Italia, Riccardo Favretto: “Dopo la Francia? Un po’ di amarezza. Ma bello che i giovani di 3 anni fa ora siano il perno”

Il seconda/terza linea ha anche raccontato i 14 lunghi mesi di calvario per infortunio

Italia, Riccardo Favretto: “Dopo la Francia? Un po’ di amarezza. Bello che i giovani di 3 anni fa ora siano il perno” – ph. Sebastiano Pessina

È trascorso l’ultimo weekend di pausa per il Sei Nazioni 2024: ora le nazionali preparano il rush conclusivo, che per l’Italia prevede i match con la Scozia e poi col Galles a chiudere.

Gli Azzurri stanno pensando al ritorno all’Olimpico dopo l’importante risultato conquistato in terra transalpina, con lo storico pareggio con la Francia in trasferta. Tra i protagonisti del match di Lille c’è stato Riccardo Favretto, al rientro dopo 3 anni con la maglia dell’Italia e schierato come titolare a numero 6. Proprio il giocatore del Benetton Rugby è stato presente all’incontro con la stampa, parlando dell’ultima partita, delle novità in questo gruppo rispetto a 3 anni fa e, soprattutto, del lungo calvario che ha dovuto passare per tornare ad indossare i colori Azzurri.

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Dopo questo lungo purgatorio, Riccardo Favretto è stato scelto da coach Quesada per partire come titolare nel match con la Francia. Un ritorno di fuoco per il seconda/terza linea sul palcoscenico internazionale: “Rispetto allo URC, sicuramente il livello di gioco è molto diverso, in particolare nella partita con la Francia. Il sistema di gioco francese è differente, non è un gioco integrato che noi abbiamo tanto all’interno dello URC. Inoltre la velocità di gioco è davvero alta: nei primi minuti della partita ho avuto un po’ di difficoltà, ho capito che dovevo pensare e agire molto più velocemente”.

La sensazione della squadra tornando negli spogliatoi dopo la vittoria sfiorata: “Sicuramente nell’aria c’era un pochino di amarezza perché quando arrivi così vicino a un risultato storico è ovvio che lo assapori. Ciò comunque non toglie il risultato, che nel suo piccolo rimane comunque negli annali. E rimane che siamo una squadra giovane, ambiziosa, con l’obiettivo di affrontare le partite per giocarcele fino alla fine”.

Un ritorno che Favretto ha potuto godersi: “Bello, appagante considerando tutto il lavoro che c’è stato dietro anche col club. Comunque, anche se non sul campo, sono sempre stato portato dallo staff della Nazionale ad essere integrato nel gruppo così, ci fosse stato un possibile rientro, da essere già sul pezzo sia nel rapporto coi compagni che nel sistema di gioco”.

Favretto è poi tornato sul lungo calvario che l’ha tenuto lontano dal rugby per 14 mesi: “Io ho avuto un grave infortunio nel 2022. Mi sono lesionato un nervo del plesso brachiale, quindi non avevo nessuna forza o mobilità nell’alzare il braccio, potevo muovere la mano ma non sollevare il braccio. Questo mi ha tenuto fuori per circa 14 mesi: di questi, i primi 4 sono stati un’incognita per eseguire tutti gli esami strumentali per capire dove fosse il problema, non essendo facile indentificare il danno su un nervo come invece può succedere per osso o legamento”.

“Successivamente c’è stata un’operazione e poi un lungo periodo di rientro. Mesi che sono stati ancora molto incerti, perché la ripresa è stata molto lenta e poco significativa. Per tanto tempo il neurologo che mi seguiva ha dovuto considerare l’ipotesi che io recuperassi tutte le capacità motorie ma non al punto da poter tornare a giocare. Poi fortunatamente, dopo circa 11 mesi dall’infortunio, c’è stato un miglioramento molto repentino che ha fatto ben sperare e che abbiamo sfruttato per aumentare i carichi, la mobilità e tutto, andando infine sulla buona strada”.

Un infortunio al nervo simile a quello accaduto a Simone Favaro: “Sì gli staff medici si ricordavano di questo infortunio e abbiamo trovato questa similitudine che riguarda un po’ tutti gli infortuni ai nervi (per fortuna non frequenti). Diciamo che questo mi ha fatto sentire un po’ meno lo sfortunato di turno. Sinceramente senza la mia compagna non so se sarei riuscito a livello mentale a restare sul pezzo per tutto questo periodo. Non è stato assolutamente un bel periodo: giovane, in un periodo di crescita e continuità, vedere tutto sparire così mi ha abbastanza abbattuto. Poi la famiglia e la nascita di mio figlio mi ha aiutato anche a staccare la spina e non pensare sempre e solo all’infortunio”.

Favretto ora è in gruppo per preparare il match con la Scozia, proprio la squadra contro cui aveva debuttato nel 2021. “Cosa è cambiato rispetto a quel gruppo? Ora la squadra è maturata in molti aspetti, perché tantissimi giovani come Paolo Garbisi o Gianmarco Lucchesi ora sono più che consolidati. Tre anni fa erano all’inizio diciamo, mentre adesso sono dei perni all’interno della squadra. Inoltre c’erano ancora alcuni ex della nazionale, mi ricordo Lovotti e durante la prima parte di preparazione anche Ghiraldini. Bello vedere che tanti giovani comunque già c’erano e adesso stiano diventando delle figure di riferimento della squadra”.

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