70 anni fa l’eccidio nazista. Una delle 355 vittime, Manlio Gelsomini, ha indossato la maglia della Lazio
Sono passati ormai 70 anni dal 24 marzo del 1944, quando alle Fosse Ardeatine le truppe naziste uccisero 335 persone come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella, a Roma, il giorno prima, in cui morirono 33 soldati tedeschi.
Tra le vittime dell’eccidio nazista c’era anche Manlio Gelsomini: anconetano, classe 1907, appassionato di atletica leggera che con i suoi 100 metri sfiora le Olimpiadi di Los Angeles del 1932, poi la laura in medicina, nel 1943 la scelta di combattere con i partigiani a Roma e nel viterbese. Quindi il famigerato carcere gestito dalla Gestapo in via Tasso, nella capitale, da dove esce per essere portato alle Fosse Ardeatine e qui ucciso.
Perché ve ne parliamo? Perché Manlio era appassionato anche di rugby, tanto che tra la fine della sua carriera con l’atletica leggera e la laurea arriva a vestire la maglia della Lazio e da giocare allo stadio della Rondinella. Ovviamente con il ruolo di ala.
Per chi volesse approfondire il giornalista Valerio Piccioni ha appena pubblicato il libro “Manlio Gelsomini – Campione partigiano”, edito dal Gruppo Abele, in cui si ripercorre l’intera sua esistenza.
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