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Mi pare di capire che i problemi siano:
– L’attuale sistema delle 3 conference avvantaggia alcune squadre (si giocano 2 a/r nella propria ma solo 4 squadre delle altre 2)…
– Australia non avendo un campionato domestico, ci provò se non sbaglio nel 2009 ma i conti andarono pesantemente in rosso… Troppa competizione sportiva, vorrebbe far giocare i propri giocatori il più possibile
– Australia soprattutto e Nuova Zelanda vorrebbero mantenere i derby a/r
– Sud Africa vorrebbe più scontri con le altre squadre, e possibilmente evitare gli a/r tra le franchigie di casa che secondo loro crea un’effetto “ripetizione Currie Cup” che danneggia l’appeal per i tifosi (che in Currie Cup ci vanno già tanti, mentre l’ITM ha un’affluenza quasi imbarazzante in certi match).
– La proposta delle 2 conference Rsa e Aus+Nzl va incontro ai secondi ma è proprio quello che il RSA non vuole.
– Le settimane sono solo 22…
– Ingresso 6a franchigia sudafricana
Mi sembra che la proposta sudafricana con eventuali 17 squadre di tornare ad un girone unico di sola andata sia la soluzione più percorribile…
ugo l’unico campionato australiano per franchigie risale al 2007, ma fu una spesa enorme per l’ARU e l’abolì, resta il fatto che in Australia esistono i vari campionati statali dove giocano gli atleti del SR (quando possono ovviamente) quindi non è che per loro il problema non c’è
Si hai ragione ho sbagliato di anno.
Bé il problema è sempre lo stesso e ben conosciuto anche da noi, i vari campionati statali non offrono lo stesso livello di intensità di un campionato nazionale…
ovviamente…ma ad es. lo Shute Shield di Sydney e il campionato di Brisbane sono tornei semipro di buon livello, di sicuro una spanna sopra la nostra Eccellenza (non ci vuole molto), come i campionati argentini (URBA su tutti)…
sottoscrivo avendo giocato a Brisbane per 3 anni. Provenivo dalla B Italiana, dove ci allenavamo 3 volte a settimana piu’ 2 palestra…ebbene… una volta a Brisbane (dove si allenavano 2 volte a settimana, martedi’ e giovedi’) il livello e l’intensita’ degli allenamenti era di un altro pianeta…per non parlare della tecnica. Il club dove giocavo (uno dei piu’ antichi d’Australia…GPS si chiama) aveva quasi 8 squadre (5 competitive e 1 che giocava il venerdi’ sera perche’ c’e’ anche un campionato che si disputa di venerdi’ per chi lavora il sabato, e quindi puo; essere di buon livello, 1 che gioca sempre di venerdi’ ma e’ piu’ social, ed 1 social). Ebbene, io iniziai con la prima squadra del venerdi’ per poi passare al 3 and 4 team (ora hanno ristrutturato il club e le cose funzionano un po’ diversamente). Vi diro’ che mentre in Italia riuscivo a giocare 80 minuti senza problemi li’ dopo 40 minuti ero sfinito…insomma anche a livello piu’ basso gia’ giocano con piu’ intensita’ e tecnica. Nelle ruck e punti di incontro non ne parliamo nemmeno.
I nostri giocatori di “Premiership” sono giovani che fanno parte della Reds academy, oppure quelli in riposo dal SR (i Faiinga …Samo…) oppure ragazzi che poi finiscono in Europa (infattin in due anni due dei nostri sono andati in Francia…). Quindi mi sembra che il livello della premiership a Brisbane sia abbastanza alto.
ciao davo, vedo che ogni tanto scrivi qui.
grazie per la descrizione della tua esperienza e complimenti per aver giocato a quei livelli. Sono incuriosito dalla struttura del rugby domestico nei vari Paesi ovali e conoscevo, solo di nome però, il club in cui hai giocato, GPS. La struttura del rugby australiano è molto complessa (in un solo Stato addirittura ci sono più campionati di club), per quello che posso dò uno sguardo soltanto allo Shute Shield, visto che già sono totalmente rapito dal rugby argentino (il Torneo de la URBA è bellissimo, consiglio di dare un’occhiata) e per motivi di tempo non posso seguire cento cose (anche se mi piacerebbe molto)…interessante la struttura del club che hai descritto con più squadre di diverso livello all’interno della società…ad es. anche in Argentina, almeno per quel che riguarda i club più attrezzati, esistono diverse categorie seniores all’interno della società: anzitutto in molti casi c’è anche una squadra M-23 (menores de 23, u.23), poi la massima squadra senior è la primera (prima squadra), poi c’è la intermedia (seconda squadra), poi c’è la pre-intermedia (terza squadra), addirittura a volte c’è anche la quarta squadra (la pre-intermedia si divide in A e B)… più di un’altra squadra senior sotto la primera, ovvero la seconda (intermedia) e la terza (pre-intermedia) e, a volte, una quarta (la pre-intermedia si divide in A e B), sottolineo che tali squadre poi non partecipano al torneo effettivo (come ad es. il Calvisano potrebbe iscrivere il Calvisano B in serie C), ma al torneo di categoria, cioè quello riservato alla cateogoria intermedia, poi c’è quello per la pre-intermedia, ecc…
San, purtroppo scrivo in maniera “scattered” per via dei miei impegni. In effetti dovro’ trovare un po’ di tempo per scrivere piu’ in fondo. Il GPS due anni fa’ fece una tourne’ in Argentina (come club…nel senso che dalla premiership alla 4 si andava come unica squadra), ma costava tantissimo ed io non andai.
Quest’anno sono andati in Sud Africa.
Comunque i giocatori possono tranquillamente giocare in tutte e 4 le categorie. Ad es un mio compagno di squadra due anni fa’ passo’ dall 4 alla premiership e l’anno scorso il tallonatore titolare di prem e’ passato alla 3. Insomma ci sono vari fattori (personali ad esempio) o tecnici che condizionano le scelte.
Voglio solo fare un piccolo appunto sulla tecnica, ma come mai questi a qualsiasi livello giocano con unitensita’ che noi ce la sognamo ? almeno in B non esisteva.
L’Australia non ha un campionato nazionale interno, ma ha comunque i suoi numerosi campionati statali di club in cui militano gli atleti del Super Rugby, quindi non è che per loro il problema non ci sia…
Sinceramente la divisione per gironi australi separati (UAR-SARU e ARU-NZRU) sarebbe più giusta con play-off incrociati, ma ci sono diverse questioni:
– capisco i sudafricani nel voler rivendicare le loro sei franchigie e nel voler giocare la regular season con australiani e neozelandesi
– questione argentina: quante saranno le franchigie? una o due? ma soprattutto: entreranno? penso proprio di si, ma ci sono molti in Argentina (soprattutto i dirigenti dell’URBA) che vogliono salvaguardare il semiprofessionismo. E se nascessero contrapposizioni interne?
– questione neozelandese: adesso anche loro se ne sono usciti con la possibile sesta franchigia
– questione giapponese: pure loro (giustamente) per motivi di crescita, ma principalmente per motivi economici, vogliono una loro rappresentativa nel SR
– possibili questioni nordamericane e isolane: anche USA e Canada potrebbero volersi ritagliare uno spazio per motivi economici e di crescita, ma per motivi geografici anche gli isolani potrebbero chiedere di partecipare al Super Rugby
Comunque per ora argentini e giapponesi sono quelli che potrebbe entrare nel SR dopo la RWC, in realtà per i nipponici prevedevo dopo la RWC 2019 in casa loro, ma potrebbe essere pure adesso…
Onestamente non so…ma perchè visto che hanno ammesso Canada ed USA alla PNC (anche se Canada ed USA hanno fatto la vecchia Epson Cup, 6N del Pacifico, con le stesse squadre dal 1999 al 2001) queste sei nazioni pacifiche (le tre del Nord Pacifico e le tre del Sud Pacifico) intanto non si creano una coppa per club/franchigie/selezioni tra di loro? Tanto quella è un’area che si svilupperà molto nel futuro rugbystico…Fiji, Samoa e Tonga potrebbero riallestire i sei super-team che hanno fatto la Pacific Rugby Cup dal 2006 al 2010, USA e Canada invece le loro quattro grandi selezioni che hanno fatto il vecchio NA4, il Giappone le squadre gia ce le ha e siamo apposto…
in verità l’ ha detto il manager della saru non il corrispettivo NZ di voler creare la 6 franchigia neozelandese san..
ed è stato furbo nella sua boutade..
ad ogni modo si parlava di 18 squadre non 17..6+6+5+1..franchigia argentina di base in saf..
sulla franchigia argentina di base in SA non sarei minimamente d’accordo…
certo sarebbe assurdo, pero avrebbe senso san, se non altro per i costi..
cercano una formula che accontenti tutti, cosa impossibile imho, non faccia crescere i costi e possibilmente porti vagonate di soldi..
sai com’ è “a botte piena e a moje imbriaca”..
forse non è chiaro a tutti che un campionato non è un TM estemporaneo e organizzare continuativamente trasferte aeree implica costi di gestione non giustificabili dal rientro economico…
gli isolani pacifici sono bravissimi a giocare a rugby ma dal punto di vista di diritti televisivi e merchandising sono quattro gatti con le pezze al culo e non interessa a nessuno farli entrare nel rugby che conta dal punto di vista economico…
pensate che le Fiji giocheranno a Londra la partita per festeggiare il loro centenario dato che nessuno ha fatto loro l’onore di andarli a trovare a casa loro… a dir la verità non so nemmeno come siano messi a stadi…
giappone canada usa e argentina sono ai quattro cantoni del mondo e aggiungerebbero altri due continenti (che poi le americhe sono due, quindi farebbe tre) ad un torneo che si svolge già tra oceania e africa…
i nostri giocatori di pro12 ne hanno le OO piene per 10 trasferte di due ore di aereo… questi qua si propongono di far andare in giro le squadre per tutto il mondo europa esclusa…
se si va avanti su questa linea si arriverà a proporre il campionato universale di rugby comprendente anche le europee con 32 squadre che giocano da febbraio a dicembre di ogni anno…
altro che rcc
però devi spiegarlo a quelli del SANZAR che vogliono far entrare nel SR Giappone e Argentina…e comunque i rumors sugli isolani, seppur ufficiosi, c’erano (si parlava di un’unica franchigia che rappresentasse il Sud Pacifico)…
ovvio!
Davo, è davvero interessante la tua esperienza, spero che magari in futuro stenderai due note più complete e sono sicuro che qui sul sito lo apprezzerebbero tutti.
Detto questo, per quanto impegnativo, un campionato statale non avrà tutti i week end la qualità che c’è magari in Currie Cup.
Il super rugby mi ha sempre affascinato, da quando era super 12..ma purtroppo ha questo enorme problema di dispersione geografica.A me farebbe piacere una o due squadre Argentine, per tenere i talenti a casa , Giapponesi, perchè ci sono soldi e interessi, Canadesi e USA, perchè c’è un bacino potenziale di soldi atleti e spettatori senza fine, Pacifiche, perchè semplicemente se avessero risorse sarebbero i migliori al mondo.
Purtroppo la scelta della formula scontenterà sempre qualcuno, ma spero che l’ottica di diffusione in terreni rugbisticamente fertili sia portata avanti.
lo spero anche io, ma negli ultimi due anni sto’ viaggiando tantissimo! (intorno al globo) e quindi poco rugby giocato 🙁
comunque son d’accordo che i campionati locali siano meno competitivi della Currie, per lunghezza forse son piu’ lunghi o uguali (di solito si iniziano gli allenamenti a gennaio, amichevoli fino a fine Marzo, campionato da Aprile a fine Sett/Oct). Comunque io mi son trovato da dio nel club dove ho militato (e prima in un altro club giu’ nello stato del Victoria), bravi ragazzi e ottimi allenatori.