Il rugby, i suoi fratelli e la necessità di tornare a scuola

La palla ovale azzurra non se la passa bene e purtroppo è in buona compagnia. Lo sport italiano deve tornare nelle scuole

COMMENTI DEI LETTORI
  1. M. 26 Giugno 2014, 08:27

    Cosa pretendiamo da una scuola intesa solo come baby sitter che deve custoride i nostri figli? Non riteniamo completamente folle le 40 ore a scuola dove si fanno cose interessantissime tipo “LABORATORIO DI LETTURA” o pseudo ore di compiti.
    Non è completamente folle avere gli “insegnanti” che tutti abbiamo sperimentato, e non solo di educazione fisica, gente che è rimasta alle regole del basket degli anni Ottanta e che ti dice che Leopardi è pessimista. La selezione ridicola degli insegnanti fatta per anzianità, test paradossali, “formazione” che cambia ogni anno (Silss, Pas, e sigle andando).

    LA scuola è lo specchio dell’Italia, in una parola: Approssimazione. Poi trovi le eccellenze rare, i rari che ci mettono la voglia e, individualmente, fanno grandi cose. Se però dobbiamo aspettare che sia la scuola a cambiare stiamo freschi, l’unica possibilità è andare a mettere semi nelle scuole, presentare il nostro sport, far innamorare e poi trascinare i ragazzi al campo.

    • Paolo 26 Giugno 2014, 08:41

      E’ vero M. ma non può bastare. Oggi come oggi è tutto lasciato alla volontà delle società che devono avere la fortuna di trovare dirigenti scolastici disposti ad ascoltare e a lasciare spazio. Bisogna cambiare le cose, ma so che è difficlissimo. E molto lungo

      • M. 26 Giugno 2014, 10:35

        Io stimo chi ce la fa ad “entrare” nella scuola, devi passare da dirigenti, madri, consigli di casalinghe che si chiamano professoir/professoresse con i loro strani meccanismi interni, burocrazie, ripicche.
        Dal mio punto di vista il modo più utile è quello promozionale, in 2 ore a scuola, che diventano 1 ora e mezza tolti tempi di trasferimento in palestra, cambio ecc. non fai nulla. ANche perché poi c’è la tremenda spada di damocle del “PROGRAMMA” e spesso le ore di ed. fisica sono usate per altro, ricordo un anno intero di scuola in cui al posto di una delle due ore facemmo un corso di pronto soccorso, utilissimo per carità, ma magari togliere un’ora a qualsiasi altra cosa?
        Io vedo come possibilità solo quella di avere grandi educatori/promotori che sfruttino i momenti che la scuola concede in termini promozionali. Andare, inseririsi, far fare dei tour a giocatori famosi o appena “pensionati”, presentare questo sport a 360 gradi, usarne i meccanismi più noti (il terzo tempo), farne un discorso di crescita morale oltre che sportiva. Io al rugby mi avvicinai così, quarto anno di superiori, vennero dei ragazzi del club della zona a parlarci di rugby e farci vedere due cose e lettealmente trascinarono 4-5 di noi al campo. Quasi tutti restarono. Dev’esserci questa spinta trascinante che viene dai club, dalla scuola, così come è strutturata oggi, coi tempi infinitamente lunghi delle “non riforme” che facciamo, con il capitale umano presente, per me è un discorso perso. Puntualmente lo facciamo, e ancora a ragione, ma non porta da nessuna parte.

        Certo poi si apre l’ulteriore capitolo: i club, esistono, sono valorizzati, aiutati? Ci spostiamo sulle accademie, queste operano anche in termini promozionali nella scuola, alla maniera che sopra ho descritto?

        P.s. Paolo sai com’è finito il “progetto” rugby negli oratori, solito spot senza un seguito?

        • fabiogenova 26 Giugno 2014, 20:54

          Allora, visto che a scuola ci lavoro da dieci anni, qualche cosa ve la posso dire. Prima di tutto, i programmi ministeriali non considerano lo sport un elemento vitale per la crescita morale ed intellettuale degli alunni. Per la nostra classe dirigente, che a scuola tendenzialmente è sempre stata più o meno democristiana, il corpo non è un elemento fondante le qualità morali delle future generazioni. In secondo luogo, gli stessi docenti, che ovviamente hanno assorbito questo clima culturale e spesso lo ripropongono, non sono del tutto disposti a fare concessioni che vanno in questa direzione; cioè, non c’è la coscienza dello sport come attività culturale; ad esempio, una mia studentessa sta facendo una tesina di maturità classica sul campionato italiano di calcio durante la seconda guerra mondiale e i commissari esterni, alla lettura del titolo, hanno chiaramente pensato che fosse una cazzata. Invece non lo è (e quando la giovane passerà per l’orale farò in modo da dimostrarlo). l’anno scorso un mio studente rugbista è stato convinto da un mio collega a non presentare una tesina sul rugby durante la Belle epoque che aveva già iniziato a scrivere. Io stesso sono arrivato al rugby non per tamtam mediatici e men che meno grazie alle ore di educazione fisica a scuola, ma perché un mio amico, storico pilone a Recco, mi ha insegnato lo spirito del gioco. Insomma, io credo che potremmo prendere un’iniziativa anche noi, qui, utenti di ONRUGBY.IT, con una lettera firmata e inviata al ministero dell’istruzione? E’ una proposta che faccio alla redazione. Paolo, perché non provi a scrivere, come rappresentante di uno dei siti più frequentati sul Rugby, una lettera al ministero dell’istruzione per sostenere l’importanza dello sport in generale e del rugby in particolare nei processi formativi dei ragazzi? La firmiamo e la spediamo; magari non servirà a smuovere le acque in maniera significativa, ma almeno facciamo la nostra parte.

          • San Isidro 26 Giugno 2014, 21:03

            ciao fabio, posso chiederti cosa insegni?

          • fabiogenova 26 Giugno 2014, 22:10

            Ciao San, Filosofia e Storia in un liceo classico a Torino

          • San Isidro 26 Giugno 2014, 23:26

            grande fabio! allora avevo capito bene che insegnavi filosofia…te lo avevo detto che sto facendo filosofia (sono uno studente un pò cresciuto in realtà, ma mi sono iscritto in un secondo momento all’università), in cosa sei indirizzato? io sto facendo un percorso più scientifico, essenzialmente nell’ambito della teoria della conoscenza e della filosofia della mente (con annessi esami di psicologia e scienze cognitive), anche se poi ho fatto almeno un esame in tutti gli altri campi filosofici, escluso quello politico…per quanto riguarda la storia della filosofia Kant e gli idealisti tedeschi rimangono i miei preferiti (dai ricordi scolastici), infatti credo proprio che la mia tesi sarà sulla doppia attività dell’Io Penso (un argomento che mi ha sempre affascinato), ma ci rifletterò meglio da Settembre, il prossimo anno è fatta…
            Dai allora quando ci vediamo dobbiamo fare un meet & beer storico-filosofico-ovale, magari ti chiedo pure qualche ripetizione…

          • sally 27 Giugno 2014, 06:26

            Scusate se mi intrometto. È la mentalità che deve essere cambiata: in Italia c’è l’idea che chi studia deve essere storto, gobbo e occhialuto, dimenticando l’importanza che aveva il corpo e la cultura fisica nel mondo romano, ma dimenticando anche il grande valore educativo di quello che è il “gioco” non solo come momento di svago ma come momento educativo. Penso fabio che si possa tentare di scrivere al Miur, ma non credo sia sufficiente, perché, come tu dici, è la mentalità degli insegnanti che deve essere cambiata e purtroppo in Italia la vedo dura, dato che per molti di loro il mondo si è fermato prima del 1940. Ma tentar non nuoce!
            Tornando al rugby, in provincia di Padova, promozione se ne fa, quasi ogni scuola media ha la sua giornata del rugby e da qualche anno anche diverse scuole superiori, ma spesso tutto si esaurisce lì. Non bastano le società con gli allenatori, devono essere messi in campo gli stessi ragazzi che sono nelle scuole e allora forse si riuscirà a fare qualcosa.
            E permettetemi un’ultima cosa, parlando di cambiamenti di mentalità, spesso durante le giornate del rugby si vedono ragazzine che avrebbero voglia e grinta per giocare, ma quando gli allenatori e gli educatori della società fanno la proposta ai genitori…. Giove ce ne scampi: una ragazza che gioca a rugby! !

          • M. 27 Giugno 2014, 10:53

            Beh strano a dirsi, sono laureato anche io in filosofia estetica e per qualche anno ho anche insegnato (ora faccio altro)… Piccolo il mondo
            Un 15 filosofico sarebbe sicuramente:
            1 Kat
            2 Hume
            3 Marx
            4 Aristotele
            5 Platone
            6 Wittgenstein
            7 Montaigne
            8 Leopardi
            9 Feyerabend
            10 Russell
            11 Feuerbach
            12 Fichte
            13 Popper
            14 Machiavelli
            15 Bakunin

          • San Isidro 27 Giugno 2014, 14:44

            grande @M.!
            Interassante l’idea di Feyerabend a mediano, così come Feuerbach all’ala…bella anche la coppia di centri Fichte-Popper, l’importante è che il filosofo di Dresda non si faccia troppe contorsioni mentali sull’io e il non-io quando gioca sennò stiamo freschi…Russell 10 è una soluzione interassante, anzi logica…Platone in seconda dovrebbe allenarsi sui salti, visto che per ora ha saltato solo nell’iperuranio…scusa, ma Leopardi 8 proprio no, non ha la garra, troppo crepuscolare…
            Scherzi a parte, nell’ambito estetico ho fatto solo un esame, sulla trita e ritrita Critica del Giudizio, ma anche sull’ “L’educazione estetica” di Schiller, Nietzsche e Freud…

          • M. 27 Giugno 2014, 18:51

            Feyerabend come idea di assenza di metodo, dev’essere un 9 alla Tebaldi lasciato libero nella sua giornata positiva. 10 Russel come Wilko, geometrico e ordinato ma disposto a spaziare nel non noto e nel non sperimentato, verso la fisiica dell’ovale contro la fisica della sfera… Le seconde sono il puntello di tutta la mischia, quindi il puntellone del sistema che viene dai due amici greci. Leopardi 8 si giustifica con la sua voglia di lotta contro l’assurdo dell’universo. Un 8 incazzoso e vitale, mediterraneo, capace di grandi abbattimenti ma anche di alte rivolte di spirito. Fichte è un 12 che deve superare l’ostacolo, un centro alla Masi, che rompe la linea con lo sforzo continuo contro il proprio non-io, il suo avversario. Popper è un 13 atipico, potrebbe giocare 12 come Giteau. Un secondo regista, un uomo con spirito di sistema e odio del rugby-totalitario.
            Il triangolo allargato è fatto di marpioni, uomini capaci di risolvere la situazione prevista e imprevista, che non si affida a Dio e alla sorte ma alle proprie forze e a quelle della propria astuzia. Un triangolo di figli di buona donna amanti, singoli forti ma non individualisti, autonomi ma non anonimi. Per me funzionerebbe. E capitano Kant, ovviamente…

          • M. 27 Giugno 2014, 18:53

            Kant capitano, a reggere la morale della squadra, ad esaltare il senso del limite da raggiungere e da puntare anche se invalicabile,

          • San Isidro 27 Giugno 2014, 23:12

            mitico M.!
            a dir la verità Feyerabend non l’ho ancora mai studiato per ora, ma mi fido di quello che dici…comunque nel triangolo allargato non mi priverei mai di uno come Nietzsche…

        • fabiogenova 27 Giugno 2014, 00:19

          Per il Meet and Beer ovale e filosofico, c’è un Italia Argentina che si giocherà a Genova o a Torino, dove faremo una formazione di filosofi a la Monty Pithon davanti a una Murphy’s Red. Avevo capito che studiassi Sant’Agostino, che è chiaramente un pilone destro. Un paio di settimane fa ti volevo dire questo: quando ho dato i compiti delle vacanze alla terza ho chiesto ai ragazzi di andare a guardare l’introduzione ad alcuni filosofi, ma ero un po’ sovrappensiero; i ragazzi il giorno dopo mi hanno detto: “Prof, c’è un problema: sul manuale abbiamo trovato San Tommaso d’Aquino, San Bonaventura e Sant’Anselmo d’Aosta. Ma questo San Isidro proprio non c’è”. Sei diventato oggetto di studio ancora prima di laurearti.

          • San Isidro 27 Giugno 2014, 00:31

            ahahah…beh Sant’Agostino sarebbe un pò esile per giocare pilone destro, piuttosto San Tommaso…per me una prima linea filosofica di tutto rispetto sarebbe 1- Heidegger 2- Marx 3- Hume vista la stazza dei vari personaggi, adesso penso su ad una possibile formazione filosofica poi te la scrivo…a 10 metterei Cartesio nella speranza che non si faccia ingannare dal genio maligno…
            Scherzi a parte, l’esame di filosofia medievale l’ho fatto su Sant’Alberto Magno…
            Comunque per i miei Pumas cerco di salire…

          • fabiogenova 27 Giugno 2014, 00:45

            No, dai, Cartesio mediano di apertura non si può; sarebbe un Owen Farrell: buon giocatore, ma senza grande fantasia 🙂 Heidegger mediano di apertura, Hume terza linea e Sant’Agostino, da pilastro della Chiesa, non può essere altro che un pilone destro. 🙂

          • San Isidro 27 Giugno 2014, 00:50

            no dai, Heidegger è troppo grosso per giocare a 10, allora metterei Locke aperura, scuola inglese non mente…centri Russell, di formazione gallese, e Wittgenstein…Nietzsche assolutamente all’ala per correre oltre-l’uomo…in seconda penso Sartre, d’altronde era alto…

    • Goosestep 26 Giugno 2014, 23:34

      A proposito di andare a “seminare” il rugby nelle scuole..
      Il presidente della mia squadra, quando questa venne rifondata all’inizio degli anni ’00 dopo 30 anni di assenza, venne a tenere degli incontri informativi sul rugby nella scuola media che frequentavo. Ci chiudemmo in circa 30 bambini (volontari!) in uno stanzino della scuola ad ascoltare di questa strana palla dalla forma inusuale, beccandoci al ritorno in classe le strigliate dei prof a causa del tempo perso e poi quelle delle mamme preoccupate per la nostra incolumità.
      5 fra quei 30 ragazzi fanno parte ormai della prima squadra, e altri 5 ne hanno fatto parte anni fa.
      Questo in un paesino del sud in una zona semi-desertica per quanto riguarda la diffusione del rugby. Grazie alla passione e al volontariato di quella gente il seme è germogliato.
      Purtroppo in un’Italia sempre e comunque approssimativa.
      Che è fatta di queste storie “miracolose” in cui sembra di stare perennemente a galleggiare su una zattera in mezzo al nulla.
      E questo germoglio rischia ogni giorno di morire d’indifferenza.

      • San Isidro 27 Giugno 2014, 00:53

        bella storia, complimenti, posso chiederti qual è la squadra e il paesino in questione?

        • Goosestep 28 Giugno 2014, 00:46

          La squadra è quella di Campi Salentina provincia di Lecce, attualmente l’unica pugliese in serie B (ahimè)..il paesino è Guagnano, in piena zona di negramaro 😉

  2. dagniele 26 Giugno 2014, 08:43

    Per gli sport di contatto nelle scuole (rugby compreso ) ci sono problemi assicurativi chi ci ha provato è spesso dovuto tornare indietro.

    • Paolo 26 Giugno 2014, 08:48

      Non mi sembra un problema insormontabile. Se c’è la volontà…

      • Stefo 26 Giugno 2014, 09:29

        Paolo il discorso assicurazioni non credo sia cosi’ facile, forse quando eravamo giovani noi e le pesone non erano li’ ad aspettare un motivo per fare una causa…

        • Paolo 26 Giugno 2014, 10:54

          Beh, fanno sport in ogni dove. Credo che il problema-assicurazioni esista anche in Francia e Uk

          • balin 26 Giugno 2014, 22:22

            In quei paesi la mamma e il papà se il bambino si fa male o prende brutti voti lo sgridano ancora ( come si faceva in Italia 30 anni) da noi si da sempre la colpa a qualcun’altro Mica per niente l’italietta va così male e se guardi la penosa parabola discendente di altri sport va a finire che il nostro povero rugby va meglio di altri sport più “importanti” e ricchi.

      • ginomonza 26 Giugno 2014, 11:38

        sono d’accordo : la suola elementare e media, cioe i primi 8 anni non ha bisogno di sport di contatto ma di base: ovvero ginnastica per educare il corpo e educazione sportiva per il resto.
        Nato in un piccolo paese della Toscana ai miei tempi, ormai tanti forse troppi anni, la nostra palestra era all’aria aperta,ovvero campagna, e 3 volte alla settimana il nostro maestro ci portava per un’ora fuori : corsa, ginnastica, atletica in generale.
        E non si vedeva un bambino obeso neanche a cercarlo anzi a crearlo.

        • faduc 26 Giugno 2014, 12:44

          Metti Sicilia al posto di Toscana e non sbagli una virgola per quanto mi riguarda.

          • andrease 26 Giugno 2014, 16:29

            quand’ero bambino abitavo a Biella, lì avevamo una palestra dove ti facevano un culo così. E anche lì di di sovrappeso mi ricordo solo il figlio del macellaio…

          • carlo s 26 Giugno 2014, 18:26

            quando ero bambino e frequentavo le scuole elementari nel Veneto, l’ora di ginnastica si faceva nell’atrio della scuola ed era il mio maestro che personalmente ci istruiva anche nelle materie ginniche di cui palesemente non sapeva una cippa.
            Mi ricordo che oltre al figlio era grassa anche la figlia del macellaio.. (infatti non piaceva a nessuno).
            gli altri erano tutti abbastanza magri. Ricordo ero magro anch’io.
            Per onestà intellettuale devo dire, che ai quei tempi, quelli un po’ più cicconi andavano tutti a giocare a rugby….altri tempi!!

    • boh 26 Giugno 2014, 09:28

      Visto che non tutte le scuole pongono tale problema, anzi qui da noi se hai un buon progetto e dei bravi educatori formati bene (ragazzi universitari). Ogni anno il direttore scolastico ti sollecita a ripresentare il progetto, e anzi ti può capitare che gli insegnanti ti consiglino, quali sono gli educatori migliori nell’approccio con i bambini e quali non ne hanno le qualità o siano da migliorare. Perciò dove l’organizzazione scolastica pone questi intoppi, in realtà nasconde la non volontà di collaborare e di assumersi le responsabilità.
      Per quanto riguarda il reperimento delle risorse da destinare alla formazione nelle scuole. Sarebbe sufficiente, che il CONI vincolasse i contributi alle federazioni nella formazione controllata con la presentazione di progetti documentabili con i progressi fatti durante l’anno. In Francia ho potuto verificare che a livello comunale le cose stanno pressapoco così.
      L’assessore allo sport, fa presentare alle società sportive del comune i loro progetti accompagnati dall’elenco dei ragazzi coinvolti, delle persone che sono coinvolte nella loro formazione. dei risultati ottenuti durante l’anno. E in base a ciò distribuisce a scalare i contributi. Da noi succede che la società di calcio, che non ha settori giovanili, e che ha un seguito di qualche decina di appassionati, si prenda 30/40/50.000 euro l’anno giocando in campionati para provinciali a dir poco ridicoli. E la società di rugby che coinvolge 150/200 ragazzi con tutto il seguito di amici e parenti si becca 2/3.000 euro quale contributo alla gestione dei campi e spogliatoi ( che comunque deve pagare al comune)

      • soa 26 Giugno 2014, 10:10

        Che le squadre di calcio non abbiano settori giovanili non è vero. Che funzionino male e siano improvvisati, approssimati ed abbozzati sì, però nella mia provincia (Rovigo) praicamente ogni squadra ha pulcini, esordienti, giovanissimi, allievi e primavera. Se ce la fa il mio paese da 3000 abitanti penso ce la facciano realtà ben più grandi. Il problema è la gestione, confusa e che procede a tentoni.

        • boh 26 Giugno 2014, 10:57

          soa, se lo scrivo, è perchè ho l’esperienza diretta, o pensi che me lo sia sognato stanotte. Dalle mie parti è così. Anzi, è anche così

          • soa 26 Giugno 2014, 12:08

            E’ una cosa molto triste.

        • ginomonza 26 Giugno 2014, 11:40

          il problema è cosa insegnano : vedo calciatori spudoratamente pagati che non sanno neanche stoppare la palla ovvero la base di tutto:
          avete visto con Uruguay quanti stop fatti male e palloni persi?

  3. Giov 26 Giugno 2014, 08:52

    Purtroppo Attivita’ sportiva ed educazione fisica erano (sono?) viste dagli insegnanti stessi come un “rompimento” e non mi sembra che dal 1994 (anno della mia maturita’) le cose siano migliorate. Ho avuto 4 insegnanti di educazione fisica: tranne con uno, che ha provato ad insegnarci rudimenti di pallamano, basket e volley, le due ore di lezione si riducevano a 20′ di corsa leggera e un’ora di calcetto o ripasso per compiti in classe di altre materie. Avevo amici francesi che erano rimasti sconvolti quando glielo raccontavo. Questa è la mia esperienza che penso simile a qualche altro milione di italiani.

    • Giov 26 Giugno 2014, 08:56

      Ah, sono viste con fastidio non solo dagli insegnanti ma in molti casi dai genitori stessi.

      • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 09:54

        Tu fai la fotografia della realtà.
        Il tema è ” può una società sportiva, una federazione supplire a questa carenza”?

        • boh 26 Giugno 2014, 11:00

          Sì, basta rompere i maroni a chi di dovere tutti i giorni, piuttosto che preoccuparsi della lista giocatori delle varie squadre che hai sotto la cappella. Se non hai capito te la metto in rima.

          • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 11:33

            Bravo è la risposta giusta!

  4. Stefo 26 Giugno 2014, 08:52

    Il discorso scuola e sport e’ correttissimo non solo nel rugby e come dice l’articolo molto spesso si e’ legati alla qualita’ degli isegnanti anche nell’educazione fisica come in tutte le altre materie.
    Penso che qua tutti abbiano avuti insegnanti di educazione fisica, bravi e no, quelli che lavoravano seriamente e quelli che invece buttavano li’ un pallone e divertitevi. Le infrastrutture poi sono il secondo grosso problema, gia’ scritto in passato, io il liceo l’ho fatto in una scuola che non aveva neanche una palestra, dovevamo andare a 15 minuti dalla scuola, 15 minuti andare, 15 tornare piu’ 10 minuti per cambiarsi prima e dopo e via 40 minuti su 120 -anzi 110 visto che le ore scolastiche erano di 55 minuti0 erano andati, quindi pur avendo avuto 4 anni su 5 un buon insegnante che provava a farci fare esercizi veri e provare diversi sport, 3 mesi all’anno ci portava a nuoto, e prima che io arrivassi in quella scuola aveva attivato per un periodo di diversi anni una collaborazione con una remiera per fare voga venete durante le ore di educazione fisica (progetto finito per una storiaccia di un tipo alla remiera che spiava le ragazze che si cambiavano), alla fin fine pur avndo un bravo insegnante il tempo era quello che e’.
    Sfatiamo pero’ parzialmente il mito sull’educazione fisica in altri paesi: la maggior parte dei paesi hanno come obbligatorie nel curriculum 2 ore di educazione fisica come in Italia, ma la “cultura” fa si che la scuola si trovi a “dover” offrire come attivita’ extra curricula di piu’ (e non solo nello sport, lo fanno anche per la musica ed altro), le buone scuole sono quelle che offrono agli studenti la possibilita’ di fare piu’ di quanto il curriculm scolastico e’ obbligato ad offrire e che permette agli studenti di approfondire i propri interessi.

    Io il rugby l’ho iniziato a 6 anni proprio a scuola comunque, erano piu’ di 30 anni fa, non so se fosse un progetto federale o un qualcosa di fatto in via personale da quelle due anime pie, o organizzato dal club per i fatti suoi.

    • gsp 26 Giugno 2014, 09:12

      Ahahaha! Fenomeno il tipo della remiera. Secondo me c’è spazio per lui nel pantheon di questo blog. 🙂

      • Stefo 26 Giugno 2014, 09:15

        Vallo a dire ai genitori di quelle ragazze…

        • gsp 26 Giugno 2014, 09:49

          pantheon era ironico per bestiario, affianco a panama kid per capirci.

          • Stefo 26 Giugno 2014, 10:03

            si si l’avevo capito gsp…

  5. gsp 26 Giugno 2014, 09:03

    Quando gli insegnanti erano ben pagati nella mia scuola media di provincia insegnava uno che poi ha allenato una nazionale. È vero che non era rugby…

    C’è il problema serio delle infrastrutture e magari le scuole devono insistere sulle qualitá atletiche prima di tutto. Immaginarsi un campo di rugby a scuola è pure follia. Ma fed calcio e rugby devono iniziare a lavorare insieme sui campi sintetici.

    Ci vogliono investimenti ingenti, ma la ggggente ascolta troppo radio24.

    • gsp 26 Giugno 2014, 09:06

      Altro elemento importante è la multidisciplinarietá. L’atteggiamento snobista contro qualsiasi altro sport è del tutto controproducente.

      • Stefo 26 Giugno 2014, 09:13

        La multidisciplinarita’ e’ anche un problema non solo dell’offerta ma anche della domanda, quanti in Italia fanno 3-4 sport a livello organizzato ed agonistico fino ai 14-15 anni?

        • gsp 26 Giugno 2014, 09:50
        • mezeena10 26 Giugno 2014, 14:25

          prima ancora la “multilateralità”!!! la specializzazione in una disciplina dovrebbe avvenire piu tardi e per selezione naturale a seconda delle peculiarutà di ogni individuo!

    • Paolo 26 Giugno 2014, 09:29

      Io in prima media ho avuto un professore di educazione fisica che si presentò così: “Ragazzi, qui gli sport valgono tutti, ma il più bello è il rugby”. Era un omone siciliano che ci faceva fare i passaggi ll’indietro con una palla da basket o da pallavolo su una specie di spiazzo asfaltato.
      Il mio discorso riguarda il rugby ma non solo: è chiaro che il nostro sport ha bisogno quantomeno di spazi, non voglio dire di infrastrutture. Mi piacerebbe che l’educazione fisica diventasse una materia “vera” nell’arco di qualche anno. Sarebbe già un grosso passo avanti.
      Non conosco la realtà delle scuole private, magari sono messe meglio, ma credo che anche lì la situazione sia molto a macchia di leopardo

      • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 10:13

        Quasi tutte le scuole elementari e tutte le scuole media hanno una palestra. Il problema sono le idee e la priorita che si assegna al problema “Sport”.
        Le faccio una domanda. Lei ha mai sentito di un presidente di un CONI provinciale che con tutti i presidenti delle federazioni ha protestato con il provveditore agli sudi ( in realtà adesso non si chiama più così) per il fatto che nelle scuole le ore di “ginnastica” vengono usate per cazzeggiare?
        Eppure chi ha più diritto di farlo se non chi, sulla base di una legge ( quella istitutiva del CONI) è deputato a promuovere lo sport?

        • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 10:15

          Esistono mille “protocolli” di impegno a fare. Finita la riunione ognuno torna a casa e tutto resta come prima.

          • mezeena10 26 Giugno 2014, 17:07

            alberto purtroppo non è vero che quasi tutte le scuole elementari e medie hanno la palestra..
            qui in Sardegna mancano proprio le scuole e quelle che ci sono cadono a pezzi! per non parlare di materiale didattico, maestri e professori! la palestra è proprio l’ ultimo dei problemi! purtroppo!

      • Giovanni 26 Giugno 2014, 10:40

        No, non sono messe meglio. Ti parlo della mia realtà: sono stato per 8 anni (medie+ginnasio-liceo) allievo di una scuola privata tra le più care di Napoli e posso dirti che le strutture facevano pietà. Alle medie, “l’ora di ginnastica” si svolgeva nella ex-cucina di una ex-mensa alle cui pareti avevano appeso un paio di quadri svedesi e dal cui soffitto pendevano alcune corde a cui l’insegnante, una specie di federale dei raduni dei sabati fascisti, ci faceva arrampicare. Si giocava a pallamano, sport che ho sempre odiato e di cui, a malapena, ci disse le regole, senza mai spiegarci e correggerci la tecnica. Al liceo il prof.cambiava ogni anno e cambiò anche la palestra, più grande e dignitosa, ma cmq inadeguata: l’uso era duplice, pallavolo e basket. Per rendere l’idea, i canestri erano attaccati drettamente alle pareti, per cui eseguivi un terzo tempo con slancio e rischiavi di spiaccicarti al muro. Per trasformarlo in campo di pallavolo veniva innalzata di volta in volta la rete e già quello faceva perdere tempo, poi c’era sempre qualche problema: o la rete era rotta o mancavano i palloni o qualche neon dell’illuminazione era guasto e così via. Di solito i prof.si scocciavano di dover rimontare su la rete, per cui il basket, che io preferivo, si giocava si e no una volta al mese. Son passati circa 30 anni (ahimè), quindi non sò le cose come siano adesso, ma quella era la realtà di una delle 3-4 scuole private più care della città. Gli sport che ho praticato da ragazzino li ho sempre fatti per via privata: basket, atletica, calcio…il messaggio era sempre quello: vuoi fare sport? Paga! Non hai soldi? Niente sport.
        Alla Partenope, unica società per cui son stato tesserato, feci un corso annuale quando avevo 9 anni. L’istruttore era pessimo: faceva fare circa 40-45 minuti di ginnastica e soli 10 minuti di fondamentali. A fine corso nessuno di noi ragazzini (circa una quindicina) si reiscrisse per l’anno seguente.
        Di altre scuole non saprei dire, ma ai tempi in cui frequentavo il liceo la squadra di rugby ce l’aveva l’ “Umberto”: alcuni amici ne furono membri. Ma fu dovuta all’iniziativa personale di un ex-giocatore della Partenope-rugby, divenuto anni dopo professore, non di educazione fisica però, ma di italiano.

        • carlo s 26 Giugno 2014, 11:49

          Caro Giovanni spendere un pacco di soldi per la scuola privata, per ricevere un servizio del genere è veramente ridicolo… Ti hanno truffato.
          Non so a Napoli, come sia ora, ma qui (io vivo in Lombardia) la situazione e nettamente migliore rispetto a quella che tu hai descritto.
          Le scuole private danno i servizi che i genitori chiedono ( e li danno di qualità) o che riescono a vendere, per loro sono parte del Business, un modo per arrotondare.
          Non c’è richiesta per il rugby…
          Bisognona inventarlo questo bisogno da parte dei genitori, qui la Fir potrebbe effittivamente fare qualcosa come dice Paolo.
          Offrire alla scuole tecnici e attività, organizzare tornei e eventi nazionali per le squadre delle scuole….far partecipare i ns giocatori della nazionali a questi eventi, coinvolgendoli (già lo vedo Castro sono cnvinto che si divertirebbe come un matto!!)

          • soa 26 Giugno 2014, 12:05

            A castro bisogna far fare un tour itinerante delle piazze con un bel grigliadero, carne argentina e nel mentre si fa promozione per il rugby!

          • carlo s 26 Giugno 2014, 12:23

            Vedi soa… Castro ha molto appleal, i ragazzini lo conoscono impazzisco per lui. Lui comunica bene, è simpatico, gli piace giocare con loro.
            Secondo me sarebbe perfetto per la promozione di questo sport.
            Andare nelle scuole funzionerebbe da matti, ne sono convinto….
            Campioni come lui darebbero un ritorno in termini di adesione formidabile.
            Alla fine della lezione di presentazione di castro, tutti i bambini addosso a lui per cercare di placcarlo….

          • soa 26 Giugno 2014, 12:45

            @carlo s, sono d’accordo con te. Castro è lo stereotipo del rugbysta (lo dico in senso buono) e riesce ad avere un appeal maggiore soprattutto sui bambini, speriamo la federazione si muova in tal senso.
            Però io, che non sono un bambino, una grigliata argentina con buona birra la preferirei 😉

          • ginomonza 26 Giugno 2014, 12:52

            carne chianina soa, chianina o piemontese: in argentina hanno gli OGM

          • soa 26 Giugno 2014, 13:25

            @ginomonza niente da dire sulla chianina, ma castro si vanta tanto delle sue grigliate argentine e sarei curioso di provarle 😉

          • Giovanni 26 Giugno 2014, 16:11

            @carlo s: dillo ai miei genitori, in particolare ad una mamma apprensiva verso il figlio unico 🙂 Cmq, la mia è un’esperienza personale vissuta nella prima metà degli anni 80: ci si iscriveva a quelle scuole per studiare e stare lontanto dai guai, dello sport le famiglie non si curavano. Però credo che il concetto non sia di molto cambiato, almeno qui: vuoi fare basket? Te lo fai da te privatamente. Tennis? Idem! E così via. Tutti i campioni di pallanuoto che ha prodotto la mia città c’erano perchè esistevano circoli privati (Posillipo, Canottieri, Rari Nantes) a cui le loro famiglie potevano permettersi di mandarli.

    • gian 26 Giugno 2014, 10:36

      i miei erano entrambi insegnanti, mi spieghi quando questa categoria è stata ben pagata? mi sfugge!
      detto ciò è impensabile che le scuole abbiano strutture atte a praticare sport, vista la dislocazione di molte di esse e del fatto che non ci sono i soldi per non farle crollare sulla testa degli studenti, ma basta appoggiarsi alle società del territorio, che le strutture le hanno

      • carlo s 26 Giugno 2014, 12:05

        Gian, scusa se mi inserisco nella discussione.
        Tu hai perfettamente ragione gli insegnanti in italia ricevono uno stipendio molto basso.
        Gli impianti sportivi a mio parere però potrebbero non essere un problema, ovvero se la scuola non dispone degli impianti sportiva, si organizza per trasportare i ragazzi dove ci sono… non è poi così complicato, basta organizzarzi. Il problema semmai è che questa attività devono essere finanziate.

        • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 12:27

          Cè un post più sotto di un utente del blog che vive in Inghilterra. E’ da leggere anche per capire che qualcosa anche da noi è fattibile.

          • gian 26 Giugno 2014, 13:21

            @alberto, non so dalle parti tue, ma a padova molte scuole sono in palazzi storici nel centro di una città a struttura medioevale, è da ringraziare che ci siano le palestre, diverso alcuni plessi in zone periferiche nati da poco, ma di solito insistono su strutture nate negli anni 60/70 ed ora circondati da quartieri residenziali, non mescoliamo le pere con le mele ed entrambe con la m…a a seconda della tesi che ci fa più piacere portare avanti, le scuole in italia non POSSONO avere strutture atte a portare avanti un serio progetto sportivo senza appoggiarsi ad esterni.
            l’amico @SevenoaksRugby ci fa vedere come le cose stanno, in realtà, in una società dove una certa cultura è più radicata e ci spiega che i limiti esistono anche lì, ma quel sistema, da noi, è inapplicabile, il 90% del nostro corpo insegnante è costituito da idealisti che vivono fuori dal mondo, persone piene di sé che valutano le altre inferiori o fancazzisti che sono sicuri di portare a casa lo stipendio al minor sforzo possibile spiegando quattro H imparate a memoria, poi tra le prime due categorie trovi anche dei signori insegnanti (e nella terza alcuni che ti insegnano comunque qualcosa perché almeno sono preparati di base e equilibrati nei giudizi), ma solo per la loro materia, per questi tutto quello che esula dal loro piccolo mondo è un fastidio e che qualcuno emerga, specialmente fuori dal loro controllo ed ambito, quasi un’offesa; chi vuoi che collabori per qualcosa di diverso dal farsi il culo quadrato dietro un banco…..

        • gian 26 Giugno 2014, 12:28

          mettiamola così, siamo onesti, non sono mai stati alla canna del gas, ma certo non sono mai stati pagati adeguatamente; per quanto riguarda le strutture siamo d’accordo, io parlavo all’interno dei plessi scolastici, i soldi sono un falso problema, con risparmi sull’attività all’interno delle scuole e i fondi coni, le quattro lire che servono si tirano fuori, in fondo una società sportiva che si trova ragazzi che potrebbero rimanere a fare attività all’interno della società o a seguire la squadra seniores, con la famiglia, dovrebbe essere contenta di prestarsi a tali collaborazioni

  6. teorub 26 Giugno 2014, 09:11

    Aspettavo un articolo del genere su un qualsiasi giornale italiano ma vedo che On.Rugby in questo ha battuto tutti e ha messo un punto interrogativo sullo sport in generale. Complimenti Paolo veramente se ci fossero più persone, giornalisti e dirigenti sportivi che non pensassero solo al loro interesse o alla loro piccolo recinto per non parlare dei politici, le cose non solo nello sport in Italia sarebbero molto ma molto diverse visto la cultura e la storia che abbiamo ereditato in questi secoli.

    • orax 26 Giugno 2014, 10:37

      quotone teorub, sto continuamente ricordando come lo sport faccia crescere un intero paese nella legalità e nel rispetto delle regole, mi sono confrontato anche con ragazzi tedeschi dove c’è un abisso tra noi e loro sul discorso di fare attività fisica nelle scuole.
      su anni di scuola solo una prof ci ha insegnato qualcosa su atletica leggera basket o volley il resto se ne fregava di noi è di quelle due ore a settimana che sembravano una perdita di tempo.
      si deve riformare la scuola, farei fare più ore settimanali di attività fisica, educazione musicale e teatro ed il resto italiano, matematica ed il resto, credo che sarà più divertente la scuola imparando molto di più.

  7. Stefo 26 Giugno 2014, 09:36

    Comunque io ricordo che qualche anno fa (direi piu’ o meno 10) era stato istituito un fondo per le scuole secondarie per i professori di educazione fisica per progetti extra curriculari sportivi, esiste ancora quel fondo?Sarebbe anche bello avere delle statistiche sull’utilizzo di quel fondo per sport ma mi sa che nono sono mai stati tenuti quei dati.

    • mezeena10 26 Giugno 2014, 14:44

      ma da direttiva ministeriale? qui in Sardegna, anche se ero fuori in quel periodo, non ricordo di attivita del genere tantomeno fondi per lo sport!

  8. Machete 26 Giugno 2014, 09:45

    serve una sinergia tra politica e sport……sembra un’utopia!!
    Governo/Ministero dell’Istruzione/Ministero dello Sport/Coni/ Federazioni devono trovarsi e cambiare il modo di concepire lo sport nelle scuole….
    scontiamo decenni di immobilismo…infrastrutture assenti o in condizioni fatiscenti……insegnanti di ed.fisica che vedono il ruolo come un classico posto fisso ….non mancano le eccellenze ma sono mosche bianche nel panorama generale e magari legate a istituti privati
    a volte poi basterebbe così poco per pubblicizzare il nostro sport per esempio alternare nelle scuole che hanno un campo sintetico il calcio a 5 con il rugby touch….
    alla fine quello che manca sempre è la volontà di cambiare le cose

    • mezeena10 26 Giugno 2014, 14:45

      la politica ed i politici non si occupano di sport neanche in campagna elettorale!
      stiamo freschi!

  9. Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 09:51

    Il tema dello sport quale aspetto della formazione della personalità delle persone, oltre che essere di grande interesse culturale è anche un termometro del livello di civiltà di un popolo.
    La scuola italiana purtroppo sembra avere perso l’obbiettivo di diffondere e coltivare le attività motorie dei ragazzi.
    Con l’aggravante che videogiochi e televisione hanno abbassato rispetto ai decenni passati la capacità dei ragazzi di muoversi coordinati nello spazio, in quanto non più sollecitati nemmeno dal gioco a farlo. Quanti ragazzi vanno in cortile e giocano a: palla avvelenata, bandiera, quattro cantoni, ecc.?
    Questa congiuntura negativa, anziché scoraggiare, dovrebbe incoraggiare coloro che si occupano di sport a cercare di entrare in questo mondo proprio perché non presidiato.
    Cosa può fare il rugby in questa situazione? Certo può lagnarsi, come fanno tutti, che la scuola non fa nulla, ecc.ecc., bla,bla.
    Potrebbe, superata la fase del lamento, proporre alle famiglie, di esercitare questa supplenza questa carenza formativa, intrattenendo i ragazzi almeno due volte alla settimana con giochi riconducibili al rugby: touch, esercizi e giochi con la palla ovale , ecc.
    Cosa serve per fare questo? In primo luogo una società sportiva sul territorio che si faccia carico di questo problema e contatti le direzioni didattiche e a livello nazionale un punto di riferimento federale che dia assistenza pedagocico-tecnica a chi decide di fare questa attività.
    Non servono soldi, servono volontari.
    Va tenuto presente che gli istruttori che andrebbero nelle scuole a svolgere questa attività non lo farebbero gratis. I genitori pagano, anche in questo momento di crisi, i 10€ mese necessari a coprire i costi.
    Questo che ho esposto altro non è che lo schema del minibasket.

    • Giov 26 Giugno 2014, 10:58

      Ecco potrebbe essere una proposta molto valida. Chiaramente ci vorrebbe la volonta’ di tutte le parti in causa, cosa per nulla scontata. E’ altrettanto vero che piangersi addosso non porterà a nulla e, come dici piu’ sotto, ognuno di noi potrebbe fare qualcosa per migliorare la situazione.

  10. antonio 26 Giugno 2014, 09:59

    Il problema della scuola si può riassumere in questa frase” non si crede nel valore formativo dei ragazzi attraverso lo sport”. Dobbiamo dire che il calcio non aiuta molto in questo senso (vedi comportamenti Balotelli, Cassano, ecc.). Ma si sà il calcio è diventato uno sport molto anomalo ultimamente. Forse puntare su tutti gli altri sport cosidetti minori, darebbe un grande aiuto nella formazione del carattere dei ragazzi.

    • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 10:18

      Il calcio per sua fortuna, non ha bisogno della scuola. La sua forza mediatica è tale che alle scuole calcio le famiglie portano i ragazzi, a prescindere.
      Sono gli altri sport che devono trovare il pertugio per entrarvi. Ma se aspettano che qualcuno lo faccia per loro, ciao, ciao

  11. Silverfern 26 Giugno 2014, 10:25

    la questione sarebbe bella da affrontare.
    Ho scritto sarebbe, perchè, purtroppo e molto amaramente, in Italia le cose si fanno solo se qualcuno ha un tornaconto monetario, altimenti “ma chimmelofafare?”.
    Non è disfattismo, ma realtà, da noi si parla,parla,parla,parla fino allo sfinimento, ma quando è ora dei fatti “..non adesso che ho cose più urgenti da fare…”

    • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 10:31

      Ognuno di noi, nella sua attuale funzione sociale ( genitore, insegnante, atleta, istruttore, dirig. sportivo) può fare qualcosa per migliorare, anche di poco la situazione?
      Secondo me sì, sia in maniera coordinata che spontanea.

      • Silverfern 26 Giugno 2014, 11:54

        pura utopia: ne sento parlare da 40 anni.
        Bei discorsi: ognuno di noi… eccetera, poi al dunque si sceglie la via più comoda. Ne ho la riporva tutti i giorni, guardando qualsiasi cosa, anche la più banale: persone che fanno moralità sulle regole e poi attraversano la strada col semaforo rosso (ecchessaràmai per una volta?) e si incazzano se glielo fai notare.
        Siamo indolenti nel DNA.

  12. soa 26 Giugno 2014, 10:35

    Sia alle medie, sia al liceo ho avuto professori che ci hanno fatto provare molti sport (calcio, pallavolo, basket, tennis, atletica, pattinaggio su pista, hockey su pista e pure baseball) ma c’era carenza di infrastrutture. Alle medie solo una palestra e poco lontano una zona per l’atletica con campo da basket, mentre al liceo mancava proprio la palestra e tutte le scuole dell’area (ben 4) usavano il palazzetto dello sport e ce lo dovevamo dividere sempre con un’altra classe. Senza contare che si perdevano i primi 20 minuti e si finiva 10 minuti prima, per cui al posto di due ore se ne faceva una e mezza.
    Polisportive, quelle aumenterebbero la diffusione di sport minori.
    Purtroppo è tutto il sistema da riformare. Non dimenticate che hanno tolto storia dell’arte. Tra un po’ magari sarà il turno di filosofia, dopo magari togliamo pure storia. Poi, quando saremo rincoglioniti del tutto, toglieremo pure l’italiano.

  13. Antonio Angelone 26 Giugno 2014, 10:37

    Si parte sempre dai soldi. Una volta la SCHEDINA del Totocalcio finanziava in parte tutte le discipline sportive affiliate al CONI e nessuna squadra di calcio poteva opporsi. E in tante occasioni abbiamo potuto vedere primeggiare i nostri colori. Nel tempo la Schedina del Totocalcio ha perso valore…..e di seguito tutte le discipline non calcistiche. Ora in questi giorni il calcio si sta per dividere quasi un miliardo di euro per i prossimi anni di diritti televisivi…..la POLITICA che tanto dovrebbe fare dove sta’ ?????

    • Giovanni 26 Giugno 2014, 11:14

      La politica stà dalla parte del calcio, la grande “arma di distrazione di massa”, che aiuta a mantenere il potere tramite il sempiterno “panem et circenses”.

  14. Bombarolo 26 Giugno 2014, 10:40

    Non so quale sia l’esperienza degli altri, ma apparte la indecente situazione delle strutture scolastiche che ho frequentato, ho sempre notato una certa ostilità da parte dei professori verso qualsiasi attività svolta dagli studenti che non fosse lo studio: al liceo andavo sei ore al giorno a scuola e per lo meno altre tre o quattro dovevo passarle sui libri dopo le lezioni, e dove lo trovavo il tempo per fare sport? nella mia scuola nessun ragazzo che ambiva al traguardo minimo della promozione è riuscito a proseguire un’attività extrascolastica di alto livello, nello sport ma non solo. Se poi aggiungiamo che svolgere tali attività non dimostrando una totale abnegazione per lo studio attirava le ire dei professori, i quali più di una volta se ne sono usciti con il discorso che “lo sport non ti dà il pane e quindi è tempo perso, meglio se studiate che ormai senza una laurea non si fa niente…” ecco che si iniziano a definire le ragioni della situazione attuale.

    • Giov 26 Giugno 2014, 11:17

      Questione di cultura. Ed oltre ai professori non era raro il caso di genitori che “se non vai bene a scuola niente atleticacalcioartimarzialirugby quello che volete voi” cosa non sbagliata….di piu’.

      • mezeena10 26 Giugno 2014, 17:24

        e chi privilegia lo sport viene bollato come asino e magari si sciroppa 7 anni di liceo!

  15. gian 26 Giugno 2014, 11:07

    problema scuola: alla scuola italiana dello sport non gliene può fregare di meno, sentito intervistare stamattina un dirigente scolastico a cui il giornalista, per stemperare la tensione, ha fatto una domanda, tra l’altro connessa al suo lavoro, sui mondiali di calcio, risposta con tono serioso e un po’ stizzito “guardi, non solo non conosco la materia per rispondere, ma io non ho neanche un’impressione da esprimere, visto che non seguo minimamente l’evento!” ora, di suo niente di male, ma che uno non guardi anche distrattamente una partita o legga un articolo di giornale o non segua un commento su un tele/radio giornale, di un evento sportivo globale, indica quanto possa essere a favore, se non a sole parole, un elemento del genere per un inserimento, o rafforzamento, dello sport nella scuola….
    molti anni fa c’erano i giochi della gioventù che aiutavano ad avvicinare qualche ragazzo allo sport trascinato dai compagni, dato che una quota di non tesserati era obbligatoria (alle mie elementari abbiamo portato almeno 7/8 ragazzi al rugby, di cui un paio che hanno fatto bene a livello seniores, perché partendo da un nucleo di 9 giocatori in tre classi abbiamo fatto i giochi della gioventù), c’erano tornei di vari sport organizzati dagli studenti supportati dai professori in orario extrascolastico (qui a padova rugby e basket) e tornei interni tra classi che comunque avvicinavano qualcuno allo sport, adesso c’è il deserto.
    l’unica soluzione sarebbe eliminare la ginnastica ed avere un paio di figure, al posto degli insegnanti, che studino e mettano in piedi un collaborazione con i club e le polisportive del territorio in orario pomeridiano, per portare i ragazzi a fare sport, atletica e nuoto obbligatori e gli altri a scelta degli studenti tra quelli disponibili, forse così potrebbe funzionare.
    problema competitività: noi stiamo perdendo punti tra gli sport professionistici in quanto i soldi non vengono spesi per lo sport, se non in alcune specialità e spesso con la classica mentalità italiota meglio un decente straniero già pronto che investire nel futuro e avere, FORSE, dei campioni tra tot anni; gli sport non hanno visibilità, molti ragazzi non fanno sport perché il campione non è famoso (cioè ne è famoso uno, mentre gli altri 30 forti non se li c..a nessuno e quando questo smette il deserto, vedere tomba, pantani etc etc), chi si salva sono gli sport “bulgari”, ovvero quelli pagati dallo stato, scherma ad esempio, cioè dove gli altri non possono avere carichi di lavoro maggiori dei nostri nel tempo; il problema sono, di base, i soldi e la poca preparazione dei manager, dove questi elementi sono confrontabili con l’estero e non vige l’esterofilia spinta, i risultati si vedono (volley), bisogna aver il coraggio di far entrare nella stanza dei bottoni gente che dello sport, di per se stesso, non gliene freghi niente, non tifosi e maneggioni, ciò non esclude gente dell’ambiente, ma non ne fa gli unici depositari del sapere supremo e, soprattutto, se non hanno una preparazione specifica esterna, meglio stiano a casa o, al più, a far da figurina e coordinatori

    • gian 26 Giugno 2014, 11:15

      dimenticavo, a livello scolastico questo vale anche per tutte le altre attività di contorno, musica, recitazione etc etc, o si trova l’appassionato o si fa per conto proprio, le istituzioni devono collaborare per dare la possibilità ai ragazzi di vedere se hanno delle possibilità o se si divertono a fare qualcosa, altro che flauto….

  16. Burroughs 26 Giugno 2014, 11:09

    Penso che il discorso debba essere affrontato in un’ottica più generale: oggi in Italia non si fa solo poco sport a scuola (in verità se ne è sempre fatto pochissimo) ma manca anche una corretta informazione sull’importanza del binomio sport/alimentazione.
    Io vivo in provincia di Napoli e vedo bambini che già a 7/8 anni sembrano delle perfette arancine siciliane e i loro genitori con panze strabordanti e vestitini attillatissimi.
    Nel mio piccolissimo, vado a correre 3 volte a settimana e le persone con cui parlo mi prendono per maniaco, visto che, secondo loro, basta solo la dieta a risolvere i problemi di sovrappeso.
    Tutto questo è, appunto, retaggio di una cultura sportiva inesistente nel nostro sistema scolastico la cui risoluzione -ne sono certo- non rientra negli obiettivi della nostra sciagurata classe politica… o forse mi sbaglio?
    Ah sì, una volta ho visto Renzi in tenuta da runner… vabbe’, eravamo in campagna elettorale. 🙂

  17. scrumhalf80 26 Giugno 2014, 11:54

    Buon giorno a tutti,
    vorrei sottoporre una questione agli aficionados del sito: non credete che 2 (e dico 2) ore istituzionali di educazione fisica siano pochine? non credete che agli alunni venga passato il concetto che in fondo il voto nella suddetta materia sarà sempre e cmq positivo a prescindere da come ti applichi?(quindi meglio preparare la versione di latino dell’ora successiva)..credo che tra i molti aspetti vada anche analizzato il fatto che oggigiorno i presidi (o come si chiamino oggi) non investano gli insegnanti di ed.fisica di responsabilità e obiettivi da raggiungere per la scuola stessa (i campionati studenteschi sono spesso gite fuori porta). Ho frequentato le superiori in un altro Paese e nella mia scuola, se non si raggiungevano risultati all’altezza delle aspettative (rugby ovviamente, ma anche altri sport),era un dramma studentesco per tutti, in primis per i Prof.

    • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 12:22

      Due ore sono senz’altro poche. Resta comunque il fatto che non fanno nemmeno quelle. A menoche’ si consideri il cazzeggio l’educazione fisica. In realtà dalla media in su dovrebbe esistere il gruppo sportivo scolastico al quale fanno riferimento e dovrebbero essere indirizzati i ragazzi dotati di qualità tecnico agonistiche superiori.
      Ma siccome nessun compenso è previsto per chi organizza questa attività , in quasi nessuna scuola esiste.
      Nel post dell’amico inglese più sotto è sottolineato un fatto: nelle scuole inglesi, insegnanti volontari allenano i gruppi sportivi della scuola, e sono insegnanti non necessariamente di educazione fisica.
      Quando si parla di diversa cultura sportiva fra noi e gli anglosassoni di questo si parla!

      • scrumhalf80 26 Giugno 2014, 12:38

        verissimo…ma lì da loro se ti offri volontario per una attività non vieni visto come colui che cerca di turbare “l’ordine pre-costituito”..Io sono un medico e ho provato in diverse scuole della mia zona, nelle ore libere, ad affiancare volontariamente i Prof di ed. fisica per introdurre il rugby nelle attività pomeridiane..mi guardavano come se fossi uno che rubasse loro il pane…quindi tutto vero ciò che è scritto nei vari commenti..ma credo che il punto sia (difficile, anzi quasi impossibile)..cercare di cambiare da italiani la nostra mentalità…d’altronde già Machiavelli aveva notato che il “particulare” per noi viene prima di tutto.

  18. SevenoaksRugby 26 Giugno 2014, 11:56

    Buongiorno a tutti, mi sono deciso ad iscrivermi perche’ questo della scuola e’ un tema che mi appassiona. Vivo in Inghilterra da 16 anni, ho allenato le giovanili della squadra del paesello, mio figlio ci ha giocato e gioca ancora nella squadra della sua scuola. Volevo solo scrivere due parole sulla situazione qui in UK, non e’ tutta rose e fiori e bisogna fare una grossa distinzione tra scuole statali e private. Le scuole private hanno strutture fantastiche e si gioca prevalentemente a rugby, hockey su prato e cricket (uno per trimestre). Occasionalmente a calcio per attrarre studenti stranieri (che pagano rette piu’ alte). Le scuole statali hanno strutture variabili ma cio’ che conta e’ lo spirito e la voglia di fare. L’allenatore della squadra di rugby o cricket etc e’ anche il prof di inglese o matematica (senza extra stipendio), ci sono allenamenti settimanali (due volte) piu’ la partita al sabato (e poi la domenica, se giochi anche nella squadra del paesello).Senza prolungarmi, quello che mi fa specie e’ la scarsa attenzione allo sport da parte delle scuole PRIVATE italiane. Hanno i soldi, possono benissimo organizzare campionati di qualsiasi sport tra di loro ma non lo fanno (o lo fanno in piccola parte). Questo per dire che e’ un problema veramente di mentalita’ e di voglia di fare, e non solo di risorse. Scusate per la lunghezza.

    • scrumhalf80 26 Giugno 2014, 12:03

      Mi trovo concorde con quanto dici..considera inoltre che nel nosto Bel Paese, il concetto del Rugby quale sport corretto e leale, che prepara alla vita davvero e forma il carattere oltre che il fisico, è visto dai non addetti ai lavori, come una assurdità…Quando nella scuola di mio fratello minore ho provato a far passare questo concetto, tra un pò mi facevano un TSO.

    • Rabbidaniel 26 Giugno 2014, 13:18

      Le scuole private italiane sono prevalentemente confessionali e di rado puntano all’eccellenza. O sono diplomifici od offrono un percorso educativo eticamente orientato.

    • sonnyrollins 26 Giugno 2014, 14:19

      Le scuole, anzi squole, private italiane sono quelle che, dati alla mano, fanno collocare la Scuola Italiana 10 posizioni più in basso nelle “classifiche” OCSE.
      Una delle più quotate è il Leone XIII di Milano, dove ha studiato l’ex premier Monti. In questa scuola i voti più bassi delle varie discipline vengono eliminati, poi gli studenti vengono accolti alla bocconi, o la cattolica. Nelle strutture di questi gesuiti ha sede l’Accademia Lombarda Under 18. Vedete un po’ voi.

      • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 15:46

        Anche a Remedello l’accademia a sede in un istituto di orientamento cattolico, ma questo cosa c’entra. E’ una questione di costi. Gli alloggi del Brescia Calcio sono in un’ala del Seminario diocesano che, con il calo delle vacazioni ha un sacco di stanze vuote!

      • gian 26 Giugno 2014, 21:19

        a padova i gesuiti sono stati il miglior viatico per lo sport che ci poteva essere con la fondazione dell’Unione Sportiva Petrarca, rugby, volley, basket e scherma, in tempi diversi, hanno raggiunto la vetta dei rispettivi movimenti e le loro emanazioni attuali (petrarca rugby, volley padova, petrarca scherma e petrarca basket) sono tuttora dei modelli (padova, non solo per il petrarca, ma con un grosso aiuto da questo, è il terzo movimento nazionale a livello giovanile ad es., del rugby sappiamo e volley è entrata nella superlega pro fondata quest’anno), non cloriamo il clero per forza, ogni tanto riescono a far anche del bene

    • HumptyDumpty 26 Giugno 2014, 18:34

      Scusate, posso chiedere quanto costa un anno di scuola privata in Italia? Per esempio la Sevenoaks in Inghilterra, se fai boarding, costa 31.000 sterline l’anno, piu’ varie altre spese (divisa, viaggi, etc)

      • SevenoaksRugby 26 Giugno 2014, 19:05

        Una precisazione sulle scuole statali inglesi. Ci sono anche le grammar schools, che sono statali (costo = 0) e di eccellenza scolastica. Purtroppo ce ne sono meno di 30 anni fa’ … Sono gestite come scuole private e quindi il rugby e’ parte integrante dell’educazione dei ragazzi e le loro squadre sono niente male. Due dei ragazzi che ho allenato a Sevenoaks Rugby sono nel giro delle nazionali giovanili inglesi e frequentano grammar schools. Non ho idea di quanto costino le scuole private italiane ma quando passo davanti a Sevenoaks school o vado a vedere una partita la’ resto sempre impressionato dai mezzi che la scuola offre agli studenti (4 o 5 campi da tennis coperti, due campi da basket coperti, palestra di roccia, non so quanti campi da calcio/rugby, pista di atletica, piscina, due teatri, sale di musica e chi piu’ ne ha ne metta….stanze singole per gli studenti dell’ultimo anno etc etc)

        • HumptyDumpty 26 Giugno 2014, 21:34

          Si, e’ vero per quanto riguardano le grammar school, comunque molto lontane dal livello delle scuole private come strutture sportive. Anche io ho avuto modo di vedere l’interno delle public schools, praticamente il genitore ha finito di gestire l’educazione del figlio, ci pensa la scuola in tutti i sensi. Io ho visto Rugby School e, se uno se lo puo’ permettere, e’ semplicemente impressionante, avevano perfino un campo da polo … ma sempre ad un prezzo che pochi (anche se c’e’ la lista di attesa) se lo possono permettere.

  19. carlo s 26 Giugno 2014, 12:33

    Secondo me far diventare il rugby materia di insegnamento non passerebbe mai in Italia e non sarebbe neppure giusto che passasse
    Il rugby potrebbe essere una delle attività che le scuole private e pubbliche offrono alle famiglie .
    ad esempio: quattro ore settimanali di allenamento (due fruttando la programazzione di attività fisica prevista dal programma nazionale) per altre due come attività extrascolatica..
    Fir organizza tornei e manifestazioni per le scuole.
    Pensa come sarebbe bello se ogni scuola primaria, secondaria, superiore avesse la propria squadra (con contributi da parte fir in termini anche tecnici).
    Mi piacerebbe anche un bel campionato universitario Fir.
    A quel punto si potrebbe pure ridurre o cancellare le Accademie

    • San Isidro 26 Giugno 2014, 12:50

      nonostante la tua astensione alle elezioni di On Rugby, ti quoto al 100% su tutta la linea…come dici il rugby potrebbe essere UNA delle attività che le scuole offrono alle famiglie, infatti non è un problema solo di palla ovale, ma anche di altri sport minori…come dici inoltre il rugby non passerebbe mai come materia d’insegnamento perchè non è il nostro sport nazionale, non fa parte della cultura sportiva del nostro Paese, non siamo nel Regno Unito, in Irlanda, in SA, ecc, siamo in Italia, quindi per una sana diffusione del nostro sport penso che la soluzione che proponi sia giusta (e comunque in questi ultimi anni parecchie scuole danno vita a tornei di rugby, almeno qui a Roma si sono fatte belle iniziative in proposito)…

      • scrumhalf80 26 Giugno 2014, 13:04

        ciao San, (a proposito, non conoscendo bene il tuo profilo non ho capito se tieni per il SIC o CASI.. okkio alla risposta che anche io bazzico da quelle parti 🙂
        Visto che sei “ammanicato forte” con l’Argentina 🙂 perche non metti una buona parola per far rimanere l’U18 lì per 1 anno e non x 1 mese?

        • San Isidro 26 Giugno 2014, 13:41

          Che piacere, un altro hincha sul forum, in che senso bazzichi da quelle parti?
          Non sono argentino, sono di Roma, ma appassionato fortemente a quel rugby…comunque con il mio nick potrei sostenere anche il Pueyrredon, la terza compagine di San Isidro…naturalmente tifo il CASI! Guarda mi piace il rugby argentino, soprattutto l’URBA (che ritengo essere il campionato più bello del mondo nel contesto del rugby amatoriale), e potrei tifare qualsiasi squadra, ma tifo il CASI proprio perchè da quel club derivano i colori sociali della Rugby Roma (il bianco e il nero), visto che uno dei suoi fondatori aveva giocato lì, la squadra che ho sempre tifato fin da ragazzino…
          Comunque nell’URBA è finita ora la prima fase e CASI, SIC e Pueyrredon si sono tutte e tre qualificate per il Top 14 che prenderà il via tra dieci giorni…grande risultato per il Pueyrredon che mancava alla massima fase da parecchi anni e ora vedremo dei classici bollenti contro CASI e SIC…altri club legati a San Isidro sono anche il Newman (dove è tornato a sgambettare il mitico Felipe Contempomi) e gli “scozzesi” del San Andres, visto che nell’area sono presenti i rispettivi storici collegi, ma le squadre di rugby giocano altrove…Newman anche qualficato al Top 14, mentre il San Andres già partecipava alla seconda divisione e non si è nemmeno qualificato per il Torneo de la Reubicacion 1…altre squadre a cui tengo nell’URBA sono il Belgrano Athletic e il Centro Naval…
          Vamos!

          • scrumhalf80 26 Giugno 2014, 13:57

            nel senso che 1/3 della mia famiglia è argentina; lì ho zii, cugini e nipoti e quando posso vado a trovarli (ovviamente ingozzandomi di grigliate bibliche:)).
            Sul CASI risposta esatta 😛
            Scusa ma scappo perchè ho il turno 14-20..
            ci ribecchiamo sul blog

          • mezeena10 26 Giugno 2014, 15:54

            vamos CASI siempre!

    • gian 26 Giugno 2014, 21:22

      nella logica di squadre a sfondo accademico esistono le varie CUS di fascista concezione come CUF, ma non sono mai emerse come reali squadre universitarie in stile anglosassone (tranne che con il mentone durante il cui “governo” esisteva un torneo nazionale universitario)

      • San Isidro 26 Giugno 2014, 21:26

        erano i GUF, comunque hai ragione le squadre di oggi dipendono dai vari CUS, ma all’interno vi può giocare chiunque, non necessariamente studenti universitari…anch’io, nel mio piccolo, sono stato un rugbysta cussino qui a Roma…

        • gian 26 Giugno 2014, 21:39

          si, vabbeh i CUF, auguri, sono un filo cotto, ho superato le ore di lavoro in cui le connessioni neurali funzionano, pensavo ai CUS e ho sbagliato a scrivere, comunque i CUS hanno tuttora una valenza di sport universitario, ma non come erano stati concepiti, assomigliano molto di più ad una polisportiva normale

          • San Isidro 26 Giugno 2014, 23:37

            infatti è così…

          • gian 27 Giugno 2014, 00:35

            tra l’altro, all’inizio della storia della palla ovale italiana, i GUF furono un’importante palestra e base per la diffusione e la crescita di questo sport

  20. Katmandu 26 Giugno 2014, 12:52

    Trovo molto corretti tutti gli argomenti che avete esposto ma, io che ho ricordi abbastanza freschi riguardo all’educazione fisica (son uscito nel 2003) debbo dire che i problemi son essenzialmente 3
    1 problemi assicurazione, fatevi male in un liceo e poi ne riparliamo di che cosa passano i prof
    2 gli studenti che vedono la lezione di ed fisica come una ricreazione e non come una materia
    3 i prof che smonati buttano una pallatonda in mezzo la palestra e che gli studeni si arrangino

    • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 13:24

      Questa è la fotografia della realtà presa da una altra angolatura.
      In realtà quando si arriva alla scuola superiore i giochi sono ormai tutti fatti. Basta mettersi davanti ad un cancello e contare:
      1) gli obesi
      2) gli scoordinati
      Inoltre in una scuola superiore è estremamente complicato se non impossibile un intervento dall’esterno.
      Alle elementari c’è più spazio e materiale intonso su cui lavorare.

    • mezeena10 26 Giugno 2014, 14:53

      alle superiori è già tardi!

  21. fracassosandona 26 Giugno 2014, 13:11

    come supporter di R&L non posso che osservare che mentre ci sono sindaci che si preoccupano di imporre il crocifisso in tutti gli uffici pubblici comprese le scuole (con tanto di hashtag #guaiachilotocca) non c’è nessuno che verifichi se i muri delle scuole potrebbero reggere all’impatto con il chiodo… (verranno probabilmente forniti di basamento autoportante)…

    le famiglie si dissanguano tra baby sitter centri estivi società sportive corsi di musica, disperdendosi con i loro mezzi autonomi ai quattro lati della città, inquinando, impazzendo, spendendo, smadonnando… e quasi maledendo anche i figli…
    la soluzione della scuola centro di aggregazione, con attività sportive ricreative e culturali facoltative e libere, aperta almeno fino alle 18.00, in cui si possano concentrare tutte le attività sopra menzionate richiede personale, strutture, soldi, ma soprattutto lungimiranza, spirito di collaborazione e senso civico: qualità non facilmente importabili in una società come la nostra…

    (espatriato dentro)

    • ginomonza 26 Giugno 2014, 13:20

      CONCORDO (anche tra parentesi)

      • scrumhalf80 26 Giugno 2014, 13:21

        Se l’ITALIA (non solo rugby) va avanti così, tra un pò le parentesi le tolgo… 🙂

    • Rabbidaniel 26 Giugno 2014, 13:21

      Mirabile dictu. D’altra parte molto viene anche delegato all’oratorio. E se io laico nel 2014 devo mandare mio figlio dal prete per attività ricreative un po’ mi girano.

      • San Isidro 26 Giugno 2014, 13:23

        la LOV avrebbe offerto molte strutture alla tua prole…

        • Rabbidaniel 26 Giugno 2014, 13:25

          Per fortuna non ho prole. Era una seconda persona impersonale. LOV ha perso proprio per il suo carattere confessionale.

        • ginomonza 26 Giugno 2014, 13:28

          sempre sul pezzo san, vero? 😉
          guarda ero serio sugli ABs

    • gian 26 Giugno 2014, 14:47

      beh, dai, per compensazione c’è anche gente da offre strutture pubbliche dove si tengono corsi di bondage e sadomaso… 😀 😀 😀

  22. Rabbidaniel 26 Giugno 2014, 13:24

    Ma nei progetti scuola FIR non ci entrava per caso il Prof. Ing. Duca Conte Rosolen?

    • scrumhalf80 26 Giugno 2014, 13:28

      Si.. ma come Fantozzi docet.. con i soldi della FIR il duca-conte si pagò la suit all’hotel, il viaggio e tre pu..ne!.. Fantozzi (alias il rugby di base) dovette arrangiarsi con mezzi propri!!! 🙂

    • ginomonza 26 Giugno 2014, 13:29

      Rabbi
      prof. può darsi ma Ing. proprio no 😉

    • gian 26 Giugno 2014, 21:25

      lup. mann. figl. d. putt. ce lo dimentichiamo (fantozzianamente parlando, sia chiaro)?!

  23. mezeena10 26 Giugno 2014, 14:57

    sgooob! indovinate chi ho visto ad Olbia stamattina??? mi ha detto di non dire e pubblicare niente perche quasi nessuno sa che si trova li in vacanza!
    ma se indovinate voi vale!
    dico solo ch’ è uno dei rugbysti italiani piu forti!

    • soa 26 Giugno 2014, 14:59

      Campagnaro!

      • mezeena10 26 Giugno 2014, 15:34

        no..Campagnaro è uno dei giovani piu forti!

        • Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 15:41
        • soa 26 Giugno 2014, 15:43

          Castro? Sergio? Canale?

          • mezeena10 26 Giugno 2014, 15:44

            dai uno di questi..senno la tiriamo troppo per le lunghe! 😉

          • soa 26 Giugno 2014, 16:09

            castrito!

        • mezeena10 26 Giugno 2014, 15:44
          • andrease 26 Giugno 2014, 16:32

            Zio Sergio?

          • mezeena10 26 Giugno 2014, 17:25

            !

  24. San Isidro 26 Giugno 2014, 15:00

    Le mie ore di educazione fisica in un liceo romano di periferia: il professore ci portava in palestra e chi voleva giocare a pallavolo bene, gli altri si arrangiavano. A me il volley non piaceva ed ero anche abbastanza negato, per cui mi ritrovavo spesso con i “dissidenti” della pallavolo a giocare ping pong, ecco la mia educazione fisica a scuola era il ping pong…già giocavo a rugby nel periodo scolastico per cui magari per tenermi in forma, mentre gli altri facevano pallavolo, ogni tanto mi facevo qualche giro di corsa intorno al circondario scolastico suscitando naturalmente la perplessità degli altri studenti e dei professori che mi vedevano dalle finestre delle aule. Il mio stesso prof. di educazione fisica, esperto di volley per carità, ma conosceva il rugby come io posso conoscere l’ingegneria aerospaziale, mi disse che non mi vedeva abbastanza grosso per il rugby, meno male che non l’ho ascoltato e ho continuato a giocare…tra l’altro sollecitai il mio professore a organizzare un evento ovale nella mia scuola, ma mi sorrise dicendo che sarebbe stato impossibile.
    Detto questo, sono d’accordissimo con l’articolo, ma, nel caso del rugby, bisognerebbe fare anche un discorso culturale. Nei Paesi dove il rugby è sport nazionale, ed è profondamente radicato nella tradizione, la palla ovale viene insegnata anche nelle scuole, nei college. Questo è il punto per me. E’ un discorso in primis culturale che ci separa dalle altre nazioni, il rugby, come diceva giustamente qualcuno sopra, non diventerà mai materia d’insegnamento qui. Nei Paesi anglosassoni, ma anche in Francia, il rugby è parte della cultura del luogo, per cui è comprensibile che si fa anche a scuola. Questo vale ovunque ci sia un’istituzione scolastica anglosassone…ad es. in Argentina di collegi e scuole anglosassoni ce ne sono una marea e lì si fa rugby, anzi i circoli di alcuni collegi, soprattutto dell’area di Buenos Aires, hanno espresso squadre fortissime (su tutti gli Alumni e il Newman, sta per rinascere anche il glorioso Old Georgian anche se in quel di Palermo e a Quilmes il rugby si fa ancora a livello scolastico)…lasciando da parte l’Argentina, ho conosciuto due fratelli che erano venuti a giocare a rugby a Roma e loro avevano giocato per anni nel collegio inglese di Amsterdam, non so se in Italia ci siano scuole inglesi in cui si gioca anche a rugby.
    In Italia, come qualcuno aveva proposto, l’ideale sarebbe diffondere il rugby organizzando tornei scolastici, facendo giocare soltanto chi vuole naturalmente e allenandosi su campi di club al di là dell’orario extrascolatisco. I campionati di rugby scolastici hanno funzionato a Roma negli anni passati, numerose squadre di licei ed altri istituti della capitale si sono appoggiati sui campi da rugby delle varie squadre cittadine per prepararsi al torneo. Non so dire il numero, ma diversi di quei ragazzi che hanno partecipato al campionato delle scuole poi si sono tesserati effettivamente con vere e proprie società, dunque già questo potrebbe essere un traino per portare i ragazzi a fare rugby.
    Il discorso però non è soltato esclusivo per il rugby, e ricordiamoci che in Italia fa parte della galassia degli sport minori, ma va esteso per tutte le altre discipline. Naturalmente due ore di educazione fisica a settimana sono poche, ma adesso non è che dobbiamo imporre 10 ore di sport settimanali (cominciamo a far fare bene quelle due ai vari professori di ginnastica), quello che si potrebbe fare è istituire lo sport esxtrascolastico, cioè le scuole dovrebbero trovare accordi con società sportive per far fare sport ai ragazzi (per quello che vogliono farlo) nel dopo scuola e ovviamente chi fa queste attività poi verrebbe ricompensato con rispetti creditivi all’atto delle pagelle di fine anno…questa mi sembra una soluzione percorribile anche perchè il nostro sistema scolastico è troppo diverso da quello anglosassone o americano, noi non abbiamo college o altro, quindi far appoggiare le scuole a strutture sportive che facciano fare sport agli studenti che vogliono farlo mi sembra un primo passo…

    • mezeena10 26 Giugno 2014, 15:37

      san il rugby union è sport nazionale solo in due paesi: NZ e Galles!

      • San Isidro 26 Giugno 2014, 15:51

        mez dai hai capito quello che intendevo…

        • mezeena10 26 Giugno 2014, 17:29

          sicuro! e sono in piena sintonia!
          per dire che non mi stupisco piu di tanto della situazione qui..il problema è uscire da questo stallo, zero prospettive!
          spero solo che la debacle ai mondiali di calcio serva per avviare un serio rinnovamento e seri programmi che coinvolgano a cascata tutti gli altri sport..
          politiche serie sullo sport, a partire dalla scuola elementare! il modello lo scelgano un po loro, basta che alzino il culo da quelle poltrone!

    • scrumhalf80 26 Giugno 2014, 17:26

      Chissà perchè queste proposte vengono sempre da noi “poveri reietti :)” e dai vertici mai!… mah!

    • Giovanni 26 Giugno 2014, 18:55

      @San: rispetto al mondo anglosassone c’è – ahinoi – anche un gap di tipo agricolo. I britannici hanno la cultura del prato, noi quella del cemento e dell’asfalto. Sport come il rugby hanno avuto ed hanno successo in Albione perchè loro adorano finire col corpo nell’erba, laddove noi abbiamo timore di sporcarci, di contrarre malattie e così via. Da un po’ di tempo a questa parte abbiamo preso l’abitudine perfino con i campi di calcio a costruirli in tappeto sintetico. Come quell’obbrobrio di campo dei Saracens, la cui vista mi lascia sgomento.

      • San Isidro 26 Giugno 2014, 19:54

        anche questo è vero, ma fa sempre parte della cultura del rugby che si ha…se in Italia il rugby fosse uno sport dominante vedremmo campi da rugby ovunque, come quando andai in Irlanda, nel tratto dall’aeroporto al centro di Dublino non sono riuscito a tenere il conto dei campi che ho visto, alcuni anche di medie dimensioni in aperta campagna e non penso fossero di club, ma accessibili a tutti per farsi una partitela amatoriale…

        • Giovanni 26 Giugno 2014, 20:21

          Ah vedo che venisti colpito dalla stessa visione da cui fui colpito io: era la parte terminale di UpperDrumcondra Road (@Stefo correggimi pure se la mia mermoria mi stà tradendo), quella che sfocia appunto nell’aeroporto e li vidi anch’io quei campi meravigliosi delimitati dalle “H” bianche. Vi scorazzavano liberi decine di ragazzi e ragazzini: non credo proprio fossero in uso a club, ma disponibili per chiunque volesse disputarvi una partitella ed erano conservati magnificamente.

        • Giovanni 26 Giugno 2014, 20:25

          E comunque non solo rugby: anche cricket, polo, hockey, tennis, ovunque ci sia un prato, gli inglesi hanno inventato una qualche buona scusa, chiamata gioco, per potervici scorazzare su.

  25. Alberto da Giussano 26 Giugno 2014, 16:39

    Sperando di non offendere nessuno lascio gli effettivi sotto contratto alla data di oggi del Rugby Calvisano:

    15 De Jager (Appiani) (Buso n° 10 e n° 15 da dicembre)
    14 Di Giulio (Canavosio)
    13 De Santis (Frapporti)
    12 Seva Rokobaro (Chiesa)
    11 Susio (Bergamo)
    10 Ben Seymour (Ambrosio n° 10 e n° 9)
    9 Violi (Ferrari 1996)
    8 Steyn (Salvetti)
    7 Zdrilich (Mbanda)
    6 Berardo (Scanferla)
    5 Andreotti (Beccaris)
    4 Cavalieri (Seko Kalou)
    3 Costanzo (Biancotti)
    2 Ferraro (Panico)
    1 Scarsini (violi)

    Haimona, Lovotti, Romano, Castello e Visentin vanno alle Zebre. In bilico la posizione di Giovanni Scalvi, tallonatore bresciano del Reggio, con il quale la trattativa non è ancora chiusa.

  26. andrease 26 Giugno 2014, 16:41

    Da settembre, nel liceo scientifico dove va mia figlia, partirà la 1^ classe del liceo sportivo.
    Visto che il figlio di un mio collega, promessa dell’hockey a rotelle (sport nazionale a Novara…), lo frequenterà, vi terrò aggiornati su cosa si sono inventati di sportivo al ministero della distruzione o come diavolo si chiama adesso…
    Perchè dalle premesse teoriche sembrano meno impegnati di quando mi allenavo 3 volte alla settimana…

    • Giovanni 26 Giugno 2014, 18:43

      Dalle tue parti, una volta c’era il Recco di waterpolo che andava forte? Che fine ha fatto?

      • San Isidro 26 Giugno 2014, 18:46

        la Pro Recco a pallanuoto è sempre fortissima, è a rugby che un pò scarseggiano…speriamo che @Emy non legga…

        • Giovanni 26 Giugno 2014, 20:29

          Beh dai proprio scarsi no, sei ingeneroso: son sempre lì lì per sbarcare in Eccellenza. Per me che dimoro in Partenope, avercene una scarsa come quella.

          • San Isidro 26 Giugno 2014, 20:45

            ma si era una battuta…

          • jock 26 Giugno 2014, 20:46

            Mitici fratelli Fritz e Bubi, si o no?

          • Giovanni 26 Giugno 2014, 21:29

            Fritz e Bubi Dennerlein erano fratelli tedesco-napoletani: il più talentuoso dei due fu il primo che, tra le altre cose, siglò alcuni primati europei nella farfalla (non ancora delfino), vice-campione europeo sui 200 a Belgrado nel ’62 e membro della squadra olimpica azzurra di pallanuoto. All’epoca non era infrequente dedicarsi ad entrambe le discipline. In seguito condusse la nazionale italiana al secondo posto ai mondiali di Madrid nel ’86, battuta dalla Jugoslavia in un’interminabile finale (13-12, dopo ben 8 tempi supplementari!).
            Bubi fu allenatore della padovana Calligaris, autrice del suo primo dei tanti primati europei in tentativo isolato, proprio a Napoli in una piscina scandone priva di corsie e dall’acqua salmastra.

  27. HumptyDumpty 26 Giugno 2014, 18:50

    vorrei chiedere una cosa: se voi aveste un figlio bravo accademicamente e anche nello sport, a 16 anni deve decidere del suo futuro … carriera sportiva ad alto livello (tipo Nazionale U18 di rugby) o una laurea in medicina o giurisprudenza … voi cosa gli consigliereste?

    • San Isidro 26 Giugno 2014, 19:00

      perchè proprio medicina o giurisprudenza? anche lettere, storia, filosofia, scienze politiche…
      deve fare quello che si sente di fare, anche se forse a 16 anni non si è ancora tanto coscienti per fare certe scelte…
      ma lo stesso discorso si potrebbe applicare per i ragazzi bravi accademicamente che a 15/16 decidono di entrare in una scuola militare (Nunziatella, Teuliè, Morosini e Douhet) con la prospettiva poi di fare la carriera militare entrando successivamente nelle accademie al termine dei tre anni…
      al di là di tutto, se uno ha talento nello sport e vuole continuare è giusto che lo faccia…non è semplice studiare e fare sport a certi livelli, ma con la buona volontà una laurea si può anche prendere e ne abbiamo di rugbysti laureati che giocano a certi livelli…

      • HumptyDumpty 26 Giugno 2014, 19:15

        Hai ragione San, e’ molto difficile conciliare lo studio (fatto come si deve) con lo sport ad alto livello. Mi riferivo alla laurea di medicina e giurisprudenza perche’ di solito sono quelle che ti danno anche un lavoro e ben retribuito. La scuola militare ti da una carriera ed un lavoro che non finiscono a 30 anni.

        • San Isidro 26 Giugno 2014, 19:22

          si è vero, anche se il passaggio dalle scuole militari alle accademie militari non è automatico…tra le lauree in cui si hanno maggiori sbocchi non dimentichiamoci anche ingegneria…comunque grazie per le parole di incoraggiamento Humpty visto che studio (per modo di dire) filosofia…ahah

          • HumptyDumpty 26 Giugno 2014, 21:44

            Dai San, non te la prendere, c’e’ di peggio nella vita 😉

      • scrumhalf80 26 Giugno 2014, 22:09

        209 corso scuola militare nunziatella presente!!! Il motto è:preparo alla vita e alle armi

        • jock 26 Giugno 2014, 22:20

          Che sappia io, scuola di grandissima ed elevata tradizione, quella. Gli ufficiali di scuola ed estrazione ex borbonica, durante la III d’ Indipendenza, offrirono un servizio di livello nettamente più alto e professionale di quelli piemontesi.

          • jock 26 Giugno 2014, 22:21

            Se non ricordo male, dalle letture storiche.

          • San Isidro 26 Giugno 2014, 22:52

            jock, si la Nunziatella ha una grandissima tradizione (1787), è la più storica delle 4 scuole militari…li i ragazzi finiscono il classico o lo scientifico e vengono preparati alla vita militare, alla fine del triennio possono anche tornare alla vita civile, ma la maggior parte tenta il concorso per le accademie militari, se non mi sbaglio i migliori allievi diplomati alle scuole militari hanno dei posti riservati nelle accademie o ad ogni modo sono avvantaggiati nell’accesso a queste…la Nunziatella comunque, assieme alla Teuliè di Milano, dipende dall’Esercito…

        • San Isidro 26 Giugno 2014, 22:58

          @scrum, hai fatto la Nunziatella? Ma poi hai intrapreso la vita militare oppure no?
          Da ragazzino ero tentato di fare il concorso per la Nunziattella, ma ho poi ho preferito aspettare e fare il concorso per l’Accademia Militare di Modena dopo il liceo…l’ho fatto per due volte, ma non è andata, anche a se la prima per poco…per provare la vita militare ho fatto un anno di volontario da truppa nell’Esercito (nei bersaglieri), bella esperienza, ma poi mi sono dedicato ad altro nella vita…

          • scrumhalf80 27 Giugno 2014, 00:08

            Ciao san scusa il ritardo con cui t rispondo..ho continuato con le stellette..nel corpo sanitario..

          • San Isidro 27 Giugno 2014, 00:39

            non preoccuparti per i ritardi, qui puoi anche rispondere un giorno dopo, tanto poi ce le andiamo a rivedere le risposte, d’altronde uno non è che può stare sempre attacato al computer, al tablet o al cellulare…
            beh auguri per la carriera, dunque immagino tu sia un ufficiale medico…sei di servizio a Roma? Visto che qui abbiamo il Celio, poi alla Cecchignola c’è la scuola SAVET e credo anche qualcos’altro del Corpo Sanitario…io invece il bersagliere l’ho fatto Bari, anche se dall’anno scorso il reggimento è stato trasferito in provincia (nella vicina Altamura)…sempre a Bari avevamo anche l’ospedale militare…

    • SevenoaksRugby 26 Giugno 2014, 19:18

      dipende dallo sport. Se e’ uno sport che si pratica negli Stati Uniti, vada la’ con una borsa di studio, ce ne sono a bizzeffe, non scherzo. Poi, se e’ bravo, borsa di studio sportiva in universita’. Se e’ rugby, fare domanda qui in UK ad una scuola rugbystica (Tonbridge, Wellington etc etc) e cercare di prendere una borsa. Oppure in Argentina, a scuole tipo San/St Andres/Andrews a Buenos Aires, ottimo rugby, lezioni in castigliano ed inglese, international baccalaureato, borsa di studio e comunque costa molto meno delle scuole inglesi vista la situazione economica in Argentina.
      Non lo terrei in Italia, comunque.

      • San Isidro 26 Giugno 2014, 19:49

        ciao Seven, solo per curiosità, ma l’esempio argentino del San Andres l’hai citato perchè ne parlavo più su con @scrumhalf80 oppure conosci bene la realtà del rugby argentino?

        • SevenoaksRugby 26 Giugno 2014, 19:53

          sono venuti a giocare a Sevenoaks, contro la scuola locale e contro il club e noi abbiamo ospitato due ragazzi a casa nostra per il periodo in cui sono stati qui e pensato di mandare nostro figlio un anno la’ a studiare, poi non se ne e’ fatto nulla, purtroppo. Sarebbe stata una bella esperienza per lui. Mia moglie (una yanqui 🙂 ) ha studiato all’universita’ cattolica di Buenos Aires tanti anni fa….

          • San Isidro 26 Giugno 2014, 20:06

            ah grazie…ignoravo l’esistenza di Sevenoaks, ora ho visto che si trova nel Kent…
            Non sono argentino, ma seguo con passione quel rugby, soprattutto quello di Buenos Aires, ecco perchè ti chiedevo…il San Andres tra l’altro ha due primati in America Latina, è il primo college anglosassone fondato (infatti fu istituito dagli scozzesi nella metà dell”800) ed è il centro per eccellenza di dffussione della cultura scozzese nell’area centro-sudamericana…la loro prima squadra di rugby è tra le più antiche di Buenos Aires, tuttavia non è un club molto forte, l’anno scorso hanno fatto la prima divisione, quest’anno invece hanno militato in seconda e nemmeno sono riusciti a passare alla fase successiva…naturalmente le partite con gli “irlandesi” dell’Hurling Club sono bollenti…

      • jock 26 Giugno 2014, 22:23

        I Pozzi di Tonbridge?

        • SevenoaksRugby 27 Giugno 2014, 00:07

          Quelli stanno a Tunbridge…la scuola e’ a Tonbridge, il paese prima di Tunbridge, venendo da Londra. 🙂

    • gian 26 Giugno 2014, 21:26

      il lattoniere!

  28. Rabbidaniel 26 Giugno 2014, 20:19

    D’altra parte è anche questione di volontà individuale del professore di educazione fisica. Io ho avuto un percorso fortunato. Alle medie il prof. teneva dei pomeriggi di avviamento all’atletica extra-scolastici (così facevo 2 allenamenti di rugby a settimana e 2 di atletica). Alle superiori il prof. del ginnasio organizzava un torneo di basket fra classi che “rubava” ore alle altre materie, gli altri insegnanti mugugnavano, ma si faceva. Al liceo c’erano i giochi della gioventù di rugby e la prof., amica della moglie di Kirwan, ci ha fatto fare un po’ di allenamenti di con Sir John (per noi rugbisti un sogno, per i non rugbisti curioso, ma alcuni poi si sono fortunatamente convertiti). Certo, ci vuole volontà e capacità di imporsi nel consiglio d’istituto, e avere un minimo di strutture a disposizione, cose non scontate.

  29. jock 26 Giugno 2014, 20:44

    Per quanto mi riguarda, in quegli anni di ginnasio e liceo, uno zero assoluto, basket e rugby, fuori da scuola, nelle squadre della città, se volevi, due, anche tre allenamenti a settimana. Molto meglio prima, alle medie, il professore era Franco, storico, vecchio rugbysta di livello, sposato con una inglese, che attaccò il “morbo” a tutti.

  30. jock 26 Giugno 2014, 21:38

    E un Tinellino, prima delle vacanzine?

  31. HumptyDumpty 26 Giugno 2014, 21:46

    Mi piacerebbe anche un articolino di Bortolami sul tour …

    • jock 26 Giugno 2014, 21:52

      Ottima idea, eichdi, magari sempre prima delle vacanzine; piove cats and dogs, lassù? Splende il sole?

      • jock 26 Giugno 2014, 21:54

        Anzi, come direbbero gli ottimi San Isidro e Sergio Martin: “Se ‘sta a piove l’ anima de li mortacci sua”?

  32. Giovanni 26 Giugno 2014, 21:57

    Visto che siamo in vena, partecipo anche io al gioco. A me piacerebbe se un giorno il buon Munari publicasse un libro di memorie, racconti ed anedotti sul buon vecchio rugby italiano ed internazionale. Dato che ogni tanto accenna ai ritagli di giornale che custodisce per verificare la coerenza delle dichiarazioni altrui, immagino avrà anche quelle che parlano di partite ed eventi vari. Ci vedrei bene un libro a 4 mani con qualche altro “grande vecchio” della palla ovale italiana, tipo Bollesan.

  33. jock 26 Giugno 2014, 22:08

    @Giovanni, me li ricordo tutti e due i fratelli, benissimo, grossi come due orchi, con tutti gli spalti che, durante la finale olimpica della Calligaris, di Padova, urlava: “Bubi, Bubi”, e lui, in camicia e pantaloni bianchi vicino al bordo della piscina, in piedi, osservava la vasca. Ho ancora la scena negli occhi, o, almeno me a ricordo così. Eravamo sui Colli Euganei, a casa di amici padovani, ed era pomeriggio. E Fritz allenava la squadra di pallanuoto (scusi, waterpolo). Quel libro lo vorrei pubblicato anche io, da Munari; ogni tanto, durante le telecronache, gli scappa qualche aneddoto. Un 6N di tanti anni fa, raccontò di un viaggio in Dyane a Parigi con una persona che conoscevo e che si vede ancora alle partite e conoscevo anche la storia, per fare un esempio.

    • Giovanni 26 Giugno 2014, 23:29

      Ero un po’ troppo piccoletto all’epoca di quella finale olimpica per averne memoria, però di aneddoti ne ho letti alcuni quà e là. Quel primo record la divina Novella mi pare lo stabilì nel ’69. Erano davvero imprese straordinarie le sue, sia perchè il nuoto era sport avaro di soddisfazioni per noi sia perchè, nella visione clerico-democristiana, era inconcepibile che le donne potessero essere sportive agoniste.

  34. jock 26 Giugno 2014, 22:31

    @Giovanni; le hai quelle tre raccolte di DVD di rugby, fatti uscire, un DVD a settimana, dalla Gazzetta, anni fa, in tre riprese? C’ è qualcosina di quello che cerchi nei commenti finali o nelle presentazioni delle partite e dei personaggi, fatti da Raimondi e Munari.

  35. ermy 27 Giugno 2014, 00:25

    Scusate! Non riesco a dormire se non ho notizie della rosa di Calvisano!!! Ci sono novità? 🙂

    • San Isidro 27 Giugno 2014, 00:33

      ahah…si: Zanni, Van Zyl e Sgarbi a Calvisano!

    • Rabbidaniel 27 Giugno 2014, 00:44

      Hanno presi Dan Carter e Willie Le Roux.

    • mezeena10 27 Giugno 2014, 11:31

      ahahahahah anch’ io bramo fresche novelle circa la rosa del galvisano! ihihih

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