando si unirono con quelli dell’Ostia…è altrettanto vero che non hanno avuto un campo proprio, ma per oltre 20 anni hanno condiviso il Tre Fontane con la Rugby Roma…
Il primo campo a Corviale poi fu totalmente in terra, successivamente è arrivato il sintetico…
Quello che ho sempre ammirato del Villa è l’aver portato il rugby in una terra di frontiera come Corviale e aver permesso a tanti ragazzi del quartiere, ma anche di zone limitrofe (La Pisana, Casetta Mattei, Arvalia, Portuense, Monteverde, ecc…qualcuno del Villa arriva anche dai quartierei più a nord di Roma Ovest, come la Balduina per es., o addirittura dalle borgate fuori il GRA, come Casalotti, o perfino dal litorale romano)…altrettanto vero l’enorme numero di tesserati, il Villa e la Capitolina sono le due società con maggior numero di alteti del Lazio, oltre alla prima squadra in C1, i biancoverdi infatti ne hanno anche una cadetta in C2…giustamente citi Venditti, che poi è passato con l’u.18 della NRR-FF.OO, ma ricordo anche Yuma Santoro che poi è stato anche alle giovanili della Capitolina ed è passato anche per l’Accademia u.18 di Roma, e poi c’è il terza linea Bitetti che gioca con l’URC in Serie A (ci ha giocato pure in Eccellenza due stagioni fa) che è un prodotto del Villa…
Ho sentito qualche critica al Villa da parte di qualcuno di altre società romane, “troppo facile lavorare su un bacino così grande e reclutare in zone difficili come Corviale” hanno detto, beh, io invece sono di tutt’altra visione e penso che qualsiasi progetto ovale legato al sociale sia da promuovere…ce ne fossero di società come il Villa Pamphili nei vari quartieri problematici della capitale, in parte c’è già la Roma V° Rugby (Lazio Old Clan) che lavora anche su San Basilio (avendo uno dei suoi due campi a San Cleto) e la Nuova Tor Tre Teste da quando fa minirugby sul campo di via Morandi a Tor Sapienza…e pensare che anche a Tor Bella Monaca per un periodo era arrivato il rugby con il progetto degli Arlecchini (XV)/Gladiators (XIII), ma poi tutto è finito…immagina una squadra al Laurentino 38, sai che derby con la Rugby Roma?
Parlando di Corviale poi, non dimentichiamoci del grande evento seven che si tiene ogni anno lì…
Comunque con una giornata di anticipo Villa Pamphili, Rugby Roma e Roma Urbe sono qualificate tutte e tre alla poule-promozione del Girone G di C1, 6 derby di categoria nella seconda fase per un posto in Serie B! Ne vedremo delle belle…
Fatti sentire qui sul blog quando ti vai a vedere qualche partita a Roma, magari ci si becca…
Condivido. A parte una piccola inesattezza.
Ma oggi strutture e campi sono le fondamenta senza cui non sii puo programmare. Certo i costi sono alti. 350 500 per un campo e 10 o 20 mila x menutenzione
Proprio come in Italia.
Leggere queste notizie rinfranca lo spirito e fa credere sempre più nel rugby in Italia…più sedi e meno campi…