Il ct Cotter chiama nel gruppo che sta preparando il Mondiale il terza linea degli Highlanders
Ancora un po’ di Nuova Zelanda per la Scozia: convocato Hardie
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non mi piace, la scozia ha tante buone terzelinee anche senza andare a prendere stranieri in giro (Cowan, Strauss, Hardie), per carità tutti giocatori di livello ma non mi pare siano così superiori ai vari Denton, Harley, Ashe e compagnia ccantante(senza dimenticare Kelly Brown ormai fuori dalla squadra). Inoltre degli inserimenti così a poco tempo dal mondiale paiono quasi una bocciature degli altri giocatori in quel ruolo.
Ripeto,a me non convince come mossa, ma Cotter ne sa a pacchi quindi vedremo….
Concordo con te!Però Hardie è molto forte! come modo di giocare è moltosimile a Favaro quindi “pesta” come un fabbro!
con tutto il rispetto per Favaro questo ha altre mani!
Strauss invece è proprio forte forte, secondo me…
Non conosco molto Hardie, come quasi tutti i non internazionali dell’emisfero sud, quindi non mi esprimo su di lui.
Il terza centro a Glasgow è trascinatore e leader, davvero completo e senza punti deboli evidenti. Sarà un grande acquisto per la Scozia.
Non per sembrare un precisino, ma Denton è nato in Zimbabwe 🙂
e si è formato in Sud Africa è arrivato in Scozia per studiare economia.
grazie per tutte queste info, non sapevo…Denton è una terza linea per la quale stravedo, peccato abbia giocato poco con la Scozia ultimamente…
Leggermente OT ne parlavo oggi con un mio collega, siamo sicuri che cambino le regole per gli equiparati? Oggi esclusa la NZ SA e l’Argentina più o meno tutte le unions schierano giocatori che
O son nati all’estero e son stati chiamati per giocare a rugby in un’alfra nazione
O che si son formati all’estero ma grazie ad un parente lontano posson giocare anche con la maglia dei loro antenati
Pensiamo solo a Toner, Skelton, Mclean, Maitland, Nakataci, Il pilone gallese romeno, Tuilagi, per non dirsi da dove pescano i giocatori le isolane
Gli interessi in ballo son tanti, sicuri che chi sta a capo di tutto il carrozzone (che poi tende a fare i propri interessi) ha veramente interesse a cambiare lo status quo?
Chi è il pilone romeno gallese ? Comunque ho sentito che la Romania ha in progetto di utilizzare parecchi equiparati
Scusate ho sbagliato, vado subbito dietro la lavagna, parlavo di Arhip, comunque il problema rimane, secondo voi quante union si mettono di traverso e si mettono a irrigidire le regole per le equiparazioni
Ah,ma Arhip è moldavo ed ha già giocato nella nazionale moldava,quindi non è più eleggibile per giocare con il Galles. Comunque credo pochi lo faranno,se fa comodo alle nazionali più importanti equiparare figuriamoci alle più piccole,anzi nelle federazioni minori convocano in nazionale addirittura giocatori che non hanno i requisiti per l’equiparazione.
Pensa che io nel 2011 un giocatore islandese che giocava per il club con cui collaboravo era stato convocato per la nazionale norvegese nonostante non abbia ne genitori o nonni norvegesi,non sia nato in Norvegia e non era residente in Norvegia da 3 anni,fai un po’ tu
Ops errore grammaticale per la fretta,volevo dire che nel 2011 mentre collaboravo con un club norvegese
Al di là dell’utilità o meno del giocatore alla Scozia, se le regole permettono questo non ci si può fare niente, io personalmente sono contrario a questa eleggibilità selvaggia…
Se parliamo di equiparati quanti negli all blacks sono veramente neozelandesi molti non sono maori, molti sono fijani o tongani o Samoani!
è diverso, molti di quelli che citi sono neozelandesi di origine isolana (perchè la loro famiglia è emigrata) che sono nati e formati rugbysticamente in NZ…Hardie è un prodotto del movimento neozelandese e la Scozia lo scippa solo per il lontano legame con la nonna…
Beh, Fekitoa arrivato in NZ a tipo 16 anni. Naholo penso dopo, verso i 17.
Comunque è peggio l’Australia che ha Speight, Kuridrani e Naiyaravoro che sono assolutamente Figiani. Altri invece come Polota-Nau o Palu sono solo di origine (genitori, penso) isolani.
D’altra parte le isole sono povere mentre Australia e NZ sono economicamente del primo mondo. La gente emigra se può.
e diversi NZ tra le file degli ozzies..
come al solito basta vederne uno “scuro” e giu a dire che è stato “rapito” da qualche parte..
mah!
informazione informazione informazione!!!
tradotto: informati andrea!!!
Hardie è forte.
infatti, altro che simile a Favaro come sostiene qualcuno!
questo ha altre mani!!!
In compenso l’Italia “rischia” di arrivare ai mondiali con i soli equiparati Geldenhuys e Vunisa. Haimona incerto. E tra gli oriundi Castro, Aguero, McLean e Chistolini. Altri formati all’estero: Biagi in parte, Allan, e in gran parte Parisse.
Penso che siano un numero tutto sommato ristretto rispetto ad altre nazionali.
Io aspetto con ansia che Jade Te Rure (proveniente dal Manawatu) diventi la seconda apertura della Scozia. Il mediano di mischia dei Warathas Brendan McKibben dovrebbe accasarsi ai London Irish il prossimo anno, e potrebbe fare come Cowan ed essere chiamato per la Scozia. Però c’è da dire che con Hidalgo-Kleyn sono coperti.
nel sud della NZ c’è una forte comunità di origini scozzesi (non a caso il nome della franchigia Highlanders e Dunedin in gaelico scozzese vuol dire Edimburgo), per la SRU è un bacino prezioso da cui pescare eleggibili, infatti già hanno preso Maitland…
e si pronuncia dan-iden, non danedin! 😉
Che spetti a me , che sono il più vecchio commentatore del blog, dire alcune cose è abbastanza paradossale. Ma per quale motivo e chi dovrebbe cambiare le regole dell’equiparazione?
Dal punto di vista culturale generale siamo di fronte ad un mondo sempre più globalizzato e integrato in virtù del quale la mescolanza il mix delle persone è un fatto acquisito quindi se pressione ci potrà essere sarà nel senso esattamente opposto.
L’ Olimpico di Roma e il San Paolo di Napoli vengono riempiti con botte da 60.000 per volta con schierati campo 11 stranieri per parte.
Il sentimento “nazionale” sta anche quello modificando i suoi contorn,i per cui il senso di appartenenza nazionale è sempre più legato all’oggi che all’ieri e all’altro ieri.
E se noi fossimo un po’ meno ipocriti ci accorgeremmo che noi siamo dove siamo grazie a questo fatto: Dominguez , giocatore argentino ( già cappato per altro) ci ha portato nel 6 nazioni e Parisse giocatore italiano di totale e completa formazione argentina ci sta tenendo a galla.
Ora, può essere che gli anni da tre possano essere portati a 4 ( cosa della quale dubito fortemente), ma cerchiamo di essere seri e di non usare due pesi e due misure nel fare le affermazioni di principio.
Io capisco che attaccare Gavazzi sul viaggio premio di Ascione agli antipodi è stato simpatico, ma finita la ricreazione torniamo seri.
Ah non sapevo che il vecchio Osso ha mandato quella grande mente del Professor Ascione in quel degli antipodi. Non ha già “scroccato” abbastanza quell’uomo in tutti questi anni per non aver fatto niente di buono?
Su tutto il resto concordo con te Alberto
beh forse hai seguito poco le dinamiche federali ultimamente, pensa che la FIR darà un premio per chi prenderà giocatori equiparabile!
Beh si…ma anche no. In questo mondo sempre più mescolato e globalizzato potremo e dovremo accettare serenamente che un Parisse nasca all’estero ( e fortunatamente in un paese rugbisticamente evoluto) perché ormai ci si muove ovunque per lavoro o che un Allan ( o un Derbyshire) nascano da genitori di differenti nazioni e che quindi, eventualmente, godano della loro posizione per fare esperienze formative internazionali…cosa diversa sono gli “alieni” non cappati che per tre anni o per un lontano parente diventano azzurrabili.
Detto questo, la gita nel Pacifico rimane sacrosantemente criticabile …
a differenza di Allan, Derbyshire è un prodotto del movimento italiano, l’unica esperienza fuori che ha fatto è stata allo Stade Francais (non ricordo se alle giovanili) con Giovanchelli quando entrambi erano a Prato…
Ciao San, certo si, infatti non a caso ho scritto “eventualmente”…ho ben presente che i due, da ragazzi, hanno avuto esperienze diverse…era solo per citare due casi con genitori di diversa nazionalità. Però, come appunto scrivevo, certe situazioni si avranno sempre più spesso e dovremmo accettare serenamente il fatto che potrebbero portare in dote alla nazionale italiana giocatori formatisi, parzialmente o totalmente all’estero, a causa ( o grazie) a queste situazioni famigliari “internazionali”, senza che questo costituisca una “colpa grave” per il giocatore non formatosi in Italia.
In altre parole il problema non saranno gli Allan prossimi venturi perché magari saranno potuti andare dallo zio kiwi o dal cugino bokke 🙂 a fare pratica , ma semmai la scarsa capacità del sistema rugby italiano…