Una lunga intervista con il giocatore degli Wasps che parla di Nazionale, di caos celtico, e del perché in Inghilterra sfornano grandi giocatori
Welcome to London: Andrea Masi ci spalanca le porte della sua Inghilterra
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
Saracens: il sostituto di Owen Farrell arriva dalla Nuova Zelanda
Il club rossonero ha scelto un talentuoso numero 10 dei Crusaders, eleggibile per l'Inghilterra e anche per la Scozia
In Premiership un cartellino giallo a Herbst è durato solo… 8 minuti! E la RFU convalida la partita
È polemica in Inghilterra, dove l'ammonizione del seconda linea in Harlequins-Bath è durata meno dei 10 minuti previsti. Protesta anche Newcastle per ...
“Varney? Ha raggiunto un buon grado di maturità” dice George Skivington, coach di Gloucester
Il ritorno alla grande al club del mediano di mischia dell'Italia si è fatto notare
Harlequins: dopo Lynagh un altro possibile addio. La società corre ai ripari con un Nazionale inglese
Il club londinese, dopo Lynagh, potrebbe perdere un'altra grande stella
Quattro club di Premiership sono finiti nell’orbita di interesse dell’Arabia Saudita
Molti rumors della stampa inglese parlano di trattative ben avviate
Partita senza senso in Inghilterra: Bristol-Bath finisce 57-44, gli highlights
8 mete a 6 e 2 cartellini per parte ad Ashton Gate, in quella che potrebbe essere una delle partite dell'anno
Niente da dire; bella intervista.
ha detto tutto… complimenti a questo grande campione e che possa dare tanto ahce dopo il termine dall’attività agonistica.
Dunque, siccome Masi non è un pirla, se dice che la celtic è importante gli credo.
E quindi tutti quei bla bla su un’eccellenza più eccellente se usciamo dalla celtic diventano in automatico aria fritta se anche uno come masi pensa (giustamente) che già così com’è è molto distante dai livelli europei.
Sono orgoglioso del fatto che Andrea rappresenti il rugby italiano in Inghilterra.
complimenti a on rugby una delle interviste più belle, non che le altre facevano schifo;), soprattutto per le risposte date dall’intervistato, e allora mi son posto delle domande
1 lui si allena meno ma con un intensità spaventosa, quindi alla fine della fiera i nostri son più preparati fisicamente ma non sanno bene dove correre, quindi aveva ragione un mio ex allenatore che ironicamente diceva dell’alto livello (che tra l’altro aveva allenato) noi abbiamo la concezione che basta la preparazione fisica a fare una squadra e che se mettiamo in campo 15 tra pugili e lottatori vinceremo il campionato…..
2 la CL serve come il pane per appoggiarci sopra la nazionale e anche lui come me ha la sensazione che i migliori delle celtiche nel caso in cui non si facesse più la CL si potrebbero trovare un contratto pro in un altra nazione soprattutto se la RAI non dovesse più trasmettere le partite eccellenti del campionato, con una conseguente perdita di potere economico delle varie squadre, se non mi trasmettono gli sponsor che senso ha per una società a caso quale cofiloc, ma mettette lo sponsor che volete marchiol o brugnera pubblicità non cambia, se poi non viene passato per TV
3 legare le accademie ai club certo magari un metodo di lavoro non vale come dogma per tutto il mondo ma qua si parla dell’ ABC, insomma in tutte le socetà del mondo lo si è fatto per anni da metà anno in avanti in giovanile dell’annata più grande da gennaio in avanti 1/2 allenamenti la settimana, per esempio quello del martedì e del giovedì, si allenavano con la categoria più alta almeno per dargli una prima “svezzata” almeno a dove giocavo io funzionava così e alzi la mano chi non si è allenato con i più grandi, ma in Italia non si può fare ……. ?
“Lui si allena meno ma con un intensità spaventosa”: non vorrei dire una stupidaggine clamorosa, ma se non ricordo male Tebaldi è uscito con un’affermazione praticamente identica. Dà da pensare.
Un campione dentro e fuori dal campo, dopo aver militato in top club come Biarritz, Racing ed ora gli Wasps ha un bagaglio rugbystico che penso nessun giocatore italiano abbia.
Si è messo in grande discussione con la nazionale ricoprendo ruoli delicati non facili come il 10 o il 15.
Spero che l’Italia (sia come nazionale o come club) faccia tesoro delle esperienze dei vari “senatori” in maniera da riportare il loro vissuto sportivo alle future leve.
sulla crescita del movimento personalmente penso che la celtic non vada assolutamente lasciata, magari potenziata con una franchigia che possa prendere anche il bacino del centro-sud (Roma, L’Aquila, Napoli, o anche la Sicilia, luoghi con una buona cultura della palla ovale) e forse darei un’occhiatina anche agli arbitri che comunque costituiscono parte integrante del movimento
le franchige in Italia non possono farsi non reggono e non resistono non abbiamo la comunione d’intenti per farlo
grazie x la bella e competente intervista del grandissimo MASI.
tornando sul discorso delle (*) non sono l’unico imbecille che crede che
cosi’ strutturate non servono al ns rugby.
ps carissimi federali leggete leggete leggete………………..
forse qualcuno capira’
Adesso Masi sarà ca…iato dai federali per questa intervista….
Borghy
In poche righe sta la risposta al perchè noi non cresceremo mai. Praticamente, noi facciamo tutto il contrario. Bella quella di Capello e Trap, uno dei punti chiave sta li…purtroppo noi abbiamo giocatori ricercati per questo livello…ma non abbiamo allenatori con le capacità adeguate..o disposti ad acquisirle. In quanto ad arroganza, quella invece abbonda.!!!!
@ boh e tutti quanti gli inglesi non si son mai voluti mischiare con gli “europei” così come di ce il grande Masi basti pensare che il primo tecnico non inglese che hanno avuto è stato Sven Goran Erikson nel 2001 e non è che lo hanno mai apprezzato troppo ne come tecnico ne come uomo, e dal 1872 solo 2 tecnici stranieri hanno guidato la nazionale di calcio inglese e vuoi proprio sapere a quanti stranieri è stata affidata la nazionale con la rosa rossa sul petto?
dai l’apertura mentale di cui parla Masi è dovuta agli inglesi con genitori “stranieri” che si è verificata solo di recente, che noi altri dobbiamo ancora mettere in pratica comunque
Kat, io credo di aver capito il ragionamento di Masi….tu, dall’intervento credo di no.
Ne io ne Masi, abbiamo la pretesa di vedere allenatori italiani alla guida della rosa.(il Trap, Capello e Tardelli era per fare un esempio)
Te la taglio un po più fine per farti capire.
Come mai i nostri giocatori sono osservati, valutati e richiesti. Mentre i tecnici (salvo Ciccio x amicizia) non vengono considerati neanche a livello di categorie inferiori alla premier o top 14 o pro12. Forse, perchè i nostri sono dei mammoni e la sera vogliono mangiare a casa della mamma.?
La mia osservazione era volta a mettere in risalto il fatto che all’estero, ci puoi mandare tutti i giocatori che vuoi. Ma se poi quando tornano in Italia, del loro bagaglio di esperienza, non gliene frega una cippa a nessuno….. anzi, dei ragionamenti di Masi se ne guardano bene dal metterli in pratica.
“I paesi anglosassoni sono molto più aperti e molto meno arroganti di quanto si possa pensare”. Non mi sembra, che Masi si riferisca a immigrati di I, II, III generazione o altro.
ciccio amicizia o no il suo sa farlo e bene pure..
non penso l’ avrebbero chiamato in nazionale senno!
a proposito di (*) qualcuno sa come funziona il torneo delle nuove (*), risultati, video ecc.
La fir avrà anche cambiato l’agenzia di comunicazione ma noi poveri mortali ne sappiamo meno di prima
Masi, stai tranquillo e ascolta i medici. Fossi in te salterei tutto il 6nazioni o al limite giochi l’ultima. Serviresti più del pane ma tra un anno e mezzo c’è il mondiale!!!
Scusate, piccola riflessione guardando le classifiche: gli inglesi parlano tanto del loro campionato super competitivo, il milgiore in assoluto, etc etc….dove se la tirano come mai visto prima. Agli ottavi di H.C. ci vanno al 99% 4 celtiche, 3 francesi e solo i Saracens!!!!!
Di sicuro ci vanno anche i Tigers anche dovessero perdere con l’Ulster, hanno 20 punti e ad esclusione dei Saracens nessuna altra seconda puo’ arrivare a 20 punti, le celtiche son 3 sicure, per la quarta servirebbe la sorpresa di un Connacht vincente fuori casa coi Saracens.
Il punto di inglesi (e francesi) comunque e’ proprio che il Pro12 mancando di compettivita’ interna per qualificarsi alla HC permette alle celtiche di concentrare maggiormente le forze in HC ed in parte e’ vero.
Anzi a dire il vero al Leinster serve ancora un punto per la matematica certezza…
Scusa Stefo…volevo scrivere il Leicester non i Saracens!!
Se non ricordo male ho letto tempo fà una classifica dei 5 club piu ricchi d’europa, tra le prima 5 si vedeva solo il Leicester poi tutte francesi e forse Saracens e Northampton.
Alti stipendi portano grandi giocatori……
15 club piu ricchi non 5 come sopra
Grande uomo, grande coraggio, grande centro, grande estremo.
chissa se il buontempone che sorrideva e faceva dell’ ironia l’ altro giorno quando si parlava di ritmo ed intensita della celtic cambia idea ora che lo dice anche il piu grande giocatore italiano???
@mez 50% MASI, 50% PARISSE SEMPRE ABRUZZESI PERO’.
si si io lo so 6naziò, ma cosi i puristi della razza che storcono il naso per gli oriundi non hanno nulla da dire, anche se il capitano è italianissimo figlio di italiani!!! 😉
il capitano è un fuoriclasse! masi fuoriserie! insomma spanne sopra gli altri!
Dunque secondo masi fare la CL è utile. Bene. Sono d’accordo con lui. Secondo Gavazzi fare la CL è utile ma i costi per la FIR sono troppo alti e difficilmente ce lo possiamo ancora permettere. Quindi la soluzione è obbligata: trovare sponsor privati (oltre a quelli già presenti) e introitare maggiori quote dai diritti televisivi. Ma come si fa a fare questo?
Chiedere a Melegari? 🙂
se la FIR ha trovato sponsor privati per la nazionale….si attivasse per cercarne anche per le franchigie in celtic
quando lascerà il campo (spero più in là possibile!) lo vorrei come presidente della FIR!
Masi come tutti abbiamo scritto è un grande sia in campo che fuori e, soprattutto, ha una testa che funziona e ha le idee chiare!
un grande…
Ciao a tutti, sono un genitore di un bambino Under6 (che spero fortemente continui a fare questo meraviglioso sport). Intanto complimenti per l’intervista…
Spero davvero che si inizi a tirare su i giovani con esperienza, intelligenza e passione e soprattutto con grande programmazione….i giovani sono importanti in tutti gli sport ma in una nazione dove giocano pochi giovani rispetto a quanti per esempio giocano a calcio, dove non c’è una cultura radicata, è fondamentale non aspettare sempre un campione che nasce una volta ogni mille anni (pensiamo a sport individuali come sci o tennis per esempio) e che nel rugby o in generale negli sport di squadra sarebbe anche inutile!
Per quanto riguarda Masi, appena smette subito presidente FIR!!
In bocca al lupo a te ed al pargolo Jedi.
Secondo me è essenziale per lo sport italiano che I ragazzi facciano due/tre sport soprattutto fino ai 15 anni, come è ovunque.
indispensabile per lo sviluppo della multilateralità! in tutti i paesi evoluti, rugbysticamente e no, si da grande importanza allo sviluppo delle funzioni motorie di base proprio attraverso la pratica di vari sport, in primis atletica leggera!
dai 5-6 anni ai 14-15..
sacrosanta verità su tutta la linea mez10
Sono d’accordo gsp, anch’io ho fatto contemporaneamente atletica e rugby fino ai 14 anni. Il problema è che in Italia vogliono renderti “professionista” già a 12 anni.
e quello e’ il problema rabbi, purtroppo guidati dal sistema calcisitico ma non solo. fino a 15 anni gioca ed impara i fondamentali, poi si vede.
per non andar troppo lontano mi piacerebbe si copiasse il sistema sportivo scolastico francese..
sport per tutti (tutti gli sport) e gratis fino ai 14 anni mi pare!
in seguito vi son strutture ad hoc (societa clubs federazioni sportive) che si occupano dei ragazzi, nel rugby i clubs con le academies, dove vengono accompagnati nel percorso formativo scolastico e sportivo contemporaneamente!
i modelli “anglosassoni” con varianti (vedi NZ o Saf) non credo siano importabili qui in italia, il salto culturale sportivamente parlando è abissale, la mentalita e l’ attitudine che hanno questi popoli nell’ approcciare determinati tipi di sport son quanto di piu lontano dal modo di essere e\o vivere lo sport qui in italia!
Bellissima intervista.
volevo fare solo una considerazione riguardo i ragazzi. il materiale umano c’è e sono sicuro anche i tecnici di qualità, che nel loro piccolo sono in grado di formarli, il problema sta nel fatto che i tecnici non vengono mai messi in condizione di lavorare al meglio dalla federazione o dalle stesse società e che spesso e volentieri nelle selezioni e nelle accademie si tende a far entrare giocatori non pronti rispetto a quelli che potenzialmente potrebbero diventare di alto livello. Un esempio attuale per tutti: il n 9 titolare nei Leicester Tigers Under 18, un ragazzo italiano. Pochi lo sanno ( gli addetti ai lavori no).
Lo scorso anno era in forze alla mia squadra ma ha luglio (per sua fortuna) dopo aver fatto due stage è stato scelto dall’accademy dei Leicester Tygers per giocare con loro fino al compimento dei 18 anni. Pur essendo tra i mediani più promettenti della sue età non è stato mai preso in considerazione dalle ns accademie e/o selezioni, risultato? fra tre anni ce lo siamo perso.