Rugby e storia – Alle Fosse Ardeatine con la palla ovale: Manlio Gelsomini

70 anni fa l’eccidio nazista. Una delle 355 vittime, Manlio Gelsomini, ha indossato la maglia della Lazio

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Katmandu 24 Marzo 2014, 15:15

    Trovo curioso (almeno così mi pare) che proprio oggi ci sia questa infausta ricorrenza con il fattaccio accaduto a Roma ieri
    Coincidenze? Boh ma il rispetto dovrebbe esserci sempre

  2. San Isidro 25 Marzo 2014, 03:24

    Che strano che in questo post nessuno abbia commentato, mentre nell’altro ci si scannava…
    Non sapevo della storia di questo Gelsomini e della sua avventura con la Lazio…e calcò anche lo storico campo della Rondinella, un ex impianto adibito al calcio e al rugby che sorgeva nel quartiere Flaminio…alla Rondinella giocarono molte partite sia la Lazio che la Rugby Roma…
    Adesso, al di là del rugby e venendo al tema in questione, le Fosse Ardeatine rappresentano una brutta pagina di storia della Roma occupata…più di una volta sono andato alle Fosse Ardeatine e debbo dire che l’ambiente è molto toccante…quello che più mi ha colpito è la quantità di tombe di militari che vi sono, soprattutto di ufficiali delle regie forze armate…furono quelli che si rifiutarano di aderire alla RSI e furono tenuti prigionieri fino al tragico epilogo…numerosi sono poi anche le lapidi di carabinieri…i carabinieri infatti furono messi al bando nel periodo della RSI perchè, essendo un corpo reale, erano malvisti dal nuovo Stato fascista repubblicano, infatti i carabinieri o entravano nella GNR, la nuova polizia militare della Repubblica Sociale, o venivano considerati “traditori” e di conseguenza imprigionati, se non uccisi…le Fosse Ardeatine sono solo uno dei vari luoghi romani toccati dalla violenza della guerra… e non soltanto per mano dei tedeschi, penso ad es. al martirio delle popolazioni di San Lorenzo, del Tiburtino, del Prenestino e del Casalino vittime del bombardamento alleato del ’43…ancora oggi passeggiando per San Lorenzo si vedono, tra i vecchi palazzi della Roma popolare, palazzine nuove costruite su spazi in cui un tempo sorgevano case che poi sono state rase al suolo dalle bombe, e, dietro la piazzetta principale del quartiere (ritrovo per molti ragazzi la sera), c’è ancora un edifico semidistrutto…penso poi ad altre zone come il Quadraro, dove ci fu il rastrellamento di massa da parte dei tedeschi, al terribile carcere di via Tasso a San Giovanni dove erano detenuti i tanti prigionieri politici e militari, i quali erano sottoposti alle sevizie più variegate da parte della Gestapo e dei servizi speciali della Polizia Repubblicana (tra cui la famigerata “Banda Koch”), a Porta San Paolo, dove vicino alla Piramide Cestia, i granatieri del Regio Esercito diedero l’ultimo tentativo disperato di resistenza all’invasione tedesca…al Forte Bravetta dove ne furono uccisi parecchi…penso al Ghetto e ai suoi deportati…ancora oggi al Portico d’Ottavia diverse sono le targhe commemorative che ricordano quei giorni e fa un certo effetto vedere gli anziani con la kippah, forse testimoni di quel tempo, quando richiamano i loro nipoti appena escono dalla scuola ebraica “Davide viè quà…Samuè come è annata oggi?”…
    Comunque il biennio ’43-’45 è stato uno dei periodi più bui della storia italiana contemporanea, non c’è parte della penisola che non sia stata toccata dalla guerra e dagli eccidi, e, a mio avviso, soprattutto per quel che riguarda il centro-nord, occorrerebbe focalizzare l’attenzione storica, oltre che sulla lotta contro i tedeschi, al complesso fenomeno di quella che fu una vera e propria “guerra civile” e sulle motivazioni che spinsero migliaia di nostri connazionali a diventare partigiani o ad aderire alla RSI, insomma sul tema scottante dei “vincitori” e dei “vinti”…

    • mistral 25 Marzo 2014, 08:55

      caro san, condivido in tutto e per tutto quanto hai scritto, e invidio il tono pacato con il quale ti sei espresso… per quanto mi concerne rivedo però la datazione storica del periodo buio, che non finisce nel ’45 ma perdura fino al ’48, e forse è proprio ciò che crea maggior senso di disagio, in molti, è la semnplicistica analogia antifascismo uguale a democrazia, soprattutto quando è proposta e sbandierata da chi semplicemente vuole (vorrebbe) un diverso totalitarismo, … post-metto: sono figlio di partigiano, ferito in azione,antifascista ma sempre (fino alla morte) orgogliosamente anticomunista…

      • ginomonza 25 Marzo 2014, 12:12

        Caro Mistral in Italia c’ è stato un solo totalitarismo!!
        Mio nonno nel 1938 è stato massacrato di botte da 4 energumeni fascisti :4 contro 1.
        Perché non voleva aderire al fascio.

        • mistral 25 Marzo 2014, 15:07

          per fortuna ce n’è stato uno solo… ma nel mondo civile totalirismi riconosciuti, piaccia o meno, sono due… il secondo si è fermato in istria e mezza trieste, ma non erano già più italiane, o meglio, di italiani ne erano rimasti pochini tra esuli e infoibati… è proprio così difficile riconoscere che il fascismo non è il male assoluto, ma uno dei tanti mali relativi derivanti dal totalitarismo, qualunque colore indossi?… le sprangate prese a destra fanno più o meno male delle maganellate prese a sinistra? l’olio di ricino è maggiormente punitivo del gulag stalinista? il delitto d’opinione è più grave se commesso nell’italietta fascista del ventennio o nella moderna cuba del lider maximo?

          • Katmandu 25 Marzo 2014, 15:39

            I regimi totalitari son molto più di 2 e ci son ancora oggi, purtroppo non abbiamo imparato la storia

          • mistral 25 Marzo 2014, 15:49

            ma dai, hai capito benissimo il senso del discorso… se vuoi inserirci anche le monarchie assolutiste ed i regimi religiosi, va benissimo…

          • Katmandu 25 Marzo 2014, 16:07

            Si che ho capito ma il fatto rimane il fatto che non sempre dalla storia abbiamo imparato la lezione (come popolazione del mondo)

          • mistral 25 Marzo 2014, 16:19

            su questo non ci piove, purtroppo…

          • ginomonza 25 Marzo 2014, 16:20

            sei liberissimo di essere orgoglioso anticomunista e di affermare quello che dici sopra.
            Però mi spieghi cosa c’entra con le fosse Ardeatine?

          • mistral 25 Marzo 2014, 16:58

            mi riallacciavo semplicemente alla chiusura di san, al discorso tutt’oggi mirrisolto delle atrocità compiute da ambo le parti nel periodo ’43-’48, e trovo semplicemente sbalorditivo che mentre tutti (senza eccezioni) condannino le stragi nazi-fasciste e le rappresaglie ante 25 aprile, appena si affronta il periodo cupo che va dal 25 aprile al maggio ’48 si alzino subito i paladini del binomio antifascismo-democrazia… le fosse, le foibe, stazzema, il triangolo rosso, etc, son tutti volti diversi dello stesso mostro: il totalitarismo antidemocratico… alcuni fatti sono stati compiuti in periodo bellico (se può essere una qualche giustificazione, personalmente credo proprio di no) altri ben dopo l’armistizio, ma la loro origine antidemocratica non cambia… e ora non replicherò più…

    • San Isidro 25 Marzo 2014, 19:17

      @mistral,
      ciao, hai ragione, in realtà non volevo andare oltre per non creare eventuali polemiche…
      Sono appassionato alla storia italiana dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale e in questi anni ho approfondito diversi argomenti, tra cui proprio quello del periodo in questione…sono dell’idea che quello che è successo dall’8 Settembre 1943 fino agli anni a cui tu fai riferimento sia molto più complesso di quello che può sembrare…quello che ho voluto sottolineare nel commento di sopra è che, a mio avviso, si dovrebbe cominciare a riflettere su quegli anni parlando di “guerra civile”, è vero che è stata anche una “guerra di liberazione” dall’occupante tedesco, ma oltre ad Alleati e tedeschi che si combattevano sui nostri suoli c’è stata anche una lotta sotterranea e fratricida tra italiani: da una parte chi aveva aderito all’antifascismo e dall’altra chi aveva scelto di indossare un’uniforme di Salò.
      Ora, assolutamente non voglio giustificare l’ideale di chi scelse la RSI, ma bisognerebbe capire perchè tanti ragazzi, anche provenienti da zone d’Italia già “liberate” (come Roma o il meridione) decisero di aderire allo Stato fascista repubblicano. Penso che per una parte di questi fosse un normale proseguimento delle cose, molti giovanissimi erano cresciuti nel “mito” del ventennio e avevano deciso di continuare a lottare per il loro ideale (per quanto possiamo criticarlo) e contro l’occupazione degli Alleati.
      Dall’altra parte chi nel ventennio si era sentito schiacciato dal totalitarismo ora aveva la possibilità di combattare per una nuova Italia libera dal fascismo. E proprio l’antifascismo (che era un movimento ideologico e culturale che andava ben oltre la semplice lotta armata) aveva unito le anime della Resistenza. Su questo punto però occorre soffermarsi. Troppe volte si identificano i partigiani come un’unica entità, ma il movimento della Resistenza era complesso, le brigate partigiane erano suddivise per colore politico e appartenenza (le “Garibaldi” del PCI, le “Matteotti” del PSI, le “Giustizia e Libertà” del Partito d’Azione, le brigate cattoliche, le “badogliane” – cioè quelle composte dagli ex militari delle regie forze armate che non avevano aderito a Salò – le brigate ebraiche, ecc). Analogamente pure dall’altra parte si appellano come “repubblichini” i semplici militi di Salò (anche lì c’erano delle precise differenze tra forze armate repubblicane, GNR, brigate nere, ecc)…
      Parlare in generale del tema della Resistenza è molto delicato, nessuno tocca o nega gli ideali per cui diedero la vita molti partigiani, ma va anche detto che c’è il rischio di venire etichettati come “revisionisti” se si portano alla luce certe verità. Prendo l’esempio di Giampaolo Pansa che con il suo ciclo letterario sui “vinti” ha fatto scandalo e stupore. Pansa, che per giunta è anche un intellettuale di sinistra (non comunista però), si è limitato a narrare l’esito drammatico dei fascisti sconfitti dopo il 25 Aprile, tra eccidi, commessi per lo più da alcuni membri delle “Garibaldi”, e vendette private in cui furono coinvolti non solo i militi di Salò, ma anche famigliari di questi che non avevano nulla a che fare con la lotta antipartigiana, semplici civili e anche chi sommariamente era stato ritenuto fascista, magari solo per sentito dire…
      Attenzione, le colpe dei “vincitori” non giustificano l’deale dei “vinti”, ma una maggiore chiarezza storica di quello che successe in quegli anni complicati, sia da una parte che dall’altra, credo sia opportuna, a maggior ragione oggi che sono passati quasi settant’anni. Per questo mi soffermavo sull’espressione di “guerra civile”…se si fosse combattuto soltanto contro i tedeschi il discorso sarebbe stato diverso, come fu nel periodo del Risorgimento in cui si combattè contro gli austriaci per un’Italia unita, ma in quegli anni ci furono italiani che ammazzarono altri italiani e viceversa…
      Mi spiace scrivere ciò nell’ambito di un articolo così delicato come questo sulle Fosse Ardeatine, ma proprio perchè parliamo di un eccidio così grave, penso che i massacri e le barbarie non abbiano colore politico e i crimini di guerra e contro l’umanità debbano essere condannati sempre…
      E’ stato un OT molto particolare, ma è bello, ogni tanto, anche uscire dal rugby per poter parlare di cose più alte.
      Prometto che tornerò a rompervi le scatole sul rugby argentino…

      • ginomonza 25 Marzo 2014, 21:16

        San apro e chiudo subito:
        quando parli di vinti non devi mai dimenticare tutti quelli picchiati,torturati e uccisi da quelli chiamati vinti.
        E dovresti ricordare un certo Gobetti tra gli altri.
        Finito

        • San Isidro 25 Marzo 2014, 22:29

          assolutamente gino…e di esempi ne potremmo citare tanti altri…
          il tema in questione è sempre molto delicato da affrontare…comunque, come sottolineavo sopra, l’odio politico e di classe che si scatenò nei giorni successivi al 25 Aprile fu esteso anche a chi non c’entrava nulla con la lotta antipartigiana…resto sempre dell’idea che qualsiasi violazione dei diritti umani, di ogni colore politico, debba essere condannata e che la storia debba sempre essere obiettiva…

  3. u98 25 Marzo 2014, 09:55

    un amico mi ha ricordato, indossando ieri, sul campo, una maglia gialla, che il 24 marzo segna anche l’inizio della dittatura in argentina. il libro “mar del plata” ricorda la storia dei ragazzi della squadra La plata rugby club, trucidati sotto il regime. per non dimenticare!

    • San Isidro 25 Marzo 2014, 19:28

      hai ragione…purtroppo in Argentina c’è stata più di una dittatura…comunque bellissimo libro scritto da un grande autore quale è Claudio Fava…

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