La storia di Nestore, dal carcere al campo di rugby con l’Amatori Napoli

Dal carcere minorile di Nisida al debutto nel campionato regionale U18. La storia di un ragazzo e di una domenica indimenticabile

COMMENTI DEI LETTORI
  1. gian 15 Novembre 2013, 21:46

    bello, proprio bello, una nuova vita che inizia dallo sport (che sia il rugby mi riempie d’orgoglio, ma è secondario), in bocca al lupo, ragazzo, sfrutta al meglio questa occasione!

    • 22metri 15 Novembre 2013, 21:55

      gia, che sia rugby, pallavolo o scala quaranta non conta, l’importante è che si sia trovato il modo per recuperare una vita. Troppo spesso il carcere invece che una struttura correttiva e riabilitativa è una via a senso unico.
      Bravi Amatori Napoli e tanti auguri a o guaglione!

  2. annalisa 15 Novembre 2013, 22:03

    In bocca al lupo!!!!! E’ bellissimo!

  3. San Isidro 15 Novembre 2013, 22:18

    Bella storia…grazie al rugby “Nestore” ha la possibilità di migliorarsi…un percorso di recupero importante in una città complessa come Napoli. Ovunque il rugby, o comunque lo sport, possa rappresentare una sorta di via d’uscita da realtà sociali non facili è sempre una bella cosa, è sempre una vittoria. Ci sono realtà in Italia che lavorano in contesti non semplici e cercano di avvicinare i ragazzi al rugby…penso ai Briganti di Catania, ma anche a Roma, dove vivo, c’è il Villa Pamphili, che, dopo aver condiviso dal 1980 l’impianto del Tre Fontane assieme alla Rugby Roma, da qualche anno ha un suo campo al Corviale, quartiere non facile della periferia sud-ovest della capitale, e ha portato perecchi giovani della zona a provare questo sport…penso anche alle squadre di rugby nate proprio nelle carceri, ce ne ha parlato molto bene Onrugby per quanto riguarda la Lombardia, ma anche qui a Roma è stato fatto un progetto simile per quanto riguarda il carcere di Rebibbia…
    Insomma, belle storie…
    ps: siccome parliamo dell’Amatori Napoli, volevo chiedere a chi ne sapesse qualcosa, se questo club si è fondato qualche anno fa sulle ceneri del vecchio CUS Napoli…mi pare di aver capito questo da un ragazzo che me lo disse tre anni fa, ma potrei sbagliarmi, oppure la sezione rugby del CUS Napoli esiste ancora e l’Amatori non c’entra niente, grazie

    • Meridion 16 Novembre 2013, 12:08

      si è giusto tra l’altro la mia squadra domenica andrà li per giocarsi il secondo posto in serie C (I giocatori più anziani lo chiamano ancora il CUS [dal sito dell’amatori] Napoli è un luogo unico. E uniche sono le sue persone, nel bene e nel male. La storia dell’Amatori nasce da una fine, quella del Cus Napoli Rugby, una squadra che per oltre 30 anni aveva rappresentato l’altra faccia del rugby a Napoli, l’alternativa di rango alla più blasonata Partenope. La brace cova nelle ceneri del disciolto Cus, riaccendendo in poco tempo la volontà e la passione di un gruppo di “anziani” ex giocatori e “anziani” giocatori cussini, cosicchè, all’incirca all’alba del nuovo millennio, con un gorgoglio fumeggiante riemerge il rugby nelle acque di Nisida, in puro stile vulcanico-flegreo con un tocco di cinema alla Nanni Loy in “Mi manda Picone”, solidificando una nuova creatura, fatta di strati rugbistici differenti, per età e per estrazione. Il tufo di questi strati si è sedimentato con tante storie scritte sui campi in decenni di battaglie epiche, generazioni di rugbisti dal sangue vesuviano con qualche contaminazione “straniera”, maglie dai colori pompeiani, storie di fabbriche e acciai infernali, di palestre nei sottoscala, di giovani studenti che vivono il loro tempo libero solo per il rugby e per i propri compagni, di operai che dividono la giornata tra turni in altoforno e allenamenti sui campi di amianto.
      Enzo Iorio e Angelo D’Angelo portano l’esperienza di uomini di rugby e uomini di vita di una Napoli d’altri tempi, cresciuti tra le macerie del dopoguerra e nelle accierie dell’Ilva di Bagnoli. Al loro fianco i giocatori-operai-dirigenti che seppur ancora in campo a menar come fabbri si organizzano per costruire le fondamenta della nuova creatura. Diego D’Orazio, Rodolfo Antonelli, Pietro di Francia, i fratelli Maurizio e Gianluca Ziveri, Vittorio Mauriello, Luca Monticelli, e, naufrago dalla Sicilia, il saraceno arabo-normanno Dario Calapai. L’elemento coaugulante di questo manipolo di guasconi guaglioni è ”LA CAZZIMMA”, difficile da tradurre, una sorta di sana e spavalda cattiveria che cresce solo tra chi è nato e pasciuto tra le miserie e le fetenzie sociali del Regno delle 2 Sicilie, tra la pasta e patate delle mamme e le scorribande di piccole canaglie, a stretto contatto con chi poi ha preso le strade della disonestà. Dal 2003, quando si partecipa al campionato seniores in serie C, si mescola il vecchio e il nuovo, il sacro e il profano, anziani giocatori da serie A e B di altri tempi si ritrovano con giovani cresciuti nelle giovanili di Iorio. Questo melting pot ovale ha via via aggregato la voglia di appartenenza a valori semplici, amicizia e sano combattimento, partecipazione e solidarietà. Tutti sotto una bandiera simbolica, quella dei “Pirati di Nisida”, che sventola da poco tempo ma è già gonfia di forti emozioni e di tanta passione.
      Questo gruppo di corsari ha deciso da tempo di darsi un’anima che vive sul territorio, nei quartieri, nei vicoli proiettandosi verso i bambini e i giovani della Città. Ecco perché dal 2004 la società ha iniziato a concentrare i propri sforzi nelle scuole dell’area flegrea, nei quartieri di Bagnoli, Cavalleggeri d’Aosta, Pianura, Rione Traiano, Soccavo, Scampia, Pozzuoli, Quarto trovando un’incredibile e inaspettata accoglienza da parte dei giovani e delle famiglie. Sono sempre più numerosi gli amici che stanno lavorando spontaneamente per questo obiettivo comune. In così poco tempo, nonostante la mancanza di risorse e strutture, siamo diventati una Comunità organizzata, con riti e codici non scritti ma forti, una sorta di Kibbutz nel deserto israeliano o una tribù Tuareg nel deserto libico.
      Abbiamo aperto uno squarcio nella nebbia della deriva calcistica, riuscendo subito a trasmettere con chiarezza i valori educativi che solo il rugby è in grado di regalare.
      Crediamo dunque nel valore sociale del rugby: Nisida, per tutti è l’isola che non c’è, per l’Amatori Napoli è invece un progetto concreto di rieducazione sociale dei minori detenuti attraverso il gioco del rugby, una sfida per dare una possibilità a dei ragazzi che dalla vita meritano di più. Oggi Rachid, iniziato al rugby dentro le mura del carcere dopo aver giocato con noi, lavora e si guadagna onestamente da vivere … una piccola grande vittoria.
      Putroppo tanta voglia e tanta passione vanno a scontrasi quotidianamente contro il muro della crisi di impianti e di cultura sportiva in genere che attanaglia il nostro sud. Tutto quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo non avrà futuro senza avere una struttura permanente a servizio della comunità, una CASA del RUGBY!
      E durante questa traversata in mari agitati i Pirati hanno incontrato nel 2007 gli amici della Fondazione Laureus Italia, prestigiosa organizzazione no profit che nel mondo ha supportato numerose iniziative mirate al recupero e all’integrazione sociale dei minori grazie allo sport. Il loro contributo ci ha aiutati fino al 2010 e speriamo sia servito, a svegliare le coscienze dormienti dei potenti di Napoli, dandoci l’incredibile opportunità di radicare in modo profondo un progetto straordinariamente semplice e appassionato.
      Ricordo nel 2005 quando su un disastrato campetto di Licola, polveroso e pieno di spine, il sabato pomeriggio andavamo a zapparlo per non far “spinare” i nostri pochi e timidi ragazzini della giovanile…questo è lo spirito umile e testardo che ci anima nel percorso di crescita.

      • lupo 16 Novembre 2013, 12:17

        complimenti meridion, ci sono post che è proprio un piacere leggere. il tuo è un vero e proprio atto d’amore per il rugby e per il tuo splendido e maltrattato territorio

  4. San Isidro 15 Novembre 2013, 22:19

    @Giovanni, ne parlavamo proprio ieri dell’Amatori Napoli…il club c’è e a quanto pare promuove anche iniziative lodevoli…

  5. Katmandu 15 Novembre 2013, 22:45

    Bella storia auguri al ragazzo, queste son le socetà serie e da premiare! Bravi tutti!

  6. PVZ 16 Novembre 2013, 13:00

    Da un giocatore dell’under 18 dell’amatori grazie a tutti per le belle parole

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