Nuova Zelanda: quella parte di Ovalia che viaggia (ancora) a velocità doppia

Alla RWC Hansen potrebbe schierare una squadra di seconde scelte. E da questo nasce la forza degli All Blacks…

ph. Paul Harding/Action Images

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C’è una parte di Ovalia che, tanto per cambiare, corre alla velocità della luce. E la finale del Super Rugby, ma più in generale la stagione delle due squadre protagoniste, sono lì per dimostrarcelo. Ancora una volta, la tredicesima in venti edizioni, il massimo campionato dell’Emisfero Sud è stato vinto da una squadra neozelandese. Ma i modi in cui la vittoria e maturata e il contesto in cui essa si colloca, a poco più di due mesi dal via della Rugby World Cup, lasciano poco spazio alla fantasia. La squadra da battere alla Coppa del Mondo sarà ancora quella con la maglia tutta nera.

 

E’ la squadra di Aaron Smith, al momento il miglior numero nove di Ovalia: quello più completo per intelligenza tattica, lettura istantanea del gioco (vedi meta di Dixon) e uso del piede sotto pressione dalla base nel box, gesto che sta acquisendo un’importanza capitale. E’ la squadra dell’altro Smith, Ben, contrattaccante eccezionale ma mai sopra le righe dell’ortodossia tattica. E’ la squadra del terzo Smith, Conrad, che palla in mano fa sempre e solo la cosa giusta, correre o passare che sia. E’ la squadra che potrebbe giocare con Naholo e Savea alle ali, cosa che permetterebbe da prima fase soluzioni pazzesche da entrambi i lati del campo. Ma, soprattutto, è l’unica squadra che potrebbe scendere in campo ai Mondiali con una seconda squadra senza sfigurare. L’unica che non dipende da un solo giocatore, perché qualunque ingranaggio metti tutto gira alla perfezione, al Mondiali (Donald) come nel Super Rugby (Banks).Questa del resto è la squadra che può permettersi di lasciare in panchina TJ Perenara dopo la stagione che ha giocato, e volendo anche di non convocare un dieci come Sopoaga, che rispetto alle tre scelte che gli stanno davanti ha pure caratteristiche diverse, ma che in quasi tutte le altre nazionali del Mondiale avrebbe già un dieci tatuato sulla schiena. E quando non dipendi da nessuno, puoi e devi tenere sempre accelerato e dare tutto, perché appena molli ci sono un Sopoaga e un TJ Perenara pronti a superare. La competitività dei primi quindici è proporzionale a quella dei secondi quindici. E in questo gli All Blacks sono avanti anni luce.

Di Roberto Avesani

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