Treviso tra campo e risultati: i primi 60 giorni di Casellato

L’head coach biancoverde ci concede una intervista e racconta le impressioni sulla prima fase della stagione. E non solo

COMMENTI DEI LETTORI
  1. tony 7 Novembre 2014, 14:38

    Beh alcune affermazioni sono elusive e non rispecchiano esattamente l’accaduto …però lavorando e cambiando qualcosa si può sicuramente alzare il livello….

  2. M. 7 Novembre 2014, 14:52

    Carlisle non ha giocato un granché ultimamente, è rotto o è destinato a partire? Parla di Christie e Hayward tra i leader dei 3/4, per altro pure loro non è che abbiano fatto ste fiorfior di prestazioni eh…

    • Jack458 7 Novembre 2014, 14:57

      Da Hayward mi aspettavo molto di più anch io Christie secondo me solo l’ultima partita non ha giocato male… In ogni caso sono forse i 2 stranieri che si sono comportati meglio…

  3. Jack458 7 Novembre 2014, 14:54

    Alla fine se sono un franchigia quello che dovrebbero fare è premdere i migliori giocatori Italiani dall eccellenza (che come abbiamo visto sono quelli che si stanno comportando bene!) e aggiungere 4o5 stranieri di qualità! Ok Quest anno perdonati che non c’era il tempo di organizzarsi… Ma il prossimo più italiani please!

  4. ginomonza 7 Novembre 2014, 14:58

    Sono sempre sorpreso dalle interviste di Melita !
    Sono fatte per telefono videoconferenza o come?

  5. xnebiax 7 Novembre 2014, 15:49

    A me questa intervista piace. Le domande coprono tutti gli argomenti. Giustamente non si parla dei singoli, ma Casellato fa capire che si sta lavorando per vedere se alcuni stranieri rispondono all’ultimatum, o altrimenti sostituirli.
    Non si tira indietro sui risultati.
    Certo, sulla mischia praticamente dice che pensava andasse peggio, mentre magari i tifosi (io compreso) speravano meglio da Anae e Manu.
    L’unica cosa che mi sarebbe interessata sono gli infortuni e i tempi di recupero.

    • carlo s 7 Novembre 2014, 16:18

      Domanda a te che ne capisci molto più di me: ma con la squadra di pesi massimi (volevo dire ciccioni ma mi sembrava offensivo) cesellato non avrebbe dovuto sviluppare un piano di gioco diverso che pribilegiasse il gioco degli avanti e non la trequarti

    • carlo s 7 Novembre 2014, 16:20

      Domanda a te che ne capisci molto più di me: ma con la squadra di pesi massimi (volevo dire ciccioni ma mi sembrava offensivo) Casellato non avrebbe dovuto sviluppare un piano di gioco diverso che privileggiasse il gioco degli avanti e non la trequarti?

      • Katmandu 7 Novembre 2014, 18:48

        @carlo io son dell’idea che non importa il materiale umano devi avere un’idea in mente e perseguirla, non penso ci sia molto di più da aggiungere, la squadra deve per forza di cose adattarsi al metodo dell’allenatore non il contrario altrmenti non si va lontani, lo si vede bene quando le grandi squadre cambiano l’allenatore e i giocatori si adattano al nuovo metodo di allenamento e a cosa chiede l’allenatore, Leinster è un caso principe in questo, la differenza tra un modus operandi “pre o’connor” e quello attuale è spaventoso, quasi gli stessi giocatori un concetto di rugby diverso

        • berton gianni 7 Novembre 2014, 20:46

          Ciao Kat,
          scusami, ma la penso diametricalmente all’opposto.
          Sono convinto che debba essere l’allenatore a predisporre il proprio lavoro sulla base delle caratteristiche dei giocatori di cui dispone, mai il contrario.
          Tu dici che il “materiale umano” non sia importante.
          Per me, invece, e’ basilare ; se no, o sono bestie o robot…

          • Katmandu 7 Novembre 2014, 23:24

            Scusa Berton quandomai ho detto che il materiale umano non è importante, logico che un allenatore ha però il suo “stile” ed è anche logico che si fa con quello che si ha, ma se io ho in testa che bisogna correre e basta mentre tu dici meglio il gioco “ignorante” non importa ma quello che trasmette l’allenatore alla squadra è importante

          • berton gianni 8 Novembre 2014, 00:16

            Kat,
            nessuna vena polemica, assolutamente.
            Anzi, e’ un argomento “intrigante”.
            Però, ti contraddici perché in risposta a Carlo s, prima riga, hai scritto :
            ” Sono dell’idea che NON importa il materiale umano…”.
            Azz, a quanti taiut eri arrivato ?? 🙂 🙂

          • Katmandu 8 Novembre 2014, 12:32

            Gianni ti svelo il mio segrto… Non bevo vine e bira! Detto questo mi spiego meglio, ogni allenatore fa col materiale che ha, chiaro, ma cerca di impostare gli allenamenti e il gioco come vuole lui, facciamo due esempi, se una squadra prende Casellato come allenatore sa che da quello che ha fatto in passato la squadra “tenderà” ad avere la sua impronta
            Se una squadra prende Guidi, sa che la squadra “tenderà” ad avere la sua impronta, che è differente da quella di Casellato, chiaro?

      • xnebiax 7 Novembre 2014, 19:19

        Comunque ball carrier grossi servono sempre: vanno usati per andare oltre la linea di difesa costringendo 3-4 difensori a concentrarsi in un punto e agli altri di retrocedere, cosicché poi i tre quarti possano venir lanciati su una difesa non più perfettamente organizzata.
        Il fatto è che con il rendimento di quei due questa strategia non funziona, perché non avanzano (Auva’a) o vengono messi giù subito da un solo placcatore massimo due (Luamanu).

        • malpensante 7 Novembre 2014, 23:05

          Ball carrier al plurale: nemmeno chi ha Read, o Nick, o per volar basso un Morgan si aspetta che l’8 vada sempre in autoscontro. Se non hai altri che la portano su e possono guardare solo lui, puoi avere Hulk ma te lo mettono giù. A Treviso fino adesso che alternativa c’era? Ogni tanto Cinalli, e basta. Con Zanni e Minto, vedrai che anche Luamanu farà una figura migliore.

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